Scilla e Caride

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  1. internetdj
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    scylla



    Scilla, dal lato calabro, e Cariddi dal lato siculo, furono rappresentati dal mito greco come due mostri che terrorizzavano i naviganti al loro passaggio. Scilla (colei che dilania), e Cariddi (colei che risucchia), rappresentavano per i greci le forze distruttrici del mare. Un tempo Scilla era conosciuta come una bellissima donna, figlia di Ecate, la quale fu poi trasformata in un orrendo mostro di forma canina, dalle sei orrende teste e dalle dodici zampe. Cariddi, figlia di Poseidone e della Madre Terra, era considerata come una donna vorace, che Giove scagliò sulla terra insieme ad un fulmine: ella era usa bere enormi quantità di acqua che poi ributtava in mare.Queste due divinità, pur essendo state localizzate tra le due rive dello stretto di Messina, dove le coste sono più vicine, furono intese in senso lato a rappresentare i pericoli del mare dove questo è ristretto dalla presenza delle terre. Un altro fenomeno notato dagli antichi era quello che, fu chiamato "Fata Morgana" (costei, sorella di re Artu’ ed allieva del Mago Merlino, fu un personaggio dei romanzi cavallereschi). L’evaporizzazione provocata dal surriscaldamento dell’acqua del mare, nelle calde giornate d’estate, (particolarmente quando l’acqua dello stretto appare calma) produce foschie, facili a creare immagini di ombre vaganti. Furono proprio queste foschie che facevano "vedere" ai Greci, dalla costa calabra, schiere di uomini erranti sulla costa sicula,a far nascere il mito della Fata Morgana.

    P27.1Skylla
    4158863_charybdis_percy_jackson_sea_of_monsters



    Lettura dall' Odissea di Omero, libro XII


    Là dentro Scilla vive, orrendamente latrando:
    la voce è come quella di cagna neonata,
    ma essa è mostro pauroso,
    nessuno potrebbe aver gioia a vederla,
    nemmeno un dio, se l'incontra.
    I piedi son dodici, tutti invisibili;
    e sei colli ha, lunghissimi; e su ciascuno una testa
    da far spavento; in bocca su tre file i denti,
    fitti e serrati, pieni di nera morte.
    Per metà nella grotta profonda è nascosta,
    ma spinge la testa fuori dal baratro orribile,
    e lì pesca, e lo scoglio intorno frugando
    delfini e cani di mare e a volte anche mostri più grandi afferra, di quelli che a mille nutre l'urlante Anfitrìte.

    (…)

    L'altro scoglio, più basso tu lo vedrai, Odisseo,
    vicini uno all'altro,
    dall'uno potresti colpir l'altro di freccia.
    Su questo c'è un fico grande, ricco di foglie;
    e sotto Cariddi gloriosamente l'acqua livida assorbe.
    Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
    paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe.



    Edited by Huginn&Muninn - 11/11/2016, 22:38
     
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