Sa Sùrbile, tra stregoneria e sciamanesimo

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    Sa Sùrbile, tra stregoneria e sciamanesimo



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    "Coincidenze


    ... In alcuni processi si legge che tali donniciuole sotto forma di gatte entrano nelle case dove giacciono i bambini. Talvolta dai genitori dei piccoli è stata tagliata via la zampa anteriore o posteriore, o è stato cavato l'occhio di tale gatta. Per lo stesso motivo, in seguito, in quella donniciuola che si riteneva fosse entrata sotto un simile aspetto in tale casa, veniva trovato un membro tagliato o a penzoloni, e di conseguenza tali cose non sono illusorie come viene ritenuto.

    Il passo è tratto dal Lamiarium sive striarum opusculum uno dei tanti trattati inquisitori, l'autore è Girolamo Visconti, frate inquisitore della seconda metà del 1400. In Leggende e racconti popolari della Sardegna, viene riportato un racconto intitolato La nonna sùrbile.
    Tale racconto narra di una donna (sa sùrbile) che sotto forma di gatto, tenta di assalire un bambino, scoperta dai genitori del bimbo le viene amputata una zampa, l'indomani la menomazione permette di riconoscere come colpevole, ovvero come sùrbile, la nonna del fanciullo.
    La singolare somiglianza fra il racconto del Visconti e la tradizione sarda fa pensare ad un substrato comune, pur tenendo conto delle dovute discordanze temporali e spaziali, possiamo affermare che i due racconti si equivalgono.

    Sa sùrbile



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    La sùrbile è una donna capace di trasformarsi in gatto o in mosca, è un vampiro, prima della trasformazione si unge, non sempre è malvagia.
    Sono quattro elementi: metamorfosi, vampirismo, unzione e non malvagità, evidenziati da Dolores Turchi, che fanno intravedere una connessione e una vicinanza con le figure di streghe del panorama europeo.
    Il racconto sardo è antico, nel 1895 la Deledda ne riporta la tradizione, ma ancora oggi se ne conserva il ricordo.
    Antonangelo Liori ne da una connotazione negativa molto accentuata. La peculiarità delle sùrbiles è quella di essere spiriti di donne morte di parto che per vendicarsi uccidono i bambini degli altri, mancano quelle caratteristiche di trasformazione e di unzione che invece la Turchi ha messo in rilievo. Sempre la Turchi parla di un altra figura di vampiro sardo, una figura tipica di Samugheo: Sa coga. Anche questa si trasforma, non sempre è malvagia, succhia il sangue ai bambini e viene smascherata grazie alle ferite inferte durante la sua trasformazione e rimaste nel suo aspetto umano. Insomma la coga e la sùrbile hanno le stesse peculiarità, sembrano la stessa figura con due nomi diversi.
    Anche Liori tratteggia la figura della coga in modo da farla coincidere con le testimonianze della Turchi e della Deledda, attribuendogli le caratteristiche di metamorfosi e vampirismo della sùrbile, mantenendo pero una connotazione fortemente negativa.
    L'etimologia di sùrbile non ci aiuta vista la sua profonda incertezza, ma l'etimologia di coga avvicina la figura sarda allo stereotipo della strega.
    Coga da cocus (cotto) o da coquu (cuoco) è un riferimento esplicito alla cottura delle erbe, una delle mansioni tradizionali delle streghe; ma non basta, accogare significa in alcune zone ubriacarsi, inebriarsi. Il riferimento Bacchico per accogare è immediato, ma inebriarsi, raggiungere l'estasi, con il vino o con altre sostanze e tecniche, è tipico anche dello sciamanesimo.
    La sùrbile, viene anche chiamata Pana (puerpera) o confusa essa, la cosa che risulta interessante non e che sia una donna morta di parto, ma piuttosto la differenza videnziata in alcune zone fra pana e sùrbile: la prima infatti non succhia il sangue ma ruba i vestiti e poi li usa per avvolgere e lavare le ossa di un morto e l'utilizzo rituale delle ossa e un richiamo chiaramente sciamanico.
    In verita le panas sono donne che hanno alcune caratteristiche peculiari, ma i casi di sovrapposizione di queste figure dai nomi diversi: sùrbile, coga e pana dimostrano come quello che si tramanda e in realta una figura unica di strega dai molteplici aspetti.
    Alle tre streghe citate se ne affianca un'altra chiamata Sisinia coga, pronunciando velocemente queste parole si capirà Sinagoga.
    L'etimologia di questi termini è illuminante: della parola coga conosciamo il significato, per quanto riguarda Sisinia, sappiamo che la radice sis ha spesso un'accezione negativa, (sisasia sta per scarafaggio, e sisinare significa pavoneggiarsi). Nella tradizione Sisinia coga è una strega dalla testa di gallo ed è un'indemoniata, caratteristiche (l'uccello e la possessione diabolica) che ritroveremo altrove. è interessante che questa strega sia associata alla sùrbile e, nel contempo, sia riconosciuta come colei che avrebbe costruito, con un maleficio, i chiodi della crocifissione di Cristo. Poter associare un simbolo dell'ebraismo (la Sinagoga), uno dell'antisemitismo (il deicidio) a questa strega indica palesemente come il tentativo cattolico di debellare tutto cio che era diverso, precristiano e non governabile, fosse passato, anche in Sardegna, dall'antisemitismo alla caccia alle streghe.
    Nonostante anche la Sardegna abbia subito la violenza inquisitoria, la demonizzazione della figura della strega e rimasta blanda. Le streghe sarde sono portatrici di valori arcaici, mantengono in se gli stereotipi stregoneschi negativi ma anche il ricordo di una tradizione più antica.
    La stria sarda non è la cattiva per eccellenza, anzi la stessa Eleonora d'Arborea, figura mitica e positiva della cultura sarda, possiede molti aspetti stregheschi. è un dato rilevante che la donna più importante del medioevo sardo fosse regina e strega allo stesso tempo, un sintomo di un'importanza della donna che altre zone d'Europa avevano già dimenticato.


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    Il Vampiro


    Il vampirismo e l'infanticidio, comuni a molti i processi inquisitori, erano un modo di giustificare attività non gradite alla Chiesa. Le streghe sono le discendenti delle Strix latine, uccelli notturni assetati di sangue, sempre il mondo romano credeva che le anime dei morti si trasformassero in api, farfalle o uccelli e le donne capaci di trasformarsi in uccelli erano ugualmente chiamate Strix. Le figure mitiche latine si sovrappongono, le anime dei morti si confondono prima con le fate poi con le Strix.
    Il passo successivo nel medioevo è di considerare chiunque abbia il contatto con il mondo dei morti, streghe e quindi vampiri.
    Ricordo solo che la tradizione vuole che i vampiri siano non morti, morti viventi, capaci di mutarsi in animali, di volare, rinascere dal proprio corpo, tutte caratteristiche comuni alla strega e allo sciamano.
    Il vampirismo, non riesce a nascondere una realtà in cui la morte reale e la morte simbolica si confondevano, in cui il passaggio da uno stadio all'altro della vita avveniva sempre attraverso la morte rituale, ma anzi ne è la stessa dimostrazione.

    Morte e rigenerazione


    La strega cattiva è una sovrapposizione al tema arcaico della morte e della rigenerazione. Al di fuori della Chiesa il tema del morire e rinascere diviene eretico ed è probabilmente in questo contesto che vengono elaborati i racconti sulla sùrbile. La sùrbile è una strega, secondo i canoni inquisitori, la sua metamorfosi e palesemente eretica così come dice il Canon Episcopi:

    Perciò, chiunque crede possibile che una creatura possa cambiare in meglio o in peggio, o assumere aspetti o sembianze diverse per opera di qualcuno che non sia il Creatore stesso che ha fatto tutte le cose per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte, è indubbiamente un infedele e peggiore di un pagano.

    In un racconto citato dalla Turchi dal titolo La sùrbile imprigionata, la sùrbile (sotto forma di mosca?) viene chiusa in un recipiente per lungo tempo e questo permette di scoprire la strega morta, quando inavvertitamente la mosca-sùrbile viene liberata, la strega rinasce.
    In Sardegna il Carnevale, Carrasecare, presenta una sorprendente continuità con i riti Dionisiaci e pre Dionisiaci della fertilità, della morte e della rigenerazione ed anche in questo caso il mito della trasformazione, il mito del mascheramento tornano nelle sembianze della sùrbile, una donna si trasforma, per fare del male, ma si trasforma.

    Il volo


    L'elemento distintivo con le figure dionisiache sarde, dal Mamuthones a tutte le altre, sta nel volo, nell'uscita di un entità dal corpo, elemento distintivo dalla tradizione sarda e unificante con la realtà italiana e in generale indoeuropea. Torniamo al Canon Episcopi:

    Alcune donne depravate, sviate da illusioni e seduzioni diaboliche, credono e affermano di cavalcare la notte al seguito di Diana, dea dei pagani, o di Erodiade, e di una innumerevole moltitudine di donne, e attraversare larghi spazi di terre...,

    anche la sùrbile vola di notte, certo vola da sola ma sappiamo che il Sabba come convegno delle streghe è un'invenzione dell'Inquisizione, ed in Sardegna i miti legati a Diana o Cibele o alla più antica Dea madre sono ancora vivi e forse e inutile collegarli anche ad una figura come la sùrbile.
    La trasformazione in animali: la mosca ed il gatto, l'animale delle streghe per eccellenza, potrebbero essere, nel nostro caso, tranquillamente un topo, un serpente, un uccello ovvero uno qualsiasi degli animali della tradizione sciamanica.
    Il volo è magico per eccellenza, è comune alle streghe, ai fachiri, agli yogi, agli sciamani, ai santi, e il modo più semplice per raggiungere qualcosa, per andare altrove. L'utilizzo di animali è dovuto all'esigenza che l'anima venga trasportata, gli animali, i volatili in particolare sono psicopompi; la loro funzione è di aiutare lo spirito ad uscire, aiutare a morire.

    Predestinazione


    Cosa ha in comune la sùrbile con lo sciamano?
    Apparentemente solo la trasformazione e l'abbandono del proprio corpo umano, ma a ben guardare le similitudini non finiscono qui. Eliade dà dello sciamano una immagine di prescelto, così come i Benandanti friulani, i Tatlos ungheresi erano sempre prescelti, nati con la camicia, con sei dita etc.
    La nostra sùrbile è spesso una donna che si comporta in modo strano, ha qualcosa di fisicamente diverso, questo può indicare una condizione di privilegio per quanto riguarda le arti magiche, uno stato di predestinata.

    Una certa ineluttabilità della condizione di mutante compare anche nella vergogna e nella soddisfazione che traspare ad essere scoperti.
    Nella testimonianza citata all'inizio, la nonna sùrbile esclama dopo essere stata scoperta "mi ch'as bogau de pena" mi hai liberato dalla pena, come se non si trattasse di una scelta ma di una dolorosa condizione.
    La condizione dolorosa è possibile che sia frutto di una influenza inquisitoria rispetto ad un mito precristiano di trasformazione, che sia il tentativo della religione di trasformare la strega in demonio o meglio ancora in indemoniata.Nel racconto La vendetta della sùrbile la morte del bambino appare come la giusta riparazione ad un torto ricevuto, questo porta a credere che le azioni della sùrbile siano state in un qualche momento riparatrici, volte a ristabilire un ordine naturale più che a sconvolgerlo.

    Iniziazione


    L'iniziazione e una delle caratteristiche dello sciamanismo, per la sùrbile non si puo parlare di iniziazione. Eppure nelle testimonianze raccolte dalla Turchi quella intitolata La sùrbile colta in fallo, presenta un aspetto interessante: una delle vittime della strega-sciamano si trasforma anch'egli in sùrbile per riparare al torto subito.
    La prima cosa che si nota è che chiunque possa diventare sùrbile, attraverso un rito, in questo caso l'unzione ed una formula, la seconda cosa è che il viaggio iniziatico non è affatto spiacevole ma l'iniziato si rammarica della sua brevità, terzo è un uomo a diventare sùrbile-sciamano. Una delle principali vie di reclutamento per gli sciamani è , secondo Eliade, la vocazione spontanea, un tipo di sciamano considerato meno potente di quello prescelto. Nel caso del racconto citato il sùrbile è privo di una delle sue caratteristiche principali: quella di essere vampiro, è un sùrbile a meta.
    La morte, la trasformazione ed il volo fanno parte delle azioni che iniziano lo sciamano.
    Lo stato di morte in cui la sùrbile si trova è molto simile allo stato dei Beneandanti o degli sciamani siberiani quando fanno il loro viaggio, Ginzburg ad esempio riporta come i Beneandanti temessero di non poter più tornare in vita e pregassero le mogli assistenti di lasciare loro la bocca sempre nella stessa posizione per permettere al sorzetto di poter rientrare nel corpo. Così, anche la strega del racconto La sùrbile imprigionata, torna in vita quando la sùrbile rientra nel suo corpo. Le affinità fra il demone sardo e lo sciamano sono anche altre.

    Smembramento


    Marginalmente si può intravedere lo smembramento iniziatico in due momenti.
    La presenza delle ossa e del loro lavaggio, risulta anomala ma mantiene quella che è la caratteristica primaria dello sciamanismo, quello che Eliade chiama contemplazione del proprio scheletro, non c'e nessuna rinascita da quelle ossa, ma è perlomeno una curiosa coincidenza che proprio questa figura di morta e rinata abbia in mano delle ossa avvolte in indumenti. Nello sciamanismo eurasiatico le ossa sono avvolte in pelli di animali e non in vesti di bimbo, eppure questa non mi sembra una differenza tale da escludere a priori la possibilita che si tratti di una reminiscenza di un rito di smembramento iniziatico. D'altra parte il carnevale sardo e ricco di riti di rinascita e ad esempio quello di Bosa ne mantiene uno in cui lo smembramento è palese, questo porta a pensare che il mito non sia affatto estraneo alla cultura sarda. Ginzburg ritrova il motivo mitico della raccolta delle ossa in gran parte del continente Eurasiatico, compresa la Sardegna, e, sempre, questo mito è ricollegato alla resurrezione del corpo.
    Il secondo momento è quello della menomazione, subita anche dalla sùrbile, che si ritrova fra le prove iniziatiche che lo sciamano deve sopportare, si tratta appunto di menomazioni di arti o parti di essi, ferite inferte con oggetti arroventati, proprio come la sùrbile privata di un occhio da uno spiedo arroventato o quella privata di una mano.
    Il tema della menomazione che serve ai comuni mortali a riconoscere la sùrbile è ricorrente in quasi tutti i resoconti esaminati quindi, in termini negativi, la mancanza di una parte del proprio corpo serviva per riconoscere le sùrbiles.

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    La battaglia sciamanica


    Nel racconto La sùrbile colta in fallo vi sono due sùrbiles, due sciamani che si combattono, quello buono vince, la cattiva perde. è difficile pensare ad una casualità, e un racconto anomalo, ma questo può indicare una resistenza di un mito più antico. D'altronde la sùrbile viene spesso scoperta e sconfitta, e chi la riconosce viene definita una che se ne intende di malefici, una donna con poteri magici.
    In particolare nella storia La sùrbile punita, la sùrbile viene scoperta e punita da una donna evidentemente strega, che, grazie alle arti magiche, la bastona a distanza . La battaglia sciamanica, il combattere in estasi, è uno scontro fra stregoni buoni e stregoni cattivi, la sùrbile è la strega cattiva, l'altra donna è quella buona.
    Dopo l'estasi gli sciamani, ad esempio i tatlos ungheresi, riportano spesso i segni della battaglia, tornano con ematomi ed a volte anche con menomazioni più gravi, così la sùrbile tutte le volte che viene scoperta riporta i segni della sconfitta anche nel suo aspetto umano.
    Il rito della fertilità, i benandants e i malandants, non sono ritrovabili nella tradizione sarda, ma sembra che almeno l'atto del combattere sia rimasto.

    L'unzione


    ...Tali donne affermano di uscire dalle case attraverso il camino, su un bastone cosparso di unguento.

    Girolamo Visconti, frate inquisitore, nel Lamiarium sive striarum opusculum parla del famoso bastone delle streghe e dell'arcinoto unguento. Il tema dell'unzione del bastone è uno degli stereotipi stregheschi, la letteratura inquisitoria, così come i processi, sono pieni di bastoni unti.
    La sùrbile è l'unica figura di strega sarda che si unge e spesso abbina all'unzione una formula, un indizio importante per comprendere la storia delle tradizioni sarde.
    La strega umbra Matteuccia di Francesco prima di volare in groppa ad un caprone usa questa formula:

    Unguento, unguento,
    mandame ala noce de Benevento,
    supra acqua et supra ad vento,
    et supra ad omne maltempo,


    questo ricorda come l'uso abbinato di parola e unguento fosse comune a tutta la stregoneria e non solo a quella sarda. L'ungersi precede sempre il volo e la trasformazione. I Beneandanti usano un unguento a base di sostanze allucinogene, tale pozione aiuterà gli stregoni a raggiungere l'estasi. Proprio come fanno le sùrbiles, si ungono fronte e mento e poi avviene la trasformazione.
    Certo non sempre viene usato un unguento per volare, ma il fatto che, seppure raramente, sia rimasta testimonianza di questo uso fa immaginare un utilizzo più comune delle sostanze psicotrope nella stregoneria sarda. Un fattore di difficoltà sta nella diffidenza delle informatrici a svelare i segreti della magia, questo indica che ancora oggi è vivo il desiderio di preservare tali ricette. La letteratura sul tema e scarsa o inesistente e questo ostacola ancor di più la ricerca.

    Mandragora, Giusquiamo, Belladonna, Datura


    L'unguento delle streghe era un olio o un grasso in cui venivano amalgamate alcune solanacee, famiglia di piante che comprende: Mandragora, Giusquiamo, Belladonna, Datura. Le ricette sono numerose ed hanno alcune costanti, ne cito ad esempio una riportata da Francis Bacon:

    Si dice che l'unguento usato dalle streghe sia fatto con grasso di bambini morti e poi esumati, dal succo di Lactuca sericola oppure virosa, di Euforbia, di Potentilla anserina mescolati a farina di grano fine, io pero penso che siano medicinali soporiferi con i quali si preparano questi unguenti come Giusquiamo, Cicuta, Mandragora, Solanacee, Tabacco, Oppio, foglie di Zafferano, foglie di Pioppo...

    Quale è l'uso che si faceva di queste piante e perché sono sempre collegate alle streghe?
    Queste piante sono considerate delirogeni, ovvero piante capaci di provocare uno stato di delirio molto profondo, causato dai loro componenti tropanici, il loro uso nella farmacopea è antichissimo.
    La Genesi (30: 16-17) parla della mandragora per i suoi poteri fecondativi, il moly omerico, l'erba della maga Circe, era mandragora (Omero, Odissea, X 393-399), il giusquiamo era anticamente chiamato pythonion o apollinaris, indicando un rapporto stretto con Apollo e l'oracolo di Delfi.
    Tutto questo indica una profonda conoscenza di queste piante e dei loro effetti. Il collegamento con le streghe e dovuto al fatto che esse erano nel Medioevo le uniche depositarie delle conoscenze della farmacopea tradizionale, la medicina maschile era filosofia e ben poco sapeva delle virtù terapeutiche delle piante.

    Ipotesi psichedelica


    La sùrbile usa un unguento probabilmente a base d'olio di bacche di ginepro, ma null'altro sappiamo delle piante che componevano quest'olio. Grazia Deledda, inavvertitamente ci aiuta citando fra le piante della farmacopea tradizionale nuorese il giusquiamo, è l'unica notizia che ho potuto trovare riguardo ad uso medico delle solanacee. Un altro indizio arriva da Armatore Cossu che nomina fra le piante sarde anche la mandragora, ciò significa che almeno due delle piante che servivano per gli unguenti delle streghe erano presenti e conosciute nell'isola.
    La sùrbile si unge con sostanze allucinogene? Non possiamo saperlo per certo ma non trovo altra spiegazione all'atto dell'ungersi se non quello di assimilare una sostanza allucinogena.
    La pomata o l'olio e inoltre il modo caratteristico dell'assunzione streghesca di queste piante. Una spiegazione puo essere data dall'alta tossicita della Mandragora, del Giusquiamo, della Belladonna e della Datura. La dose per avere effetti deliranti e quella letale sono pericolosamente vicine, questo può aver indotto le erbarie a trovare una soluzione alternativa all'ingestione. L'assorbimento attraverso l'apparato digerente è lungo e difficilmente controllabile, la dose deve essere precisa perché una volta metabolizzata nulla si può fare se non aspettare la conclusione dell'effetto. Un'assunzione effettuata attraverso la pelle permette al soggetto di dosare più gradatamente l'allucinogeno, ed eventualmente di bloccare in tempo un'eventuale intossicazione.
    Non si deve dimenticare che lo stato di denutrizione cronico, in cui fino al secolo scorso vivevano le popolazioni contadine e pastorali, poteva favorire l'assimilazione delle droghe, quindi l'effetto ed il rischio erano proporzionalmente piu alti.

    Transe e sùrbile


    Alla luce delle osservazioni fin qui fatte, si può rischiare una interpretazione del fenomeno della sùrbile in chiave psicologica.
    Georges Lapassade inserisce l'esperienza sciamanica in quelle che chiama transe, di conseguenza, per le affinità fra la sùrbile e lo sciamano, nulla ci impedisce di fare il passaggio logico di considerare la sùrbile una manifestazione di transe ritualizzata.
    In modo particolare due sono gli aspetti che interessano la sùrbile: la morte apparente e il volo.

    Morte apparente


    La morte apparente è la caratteristica della cosidetta Transe letargica o catalettica, uno stato modificato di coscienza (SMC) in cui il soggetto, nel nostro caso la sùrbile, ha le funzioni vitali ridotte al minimo e perde ogni percezione della realtà circostante. Questo stato è molto pericoloso perché spesso porta a quella che viene chiamata Esperienza di Prossimità con la Morte (EPM), ovvero quella condizione che più comunemente conosciamo per i soggetti che si sono trovati in coma o in altre esperienze di "confine". Per la strega sarda si può parlare di EPM perché dai racconti che ho citato precedentemente si comprende che la morte della sùrbile non è considerata apparente ma reale, una condizione quindi paragonabile al coma.
    Inoltre l'uso delle erbe del diavolo (mandragora, belladonna, giusquiamo, datura) può realmente portare alla morte e questo accentua il valore culturale della morte e della rinascita della strega-sciamana.
    La connessione fra l'EPM e l'iniziazione sciamanica sta nella morte e nella succesiva rinascita ad una nuova vita. L'aspirante sciamano passa da uno stato di malato (malattia iniziatica) a quello di morto, nella condizione di morte (transe letargica) avviene la chiamata da parte degli antenati o di altri esseri sovranaturali ed infine la rinascita nella nuova veste di sciamano. Manca alla sùrbile, nella sua presunta morte iniziatica, la rinascita positiva, l'accettazione della sua condizione e del suo potere; sembra quasi che la tradizione sarda abbia dimenticato la seconda parte della storia: dopo la morte la sùrbile diviene sciamana assume una posizione ben precisa nella società. La sùrbile sembra destinata ad una perenne iniziazione. Per la teoria psichiatrica la transe sciamanica è uno stato dissociativo in cui il soggetto ha in sé due personalità. Nel caso sardo queste due personalità sono in contrasto, mentre nello sciamanesimo proprio la morte iniziatica e la rinascita come sciamano sono la soluzione positiva del rapporto.

    Fuori dal corpo


    Il volo è una delle condizioni che Lapassade chiama Transe esomatica ovvero Esperienza fuori dal corpo (EFC). L'uscita dal corpo è il primo criterio per distinguere gli sciamani da tutta una serie di personaggi della medicina popolare con cui sono spesso confusi. Infatti solo gli sciamani sono in grado di avere un SMC di questo tipo, un’esperienza che li accomuna e li confonde ai mistici per la capacità di andare in estasi, di essere ek-stasis, al di fuori, altrove. La sùrbile si ritrova sicuramente fuori dal suo corpo, così come è capace di volare. La sùrbile è in possesso di quelle caratteristiche psicologiche che la farebbero sciamana, ma anche nel caso del volo, la figura sarda manca di una dimensione psichica a tutto tondo.


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    Al confine


    La sùrbile non applica le capacità dissociative ad alcuno dei fini dello sciamano, sembra una figura di confine fra un presunto sciamanesimo sardo ed una strega dello stereotipo tardo inquisitorio. La possessione diabolica, o transe di possessione, non interviene a cambiare definitivamente lo stato di sciamano in quello di posseduto, la sùrbile non è una indemoniata, ma non è neanche una sciamana. Dal punto di vista psichico si comporta come una sciamana e si sente in colpa come una indemoniata. In definitiva la sùrbile non riesce a dare una collocazione chiara alle sue transe. Una figura affascinante capace di suscitare nello stesso tempo paura e curiosità, di essere malvagia ma anche riparatrice di torti. Nelle fonti, certo, l'aspetto malefico e il più presente ma la sua natura antica di personaggio positivo non riesce a scomparire dietro il paravento culturale dell'infanticidio e del vampirismo.

    Conclusione


    La sùrbile è una strega, una sciamana, un'erbaria o una pazza?
    Cos'era la stregoneria in Sardegna, esisteva una forma di sciamanismo, la conoscenza delle piante serviva solo per curare o anche per "volare" ? Tutte queste domande hanno avuto un'azzardata ipotesi di risposta, anche se credo che ulteriori ricerche e raffronti fra altri miti ed altre culture possano riservare altrettante sorprese."



    Fonte: articolo di Andrea Satta

    Edited by Lady Lu - 3/3/2015, 16:08
     
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    Vi ringrazio tanto!! Black, le immagini sono perfette, grazie per aver migliorato l'articolo ^_^
     
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  6. yamato san
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    Lady è un piacere connettersi e leggerti ^^.
    Desidero " Partire " Dalla tua conclusione , sa Surbile ( Dal dialetto " Lingua " Campinadese ) Strega , Sciamana erborista o pazza ?

    Bè Sardegna , ma anche la Corsica ( Vedremo più avanti la sua importanza ) Si trova in un evidente punto strategico del mediterraneo , che ha eletto quest'isola a punto fermo di riferimento per navigatori provenienti da tutte le grandi civiltà nate e dislocate lungo le coste del mediterraneo , sia per commercio che come dimostrato in alcuni casi per sfuggire ad agemonie di tipo Militare/Culturale e religioso. Gli stessi antichi abitanti della Sardegna sono stati eccellenti navigatori e guerrieri , le loro tracce come pirati , e mercenari sono state riscontrate fin nell'antico Egitto .

    Per prima cosa sarebbe importante comprendere cosa E' lo Sciamanesimo , almeno a larghe tese , quali sono le peculiarità che legano lo Sciamanesimo Siberiano a quello dei nativi americani , piuttosto che quello Giapponese con quello Amazzonico ....

    Lo Sciamanesimo non è una Religione , e la consapevolezza dell'esistenza di una " Via " Lo Sciamano/A al contrario di una Medium non entra in una trance ...Passiva.. La sua trance è Estatica , non è in Balia degli " Spiriti " Ma intereagisce consapevolmente con loro, utilizzando come mezzo le vibrazioni prodotte naturalmente ( Come da recenti scoperte scientifiche , dal nostro DNA ) Dalla voce e dal suono di alcuni strumenti come il tamburo.ma non solo...

    La Koga ( Surbile ) E soltanto successivamente denominata con il termine Jana , per altro erroneamente o ( Volutamente ) Associata alla dea Diana , ma in realtà Mutuata da una Divinità Guerriera Femminile Sumera ( Inana ). La Surbile nasce come Sciamana , tutta al femminile Classica delle popolazioni a conduzione Matriarcale ( Del resto se gli uomini erano impegnati per mille altri motivi altrove , tipo commercio ,scorrerie ed altro , bisognava mantenere una politica efficiente in grado di salvaguardare la società .. ( Il fatto che in Sardegna le prime società siano state di tipo matriarcale è stato comprovato da innumerevoli ritrovamenti )

    La sa Surbile raggiungeva la trance tramite il o la Calazonis ( Mantra ) Che in Sardegna come in altre parti del mondo venivano tramandate a " Voce "
    Nella lingua/Dialetto Sardo sono costituiti da Parole/Cantilene cantate ( Il dialetto Campinadese e da considerarsi come lingua ancestrale, in Sardegna come l'arabo egiziano nel medio Oriente )

    La Surbile non era temuta dalla comunità . era al contrario un punto di riferimento della stessa , era presente nella vita di ogni giorno , dalla nascita di un bambino ( Levatrice ) Alla cura di malattie ( Erborista ) e suo era anche il compito di ristabilire equilibri tra uomini e spiriti , i riti più antichi riscontrati sono quelli gia noti nei rituali Druidici ( Oggi sappiamo che i druidi erano una popolazione antecedente a quella celtica , e che molto in comune hanno con i Thuata de Danann e che proprio quest'ultimi sono legati a quelle popolazioni che hanno costruito i Dolmen in Europa , Compresi quelli Sardi ..

    Tra questi riti ancestrali , Quello dell'acqua ( Divinazione ) Cerimonia che veniva fatta alla nascita di un bambino , o per sapere se un viaggio avrebbe avuto un buon esito ecc. E quello del sangue , che serviva per manipolare eventi e futuri possibili avvenimenti ( Da quest'ultimo molto probabilmente in epoche successive a preso vita la leggenda popolare ( Indotta ) che voleva la Sciamana Surbile un vampiro ( Niente a che vedere comunque con la moderna immagine dei vampiri )

    Con il crollo dell'impero Romano , anche la Sardegna che nei millenni aveva mantenuto salde le sue tradizioni fu scossa dal più grande sisma ideologico/ Culturale che ha colpito le società europee e successivamente mondiali....Il Monoteismo , Nelle vesti del Cristianesimo....

    Nel medioevo si cominciano a distinguere nettamente due figure femminili , la prima " Abbreharojas " Che continuano a seguire la via degli antichi mantra ( Che presto diventeranno preghiere per potersi camuffare ) ed associate dal popolo alla magia bianca , e quella delle Janas o Janare , adoratrici del diavolo , e indicate come praticanti di nefandezze appartenenti alla magia nera....

    Entrambe le figure descritte da diversi autori dell'epoca , si servono di formule magiche ,sincretizzate come ho detto , nel tempo come preghiere , L'arte del discredito gia collaudata in Irlanda , Spagna, Francia ad opera di Monaci di ferro ha infine l'effetto voluto da quest'ultimi ...

    Il popolo comincia a temere le sa Sorbile , la loro immagine di guarirtici e valide consigliere non che intermediarie tra mondo degli uomini e quello degli spiriti, sbiadisce , e si concretizza nell'immaginario collettivo quello della strega cattiva , che tra i più efferati crimini vanta quello di violenze di ogni genere nei confronti dei bambini...

    La conoscenza sciamanica che consentiva ad esse di penetrare nel mondo degli spiriti, di viaggiare in astrale , quella di avvalersi dello spirito guida di un animale , viene manipolato dalla chiesa ed i suoi falsi menestrelli e ben pagati testimoni, ed ecco le nostre sciamane che diventano mosche ( Quale altro animale era allora meglio rappresentativo ? Piccolo onnipresente ,( in particolare grazie al suo modo di deporre uova ) Su cadaveri di uomini ed animali , Spesso ancora oggi in alcune regioni ( Sardegna in primis ) Quando entra un moscone in casa le donne anziane che ancora hanno tracce di una passata cultura si affrettano a farlo uscire , recitando parole derivate da preghiere miste tra dialetto e latino...)

    Sempre in quel periodo alcune pratiche vengono sostituite da altre , anch'esse di antica origine , ma più compatibili con la moderna persecuzione. il rito dell'acqua lascia il posto alla cartomanzia , e quello del sangue a formule mutuate da preghiere , che utilizzano simboli e strumenti cristiani ( Croci, candele ecc.)

    La sciamana lascia il posto alla Guaritrice ed erborista , le sue pratiche esoteriche si limitano all'annullamento del malocchio e di un altra manciata di patologie ( Scorbuto ecc..) . La sciamana ormai Strega , invece incattivita dall'isolamento culturale , mantiene quello che resta di tradizioni che pur mescolandosi nel tempo , continuano ad essere operate con gli stessi scopi di migliaia di anni fa..
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  7. Lady Lu
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    Sono lieta che il mio articolo non sia stato sterile ed abbia reso possibile il tuo utile e interessante intervento. Il mio intento era proprio quello di capire quali erano le vostre impressioni e le vostre opinioni in merito e far sorgere un confronto.
    Moltissime conoscenze pratiche presenti nella mia Regione (e non solo) purtroppo sono andate perdute a causa dell' avvento del cristianesimo e numerose figure (quali, ad esempio, in questo caso proprio le sùrbile) sono state "alterate" e spesso non si sa più bene quale fosse la loro originaria natura. Inoltre i pregiudizi delle persone inducono a nascondere come qualcosa di cui vergognarsi molte delle pratiche su indicate e questo immenso e prezioso patrimonio va scomparendo, purtroppo.
    Per quanto riguarda le conclusioni mi trovo personalmente d'accordo con te, non starò ad argomentare le ragioni che ne stanno alla base essendo praticamente analoghe alle tue ed essendo stato il tuo discorso particolarmente esaustivo (non vorrei essere ripetitiva ^^).
     
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  8. yamato san
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    L'impatto violento e distruttivo della politica religiosa , nel nostro caso Cristiana , nonostante gli enormi danni ( in alcuni casi le violenze sono state anche fisiche.)..Non tutto e stato distrutto , da noi in Italia sono molti quelli che stanno riscoprendo la " Coscienza " Sciamanica e sono numerosi gli incontri che vengono organizzati nelle grandi città come nei piccoli comuni . Quella della riscoperta di una cultura che in realtà è più appartenente a noi che non quella delle religioni di stato importate a suon di privazioni d'azione e di pensiero.

    Gli solani in genere ,si assomigliano molto , il loro attaccamento alla Terra è più sentito di quello di un " Urbanizzato cronico " e quello che da un lato rappresenta un "Isolamento " In negativo ( Il mare che divide un'isola ) Diventa un " Agente protettivo " Quando si tratta di usi e costumi , culture esoteriche comprese..

    Nella vicina Corsica , ben più politicamente isolata della Sardegna , per via del malcontento della popolazione , che vuole l'indipendenza dalla Francia , sono riscontrabili , riti ed usanze mistico esoteriche davvero molto antiche , e meglio " Conservate " Molto simili o le stesse un tempo in voga in Sardegna.

    Non perdiamo di vista che tuto quello che rappresenta l'universo contadino , o relativo ai lavori di " Mare" Un tempo erano il tessuto connettivo dell'economia, e la magia nelle sue più disparate forme , la sua cultura.
    Tutto girava intorno alla sfera della natura , delle stagioni , dei cicli lunari , le maree ... Dal taglio di capelli , al concepimento mirato di un figlio , dal rito propiziativo officiato per rendere fertile e produttivo un campo , a quello che mirava la fertilità del bestiame o la buona riuscita di una pesca...
    Apparentemente rimangono soltanto le date di tutte le festività una volta dedicate divinità ed entità protettrici ( Le date sono le stesse del calendario Cristiano , ed i nomi delle divinità sostituite da presunti santi, La necessità ancestrale di " Sapere " Come si evolverà una storia d'amore " piuttosto che cercare qualcosa che leghi a se l'uomo/ Donna desiderata sono spinti dallo stesso bisogno di migliaia di anni fa , e non sono pochi quelli che a fronte di queste esigenze riscoprono e percorrono le piste praticate dalle nostre Jana, masciare o masche ^^

    A noi fare che non si estinguano con le loro conoscenze , comprendendole , e non deridendole , ma al contrario imparare a rivalutarle ^^
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  9. Lady Lu
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    Yamato hai ragione! Da noi ancora moltissime persone svolgono attività quotidiane in base alle fasi lunari o ai giorni della settimana considerati più propizi, proprio come il taglio dei capelli di cui parlavi, o delle unghie, o per innestare le piante e tante altre. E lo fanno in modo naturale, non lo dicono in giro, questo sì, però poi all'interno delle famiglie si sentono in dovere di tramandare queste conoscenze ai loro figli e nipoti. Questo modo di vivere le attività più semplici ma allo stesso tempo più importanti, perchè legate alla propria persona o alla coltivazione e all'agricoltura, continua anche oggi anche se spesso non se ne conoscono le origini e in qualche modo si vuole credere che non ci sia nulla di pagano, di magico in tutto questo, perchè si ha della magia e del paganesimo una visione assolutamente negativa, come qualcosa da non dover nominare, da sfuggire da evitare perchè pericoloso e soprattutto cattivo e contrario a Dio (anche se ovviamente si intende contrario al Dio cristiano, come ben sappiamo).

    Vorrei aggiungere un'ultima cosa. La sùrbile era assai temuta e per questa ragione si era soliti ricorrere a dei rimedi (elencati anche da Claudia Zedda).
    I rimedi principali erano la cera vergine, con la quale la serratura doveva essere sigillata, efficace l’utilizzo di alcuni strumenti quali la falce dentata e il treppiede. jpg
    Vedendo la falce, sa sùrbile sarebbe stata presa dall’istinto di contare i denti ma, povera creatura, avrebbe saputo contare fino a sette, numero che non a caso in Sardegna possiede una fortissima valenza magica. Arrivata al numero sette avrebbe ripreso da principio, fino all’alba, momento nel quale la tradizione vuole, si sarebbe dovuta dare alla fuga. Anche porre un treppiede capovolto accanto a su brozzolu era una forma di difesa efficace, in quanto non avrebbe consentito loro l’ingresso nella casa che ospitava il pargolo. Le streghe dimostravano infatti una fortissima avversione per tutto ciò che si presentava capovolto. Se il treppiede fosse stato capovolto quanto queste erano già entro la dimora, ivi sarebbero state imprigionate. Il simbolismo del capovolto ha da sempre avuto un ruolo fondamentale in Sardegna, e a questo si riconnette certamente il rituale della capriola, atta al capovolgimento, all’inversione della situazione. Eccezionalmente utile il ruolo della scopa a chioma in su, o dei chicchi di grano sull’uscio. Sostanzialmente anche in questo caso sa sùrbile si sarebbe fermata a contare, chicchi o fili non riuscendo ad andare oltre il numero sette. C’è chi nel grano vede il ricordo di un antico rituale di propiziazione e rabbonimento della strega. Ma anche le erbe sapevano dimostrarsi efficaci. Issopo, fiori d’arancio, ruta, erano la condanna delle streghe. Infiggere un coltello al terreno è un tocca sano contro le streghe, mettere il pargolo dentro un cesto di giunchi usato per separare la crusca dalla farina, l’avrebbe salvato dalle mire de sa sùrbile. Intuibile l’assonanza gestuale del fare il pane come fare il bambino.
    Ma una terra magica come è la Sardegna, non poteva non presentare una eccellente varietà in fatto di amuleti. Il più efficace nella protezione dei bambini è sa sabegia ( nota anche come kokko o coccu o pinnadellu).

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    E’ uno dei più diffusi amuleti sardi. In pietra nera, ossidiana od onice. La forma è normalmente sferica, incastonata in argento perché, avrebbe perso il suo potere se incastonata in oro. L’argento infatti era considerato un metallo puro, credenza che probabilmente è stata introdotta in Sardegna dagli spagnoli, che avevano ereditato la convinzione dagli arabi. Simbolicamente rappresenta il globo oculare, è l’occhio buono, che si contrappone a quello cattivo, attirandone lo sguardo. Si spaccherà proteggendo preferenzialmente il bambino che lo indossa, nel caso in cui questo si sia guardato con invidia.
    Per smascherare sa sùrbile niente è più efficace della parola sale. La poveraccia non si sarebbe potuta trattenere dall’orinare. Ma il metodo infallibile era quello di ferire l’animale sotto le fattezze del quale si presentava la strega a notte fonda. I segni della colluttazione, visibili il giorno successivo, l’avrebbero smascherata senza ombra di dubbio.
     
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  10. MahafiR
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    Bellissimo approfondimento che ahime' vedo solo adesso...
    una cosa .. yamato....
    Calaztonis sapevo essere uno status di trance e non un mantra....che faceva entrare in trance.....
     
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  11. MahafiR
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    Confermo da fonti indigene "ser in Calatzonis" vuol dire essere in trance..... ;)
     
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10 replies since 30/10/2013, 13:42   1494 views
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