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Eccitazione mentale
A volte, durante la sessione di meditazione, la mente è molto irrequieta e la nostra attenzione è continuamente distratta da altre cose. Questo può succedere quando ci sentiamo eccitati e felici. I nostri pensieri si dirigono verso le persone che amiamo, verso le esperienze positive che abbiamo avuto, verso le conversazioni, i posti, i film che ci hanno dato piacere. Normalmente lasciamo vagare la mente in questo modo, senza cercare di controllarla, e di conseguenza la divagazione mentale è diventata un'abitudine profondamente radicata.
Non è facile eliminare le abitudini, ma dovremmo riconoscere che l'assenza di controllo mentale è proprio l'opposto della meditazione. Finché saremo occupati a girare in tondo sulla superficie della mente non penetreremo mai le sue profondità e non svilupperemo mai la concentrazione di cui abbiamo bisogno per percepire la realtà.
Ci sono diversi metodi per contrastare l'eccitazione mentale.
1) Un metodo è concentrarsi decisamente sul respiro e lasciare che la mente diventi calma e regolare come il ritmo naturale del proprio respiro. Ogni volta che l'attenzione si distrae riportatela sul respiro, qualunque pensiero o sentimento che sorga osservatelo senza farvi coinvolgere; ricordate che sono solo onde della vostra mente che si innalzano e ricadono. Una volta ripreso il controllo sulla vostra mente, potete tornare all'oggetto principale della sessione di meditazione.
2) Un metodo raccomandato dai meditatori tibetani è di immaginare che la mente sia racchiusa all'interno di un piccolo seme rotondo, il cui emisfero superiore sia bianco e quello inferiore rosso, situato nel canale centrale (sushumna) all'altezza dell'ombelico. Concentratevi su questa visualizzazione fino a che la mente non si sia calmata, poi tornate all'oggetto di meditazione.
3) Se conoscete le meditazioni analitiche sulla morte, l'impermanenza o la sofferenza riflettete brevemente sui punti essenziali di uno qualsiasi di questi soggetti. Questo aiuta a rendere la mente più calma ed equilibrata.
4) Potrebbe essere d'aiuto anche ricordare la propria motivazione, ovvero perché in primo luogo vi siete seduti a meditare, rinforzando così la vostra determinazione.
Posizione e Ambiente
Se l'eccitazione mentale è un problema ricorrente, controllate la vostra posizione: la spina dorsale dovrebbe essere ben diritta e la testa piegata leggermente in avanti con il mento leggermente in dentro: la mente tende ad essere irrequieta quando la testa è tenuta troppo alta. La riduzione della quantità di luce nella stanza potrebbe essere d'aiuto dato che una luce brillante può risvegliare pensieri e sensazioni.
Pazienza
La pazienza è essenziale per trattare con una mente che si distrae, non siate irritati con voi stessi se non riuscite a mantenere la concentrazione sull'oggetto di meditazione. Occorre del tempo ed una pratica continua per imparare a rallentare il flusso dei propri pensieri e avere un certo controllo sulla mente, quindi siate pazienti con voi stessi.
Torpore
L'esatto contrario dell'eccitazione è il torpore che può variare da uno stato mentale amorfo e ottuso a uno stato di semi-incoscienza. Si collega ad un'altra nostra abitudine: generalmente quando chiudiamo gli occhi e rilassiamo la nostra mente e il nostro corpo, per noi vuol dire che è tempo di dormire!
Per prima cosa assicuratevi di avere la schiena ben dritta e di non avere la testa troppo piegata in avanti. Socchiudete gli occhi e meditate con lo sguardo diretto al pavimento davanti a voi. L'aumento della quantità di luce nella stanza dovrebbe aiutarvi a rimanere svegli.
Un'altra soluzione è di visualizzare come prima la vostra mente racchiusa all'interno di un piccolissimo seme situato nel canale centrale all'altezza dell'ombelico.
Questa volta immaginate che il seme, sfrecciando attraverso il canale centrale, fuoriesce attraverso la sommità della testa. Il seme si apre e la vostra mente si fonde con il vasto spazio vuoto. Concentratevi per un po' di tempo su quest'esperienza e poi tornate alla meditazione principale.
È possibile che il torpore durante la meditazione sia il sintomo di una depressione latente, in questo caso potrebbe esservi d'aiuto provare alcuni degli antidoti alla depressione.
Se dopo aver provato questi rimedi la vostra mente è ancora ottusa e intorpidita, è consigliabile fare una pausa oppure smettere di meditare.
Se si sceglie di fare una pausa, con l'ovvio intento di riprendere, il mio consiglio è di aver cura di non applicarsi in attività distraenti: la mente dovrebbe rimanere in uno stato favorevole alla meditazione.
Alternare meditazione seduta e meditazione camminata è un'ottima pratica per sgranchire corpo e mente. Ma se per voi non è sufficiente, concedetevi pure un breve riposo o al contrario qualche minuto di attività sportiva, secondo le vostre inclinazioni e necessità.
Malessere fisico
Le vostre meditazioni si svolgeranno in modo scorrevole se il vostro corpo è rilassato e comodo, ma spesso è difficile riuscire ad essere in quello stato. Gran parte della nostra tensione fisica è collegata alla mente e nasce da problemi non risolti, timori, preoccupazioni o collera. La soluzione più efficace è riconoscere questi problemi e risolverli durante la meditazione.
1) Un metodo a breve termine per allentare la tensione fisica -da usarsi sia all'inizio di una sessione di meditazione che durante la stessa- è di passare in rivista il vostro corpo. Cominciate dalla cima della testa e arrivate fino ai piedi:
concentratevi rapidamente su ciascuna parte del corpo e fatela rilassare in modo cosciente, immaginate che la tensione si dissolva.
2) Un altro metodo è quello di respirare profondamente e lentamente con molta concentrazione e d'immaginare che la tensione o il dolore abbandonino il vostro corpo ad ogni espirazione.
3) Se nessuno di questi due metodi funziona, potreste provarne uno più elaborato visualizzando il vostro corpo come se fosse vuoto. Immaginate che tutte le parti interne del vostro corpo, cominciando dal centro del vostro petto, si dissolvono in luce e quindi nello spazio vuoto. Ogni cosa all'interno del vostro petto, della testa, delle braccia e delle gambe si dissolve gradualmente e diventa vuoto. La vostra pelle si trasforma in una membrana di luce molto sottile che racchiude questo spazio vuoto. Concentratevi per qualche tempo su questa sensazione del vostro corpo vuoto come un palloncino. Se stare seduti provoca malessere, o dolore alle ginocchia o alla schiena, si può senz'altro cambiare posizione. Poiché la meditazione è un'attività della mente e non del corpo, è più importante mantenere la mente chiara e a suo agio.
A volte, tuttavia, è utile osservare il dolore, che è un'esperienza cosciente e una percezione mentale, e cercare di superare l'abituale reazione di timore nei suoi riguardi. Invece di classificarlo come "dolore", consideratelo soltanto come una sensazione, un altro tipo di energia. Queste analisi dovrebbero portare ad una maggiore conoscenza intuitiva del vostro lavorio mentale e aiutarvi a sviluppare un maggiore controllo sulle vostre reazioni fisiche.
Questo metodo di trattare il dolore fisico, si può ampliare aumentandolo al massimo mentalmente: immaginate che il dolore diventi via via sempre più forte; dopo qualche tempo, tornate al dolore originale che adesso sembrerà molto meno intenso di prima!
4) Un altro metodo è quello di visualizzare la sofferenza di tutti gli esseri dell'universo e poi, con grande compassione, trasferirla mentalmente nel dolore che state sentendo in quel momento. Meditate che vi siete accollati la sofferenza di tutti gli esseri, che sono così liberi dalle loro sofferenze, e trattenendo questo pensiero rallegratevene il più a lungo possibile.
Sperimentare questi metodi è eccellente per il trattamento del dolore, ma state attenti a non esagerare o potreste provocarvi qualche danno!
Immagini e sensazioni strane
A volte, durante la meditazione, potreste sperimentare la comparsa d'immagini fuori dall'ordinario e di sensazioni straordinarie come il corpo che si dilata o che si restringe, o la mente che fluttua fuori dal corpo: sono tutte reazioni normali della mente che si sta adattando ad una nuova disciplina e non dovreste assolutamente preoccuparvi.
D'altra parte non dovete attaccarvi a queste esperienze, né cercare di ripeterle, poiché questo riuscirà solo a distrarvi dal vero scopo della meditazione. Osservate semplicemente qualunque immagine o sensazione si presenti, senza aggrapparvi o rifiutarla, e lasciatela andare e venire a piacimento.
Tuttavia, se qualche esperienza inquietante dovesse prodursi frequentemente e foste incapaci di liberarvene, dovreste consultare un maestro di meditazione o un praticante con maggiore esperienza di voi. Potrebbe essere consigliabile interrompere la pratica fino a quando non avrete ricevuto i loro consigli.
Scoraggiamento
Spesso sentiamo alcune persone lamentarsi: "Non riesco a meditare! Ho provato, ma non funziona" oppure "Ho meditato per lunghi mesi ma non è successo niente!".
In ogni caso il problema è che, in generale, si aspettano troppo e troppo in fretta.
Cerchiamo di essere realistici: la maggioranza di noi nella propria vita non ha mai cercato di capire la propria mente, o di controllare i propri pensieri e sentimenti. Le vecchie abitudini sono difficili a morire. Anche se i risultati della meditazione giornaliera non sono visibili per due o tre anni -sebbene questo sia molto improbabile- la cosa non dovrebbe provocare preoccupazione o scoraggiamento.
I cambiamenti positivi non appaiono all'improvviso, materializzandosi dal nulla, ma si sviluppano lentamente, gradualmente, a poco a poco ogni giorno: siate quindi pazienti con voi stessi. Ricordate che solo il fatto di fare uno sforzo per capire e controllare la mente è meditazione. Potete star sicuri che la vostra meditazione ha un grande valore.
Spesso i nuovi meditatori pensano che le loro menti negative stiano peggiorando e non migliorando! E magari ritengono che questo sia dovuto alla meditazione.
Per esempio, quando si impara a suonare uno strumento o a cantare, la consapevolezza dei propri risultati è minima.
Si apprende il modo per produrre qualche suono, e questo sembra (e in effetti è) già un ottimo risultato; tuttavia non si riesce a valutare la precisione ritmica o l'intonazione, e rimane quasi incomprensibile pensare all'espressività e al “calore” di quello che si suona.
Progredendo nello studio e nella pratica tutti questi difetti iniziano ad apparire evidenti: non è che stiamo peggiorando! Semplicemente siamo diventati più bravi e quindi maggiormente consapevoli del livello che abbiamo raggiunto, con tutte le sue lacune.
È proprio a questo punto che le cose possono cambiare: se accetteremo quello che siamo -pregi e difetti- sapremo anche su cosa dobbiamo lavorare, e diverremo buoni musicisti.
Allo stesso modo, la meditazione è il metodo per purificare la mente: prima scopriamo le negatività più grossolane e poi quelle più sottili.
Siate quindi pazienti e non preoccupatevi!SPOILER (click to view)Fonte
“How to Meditate”, Kathleen McDonald (Sangye Khadro), Wisdom Publications,
ed. italiana “Come meditare”, Chiara Luce Edizioni
con minime correzioni e aggiunte da parte mia. -
Dantalian.
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Davvero interessante ben fatto . -
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Grazie Dantalian!
Penso che ho scritto questo topic di chiara matrice buddista su ispirazione di un utente legato alle divinità norrene, e ricevo un apprezzamento da un satanista; e mi torna in mente l'intricata multiforme utopica città di Neopolis (“Top Ten”).. -
Syt.
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Un utente legato alle divinità norrene .. credo proprio di sapere di chi si tratta
Comunque complimenti davvero nӳňǧejoþ ! Sei stato molto esauriente.. -
Anima.
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Ieri per la prima volta ho fatto una lunga sessione di meditazione sul muladhara chakra,dopo aver terminato mi sono quasi sentita "estranea" avevo un leggero dolore alle braccia ed'ero leggermente sudata.
è normale secondo voi?. -
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si . -
Lothwen.
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Topic molto utile, davvero!
Effettivamente tutte le volte che ho cercato di meditare ho riscontrato parecchi di questi problemi, fino a scoraggiarmi
Appena posso riproverò, più seriamente, tenendo a mente queste cose. -
Admerals.
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Io ho quasi avuto un infarto o principio di infarto in una meditazione profonda. . -
Lothwen.
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Io ho quasi avuto un infarto o principio di infarto in una meditazione profonda.
Ma comee?. -
.Io ho quasi avuto un infarto o principio di infarto in una meditazione profonda.
È un controsenso perché la fase meditativa distante i muscoli volontari ed involontari , rallenta il battito cardiaco e apporta maggior ossigeno al cervello (e molto molto altro). -
Admerals.
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Tachicardia esagerata sentivo proprio glugluglu nel petto e sentivo il cuore come se l'avessi in gola. . -
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In pratica viene pure indicate in pazienti affetti da disturbi cardio-vascolari in prevenzione all'infarto Tachicardia esagerata sentivo proprio glugluglu nel petto e sentivo il cuore come se l'avessi in gola.
Non eri in fase meditativa allora, perdonami ma mi pare molto molto strane
Se c'è una cosa che posso dire di saper fare e avere successo, sono i 3 stati meditativi. -
Admerals.
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Si ero in meditazione profonda e stavo per terminare quando è successo, mi hanno spiegato che in meditazione profonda può capitare che possa venire un'infarto se non stai bene e io ho già il reflusso gastrico da una vita che sforza il cuore. . -
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Strano, perché ripeto anche in presenza di reflusso esofageo che da solo non provoca la tachicardia, ma può essere correlato ad un ernia iattale o a presenza di extrasistole (dove praticamente si ha una contrazione involontaria del diaframma sul cuore provocando la tachicardia), la meditazione aiuta tantissimo nel rilasciare la contrazione di questo, e favorendo dunque la diminuzione della tachicardia.
(Un medico ovviamente ne sa di più me)
Non metto in dubbio che ti sia capitato, per carità, ma di certo non eri riuscita a parer mio, in quella seduta, ad avere pienamente uno stato di trance profondo, o ancora la posizione magari non era corretta favorendo questo "scompenso"
Edited by Darklava - 25/2/2017, 22:40. -
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Il battito cardiaco rallenta sia durante la meditazione profonda sia durante la pratica del pranayama ... il fenomeno dell'infarto può avvenire quando non c'è un corretto bilanciamento della respirazione durante tutto questo ... infatti molti esercizi di pranayama sono sconsigliati a chi ha problemi all'apparato cardiovascolare proprio perché c'è bisogno di concentrazione e di un forte sistema respiratorio e cardiaco ... un esempio è il "respiro di fuoco" sconsigliato se si soffre di pressione alta, malattie cardiovascolari, ulcera, epilessia o ernia ... è bene consultare un professionista prima di utilizzare questo tipo di respirazione. Inoltre, sarebbe bene evitare il respiro di fuoco in caso di gravidanza o mestruazioni. .