Su strade disegnate da rugiade che nascono da estasi malinconiche, creo dalle lacrime il mondo che vedo, alchimista della brina che sgorga dal mio guardare, sorriso mai donato e abbracci non dati negli amplessi d'inchiostri desueti. Scivolo, cado sull'ombra di statue divine, inciampando nei templi dell'umanità, alle nebule del primo pianto, dove la mia preghiera partorì il primo vagito, la prima pioggia, la vita che chiamai al suo invocarmi
Alla luce di un sole non mio, i fili della luna attraggono nel giorno, il mistero della notte profonda, lacrime che tingono di oro i reami di ogni anima.
Navigando nei pressi dell'eroe, intercido le tappe degli dèi e delle dee. Alla culla di una forgia che cambia, mi perdo nel planetario dai nomi dimenticati, la mi carta dei tarocchi, la bussola che diedi in dono ai miei mondi
Volando tra i pensieri del tempo, ancor meno di quelli del cuore, saluto il vento che passa come ad una falce che bacia la mia vita. Il grano che cade tra le mani, il mais di cui son fatte le mie ossa, che ritorni ad Ah Mun, ed il mio cuore saluti il sole, il mio sangue cada con quello della luna
Migliorando il cielo che prende la mia mano, nell'ora in cui l'abissale grida, faccio mio il magma che scuote le stelle che all'alba riposano. Estinguo con la sola ammenda, le pergamene dei miti che al crepuscolo si uniscono alla pietra. Un canto descrivo, rovine delle sabbie che dono, lacrime, numero le preghiere dagli albori, in un luogo in cui non conosco nome, invocando guerra al silenzio degli déi e delle dee, dando voce all'obelisco che l'umanità ha creato
Pregando gli abissi volgo la mano al buio, alla luce che rifulge del mio mare, riposo tra l'immergermi e l'inabissarmi, al santuario che genero salutando divinità di cui nome non conosco, domandando, chiedendo al silenzio i reami nel mio perdermi
Perché navigare in un cielo che ha lasciato le mie dita? Trovo stelle seduto nella mia camera, do colore all'interiorità di nuove genesi, addio alle foreste che generano ruscelli, mani agli arcani che cantavano vie iniziatiche, a te faccio dono di un'ultima poesia, so che ti ho amata fiamma vestalica che scaldò il mio cuore. Sia un nuovo rito, ogni antico portale chiuso, la via della seta attende la preghiera della mia anima. La mia pace, il mio rasserenarmi, mi indica grimori mai aperti
Chiedo ai segni che ascoltino la danza che le stelle evocano, ponendo il cielo nei miei ricordi, ponendo nel forziere il cammino di chi si perde, piango i viaggi che i confini impongono, cercando nel multiverso il trono del mio abissale, cercando nel multiverso le braccia di chi mi possa avvolgere, sulla spiaggia, sulla sabbia che il fato mi diede, riposo immergendo nell'orizzonte lo sguardo che si apre al volo delle nuvole
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L'Antro: Wicca, Magia Nera, Magia rossa, Magia Bianca, Esoterismo, Divinazione, Sogni... 
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