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Ambicatus.
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Il Bisso Galeto è una creatura leggendaria
delle valli veronesi . Ha corpo e testa di
gallo, con una grande cresta rossa, ali
piene di spine e coda di serpente . La sua
dimensione normale è piuttosto ridotta,
rendendolo simile ad un piccolo serpente,
ma il Bisso Galeto può aumentare e
diminuire la lunghezza del proprio corpo
a sua volontà. È un animale
velenosissimo. Nascerebbe da un uovo
deposto da un gallo vecchio e covato da
un serpente o da un rospo per nove anni.
Ha molte caratteristiche ricorrenti con il
basilisco per questo viene a volte confuso
con esso.
Vive in boschi e vallate ma può nascere in
casa, evento letale per gli abitanti che
vengono uccisi di notte dal fiato velenoso
dell'animale. Lo sguardo del Bisso Galeto
può uccidere, seccare le piante e
contaminare l'acqua. Il fiato e il morso del
Bisso Galeto sono mortali.
Se il Bisso vede la propria immagine in
uno specchio muore. È invece
sconsigliabile tentare di ferirlo con armi
bianche: i cavalieri che colpivano il Bisso
Galeto con la lancia morivano perché il
veleno risaliva l'asta e raggiungeva la
mano, diffondendosi per il corpo e
passando perfino al cavallo, con effetto
letale in entrambi i casi.
Gli unici "nemici naturali" del Bisso Galeto
sono le donnole, che però possono
ucciderlo solo a costo della propria vita e
i galli che riescono a far morire il Bisso
con il proprio canto.
Una leggenda locale vuole che il Bisso sia
stato causa dell' epidemia di sifilide
diffusasi nelle valli veronesi nel XV
secolo. Il Bisso Galeto viene in alcuni casi
collegato al Diavolo o considerato
un'incarnazione del Maligno stesso.
Una variante del mito descrive il Bisso
Galeto come un grosso serpente e il suo
veleno come un siero che modifica
l'umore e la personalità, rendendo i
soggetti morsi dall'animale nervosi e in
genere "cattivi".
Nelle zone montane veronesi dei Monti
Lessini viene chiamato "Basalisco" e tra le
creature leggendarie della zona è creduto
il più veritiero.Spesso si riporta la sua
presunta capacità di volare,tramite piccole
ali membranose poste sui lati del
corpo.Ciò potrebbe derivare dall'abitudine
di alcuni colubridi,chiamati in veronese
"Carbonassi" (nome dialettale
dell' Hierophis viridiflavus ) di lanciarsi da
un ramo di un albero all'altro.
Fonte
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Ma che creatura "viscida" (passatemi la battuta pietosa ).
Comunque veramente interessante. Mi piace particolarmente l'immagine che lo accosta ad un Basilisco e che il suo veleno sia mortale,nonché l'eroico sacrificio delle donnole. (all'inizio la mia mente stava per farmi leggere "donne"). Invece i galli spietati rimangono in vita , che ingiustizia è mai questa?!
Grazie per aver condiviso questo bel post. -
Ambicatus.
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Un plauso alle donnole che riuscivano laddove anche il più forte e intrepido cavaliere falliva . -
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Si si..sicuramente un bell'applauso ci sta ..eccome!
Viva le donnole!!.