Bastet, la dea gatto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Akasha Willburn
        +4   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Buongiorno a tutti, da oggi aiuterò la crescita del forum aiutandolo negli argomenti riguardanti l'antico Egitto, che studio da vari anni, quindi ricercherò vario materiale e lo raccoglierò tutto qui.

    Iniziamo

    Bastet, la dea gatto

    Bast1

    Nel vasto e multiforme pantheon egiziano Bastet è la dea gatta, rappresentata come donna dalla testa di gatto o come una gatta nera.
    Il suo luogo di culto più importante era la città di Per Bast, che i Greci chiamavano Bubastis, nei pressi dei delta del Nilo, a circa 80 km a nord-est del Cairo, dove furono ritrovati molti templi a lei dedicati.

    Dalla VI dinastia il culto si diffuse nell’Egitto, da locale che era inizialmente, e sotto il regno di Pepi II si immaginava Bastet come l’equivalente della Hathor di Dendera; Bastet aveva il potere di stimolare l’amore e la sessualità, e questa è una delle ragioni per cui il suo culto fu così popolare.

    Il giorno dedicato alla dea Bastet, giorno di festa dove la gioia giungeva all’estasi, era il 31 Ottobre. Si beveva e si ballava a dismisura, e i bambini non potevano partecipare. Sul Nilo galleggiavano chiatte piene di donne, fiori e vino. Si dice che si trattasse di riti sensuali, pieni di musica e danze.
    Erodoto così racconta “Arrivano in barca, uomini e donne assieme, in gran numero su ogni imbarcazione; mentre camminano molte donne fanno musica con dei sonagli, degli uomini suonano il flauto, mentre altri cantano e battono le mani. Quando incontrano una città lungo il fiume portano la barca a riva, ed alcune donne continuano a suonare, come ho detto prima, mentre altre lanciano insulti alle donne del luogo ed iniziano a ballare agitando i loro abiti in tutti i sensi.
    All’arrivo celebrano la festa con dei sacrifici, e si consuma in questa occasione più vino che in tutto il resto dell’anno”

    Lo stesso Erodoto afferma che il tempio di Bastet, costruito in granito rosso, era il più bello del paese e che vantava il maggior numero di fedeli, parlando di almeno 700000 persone, “bambini esclusi”. L’importanza di queste feste sembrava poco realistica agli egittologi del tardo ‘800, ma nel 1887 un archeologo di nome Henri Édouard Naville, scoprì il sito e dimostrò la veridicità dei resoconti di Erodoto.

    A Bubastis è stata rinvenuta una grande necropoli di gatti e, sempre Erodoto, ci dice:
    “I gatti defunti vengono portati a Bubastis, dove sono mummificati e sepolti dentro delle urne sacre”

    Migliaia di felini furono sepolti in gallerie sotterranee della città e dei dintorni di modo che potessero portare il messaggio del loro padrone fino agli dei.
    Naville fece ricerche sia nel sito del tempio di Bubastis sia nelle catacombe dei gatti, oltre che in alcune sepolture faraoniche, e provò così che si trattava eventi religiosi considerevoli, i cui devoti erano di ogni classe sociale della popolazione egizia.

    Bastet nasce come divinità solare, personificando il calore benefico del sole, al contrario di Sekhmet che ne incarna il calore bruciante; solo in epoca greca venne assimilata ad Artemide, diventando così una dea lunare.
    Ad Efeso era così adorata soprattutto come dea della fertilità. Infatti mentre le statue greche la ritraggono come una giovane con arco e frecce, le statue provenienti da questa zona la mostrano con il busto coperto di protuberanze rotondeggianti che sono state interpretate sia come seni che come testicoli di toro.
    E’ proprio l’arco di Artemide a simboleggiare, nel periodo post classico, la falce lunare.
    La vergine dea della caccia, della selvaggina e dei boschi, era infatti adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo.

    Dalla II dinastia Bastet fu rappresentata come un gatto selvatico o come una leonessa; e solo dal 1000 a.e.c. ebbe la forma di un gatto domestico, ed in epoca greca divenne anche più comune la raffigurazione come donna dalla testa di gatto; inoltre fu associata al dio leontocefalo Mihos, venerato a Bubastis assieme a Thot, in qualità di sua madre e ad Atum, il demiurgo, come sposa, anche se secondo altre fonti, Mihos sarebbe figlio di Ptah e Sekhmet.

    Il gatto era un animale sacro in tutto l'antico Egitto e ad esso venivano dedicati templi, poesie e invocazioni, mentre i resti mortali ne venivano mummificati, ponendo acccanto alle mummie dei topi perché avessero cibo per l’eternità.
    Era onorato perché proteggeva i granai dai topi e quindi il popolo dalla carestia, ma per quanto addomesticato, non era un animale abituato all’uomo come oggi.
    Si dice che l’abissino incarni il vero gatto egiziano, ma il gatto egiziano per eccellenza resta il Mau, dallo splendido manto maculato, la corporatura agile, le fattezze simili a quelle trovate nelle pitture parietali delle tombe e nelle statue.
    Gli egizi divennero talmente devoti alla dea Bastet e ai gatti che promulgarono leggi per impedirne l’esportazione ma i mercanti fenici riuscirono a contrabbandarne alcuni nei paesi del Mediterraneo. Era altresì severamente punito chi attentava alla vita di un gatto.

    Bastet è indicata figlia di Ra, oltre che come uno dei suoi “occhi”, ossia che veniva inviata per annientare i nemici dell’Egitto e dei suoi dei.
    È una dea dal duplice aspetto, pacifico e terribile: nella sua forma di gatta o di donna gatto è la dea benevola, protettrice dell’umanità, dea della gioia e delle partorienti; nel suo aspetto feroce è nota per le sue collere, rappresentata con testa leonina, ed identificata con Sekhmet, la Possente, dea della guerra (oltre che della medicina). Come tutti i felini è attraente e pericolosa assieme, dolce e crudele: è il simbolo della femminilità, la protettrice del focolare e della maternità, ma è anche pronta a lottare quotidianamente col serpente Apophis, colui che contrasta la corsa della barca solare e delle forze benigne della creazione. In una delle tombe della valle delle regine è raffigurata portando dei coltelli per proteggere il figlio del re, e si dice che abbia partorito ed allattato il faraone, del quale sarebbe la dea protettrice.

    Suo attributo era il sistro, strumento musicale creato da Iside, e detenuto anche da Hathor; uno degli appellativi della dea gatta era “Signora delle Bende”.

    Una leggenda dice che Ra, offeso dall’umanità, inviò Hathor per punirla e sterminarla; la dea, una volta assunta la forma di Sekhmet, iniziò la strage; in seguito Ra, mosso a più miti consigli anche dagli altri dei, cercò di richiamare la dea furiosa: a questo scopo fece preparare della birra mischiata con ocra rossa per avere una liquido simile al sangue, e lo fece versare sul terreno. Sekhmet lo vide e lo bevve, ed ubriaca si addormentò, calmandosi. Passata la collera la dea assunse la forma di Bastet; un’altra variante del mito afferma che Bastet si bagnò nel Nilo e che in seguito tornò a Bubastis: sembra i devoti egiziani ripercorressero questo viaggio in onore della dea e come venerazione per i gatti.

    I riti in onore di Bastet erano incentrati sull’idea della purificazione e la profumazione, con riferimento alla purificazione femminile durante il ciclo mestruale.
    Dopo la fine della lunga era faraonica furono scoperte moltissime statue di Bastet, adorne di ori, con le code che accompagnano il corpo girate verso destra, doni, profumi e tesori.

    Bastet seduce e incanta, in lei vi sono il maschile solare e il femminile lunare, la forza luminosa a tutti palese e la potenza indipendente e misteriosa, segreta, femminina, lunare.
    Bastet era la Signora dell'amore, della gioia, del piacere, della danza e del canto e sotto la sua protezione erano posti gli animali a lei sacri, i gatti, ma anche chi incarnava questi aspetti di indipendenza e di fascino misterioso, di fragilità e di bellezza, quindi i bambini e le donne.
    Ella era venerata e invocata dalle donne per avere in dono la fertilità e per proteggere poi la gravidanza.

    Bastet incarna ciò che di più intimo e femminile è rinchiuso dentro di noi e attende, a volte, unicamente di emergere: la sensualità e la dolcezza, il fascino e la generosità, l’amore e la passione, il desiderio e il piacere, la vita che rifulge in tutta la sua pienezza.

    Fonte
     
    Top
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    282
    Punti Antro
    +15
    Location
    Alessandria

    Status
    Offline
    Mafdet è una dea felina della quale non sappiamo molto, se non che sembra essere di origine incredibilmente antica: la si trova menzionata fin dalla Prima Dinastia (grossomodo tra il 3000 e il 2800 prima della corrente era); veniva invocata come protettrice da morsi di serpente e punture di scorpione (e in generale contro gli altri animali pericolosi), e anche per riportare la salute a chi fosse stato morso o punto: è un simbolo di guarigione, sia fisica sia spirituale.

    Poiché i suoi artigli erano letali per i serpenti, simbolicamente l’arpione del faraone diventava l’artiglio di Mafdet col quale decapitava i suoi nemici nell’Oltretomba; nel Vecchio Regno era già considerata quindi uno dei protettori del potere. Combatte anche i malvagi, in generale, e quindi è anche collegata all’autorità giudiziaria; all’inizio del Nuovo Regno è raffigurata nella Sala del Giudizio nella Duat, probabilmente per decapitare i nemici del faraone.
    È anche la “Signora della Casa della Vita”, e protettrice dei bibliotecari del Tempio.

    Il suo nome, che troviamo menzionato nella Pietra di Palermo (V dinastia), significa “Colei che corre”, “Corridore” ed effettivamente sembra avere le sembianze di un ghepardo, ma potrebbe essere anche un leopardo o una pantera; è raffigurata sovente con capelli raccolti in trecce che terminano con delle code di scorpione, e a volte indossa una sorta di copricapo di serpenti. È anche descritta come avente dei serpenti attorno al collo, il che potrebbe suggerire un suo legame con la mangusta. Vi è anche un riferimento in un epiteto secondo cui Mafdet indossa una collana di chele di scorpione, probabilmente come trofei di quelli che ha ucciso. È rappresentata nei Testi delle Piramidi nell’atto di uccidere un serpente. La troviamo anche associata al dio nano Bes; e nel Nuovo Regno si diceva fosse figlia diAmon e Mut.

    Del culto incredibilmente antico di Mafdet non si conoscono al momento tracce significative, essendo lo stesso stato soppiantato da quello di Bast.



    Edited by Luce9765 - 8/2/2017, 19:21
     
    Top
    .
  3. Tremotino8
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=68451531
     
    Top
    .
  4. Ares
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Prima di aprire nuove discussioni è bene cercare se c'è ne sono di esistenti,e accorparle,tasto cerca in alto a destra.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    282
    Punti Antro
    +15
    Location
    Alessandria

    Status
    Offline
    Scusatemi non l'avevo proprio visto allora visto che nell'altro non c'era il pezzo della dea mafdet lo modifico e lo rifaccio
     
    Top
    .
  6. Ares
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Può succedere :-)
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    282
    Punti Antro
    +15
    Location
    Alessandria

    Status
    Offline
    Grazie per la comprensione :wow1-onion-head-emoticon:
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Designer
    Posts
    5,731
    Punti Antro
    +324

    Status
    Anonymous
    Luce9765 posso spostare questa discussione sotto quella già esistente se non vuoi riscrivere tutto.
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    282
    Punti Antro
    +15
    Location
    Alessandria

    Status
    Offline
    Si grazie mille mi affidò a te :admire2-onion-head-emoticon:
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Designer
    Posts
    5,731
    Punti Antro
    +324

    Status
    Anonymous
    fatto, mi raccomando fai più attenzione la prossima volta ;)
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    243
    Punti Antro
    +5

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Margherita55 @ 14/11/2019, 23:27) 
    Ciao a tutti!
    Ho una domanda.
    Giorni fa, guardando un documentario sull’Egitto, parlavano appunto della dea Bastet.
    Ad un certo punto, peró, hanno anche parlato di milioni e milioni di gatti piccoli sacrificati in nome di questa dea. Venivano ALLEVATI apposta, per poi essere sacrificati e mummificati!
    Hanno trovato resti infiniti di queste povere creature.

    Qualcuno di voi ne sa qualcosa? Che ne pensate?
    Non ne avevo mai sentito parlare e sinceramente mi è preso il voltastomaco

    Avevo letto che i gatti nell'antico Egitto erano considerati sacri , la Dea Bastet era la divinità gatto; i gatti defunti venivano mummificati e risposti in delle urne sacre in onore della Dea Bastet.
    Però può anche essere che venissero anche sacrificati.
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    243
    Punti Antro
    +5

    Status
    Offline
    Io ho ipotizzato che avrebbero potuto anche sacrificarli forse nel tardo periodo quando la cultura egizia entrò in contatto con altri culti in cui erano frequenti i sacrifici animali.
    Comunque io non ho letto mai da nessuna parte che i gatti venissero uccisi per sacrificio , io so che quando i gatti morivano di cause naturale venivano portati a Bubastis dove c'era il tempio di Bastet e li mummificati.
     
    Top
    .
  13.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    764
    Punti Antro
    +15

    Status
    Anonymous
    Esistevano anche i sacrifici umani, in svariati culti antichi, non dovrebbero sorprendere i sacrifici animali. La morte era considerata in un'ottica diversa dalla nostra, non come un male assoluto, ma come un passaggio. Lo spirito, l'essenza, venivano liberate dalla materia (lo stesso valeva per gli oggetti. Non specifico per gli egizi perché non ne so, ma in molte culture nordiche gli oggetti offerti agli dei venivano spezzati perché ne uscisse l'essenza contenuta).
    Il sacrificio rituale non era visto come una mancanza di rispetto, pertanto non possiamo proiettare la nostra mentalità su popoli di millenni fa. Tra l'altro più il sacrificio era prezioso più era gradito, quindi probabilmente gli animali se la passavano piuttosto bene - almeno fino al momento del sacrificio.
    Diciamo che avrei preferito essere un animale grasso e pettinato destinato a una dipartita rapida e improvvisa, che uno schiavo costretto al lavoro sotto al sole a campare con una cipolla al giorno.

    Penso anche che spesso molti disprezzano le religioni neo - pagane e bramano un ritorno alle origini, senza rendersi conto di cosa realmente comporterebbe questo e di quanto sia irrealizzabile. La nostra mentalità ed etica sono cambiate, e non sempre questo è un male - o meglio, ogni pensiero ha il suo risvolto positivo e negativo. Ovvero adesso per molte persone il sacrificio di un essere vivente a un dio è impensabile e disumano, ma per contro, quanta paura ha la nostra società della morte? Tanto da non poterla più accettare in certi casi?
    Eppure in tempi antichi era una compagna molto più accettata - anche qui, i pro ed i contro. Spesso tendiamo ad idealizzare quello che non conosciamo, pensando che sia esistita un'epoca d'oro, di rose e di fiori - ma l'uomo è pur sempre stato uomo.
    Lucrezio è un autore latino del 1° secolo a.C., forse non è abbastanza famoso il suo verso "Tantum religio potuit suadere malorum", "a mali tanto grandi la religione riuscì a condurre". In questo passo Lucrezio parlava appunto di sacrifici umani...
    Per questo penso che l'umanità non sia cambiata moltissimo nei millenni.
     
    Top
    .
  14. Margherita55
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Louvel @ 15/11/2019, 17:09) 
    Esistevano anche i sacrifici umani, in svariati culti antichi, non dovrebbero sorprendere i sacrifici animali. La morte era considerata in un'ottica diversa dalla nostra, non come un male assoluto, ma come un passaggio. Lo spirito, l'essenza, venivano liberate dalla materia (lo stesso valeva per gli oggetti. Non specifico per gli egizi perché non ne so, ma in molte culture nordiche gli oggetti offerti agli dei venivano spezzati perché ne uscisse l'essenza contenuta).
    Il sacrificio rituale non era visto come una mancanza di rispetto, pertanto non possiamo proiettare la nostra mentalità su popoli di millenni fa. Tra l'altro più il sacrificio era prezioso più era gradito, quindi probabilmente gli animali se la passavano piuttosto bene - almeno fino al momento del sacrificio.
    Diciamo che avrei preferito essere un animale grasso e pettinato destinato a una dipartita rapida e improvvisa, che uno schiavo costretto al lavoro sotto al sole a campare con una cipolla al giorno.

    Penso anche che spesso molti disprezzano le religioni neo - pagane e bramano un ritorno alle origini, senza rendersi conto di cosa realmente comporterebbe questo e di quanto sia irrealizzabile. La nostra mentalità ed etica sono cambiate, e non sempre questo è un male - o meglio, ogni pensiero ha il suo risvolto positivo e negativo. Ovvero adesso per molte persone il sacrificio di un essere vivente a un dio è impensabile e disumano, ma per contro, quanta paura ha la nostra società della morte? Tanto da non poterla più accettare in certi casi?
    Eppure in tempi antichi era una compagna molto più accettata - anche qui, i pro ed i contro. Spesso tendiamo ad idealizzare quello che non conosciamo, pensando che sia esistita un'epoca d'oro, di rose e di fiori - ma l'uomo è pur sempre stato uomo.
    Lucrezio è un autore latino del 1° secolo a.C., forse non è abbastanza famoso il suo verso "Tantum religio potuit suadere malorum", "a mali tanto grandi la religione riuscì a condurre". In questo passo Lucrezio parlava appunto di sacrifici umani...
    Per questo penso che l'umanità non sia cambiata moltissimo nei millenni.

    Io in primis vedo la morte come un passaggio e non come un male assoluto! Ho sempre pensato che molti sono spaventati da essa proprio perché viene ‘spiegata’ male ormai da troppo.
    Credo però anche che sia un passaggio giusto quando è spontaneo! E niente e nessuno dovrebbe interferire, il passaggio dovrebbe avvenire quando è il momento, il proprio momento, e non perché qualcuno ti sacrifica, ti uccide.
    Ma lo penso io :(
    Nonostante sapessi anche io che in epoche diverse, il sacrificio, non era una mancanza di rispetto! Anzi.
    Ma la mia testa lo rende un po’ inaccettabile.
    Sono peró, solo miei punti di vista e non ho tutta la competenza che hai tu, sono sincera! Neanche la presunzione di paragonare il mio pensiero a quello di persone di epoche fa, e dire che ‘così non si fa’.
    Diciamo però che, per come ho sempre immaginato questa Dea, i sacrifici animali in quel modo, in quella quantità e per gli scopi che hanno citato, mi hanno ‘stonato’ un po’.
     
    Top
    .
  15.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    764
    Punti Antro
    +15

    Status
    Anonymous
    Penso sia solo questione di essere stati esposti a punti di vista diversi e vari per più tempo ^^
    Io sono d’accordo in generale con te, però poi mi domando, chi lo decide qual è il mio momento giusto? Per questo do più importanza a come si vive che a come si muore, altrimenti diventerebbe il tormento di un’utopia irrealizzabile per troppe creature. Sono troppo pochi a morire per cause naturali.
    Penso che se la tua testa (o la tua pancia) ti dice che è il sacrificio di una vita è inaccettabile per la venerazione di una divinità, è giusto che la ascolti.
    Però ahimè temo che all’epoca non stonassero quei modi e quelle quantità (se pensiamo alle piramidi o ai sarcofagi si vede che era un popolo che pensava ‘in grande’).

    Quanto ai gusti della Dea, non ti saprei dire. Ci si inoltra in un campo troppo opinabile, personalmente ti potrei dire che se le divinità sono forze prive di coscienza come la nostra, ma da essa alimentate, ci sono poche speranze che avesse voce in capitolo sul gradire o meno la morte di un gatto. Forse contava l’intenzione umana, forse è quello a fare la differenza tra uccidere un animale per disprezzo, e ucciderlo per venerazione.
    Per noi è una follia, non abbiamo cultura e mentalità plasmate per concepire un tale ‘amore’... direi, per fortuna.
    Ma questa è soltanto una possibile interpretazione delle divinità, ce ne sono tante altre e ognuno deve sentire qual è giusta per sé. Se quella Dea la senti più benevola di come viene ’dipinta’, magari è perché lo è.
    Magari anche quelle persone hanno accumulato e scontato un karma, per le loro credenze estreme, magari la nostra mentalità è frutto del peso di quei gesti?
    Non te lo so dire, posso solo ipotizzare.
     
    Top
    .
32 replies since 26/3/2014, 09:15   2952 views
  Share  
.