23 Marzo Morte di Attis

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    23 Marzo Morte di Attis
    Questo post fa parte del Calendario Festività Pagane

    mistic17_05



    (Traduzione del : Ilcalderonemagico.it)
    La morte di attis ricade il 22 Marzo, ma nel calendario pagano viene cmq festeggiato il 23, la sua morte in ogni caso non è altro che un passaggio, in quanto tre giorni dopo Attis risorge dalla sua tomba.


    Attis era un giovane amato da Cibele, la dea frigia chiamata anche la Grande Madre.
    Ci sono parecchie versioni della sua leggenda. Secondo la tradizione frigia, gli dei evirarono la divinità ermafrodita Agdistis. Dagli organi genitali maschili caduti per terra nacque un albero di mandorle.

    La ninfa Nana, incantata da questo albero, depose sul proprio ventre un frutto e si addormentò sotto le sue fronde. Magicamente la mandorla la fecondò e lei mise al mondo un figlio, Attis il bello.
    Il neonato fu esposto e adottato da un pastore e più tardi divenne pastore lui stesso.

    Cibele prostrata dal dolore lo trasformò il suo corpo in un pino.
    La dea ordinò che ogni anno Attis fosse pianto e che in sua memoria solo gli eunuchi fossero ammessi al suo culto.

    Attis_Cibele3



    Altre fonti sostengono che Cibele, principessa di Frigia, avesse avuto un figlio da Attis e che suo padre, il Re Meione, avesse fatto uccidere Attis e il neonato.
    Cibele impazzita sarebbe fuggita per la campagna, piangendo Attis e accompagnandosi con un tamburo fino alla morte.
    Quando furono colpiti da una carestia i Frigi vennero a sapere da un oracolo che dovevano seppellire Attis e fondare il culto di Cibele. Allora la dea resuscitò con il suo amante morto e tutti e due furono adorati in Frigia.

    La storia di Attis e della autocastrazione è il motivo di un carmina di Catullo nel quale un giovane si evira mentre è caduto in estasi durante i riti in onore di Cibele e poi rimpiange amaramente il suo gesto. La castrazione è un mito universale diffuso. Il potere regale, divino, veniva trasmesso con l’evirazione, con la “perdita” dello sperma che fecondava la terra.

    Tutte le leggende di Attis sono improntate ad una rozzezza e una ferocia che ne rivelano le origini arcaiche. Attis fu venerato come dio della natura e della vegetazione, e si trattava di visione della natura come selvaggia e cruda, realistica, per nulla edulcorata, in cui la vita e la morte alternavano ciclicamente il loro passaggio.
    Le versioni del mito spiegano i rituali cruenti seguiti dai sacerdoti che si automutilavano prima di entrare al servizio della dea Cibele.


    Agdistis (che era ormai soltanto una donna e aveva perso la sua qualità di ermafrodita) aveva intanto preso il nome di Cibele. Vide Attis e concepì per lui un amore totalmente esclusivo tanto da non perderlo mai di vista.
    Attis spendeva il suo tempo sulle morbide curve della dea, impegnato sempre in voluttuosi e appassionati amplessi. La dea non si stancava mai di ricoprirlo di attenzioni, di suonare per lui la lira... ma il giovane e ingrato Attis, stanco di quelle meravigliose giornate, decise di fuggire e cercare altre gioie in una donna terrena.

    Attis era convinto che le alte fronde di un pino potessero nascondere il suo tradimento ma la dea Cibele, al cui occhio nulla poteva sfuggire, sorprese il suo grande amore in un amplesso con una donna mortale. Attis invaso dal rimorso impazzì, si evirò e morì per le ferite. Dal suo sangue nacquero le viole.


    Il 22 marzo veniva tagliato un pino che in seguito veniva trasportato nel tempio di Cibele dove veniva trattato come grande divinità. L’albero Sacro veniva ornato di ghirlande di viole. Nel secondo giorno pare che la cerimonia principale consistesse nel suonare. Il terzo giorno, il sommo sacerdote di Attis, si incideva le braccia offrendo così il proprio sangue in sacrificio.
    Al suono di cembali, di tamburi che facevano battere violentemente il sangue nel cuore, dal lamento di flauti e dal bordone dei corni, rapiti in danze vorticose, i sacerdoti minori si infliggevano tagli sul corpo spargendo sull’altare e sull’Albero Sacro sangue, che sgorgava copioso.
    Quel tipo di rito con probabilità faceva parte delle lamentazioni per Attis, allo scopo forse di rinvigorirlo affinché potesse ritornare in vita.


    Si pensa che i novizi, in quello stesso giorno del sangue, sacrificassero la propria virilità.
    In seguito i genitali venivano interrati nelle stanze ipogee sacre di Cibele dove, come per il sacrificio del sangue, venivano forse considerati capaci di richiamare in vita Attis e così di affrettare la rinascita della natura che in quel periodo schiudeva i suoi boccioli profumati ai teneri raggi del sole.

    La morte di Attis era solo un passaggio. La sua resurrezione veniva annunciata la notte del 25 marzo.
    Dopo i Tristia (giorni del dolore per Attis), nei giorni degli Hilaria (allegria) imperava per le strade una generale sfrenatezza. I giorni del sangue venivano dimenticati e la festa si concludeva con l’abluzione dell’immagine d’argento della Dea Cibele, con il volto di pietra nera e scabra nel torrente Almone.

    Così ogni anno, nella gioiosa primavera si celebrava la morte e la rinascita di Attis.





    Attis, che era chiamato il figlio unigenito e salvatore era adorato dai Frigi uno dei popoli più antichi dell'Asia Minore. Da essi egli veniva rappresentato come un uomo legato ad una pianta, ai piedi della quale c’era un agnello. Lattanzio fa dire ad Apollo di Mileto che: “Egli era un mortale secondo la carne; saggio in opere miracolose; ma, essendo stato arrestato da una forza armata per comando dei giudici Caldei, egli subì una morte resa amara da chiodi e pali”.
    Nel festival di Attis il 22 di Marzo veniva abbattuta una pianta di pino ed una effige del dio veniva affissa ad essa simboleggiandone la morte. Tre notti dopo i sacerdoti trovavano la tomba di Attis illuminata dall’interno ma vuota, poiché nel terzo giorno Attis era risorto.
    Il dramma di Attis era tanto simile alla storia cristiana che i cristiani furono costretti a ricorrere all'argomento pretestuoso che il diavolo aveva creato il culto di Attis prima dell'avvento di Gesù per ingannarne i seguaci.



    Crediti:
    Fai Notizia
    Acharyas
    www.ilcalderonemagico.it/




     
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