Esperidi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. ƒeñiçe¤
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Esperidi


    Le Esperidi sono figure della mitologia greca, figlie della Notte.
    Secondo le leggende, custodivano il giardino dei pomi d'oro di Era.
    Versioni posteriori le fanno figlie di Atlante.


    Origine e parentela
    Le Esperidi erano ninfe la cui genealogia rimane spesso confusa: vengono talvolta nominate come figlie della Notte, di Teti e Oceano, di Zeus e Temi, di Forco e Ceto ed anche, secondo la teoria più accreditata, di Atlante ed Esperide. Incerto è pure il loro numero, tanto che alcuni mitografi nominano cinque Esperidi, altri ne nominano sette. Chi sottolinea invece che erano tre, le collega alla triplice dea della Luna nel suo aspetto di sovrana della morte. I numeri riferiti vanno comunque da una ad undici, ed alcuni dei loro nomi sono: Egle, Aretusa, Esperia o Esperetusa, Eriteide ecc.

    Attività e caratteristiche
    Ad ogni modo, resta certo che vivevano nell'estremo Occidente del mondo, oltre i confini della terra abitata, e lì possedevano un meraviglioso giardino ove avevano il compito di custodire il prezioso albero che dava mele d'oro, dono di Gea per le nozze di Zeus con Era. Per maggior sicurezza, affinché le stesse Esperidi non cogliessero le prodigiose mele, Era aveva ordinato al serpente Ladone dalle cento teste di presiedere alla guardia, stando costantemente arrotolato attorno al tronco dell'albero. Atlante sosteneva la volta del cielo poco distante dalla terra delle figlie, ed Elios, divinità del sole, terminato il suo corso quotidiano, scendeva nel giardino (il sole tramonta infatti ad Occidente) e vi lasciava i cavalli del suo carro a pascolare, e con loro riposava lì durante la notte.

    Le Esperidi vengono così collegate al tramonto, quando i colori che assume il cielo ricordano, appunto, quelli di un melo carico di frutti dorati. In tutti i racconti sono comunque custodi di oggetti magici: è quindi possibile che le Esperidi possano essere associate a dei riti segreti, che si tenevano al sopraggiungere della sera con dolci melodie, perché anche il canto, insieme con la danza, è una delle prerogative a loro assegnate.

    Vicende mitologiche
    Poco celebre vicenda narra che, strappate alla loro terra insieme con le loro greggi da alcuni pirati agli ordini di Busiride re d'Egitto, le Esperidi furono poi liberate da Eracle, che le restituì al padre Atlante, ottenendo quale ricompensa l'insegnamento dell'astronomia. Eracle compare pure in un altro racconto legato alle Esperidi. Per conquistare le preziose mele come da volontà del re Euristeo, Eracle dovette ricorrere all'aiuto di Atlante, e sostituirlo temporaneamente nel custodire i pilastri del cielo e portare il mondo sulle spalle. Ma il maggiore ostacolo era costituito da Ladone, che custodiva i pomi d'oro per volontà di Era. Non c'è accordo tra i mitografi sul fatto che Eracle abbia dovuto abbattere questa creatura che non chiudeva mai gli occhi, perché alcuni parlano di una consegna 'pacifica' dei frutti da parte di Atlante o delle stesse Esperidi.

    Si racconta, d'altra parte, che Eracle uccise il serpente scoccando una freccia al di sopra delle mura del giardino costruite da Atlante. Era poté solo attenuare il suo dolore per la morte di Ladone ponendone l'immagine tra gli astri, come costellazione del Serpente; le mele colte da Eracle le vennero poi restituite da Euristeo. Secondo altre fonti, i pomi tornarono invece ad Eracle; questi, a sua volta, li diede ad Afrodite, come vedremo in seguito, oppure ad Atena: la dea decise infine di renderle ad Era, poiché non era corretto che venissero donate a chiunque. Vi è però una triste conclusione: il giorno successivo al compimento dell'impresa di Eracle, nello stesso giardino arrivarono a porre piede gli Argonauti, che assistettero alla trasformazione in alberi (un pioppo nero, un salice e un olmo) delle Esperidi, morte disperate per la perdita del loro tesoro e del loro amato custode-protettore.

    I pomi aurei delle Esperidi compaiono pure nel mito di Atalanta, fanciulla velocissima nella corsa che sfidava i suoi pretendenti mettendo sé stessa come premio. Uno di questi corteggiatori era Melanione (o Ippomene) che, chiedendo aiuto ad Afrodite, ricevette dalla dea tre mele d'oro del Giardino delle Esperidi, che a sua volta Eracle le aveva regalato. Mentre si svolgeva la gara, Ippomene lanciò i pomi uno dopo l'altro a terra, così che Atalanta, irresistibilmente attratta, si fermò a raccoglierli perdendo la contesa.


    Fonte


    esperidi
     
    Top
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    532
    Punti Antro
    +3

    Status
    Offline
    Interessanti creature mitologiche :).
    Tutte queste leggende che hai riportato, ho notato (non tutte,ma quasi tutte) hanno un filo conduttore e hanno un inizio,bene o male, uguale,ma una fine diversa ognuna.
     
    Top
    .
1 replies since 15/4/2014, 18:12   286 views
  Share  
.