Gli Elementi e gli Elementali

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    Gli elementi e gli Elementali



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    La Stregoneria è la vera scienza, la perfezione ed il compimento di tutte le scienze naturali, poichè racchiude la Fisica, la Matematica e la Teologia.
    La Fisica ci svela l'essenza delle cose terrene, le loro cause e i loro effetti, le loro proprietà, ne scruta le parti e ricerca quanto possa interagire a renderle perfette.
    La Matematica ci porta a conoscenza delle tre dimensioni della Natura e ci mostra il movimento ed il cammino dei corpi celesti.
    La Teologia ci fa comprendere cosa è Dio, la mente dell'uomo, gli angeli e i demoni, l'intelligenza e lo Spirito, il pensiero, la religione, il mistero.
    Dunque, coloro i quali vorranno dedicarsi allo studio della Stregoneria, dovranno conoscere la Fisica, che rivela le proprietà delle cose e le loro virtù occulte; dovranno dedicarsi alla Matematica, per scrutare gli aspetti e le immagini degli astri; infine dovranno intendere la Teologia, che dà conoscenza delle sostanze immateriali che governano il tutto.
    Non vi può essere opera perfetta di Stregoneria che non racchiuda in sè tutte e tre queste facoltà.


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    Tabella degli Elementi e delle loro corrispondenze secondo Cornelio Agrippa nel "De Occulta Philosophia"


    Nord= Terra
    Est= Aria
    Sud = Fuoco
    Ovest = Acqua
    poi
    Terra = Secchezza e freddezza
    Aria = Umidità e calore
    Fuoco = Secchezza e calore
    Acqua = Umidità e freddezza




    Per questo tipo di corrispondenze gli Elementi si distinguono in opposti e contrari, quindi quando le due qualità sono tutte e due opposte gli Elementi si dicono contrari fra loro (es. Terra e Aria), quando si distinguono per una sola delle qualità si dicono opposti (es. Terra e Fuoco).
    Il Fuoco viene considerato dai grandi teologi del passato l'elemento attivo. Esso è occulto ed invisibile quando esiste per se stesso e non si accompagana alla materia, è immenso e mobile, tendente a salire, atto a muoversi appena è mosso, è impalpabile. Il Fuoco è latente in ogni sostanza: nella pietra da cui sprizza col semplice colpo del maglio; nella Terra, che fumiga nelle sue viscere; nell'Acqua che naturalmente bolle tra gli anfratti del terreno; nell'Aria che così di frequente osserviamo infiammarsi per mezzo della folgore. Le proprietà del Fuoco sono l'ardore che tutto consuma e l'oscurità che tutto isterilisce. Il Fuoco celeste fuga gli spiriti delle tenebre, e così come detti spiriti sono più forti tra le tenebre, gli spiriti benigni si sentono a proprio agio non solo nella luce divina solare o celeste, ma persino in quella che deriva dal nostro fuoco terreno, per questo durante i nostri rituali utilizziamo la fiamma sacra delle candele.

    Di contro, la base di ogni Elemento è la Terra, che consideriamo ricettacolo di tutte le influenze celesti. Essa racchiude le semenze di ogni cosa e contiene tutte le virtù seminali, il che la rende minerale, animale e vegetale, poichè una volta fecondata dagli altri Elementi è capace di generare ogni cosa.

    Essa è la Grande Madre, suscettibile d'ogni sorta di fecondità, e purchè le sia concesso di riprendere le sue forze e di restare esposta all'Aria, non tarda a ridiventare fertile e feconda sotto gli influssi astrali e produrre da sola piante ed animali, pietre e metalli. La Terra, una volta purificata dal fuoco, rinnova inesauribilmente i suoi tesori nascosti, così che rimane la materia prima della nostra creazione ed il vero rimedio per la nostra conservazione.

    Gli Elementali insomma sono tutto: sono l'essenza stessa dell'Universo, sono le cellule e le energie che compongono tutte le creature, animate o inanimate che siano. Noi stessi siamo composti dai quattro elementi e, spesso, anche le nostre azioni sono ispirate da loro.
    Ognuno di questi Elementi ha due piani: uno fisico ed uno spirituale, poiché, come tutte le cose, anche l'Elemento ha la sua "anima", il suo spirito, indispensabile in Stregoneria. Non solo, essendo i quattro elementi "neutri" hanno una polarità sia positiva che negativa. Pensiamo a quando avviciniamo le mani al fuoco per scaldarci, oppure quando mangiamo un frutto appena colto o spegniamo la nostra sete abbeverandoci ad una fonte o quando, nelle estati afose, l'aria fresca ci dona un po' di sollievo. Quali e quante piacevoli sensazioni ci donano! Ma pensiamo anche agli incendi, alle alluvioni, ai tornadi e alle frane. Le catastrofi naturali violente e devastanti ci mostrano il lato "oscuro" degli elementi; ma questo lato oscuro è necessario per riportare l'equilibrio. Un incendio distrugge tutto, ma dalle sue ceneri la terra si rigenera; bagnata dall'acqua, si fertilizza e spolverata dal vento che porta nuovi semi la magia della vita ricomincia. Un meraviglioso cerchio che da millenni continua a stupirci con le sue meraviglie. Quindi non un concetto di Bene assoluto o Male assoluto ma di equilibrio, di ciclicità, di morte e rinascita come la Natura c'insegna.

    Purtroppo molti di noi si sono allontanati da un modo di vivere equilibrato; complice la società e i suoi ritmi consumistici. Riavvicinandoci alla Natura possiamo riscoprire com'è facile entrare in contatto con queste meravigliose energie che sono gli Elementari. Ora analizziamo gli Elementi sotto un piano non fisico ed ecco che ad ogni Elemento corrisponde uno spirito Elementare. Avremo quindi gli Gnomi per la Terra; Silfidi per l'Aria; Salamandre per il Fuoco e Ondine per l'Acqua. Molti di voi metteranno in dubbio la mia parola e l'esistenza di queste entità, ma io vi sfido a mostrarmi il contrario. D'altronde non c'è peggior cieco di chi non voglia vedere. Io forse non riuscirò a dimostrare l'esistenza degli Elementari ma voi non riuscirete mai a dimostrare il contrario. D'altronde mille anni fa la scienza era considerata stregoneria e ora viceversa. Il Magister e la Strega hanno la fortuna di lavorare su diversi piani non fisici. Esempio: io sono un pittore, immagino un quadro, lo dipingo e lo rendo materiale. Trasformo una cosa astratta in una materiale… questa è magia, creazione!
    Per metterci in contatto con gli Elementari dobbiamo fare lo stesso. Andiamo in un bosco (ma basta anche un posto tranquillo come la vostra camera), mettiamoci in direzione di un punto cardinale e concentriamoci facendo un bel respiro. Raggiunta la giusta concentrazione pensate all'elemento legato a quella direzione, sentitelo con tutti i vostri sensi fin quando non lo sentirete sul serio! Allora sarete entrati in contatto con uno Spirito Elementare! Per comunicare con loro basta essere un po' più umili e rispettosi, far cadere alcune barriere mentali che abbiamo ed allora ci aspetta una meravigliosa esperienza.

    E' interessante a livello storico-antropologico, nei culti primordiali e in quelli moderni, l'importanza degli Elementari. Questo perché i culti sciamanici utilizzano molto queste energie che ci permettono di avvicinarci al divino tramite l'esperienza. Quale popolazione antica non considera il fuoco come rappresentazione del Dio? Basti pensare al classico salto del falò, questo gesto di sfida alle fiamme che ci rende più forti, perché la prova stessa è sintomo di divino nell'uomo. I quattro elementi sono fonti di filosofie e metodi divinatori come l'idromanzia, la divinazione tramite l'acqua, oppure la piromanzia, col fuoco. O la capnomanzia, la divinazione tramite gli eventi celesti e non, e non da meno i metodi legati alla terra tipiche delle Antiche Popolazioni come le Rune. Non solo, ma ad ogni Elementare sono legati colori ed animali. Capirete che i metodi e le possibilità in campo magico sono innumerevoli. E perché affidarsi agli scritti? Una volta che siamo in grado di "sentire" gli Elementi possiamo creare da noi incantesimi o addirittura un metodo divinatorio. Come non rimanere affascinati dalle loro manifestazioni: i giochi d'acqua in un torrente o le nuvole in cielo.

    Come vedete questo argomento è così vasto e interpretabile che queste righe non sono che una goccia d'acqua in un oceano. Aggiungo infine che gli Elementali sono stati e saranno sempre nelle persone sensibili, fonte di immensa ispirazione. Quadri, sculture, narrativa, storie e leggende sono ispirate da loro.

    Elemento Terra:




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    Come entrare in contatto con l'energia della Terra? Semplice: la terra è la madre che tiene nel suo grembo i semi e, a primavera, quando il Dio splende in cielo li fa germogliare e ci dona i suoi frutti. Basterebbe arare o camminare in un campo a piedi nudi per sentire la sua energia che ci dona forza e vitalità (anche perché le negatività vengono scaricate). Purtroppo le scarpe ci hanno allontanato da questo elemento oggi considerato "sporco", in realtà fonte di vita. Alla terra sono legati i seguenti spiriti: folletti, nani, gnomi, elfi che rappresentano la parte non fisica dell'elemento. Se pensate che vi apparirà davanti il classico Gnomo col berretto rosso vi sbagliate! Gli Elementari della Terra sono a volte birbanti e si divertono ad ispirare ma anche a imitare l'uomo. Così può capitare d'intravedere una forma di un viso in un sasso o in un albero. Oppure di trovare un sasso o un pezzo di legno con la forma che ci ricorda un attrezzo umano. Nelle leggende si dice che siano i custodi dei tesori, in realtà questa metafora ci fa intuire che questo elementare è legato alle cose terrene e lavorative. Secondo me, con un po' di sensibilità e attenzione verso la Terra, potremmo ottenere benefici nel nostro campo lavorativo. Questi spiriti sono legati al punto cardinale Nord. Esso contiene ed interagisce con gli altri elementi (Aria, Fuoco, Acqua) e non solo, ma rappresenta il binomio Dea-Dio, quindi il principio Androgino completo ed equilibrato. Visto la sua completezza io lo associo al Pentacolo poiché abbiamo la presenza degli altri elementi e dell'uomo-donna al suo interno. Alla terra sono legati i colori marrone e verde e tutti gli animali con le corna e gli zoccoli. In ambito magico se si vuole "marcare" il punto cardinale quando si evoca la terra, ottimo è usare una ciotola ricolma di terriccio o sale. Come feticcio o simulacro, consiglio le corna di un animale oppure delle pietre, o dei pezzi di legno. Come vedete la scelta non manca, sta a Voi decidere. Personalmente è l'elementale a cui sono più legato. Mille sarebbero le cose da raccontare ma dipende da voi approfondire l'argomento. L'Elemento Terra è onnipresente in qualunque cosa: quando raccogliete dei frutti donatene uno alla Terra, l'elementale vi ringrazierà con una pianta e nuovi frutti. Solo prendere senza dare non porta da nessuna parte.


    Elemento Aria:



    Ora andate in un bosco e lì respirate profondamente. Il vento scompiglia i vostri capelli e l'aria accarezza il vostro viso portandovi i suoi profumi. Sensazioni per molti perse: ormai lo smog, con le sue nefaste conseguenze,ha sostituito l'aria ma siamo in tempo per rimediare! All'aria sono legate le Silfidi e le fate. Le silfidi sono esseri estremamente sfuggenti ed impalpabili. Chi non ha mai visto nelle nuvole il viso di una persona, di un animale o quant'altro? Lego queste manifestazioni a loro, come anche l'olfatto che attraverso l'aria c'ispirano con profumi e odori. Questo elemento è legato al punto cardinale Est e al colore giallo e bianco e funziona da agente mediano tra il fuoco e l'acqua. Combinato con essi dà origine a tutte le manifestazioni metereologiche tenui o violente che siano, e rende possibile la Vita. Non solo ma combinato col fuoco alimenta lo stesso rendendolo più forte e quindi scaldandoci. Molti associano questo Elementare alla bacchetta magica. Quale magister non rotea la sua bacchetta magica nell'aria per i suoi incantesimi! D'altronde le Silfidi attirano, respingono o dirigono tutte le energie proprio come gli altri. A questo Elemento sono legati tutti gli animali con le piume e le ali. Nel cerchio si può "marcare" l'Est con un bruciaincensi acceso. L'incenso con i suoi profumi si libra e si mischia all'Aria, I vostri ciondoli, talismani e feticci legati all'aria saranno costruiti di piume o penne che i nostri amici pennuti ci doneranno. Io stesso ho delle piume sulla mia bacchetta che oltre essere magiche donano anche colore. Il vento e le Silfidi portano lontano fra le loro braccia i semi posandoli nella Terra e così fanno anche con i pensieri e le idee buoni o cattivi che siano. Poiché non tutti i semi germogliano così fanno anche le idee.



    Elemento Fuoco



    Cosa c'è di più bello, in un giorno di inverno, del sedersi vicino a un camino a scaldarsi dopo una lunga giornata di lavoro? Il fuoco, con il potere attivo, l'azione, il movimento, l'evoluzione con i suoi pro e i suoi contro. I suoi caldi colori ci donano l'energia. La sua valenza maschile lo collega al Dio del Sole Lugh che con il suo calore riscalda la Terra e la feconda. Il fuoco inoltre è in grado di modificare la materia, qualunque essa sia e rendendola prima sterile e dopo pronta per una nuova vita. Basta pensare ad un incendio che tutto distrugge ma che con la sua cenere fertilizza. D'altronde il miglior terreno è la lava dei vulcani solidificata perché ricca di sostanze nutritive e di minerali. A questo elemento si collegano le Salamandre: esseri fatti di fuoco, che si divertono a bruciare tutto quello che toccano. Basta guardare nel fuoco per intuirle, visto che sono estremamente veloci e frenetiche nella loro danza. Il colore di questo elemento è il rosso e il suo punto cardinale è il Sud. Questo Elementare reagisce come l'elettricità se combinato con l'aria, creando un vero e proprio fluido elettrico. Basta vedere il fulmine e le scariche elettrostatiche generate dal calore e dall'aria. Sempre combinato con l'aria genera calore, mentre con l'acqua genera il vapore e quindi le nuvole. Essendo maschile io lo collego all'athame poiché il fuoco è collegato a tutte le armi da taglio, ed è indispensabile per la consacrazione del vino rituale nella Coppa sacra (principio femminile). Solo così possiamo ricreare la Sacra Unione fra la Dea e il Dio. A questo elemento sono collegati tutti gli animali dotati di zanne e artigli (l'orso, i felini, il lupo, la volpe, ecc.) compreso il mitologico drago. Se vogliamo "marcare" il Sud nel cerchio, usiamo un piccolo braciere. Nelle operazioni legate al fuoco possiamo creare amuleti con artigli, simboli solari, pietra lavica, zolfo, ecc. Ricordatevi che il fuoco, visto la sua carica magnetica, è molto pericoloso e difficile da controllare quindi usate la testa evitando di darvi fuoco o di bruciare casa vostra!

    Elemento Acqua


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    L'acqua è la componente principale della vita. Un bene inestimabile che va tutelato. Basta immergersi in essa per sentire le forti sensazioni che ci trasmette; oppure bere da una fonte di montagna, L'acqua rappresenta il potere mentale, la concentrazione, il magnetismo e, in molte culture, viene considerata la Grande Ingannatrice poiché con i suoi riflessi e i suoi giochi di luce e ombre inganna lo sguardo, A lei sono legate le sirene ed i Tritoni e, infatti, come vuole la leggenda, le sirene attirano in Acqua i marinai con il loro canto ed in seguito li annegano. Anche in Nord Europa sono molte le leggende di Fate d'Acqua che attirano i bimbi incauti, giusto per dimostrare la pericolosità di questo elemento. Il Suo Spirito Elementale è legato alle Ondine, veloci e sfuggenti che si possono intravedere nei giochi d'acqua dei fiumi, dei laghi o al mare. L'Acqua ha una valenza femminile: la si associa alla Coppa, il Ventre della Dea, simbolo di fertilità e prosperità. A lei sono legate tutte le sfumature del blu e gli animali acquatici come balene, delfini, pesci, foche, ecc. e al punto cardinale Ovest. Per "marcare" il punto cardinale in un cerchio sacro consiglio l'uso di una ciotola piena d'acqua, possibilmente di fonte. Oppure di usare delle conchiglie trovate vuote (possibilmente non uccidete dei molluschi solamente per decorarvi l'altare). Naturalmente anche l'acqua si combina con gli altri tre elementi dando sfogo ad una miriade di fenomeni diversi. Ricordiamoci infine che nella maggior parte dei casi ed in tutte le filosofie, le apparizioni di Dee sono sempre avvenute in vicinanza di sorgenti e fonti di acqua, giusto a dimostrare il carattere sacro di questo elemento.




    Gli Elementali e la loro carica

    Essendo gli elementi energie primordiali ed interagendo con l'uomo, che ha perso di vista questi valori, essi possono diventare un cocktail micidiale. Basta accendere la televisione o comperare un giornale per renderci conto che ogni anno muoiono milioni di persone per catastrofi naturali (terremoti, alluvioni, incendi, ecc). Ciò non significa che l'elemento in sé sia cattivo, in realtà è il rapportarsi con esso dell'uomo che oggi giorno è sbagliato. Per avidità e per lucro l'umanità moderna prende solo creando un infinità di danni. In epoche remote tutti questi disastri non succedevano così frequentemente perché l'uomo aveva la coscienza di rendersi conto di far parte integrante con il resto dell'ambiente e di comportarsi di conseguenza. Ora non è più così: la Natura ci è nemica (la dura lotta per la sopravvivenza), l'ambiente è un qualcosa da sfruttare fino in fondo per consentirci di vivere in uno pseudo benessere così s'inquinano fonti e mari, si abbattono foreste millenarie, si abbandonano rifiuti ovunque. Ma tutto ciò lo pagheremo a caro prezzo perché noi facciamo parte degli Elementi, della Natura stessa e distruggerli è il nostro suicidio di massa. Guardate negli occhi un animale che sta morendo e vedrete la vostra fine. Forse siamo in tempo per recuperare, per capire e far capire attorno a noi che stiamo sbagliando. E' ora di tornare ad una vita equilibrata, alla natura e non per niente che noi abbiamo abbracciato la Stregoneria! L'Arte che da sempre c'insegna la poesia della vita, quindi ricordiamoci di lei e ogni tanto quando ne sentiamo il bisogno, portiamo un dono in un luogo a noi caro, ad u albero e quando raccogliamo qualcosa facciamolo con parsimonia ringraziando sempre. Non derubando l'ambiente gli Elementali ci sorrideranno. Una buona azione per piccola che sia sicuramente sarà aprezzata da questi nostri invisibili amici!

    Spirti Elementali

    Col termine “elementi” si intendono sia i componenti fondamentali del mondo fisico e i principi che presiedono all’ordinamento del cosmo, sia i simboli dell’orientamento nello spazio e nel tempo, e vi si possono aggiungere molti sistemi di corrispondenze (oltre ai punti cardinali, colori, pietre, metalli, maschile/femminile, parti del corpo...).
    A seconda che ci si riferisca alla tradizione Orientale o a quella Occidentale, la classificazione degli elementi presenta delle differenze.
    Secondo la fede in un ordinamento del mondo su sistemi di tipo dualistico (ossia basati su coppie di opposti, yin e yang, sulfur et mercurius...), largamente diffusa nelle più svariate culture e quindi di origine archetipica, la differenza tra due qualità fondamentali (stoichéia) rappresentate da un principio attivo e uno ricettivo permette varie combinazioni, dalle quali hanno origine gli elementi veri e propri. Le qualità in opposizione sarebbero: caldo/freddo e secco/umido. Combinandole, si ottengono i quattro elementi della tradizione Occidentale, Fuoco (caldo/secco), Aria(caldo/umido), Acqua (freddo/umido) e Terra (freddo/secco). Nonostante la visione dualistica alla base di questa classificazione sia fondamentale nella cultura dell’Estremo Oriente, fondata sull’interrelazione di yin e yang, la visione del mondo qui si basa non su quattro elementi ma sulle cinque regioni del cielo (incluso il “mezzo”). Nella tradizione Orientale, perciò, gli elementi sono cinque, Fuoco, Terra, Acqua, Legno e Metallo, posti simbolicamente in relazione ai cinque pianeti noti. Non viene considerato l’Elemento Spirituale o Divino. Esiste poi un sistema di sottoelementi, che qui non prenderemo in considerazione. Oltre alla struttura basata su cinque elementi, ne esiste un’altra basata su otto, che contribuì anch’essa a elaborare un modello di comprensione del cosmo (Otto Immortali, I-ching).
    In sanscrito, il termine collettivo che indica gli elementi è Tattva; Prithivi è la Terra, Apas l’Acqua, Tejas il Fuoco, Vayu l’Aria, mentre l’Etere è Akasha.
    Tutti gli elementi, in ogni tradizione, si trovano collegati a caratteristiche, rappresentazioni, figure mitiche che l’uomo ha mano a mano attribuito loro, con gli eventi storici e il passare del tempo.

    Gli Elementali sono gli spiriti che abitano, caratterizzano e animano la materia. Le forme elementari sono ciò che divide e dà specificità agli spiriti creati dal movimento universale, dal fuoco centrale. Lo spirito permea tutta la materia, la lavora e feconda per mezzo della vita, per questo gli elementali si trovano in ogni cosa.
    É importante, quando ci si accosta al mondo degli elementali, ricordare ciò che li differenzia dagli esseri umani: essi sono ciò che sono. Non sono caratterizzati dal libero arbitrio, sono quindi creature amorali, prive di responsabilità. Presiedono l’elemento cui appartengono, lo governano, si può dire che essi “sono” l’elemento, e in quanto tale agiscono secondo la loro natura, che non si presta ad essere imbrigliata. Coloro che scelgono di lavorare con essi devono sviluppare ferma volontà e controllo perché invece di controllarli non ne vengano controllati. Questo significa anche che colui che agisce attraverso gli elementi ha la piena responsabilità di quanto farà loro fare, e se verrà commesso del male dovrà pagarne le conseguenze (indipendentemente dal fatto che l’abbia compiuto consapevolmente o per errore: se non si è esperti è c’è il rischio di causare danni ad altri, sarebbe saggio astenersi).
    Per dominare gli spiriti elementali, o meglio ottenere la loro collaborazione, anticamente bisognava superare i quattro cimenti delle iniziazioni. É, si può dire, lo stesso comportamento osservabile negli animali che vivono in branco, quando interviene un elemento esterno per diventarne il capo: esso affronta il capo branco in carica, e vince chi avrà il controllo dell’altro.
    Queste prove sono un retaggio culturale presente in ogni essere umano, e spesso affiorano in diverse forme anche lontano dagli ambiti magici e religiosi tradizionali (ad esempio, le prove di coraggio cui spesso, stupidamente e con conseguenze delle quali talvolta si ha notizia sui giornali, gli adolescenti si sottopongono per diventare membri di un gruppo o avere diritto ad entrare in un “territorio”: tuffarsi da molto in alto, camminare in equilibrio su un tronco d’albero sopra un burrone, saltare oltre un fuoco, sopportare una bruciatura...), o come riti di passaggio all’età adulta e prove di virilità presso alcune popolazioni tribali.

    Anche chi non conoscesse nulla degli elementali può intuirne le caratteristiche. Esse sono affini a quelle dell’elemento cui appartengono. Ricordate che, grazie alle infinite corrispondenze che formano la trama dell’esistente, ogni elemento è presente in voi, nel vostro corpo e nella vostra mente, sotto varie forme e in diversi gradi, e quindi anche una connessione con gli elementali. Per questo siete in grado di figurarvi almeno un abbozzo del carattere e delle sfere di competenza di ogni spirito elementale. Prima di leggere, provate:
    visualizzate un elemento (aria, acqua, fuoco, terra), avete esperienza di essi ogni giorno, anche adesso. Pensate alle varie forme in cui lo conoscete, e collegate ad esso tutto ciò che vi viene in mente per associazione di idee, emozioni, colori, ambienti, paesi, forme, ritmi, sapori, modi di dire, favole...qualsiasi cosa. Trovate i punti in comune, e usateli per abbozzare il profilo fisico e caratteriale di un essere pensante. Sebbene, come sempre, la realtà vada molto al di là delle parole, vi accorgerete di sapere di essi più di quanto non crediate.



    Gli spiriti Naturali

    Parliamo ora degli Spiriti Naturali (ben diversi dagli elementali); ossia abitatori del piano astrale che trovano le loro manifestazioni anche sul piano fisico all'interno degli elementi (aria, acqua, terra e fuoco). Le quattro classi principali di questi spiriti naturali che dimorano nel piano astrale sono divise propriamente per il tipo di piano elementale che abitano. I nomi che hanno sono pressoché indifferenti, in quanto sono forme di essenza eterica ed energetica, ma la cultura di vari popoli li ha identificati e nominati in vari modi. La loro stessa materia li rende pressoché invisibili sul piano fisico, quanto meno all'occhio umano (e a date condizioni). Proprio il fatto che non possiamo vederle è alla base del dubbio e della poca fiducia che c'è nella loro esistenza. Il che li relega allo stato di creature leggendarie associate per lo più al piccolo popolo, quindi alle creature fatate. Ciò non toglie che i nostri sensi sono ideati per ricevere e vibrare solo ad alcune frequenze, sia sonore che visive. Se ci fosse possibile espandere i sensi visivi ad altre frequenze, la nostra percezione del mondo cambierebbe in maniera completa, ribaltando tutte le nostre sicurezze e, come ci insegnano i viaggiatori astrali, ci sarebbe così possibile percepire gli spiriti elementali naturali quando si manifestano sul piano fisico.
    La loro esistenza sarebbe in teoria indigena su questo piano, dimorando quindi nell'essenza stessa dell'elemento della loro manifestazione. Due di questi tipi di spiriti hanno corpo di matrice eterica: terra e acqua. I restanti due possiedono solo un corpo di matrice astrale. La loro essenza vitale è di origine energetica eterica e il loro stesso ciclo vitale sarebbe riservato ad un'elevazione spirituale determinata dall'esaurirsi, nel corso dell'esistenza, della loro riserva energetica e dal normale accrescere in loro della necessità di una crescita spirituale che li porta, in seguito, ad uno stadio evolutivo superiore: il che li fonderebbe ad un'unica famiglia di entità astrali.
    Il motivo per cui esistono su questo piano per il periodo in cui lo fanno, come autoctoni se vogliamo, non sarebbe privo di compiti; favoriscono l'evoluzione della vita animale e vegetale, inducono lo scorrere delle correnti d'aria e d'acqua e instillano il bisogno di migrazione degli uccelli e dei pesci.
    Non è facile vederli, ma nel corso della nostra vita a fianco a loro l'umanità ha avuto modo di accertarsi della loro esistenza al punto da conoscerli, rispettarli e perché no anche ingraziarli per i propri scopi.
    Nel periodo rinascimentale, gli spiriti naturali sono stati ricondotti al piccolo popolo in moltissime tradizioni e ad ogni elemento ne è stato associato un abitante ben preciso. Cesare Medail Teophrast Bombast Von Ho Hen Heim, meglio noto come Paracelso (1494 - 1541), filosofo, alchimista, medico e mago, nel suo "De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus" suddivide in questo modo gli spiriti elementali:

    Aria: Silfidi
    Acqua: Ondine e Nereidi
    Fuoco: Salamandre
    Terra: Gnomi e Driadi

    Non fu il primo a riconoscere l'esistenza di queste creature di dubbia natura, ma fu il primo a scriverne un saggio e a cercare di dar loro una collocazione strutturale terrena.
    Scriveva Paracelso: "Mi propongo d’intrattenervi sulle quattro specie d’esseri di natura spirituale, cioè le Ninfe, i Pigmei, i Silfi e le Salamandre; a queste quattro specie, per la verità, bisognerebbe aggiungere i Giganti e parecchie altre. Questi esseri, benché abbiano apparenza umana, non discendono affatto da Adamo; hanno un’origine del tutto differente da quella degli uomini e da quella degli animali... Però si accoppiano con l’uomo, e da questa unione nascono individui di razza umana"
    Secondo Paracelso quindi, queste creature non solo esistono ed è possibile vederle, ma interagirebbero con la natura umana al punto da potersi accoppiare con noi e non solo, generare anche degli ibridi, che però lui riconosceva come appartenenti alla razza umana. Questa peculiarità degli spiriti naturali è vista anche in molte tradizioni e mitologie e farebbe ridere un qualsiasi biologo. Una spiegazione in teoria ci sarebbe, ma è molto larga e molto poco attendibile e soprattutto farina totale del mio sacco, quindi mia completa responsabilità. Prendiamo l'esempio degli occhi. Il colore degli occhi umani è gestito da due geni: il gene degli occhi neri e quello degli occhi azzurri (gene mutato circa diecimila anni fa). Quindi, una persona con gli occhi marroni porta dentro sé entrambi i geni, mentre una con gli occhi neri o azzurri solo uno dei due. Quando viene al mondo un bambino, questo acquisisce i geni dal padre e la madre. Il colore degli occhi dei due genitori è quindi fondamentale. Due persone con gli occhi azzurri non potranno mai mettere al mondo un figlio con gli occhi neri o castani. Due persone con gli occhi marroni potranno avere figli con occhi azzurri, marroni o neri. Stessa cosa con genitori dagli occhi neri. Se possiedi un solo gene ne passi uno solo. Se ne possiedi due o li passi tutti e due o uno solo dei due.
    Che centra questo con gli spiriti naturali? Beh, se siamo fatti di quattro elementi, è palese che una parte dell'energia dell'elemento stesso reagisca dentro di noi e riconosca la sua stessa energia, come i geni degli occhi umani. Perciò se uno spirito naturale si può accoppiare con un essere umano (e portare con sé la gravidanza o mettere incinta - per quanto tutto questo risulti biologicamente assurdo) ha senso che le energie si possano fondere per creare o un ibrido, o un umano o uno spirito naturale.
    Ma torniamo a temi con bibliografia accertata. Paracelso descrive in questo modo gli spiriti naturali e tenta di collocarli nell'insieme del creato mediante l'osservazione delle loro abitudini e delle loro peculiarità: "Quest’ultima natura partecipa di quella dell’uomo e di quella dello spirito, senza diventare natura né di questo né di quella: infatti gli esseri che appartengono ad essa non potrebbero essere classificati con gli uomini, perché volano alla maniera degli spiriti; ma neppure potrebbero essere classificati con gli spiriti, perché evacuano, bevono, hanno carne ed ossa alla maniera degli uomini. L’uomo ha un’anima, lo spirito non ne ha bisogno; le creature in questione non hanno affatto un’anima e tuttavia non sono simili agli spiriti: questi non muoiono, quelli muoiono. Queste creature che muoiono e non hanno un’anima, sono dunque animali? Esse sono più che animali: infatti parlano e ridono, cosa che questi non fanno. Di conseguenza, si avvicinano più agli uomini che agli animali. Però, esse si avvicinano agli uomini senza divenire tali.
    Si può anche dire che sono superiori agli uomini, perché sono inafferrabili come gli spiriti; però bisogna aggiungere che il Cristo, nato e morto per riscattare gli esseri dotati di anima e discendenti da Adamo, non ha riscattato queste creature che non hanno un’anima e non discendono da lui.
    Nessuno deve stupirsi o dubitare della loro esistenza. Si deve solo ammirare la varietà che Dio mette nelle sue opere. Per la verità di questi esseri non se ne vedono ogni giorno, ed, anzi, non se ne vedono che raramente. Io stesso non li ho visti che in una specie di sogno.
    Esse sono prudenti, ricche, sagge, povere, folli come siamo noi. Sono l’immagine rozza dell’uomo come l’uomo è l’immagine rozza di Dio.
    Questi esseri non temono né il fuoco né l’acqua. Sono soggetti alle malattie ed alle indisposizioni umane. Muoiono da bestie e la loro carne va in putrefazione come quella animale.
    Virtuosi o viziosi, puri o impuri, migliori o peggiori, come gli uomini, essi ne hanno le abitudini, i gesti, il linguaggio; come loro differiscono per la taglia e l’aspetto, vivono sotto una legge comune, lavorano con le loro mani, tessono i loro abiti, si governano con saggezza e giustizia, danno prova di raziocinio in tutto... E poiché sono privi di anima non pensano a servire Dio né a seguire i suoi comandamenti; soltanto l’istinto li spinge a comportarsi onestamente."
    Di seguito i quattro spiriti naturali trattati singolarmente.


    Gli Spiriti dell'Aria: Le Silfidi






    La silfide è forse il più misterioso degli elementali Paracelsiani. Nota anche come Silvana, viene riconosciuta dal medico-mago rinascimentale come una sorta di genio del vento. La natura maschile della silfide avrebbe nome Silfi, per quanto, secondo Paracelso, non sarebbero comunque in grado di riprodursi e necessiterebbero dell'anima di cui non sono in possesso.
    Spesso sono rappresentate e riconosciute del tutto simili all'immagine di fata, ossia una creatura bellissima ed esile nonché timida, con ali trasparenti. Ingraziarsi le silfidi non è cosa facile; secondo la tradizione fatata, il momento più adatto per vederle ed interagire con loro sarebbe la vigilia di mezz'estate, ossia Litha. In quel momento magico le silfidi si rivelerebbero agli uomini e talvolta, cercherebbero anche un compagno per una notte. Sarebbero infatti capaci di mutare le proprie sembianze a piacimento, in modo da ingigantire la propria forma fino a raggiungere una statura pari a quella umana. A Litha la tradizione vuole che si lascino in dono alle silfidi latte e miele, di cui sono ghiotte e che in cambio loro portino fortuna e abbondanza o addirittura sogni monitori per ritrovare le cose perdute o ricevere l'ispirazione. Le silfidi infatti, in quanto spiriti d'aria, sono le muse dei poeti e parte del loro compito sarebbe proprio quello di favorire l'arte e la bellezza del divertimento e della gaiezza.
    La parola "Silfide", deriva dal greco "silphe", che sta a significare letteralmente "farfalla". Infatti le ali delle silfidi sarebbero proprio quelli delle farfalle e una delle manifestazioni che prendono è quella di questa specie di lepidottero.
    Quando le silfidi prendono forma umana appaiono come creature snelle e slanciate, con lineamenti sfuggenti e con ali immense sulla schiena. Sarebbero in questa forma che Paracelso esaltava la loro peculiare attitudine ad accoppiarsi con gli esseri umani per dare vita a ibridi, che poi sarebbero cresciuti dal popolo fatato.
    Anche Rosacroce e Cabalisti citano nei loro testi le silfidi. Le vedrebbero più come angeli non visibili ad occhio umano. La loro voce però, portata dal vento, potrebbe essere udita sulle alte montagne e accompagnerebbe i trapassati in uno qualsiasi dei regni cui sono destinati dopo morti.
    Anche il "Dono delle Farfalle" sarebbe riconducibile alle silfidi. Nella cultura pagana e wiccan, alcune persone, scelte in particolare preferenza dalla Dea o dagli spiriti elementali riceverebbero un dono molto particolare dagli stessi. Si tratta di un evento molto raro. Le farfalle (più di una) verrebbero di loro pura iniziativa a posarsi sul volto e sulle mani di queste persone, restando in loro compagnia per lunghi periodi di tempo (a volte alcune ore), senza mostrare alcuna paura nemmeno di fronte a spostamenti e anzi, se si alzeranno in volo, ritorneranno al loro posto poco dopo. Il significato di questo dono è tutto da scoprire e varia per ognuno di noi, ma tenderebbe ad essere associato all'elemento aria. Secondo un antico omen, le farfalle tenderebbero a posarsi sulle donne in gravidanza o che sono prossime a rimanere incinta. Posso garantire che quando la madre di mio figlio era gravida di soli due giorni (e non lo sapevamo ancora), una farfalla si è posata su di lei ed è rimasta sul suo braccio per un lunghissimo periodo: circa tre quarti d'ora, nonostante stessimo camminando. Pura coincidenza? Può darsi.
    Pare che la bellezza delle silfidi abbia, nel corso del tempo, stregato più di uno sventurato che, avendole colte nelle loro danze al chiaro di luna nella notte di mezz'estate, sarebbe rimasto intrappolato nel loro canto, per non tornare più al mondo reale, quanto meno con tutto se stesso. Si dice infatti che il canto delle silfidi renda immemori ed inconsapevoli del passare del tempo le persone che lo odono. Non sono esseri di natura gentile, ma come gli elementi, neutrali. Essere cortesi con loro genera cortesia, maltrattare loro o i luoghi a loro cari porterebbe grandi sventure o, peggio, la perdita stessa della ragione.
    Le silfidi sarebbero le protettrici del sonno, dei sogni e del lavoro magico. Sono le sovrane delle condizioni atmosferiche e le responsabili degli uragani, dei tornado e di ogni manifestazione naturale incentrata sull'aria. Come spiriti elementali d'aria sono anche le dominatrici della conoscenza e vengono invocate per ottenere appunto saggezza e perché siano realizzati i desideri. Ma come sempre, bisogna essere pronti a pagare il giusto tributo per ciò che si chiede, per non incedere nella loro giusta ira.
    Taluni le hanno viste come forme globulari biancastre e luminose, altri solo come turbini d'aria e lingue di nebbia. In alcune tradizioni proteggerebbero in particolare il sonno dei bambini, ma talvolta, per loro natura, li condurrebbero con loro nei loro boschi fatati per non ricondurli più indietro e per questo motivo, spesso, si cerca di ingraziarsele con doni più che allontanarle dalle nostre case, in modo che considerandoci di minor disturbo, ci proteggano.
    La silfide, in ultima analisi, è anche uno dei due elementali che trova una via di manifestazione fisica e riconoscibile. Si userebbe infatti il termine silfide per riferirsi ad un coleottero della famiglia delle Silfidae e agli uccelli delle specie Aglaiocercus kingi e Aglaiocercus coelestis o del genere Loddigesia.


    Gli Spiriti dell'Acqua - Le Ondine e Le Nereidi






    L'Ondina, come elementale dell'acqua appare nella mitologia norrena. Nella mitologia greca si parla di nereidi e sirene. Come gli altri elementali, risulta neutrale e dispettoso al punto da divenire mortale se disturbato. Sia nella mitologia greca, che in quella norrena, le nereidi e le ondine erano abitatrici dei mari (e dei fiumi, degli stagni e dei laghi) e a piacimento talvolta attiravano gli uomini a sé per farli annegare senza che ne accorgessero. A seconda delle tradizioni il loro aspetto cambia da donne bellissime a mostri marini. L'unica cosa che rimane stabile nel loro aspetto è l'ibridazione tra un essere acquatico e uno antrompomorfo.
    Nella tradizione germanica troviamo Lorelei, che sedeva su una roccia che spuntava dal Reno pettinandosi i capelli e distraendo i naviganti con il suo ammaliante cantare e portandoli a non badare più ai pericoli che correvano. Ma non tutte le ondine erano malvagie, a quanto pare. Nel Nibelungelied (Canto dei Nibelunghi), i Burgundi durante l'attraversamento del Danubio, vengono messi in guardia dalle ondine mediante una profezia che rivelerebbe una pericolosità immane nel loro viaggio.
    Nella tradizione greca invece, prendono nome di nereidi, dal greco Νηρηίς ed erano letteralmente ninfe figlie di Nereo e Doride. Sempre secondo la tradizione le nereidi non erano affatto amichevoli, e come le ondine, distraevano con il loro canto i marinai che salpavano nel Mediterraneo, attirandoli verso gli scogli. Da principio pare che la nereide non avesse un'approssimazione sessuale, se vogliamo vederla così. Si trattava di creature di natura acquatica. Col tempo hanno preso forma di donne bellissime, che spuntavano dalle onde solo per metà e mostravano il seno nascondendo così la coda pisciforme e squamosa, quanto meno finché non era troppo tardi e i giovani attratti venivano catturati e affogati.
    Il primo a menzionare le sirene è Omero, nell'Odissea. Ulisse, dopo essere partito dall'isola di Eèa, mette in guardia i marinai e impone loro di tapparsi le orecchie con la cera, perché incontreranno appunto le sirene e se dovessero udire il loro canto sarebbero perduti. Lui però, sprezzante del pericolo, chiede ai suoi compagni di legarlo alla base dell'albero maestro poiché vuole sentire il loro canto senza però subire il fascino che lo porterebbe alla morte. Passando nei pressi dell'isola quindi, le sirene cominciano il loro canto:

    "Qui, presto, vieni, o glorioso Odisseo, grande vanto degli Achei,
    ferma la nave, la nostra voce a sentire.
    Nessuno mai si allontana di qui con la sua nave nera,
    se prima non sente, suono di miele, dal labbro nostro la voce;
    poi pieno di gioia riparte, e conoscendo più cose.
    Noi tutto sappiamo, quanto nell’ampia terra di Troia
    Argivi e Teucri partirono per volere dei numi;
    tutto sappiamo quello che avviene sulla terra nutrice"


    Ma c'è un altro evento nella mitologia greca che fa riapparire le sirene. Nel mito degli Argonauti, narrato da Apollonio Rodio nelle "Argonautiche", quando Giasone partì per la ricerca del Vello D'Oro, durante il suo rocambolesco viaggio di ritorno, il gruppo passò nei pressi dell'Isola della Maga Circe dove anche Ulisse sarebbe passato anni dopo, e conobbe il canto delle sirene. Se non fosse stato per Orfeo, il divino bardo dalla voce e dalla bravura straordinaria che cantando era riuscito anche ad ammaliare Persefone, inducendola a lasciar andare via Euridice dagli inferi, sarebbero morti tutti. Il cantore infatti si mise immediatamente a suonare e ad intonare una poesia di incredibile bellezza e la sua bravura non solo eguagliò quella del canto delle sirene, ma la superò al punto da permettere a quasi tutti i marinai di resistere al mortale richiamo. Solo Bute ne rimase schiavo e si gettò in mare.
    Le ondine, le nereidi e le sirene appaiono quindi tutte come ammaliatrici che portano alla morte. Ma la più grande dualità che traspare non è tanto la musica o l'ammaliamento in sé. E' lo stimolo alla sessualità (sono donne bellissime e nude) ma anche alla conoscenza. L'acqua, come elemento passionale, emotivo è anche simbolo di divinazione e profezia. Infatti, come abbiamo visto, le sirene invitano Ulisse a soggiacere con loro per conoscere segreti e non per giacere nei piaceri carnali (che per ovvie ragioni sarebbe stato un problema). Quello che si nota è che questo tipo di elementale è portato alla saggezza come ritualistica iniziatica, ermetica. Per questo è associato alla musica e al mare, che da sempre ha ispirato soggezione e paura, per gli oscuri abissi dei suoi segreti, per la voracità con cui si nutre di chi non lo rispetta. Ma l'acqua è anche associata alla morte (e le sirene, se vogliamo, conducono alla morte). Se non anche che le sirene, dopo la sconfitta subita da Orfeo e in seguito anche da Ulisse, si gettano dalla scogliera, uccidendosi perché disonorate due volte.
    Anche la tradizione della polena ricondurrebbe al mito delle nereidi. Le prime polene, risalenti pare al 420 a.c., posizionate a prua proprio perché sarebbe il punto della nave che dovrebbe "spezzare" le onde e affrontare i misteri e gli oscuri perigli del mare, avevano forma di sirena e pare che sarebbero state lì propriamente per ingraziarsi il popolo acquatico per l'invasione dello spazio e per scongiurare eventuali naufragi.
    Il mito del mare e delle creature mitologiche che lo abitano ancora adesso affascina e non lascia la presa soprattutto sulle popolazioni che vivono a ridosso delle sue sponde. Si tratta il mare come una manifestazione vivente, come una creatura con una volontà. Una visione del tutto animista, anche se chi lo fa si definisce cristiano. Una visione quindi molto discostante dal suo tradizionale dogmatismo. Si dice appunto che "il mare prende le persone e non le rende più" o che "prende e dà", riferendosi agli oggetti che sono stati perduti e resi dal mare. Ritrovando quindi una sorta di veicolo per il destino karmico delle cose. Ad esempio una tradizione antica prevede che qualsiasi oggetto abbandonato che il mare riporti sulla spiaggia è di proprietà di chi lo trova; anche se questo è un nave.
    Al di là di ogni disquisizione mitologica o sociologica, le nereidi troverebbero quindi manifestazione su questo piano come pure onde marine o come creature a metà tra un uomo/donna e un pesce. Come gli altri elementali sarebbero energie allo stato puro di forma sferica e di un colore azzurro/bluastro, e sarebbe possibile vederle solo in determinate condizioni. Secondo alcune tradizioni ci sono anche luoghi precisi dove vengono eretti altari alle divinità e alle creature marine. Si tratta di altari nascosti in caverne talvolta accessibili solo per via subacquea o solo in dati momenti della giornata per via dell'alta e della bassa marea. Su questi altari, talvolta costituiti di conchiglie e alghe, chi lo desidera può pregare e richiedere protezione per chi lavora sul mare o sui fiumi e ingraziarsi così il favor delle nereidi e delle ondine, mediante offerte di cibo o tesori che il mare reclamerà.


    Gli Spiriti del Fuoco - Le Salamadre

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    "Anguem ex medulla hominis spinae gigni accepimus a multis. pleraque enim occulta et caeca origine proveniunt, etiam in quadrupedum genere, sicut salamandrae, animal lacertae figura, stellatum, numquam nisi magnis imbribus proveniens et serenitate desinens. huic tantus rigor, ut ignem tactu restinguat non alio modo quam glacies. eiusdem sanie, quae lactea ore vomitur, quacumque parte corporis humani contacta toti defluunt pili, idque, quod contactum est, colorem in vitiliginem mutat." Plinio il Vecchio: "Naturalis Historia (X , 188)"

    La salamandra, tra gli spiriti elementali, è uno dei due che trova una via di manifestazione chiara, fisica e riconoscibile. Con il termine salamandra infatti non ci si riferisce ad un animale in particolare, ma ad un sottogruppo della famiglia degli anfibi dell'ordine Caudata o Urodela. Si tratta di un animale del tutto simile ad una lucertola, diffuso anche sul suolo italiano e che ha caratteristiche particolari. Al contrario infatti del rettile, la salamandra non ha scaglie e ha un colore che varia dal rosso, al giallo al nero.
    Nel medioevo la salamandra venne associata al fuoco per vari motivi. I romani ritenevano che fosse un animale di particolare potere positivo, dato che si credeva potesse spegnere gli incendi grazie al peculiare tocco freddo della sua pelle umida. Secondo la leggenda tramandata da Plinio, le salamandre sarebbero capaci di attraversare le fiamme illese poiché vivono, e si rigenerano nel fuoco. In natura non c'è niente di più lontano dalla verità, dato che le salamandre, di qualsiasi specie, sono creature acquatiche che vivono nei pressi degli stagni e degli acquitrini e la loro pelle gelida non sopporterebbe assolutamente il fuoco, ma nemmeno la lontananza dall'acqua. La loro epidermide infatti, sensibile al caldo almeno dieci volte quella umana, se non rimanesse in ambiente umido sarebbe soggetta al disseccamento e porterebbe alla morte. La salamandra è velenosa e questa cosa rispecchierebbe il mito. Infatti alcune specie secernono un tipo di veleno di origine urticante dalle ghiandole cutanee, e per questo motivo il suo aspetto ha colori molto accesi, proprio per non apparire invitante ai predatori, che, obbiettivamente, sembrano non esistere. La salamadra infatti pare non avere nemici.
    Sempre secondo il mito dei romani, la salamandra avrebbe quindi la capacità di secernere un veleno mortale. Plinio il vecchio, naturalista, ne parlava in questi termini nel suo "Naturalis Historia" del 70 dc: “è così fredda che spegne il fuoco al semplice contatto; il muco che, come il latte, le sgorga dalla bocca distrugge i peli e scolora e decompone ogni parte del corpo che ne è toccata. Un solo individuo può sterminare con il suo veleno un intero popolo; avvelena i frutti e chi ne mangia muore prima che sia inverno. Se con il legno da essa appena toccato si cuoce il pane, questo ne è tutto avvelenato, così come l’acqua del pozzo in cui cada…”. Gli egizi, invece, rappresentavano con il geroglifico della salamandra l'uomo che era morto di freddo. Nell'iconografia medievale era associata al Cristo e rappresentava “il Giusto che, nelle tribolazioni e nei tormenti, non perde la pace dell’anima e la fiducia in Dio”.
    Ma la salamandra trova anche spazio nell'araldica grazie a Francesco I Re di Francia dal 1515 al 1547. Sotto il simbolo, recava il motto "Nutrisco et estinguo", ossia mi nutro e spengo, per testimoniare la presunta caratteristica della salamandra di rigenerarsi con il fuoco e di spegnere gli incendi nocivi, ma anche simbolo di giustizia. Proprio grazie a questo periodo storico la salamandra diventa così anche il simbolo del rinascimento, proprio per la sua peculiare capacità rigenerativa che la associa appunto al fuoco (motivo per cui la si legava anche al Cristo e alla sua resurrezione). Diventa così simbolo duplice di freddezza e razionalità ma anche di calore e passione estremista. Il fuoco della salamandra era ritenuto dono divino anche dagli arabi e dai persiani in epoca medievale, che ritenevano la sua energia ambivalente a quella del fuoco: utile ma distruttiva.
    Con la diffusione dell'alchimia occidentale, la salamandra trova ancora più spazio come animale di potere spirituale di rigenerazione, resurrezione. Gli alchimisti dell'epoca la tenevano in grande considerazione per la sua presunta capacità di spegnere il fuoco o avvelenare. Tanto che in molti stati d'Europa fu stilato un emendamento in cui si condannava a morte chiunque venisse colto a dare da mangiare anche solo un pezzetto di salamandra a qualcuno.
    E' proprio in alchimia che ritroviamo più spesso la salamandra come simbolo di mutazione. Il pensiero filosofico alchemico della trasmutazione della materia attraverso i sette metalli con l'ausilio del fuoco passa attraverso tre fasi differenti, di cui l'ultima, detta "Fase al Rosso" è riferita alla rinascita, come fenice che risorge dalle ceneri, e quindi come salamandra che vive nelle fiamme senza bruciarsi.
    La peculiarità che associa la salamandra al fuoco è, come abbiamo visto poco sopra, la sua straordinaria e misteriosa capacità rigenerativa. Anche una lucertola ha una capacità rigenerativa pressoché unica in natura. Provate a tagliare una coda od un arto ad una lucertola e nel giro di qualche tempo gli ricresceranno degli arti simili, ma la struttura ossea sarà solo di origine cartilaginea. Le salamandre, invece, hanno la peculiarità unica in natura di riuscire a ricostruire interamente la loro struttura ossea oltre che muscolare e nervosa. Pare che possano ricostruire zampe, coda e altre parti del corpo senza morire. Le cellule della salamandra quindi, mantengono una sorta di memoria genetica di ciò che hanno perduto e sono capaci, per struttura molecolare, di ricostruirla senza alcun problema e soprattutto senza margine di errore. E' palese che la si associasse pertanto alla resurrezione.
    Lo spirito elementale della salamandra, al di fuori del lato mitologico associato all'animale, sarebbe una pura energia rossastra di forma sferica, quando si manifesta su questo piano. I luoghi dove avvengono le manifestazioni sono i vulcani e i deserti. Apparirebbero addirittura come donne sottili come lingue di fiamma che danzano nei caminetti e nei fuochi evocativi. Alcuni studiosi del popolo fatato le avrebbero fotografate. Come abbiamo visto più sopra, appartenendo ad un altro piano di esistenza, l'unico modo che hanno per apparire ad occhio umano è quando rimangono rivestite di uno strato più spesso, o quando la nostra data condizione ci permette di "vedere" a frequenze differenti da quelle che normalmemte riceviamo e percepiamo. Nel qual caso è possibile vederle ed interagire con loro.



    Gli Spiriti della Terra - Gli Gnomi e le Driadi







    Gli spiriti naturali dell'elemento terra sono due, a seconda delle tradizioni. La Driade, nella mitologia greca e lo Gnomo in quella norrena e nordica.
    Le driadi sono ninfe immortali e strettamente legate agli alberi, in particolar modo alla quercia. La tradizione infatti vuole che siano le protettrici degli alberi secolari delle foreste e che sarebbero acerrime nemiche dei boscaioli e di chi non rispetta la sacralità dei boschi. Il termine "driade" deriva appunto dal latino dryadem e dal greco dryàda, che a loro volta derivano da drys, che significa "albero" o "quercia"; il termine infine si riconnette al sanscrito "drus", che significa legno. Si tratterebbe di creature strettamente connesse in maniera simbiotica ad una quercia in particolare, al punto da poter sopravvivere nella loro immortalità solamente finché anche la quercia prospera. La morte, il taglio o il decadimento della quercia causerebbe la morte della driade. In genere venivano rappresentate come giovani donne dalla pelle color verde/marrone con la consistenza della corteccia d'albero, vestite di foglie, i loro capelli muterebbero di colore seguendo il corso delle stagioni. Sarebbero capaci di tramutarsi in una pianta istantaneamente o addirittura di passare da un albero all'altro per muoversi attraverso lunghissime distanze, utilizzando le piante come "portali" comunicanti tra loro. Nel caso che la quercia morisse e con lui la driade sua protettrice, ci sarebbe la possibilità di farla rinascere, sempre secondo la tradizione, ripiantando una delle ghiande generate dalla pianta madre e farne ricrescere una figlia.
    Jacopo Sannazzaro, scrittore e poeta napoletano vissuto a cavallo tra il 1400 e il 1500, nel suo famossissimo "Arcadia" le cita così:

    "Uscite da' vostri alberi, o pietose Amadriadi, sollicite conservatrici di quelli, e parate un poco mente al fiero supplicio che le mie mani testé mi apparecchiano. E voi, o Driadi, formosissime donzelle de le alte selve, le quali non una volta ma mille hanno i nostri pastori a prima sera vedute in cerchio danzare all'ombra de le fredde noci, con li capelli biondissimi e lunghi pendenti dietro le bianche spalle, fate, vi prego, se non sète insieme con la mia poco stabile fortuna mutate, che la mia morte fra queste ombre non si taccia, ma sempre si estenda più di giorno in giorno ne li futuri secoli, acciò che quel tempo il quale da la vita si manca, a la fama si supplisca."

    Secondo la mitologia greca, le driadi erano figlie di Nerèo e Dori e incarnavano la forza e la rigogliosità dell'intera foresta. Rappresentavano il lato selvatico della femminilità, che si incarnava in divinità sotto forma di Artemide. E infatti la terra è un elemento femminile. Le driadi venivano rappresentate talvolta come creature spensierate ed estremamente affascinanti, assolutamente non aggressive, ma pronte a tutto per difendere gli alberi da chi li danneggia o fa loro del male. Molte sono le favole medievali che ritraggono il cavaliere implorato dalla driade di difendere la quercia, sua vita stessa, da lestofanti boscaioli che non si fermano davanti a niente pur di far legna. La Driade quindi diverrebbe più che altro lo spirito naturale dell'elemento "legno", elemento riconosciuto dall'alchimia orientale.
    Gli gnomi, invece, appaiono come elementali della terra nel folklore norreno ed europeo. Nella tradizione nordica erano rappresentati come creature tozze e schive, avare e ben piazzate. La loro peculiarità sono le profonde gallerie che sono in grado di scavare come abitazioni, creando così una comunità allargata e in perfetta armonia con le creature del bosco, dove vivono.
    Paracelso fu il primo a nonimarli nel suo "De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus". Secondo lui la parola "gnomo", trovava la sua radice etimologica nella parola greca gnòme che significa "intelligenza" e gnòmòn: "che conosce". Una derivazione che si riferiva alla loro perfetta conoscenza dei segreti contenuti dalla terra, come le vene di minerale prezioso e le gemme, o addirittura i tesori che la gente nascondeva. Secondo Paracelso, si tratta di spiriti del sottosuolo che sarebbero capaci di muoversi nella terra e nella roccia con facilità. Sono creature però che devono stare lontane dalla luce in quanto il contatto con i raggi solari li trasformerebbero istantaneamente in statue di pietra (una peculiarità che ripercorre la tradizione norrena dei Troll). La loro curiosa capacità di muoversi attraverso le fibre del terreno e della roccia "come l'uomo si muove sopra di essa" ha permesso agli gnomi di poter divenire nel folklore norreno instancabili scavatori e intagliatori di gemme preziose. In moltissime culture si esalta la capacità degli gnomi di lavorare i materiali della terra con una maestria senza pari. Nelle leggende, come con le altre creature fatate, ingraziarseli porterebbe ad un'amicizia fruttuosa che si basa infine ancora sulla "conoscenza" come tesoro. Il rivelare uno dei tanti segreti custoditi gelosamente dalla madre terra, scura e profonda e insondabile era un premio ambitissimo.
    Anche gli gnomi non sarebbero creature benevole. Ci sono leggende che ripercorrono il folklore e che li riguardano, e che li dipingono come avari custodi di tesori. Si dice infatti che nascondano una pentola d'oro alla base della coda dell'arcobaleno e chi si dimostra capace di raggiungerla se ne può impadronire. Una natura quindi burlesca perché l'arcobaleno, come ben sappiamo, è un effetto ottico dovuto alla luce che passa attraverso le gocce d'acqua sospese nell'umidità dell'aria, di conseguenza non esiste un luogo dove inizia e dove finisce, cambiando colore ed esistenza in base all'angolazione della proiezione della luce. La pentola è quindi simbolo dell'irraggiungibilità dei sogni e lo gnomo diviene il detentore di un segreto irrisolvibile. Il segreto quindi è anche riferito al lato oscuro della morte, della rinascita, della crescita e della vita. Questo ciclo, che è strettamente legato alla terra è anche associato, quindi, al tesoro stesso che prende immagine in oro come metallo prezioso solo in tempi recenti, mentre potrebbe in realtà essere riferito all'abbondanza della terra, alla fertilità: i doni veri e propri.
    Lo gnomo custode di tesori sarebbe quindi anche padrone della materialità stessa delle terra, della determinazione, ma ritorna anche appunto all'abbondanza e ai segreti di questa abbondanza. I diamanti grezzi nascosti in luoghi remoti e irraggiungibili sarebbero infine i semi che la terra custodisce per farli germinare in vita e nutrimento per gli esseri viventi; qualcosa di cui gli gnomi sono i custodi.
    Come gli altri elementali, anche gli gnomi e le driadi si manifestano come energie pure di colore verde/marrone. E' possibile vederli nei pressi degli alberi, delle piante, nei giardini, nelle caverne e nelle miniere.





    Crediti siti:
    www.cortescontenti.it
    www.wikipedia.it
    www.esoterya.com/
    www.thereef.it

    Crediti Libri:

    Duccio Canestrini: "La Salamandra"
    Johannes Fabricius: "Alchimia"
    Plinio il vecchio: "Naturalis Historia"
    Omero: "Odissea"
    Ovidio: "Le Metamorfosi"
    Apollonio Rodio: "Le Argonautiche"
    Paracelso: "De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus"
    Cornelio Agrippa: "De Occulpa Philosophia"
    Laura Mancinelli: "I Nibelunghi"
    Anonimo: "Liber monstrorum de diversis generibus: Libro delle mirabili difformità"

    Edited by Black&White - 5/12/2016, 16:59
     
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    Profondo inchino dopo una tale opera di conoscenza..
     
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    Veramente splendido articolo,completo oltre ogni aspettativa,grazie anche per avermi "accontentato" B&W,sei un grande.
    Poi noto che nell'immagine a inizio articolo al centro dei soliti 4 elementi ve n'è un quinto,di mio lo conosco...ma potresti caso mai in futuro aggiornarci?grazie in anticipo e ancora per l'articolo ^^
     
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    Mo fa piacere che vi sia piaciuto, ci ho messo un paio di giorni a raccogliere tutto il materiale XD
    Cmq si quello che vedi è la rappresentazione piu corretta secondo il mio avviso, molti tralasciano il 5 che nn è vero e proprio elemento ma lo Spirito è ciò che li unisce e ciò che formano tutti insieme, detto molto blandamente... cmq si tra un po farò un approfondimento... sugli elementi ci sarebbe tantissimo da scrivere ^^
     
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  5. Lilith_98
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    Un articolo davvero illuminante e che rispecchia le mie ricerche, oltre ad avermi arricchita in un modo inimmaginabile. Mille grazie e davvero complimenti perla conoscenza.
     
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  6. Laymn
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    Complimenti per lo studio accurato.
    Purtroppo, vista l'estrema difficolta' anche (e soprattutto) nella pratica, e' poco conosciuta come materia.
    Va aggiunto che, sempre nella prassi, si ricorre spesso a pratiche di telecinesi (della quale ci sarebbe molto da approfondire, ci vorrebbe quasi una sezione a riguardo!) per il controllo, seppur estremamente limitato, di un determinato elemento.
    Ritengo sia un bellissimo ed intrigante argomento di studio.
    Non esiste molta documentazione a riguardo, ahime'.
    Se qualcuno fosse interessato, sarebbe davvero piacevole approfondire il tema (magari con sezione apposta sull'elementalismo) dato che non lo tratta quasi nessuno.
    In particolare, riguardo al "dominio" degli elementi, sarebbero da approfondire:

    Pirocinesi
    Controllo della fiamma attraverso gestualita' e mente.

    Idrocinesi e Criocinesi
    La prima: controllo dei liquidi, tramite profonda meditazione.
    La seconda: abilita' di "raffreddamento" tramite controllo calore corporeo e mente.

    Aerocinesi
    Controllo degli spostamenti d'aria.

    Geocinesi
    Abilita' di controllo piante, terra.

    ATTENZIONE: quando si parla di controllo ci si riferisce ad un controllo estremamente limitato.
     
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  7. Marspiter
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    davvero bella come descrizione, ma sopratutto grazie per i link e per i libri consigliati!!! :wee:
     
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    da Occult Images di Scott Cunningham ...........un saluto a tutti :)

    Edited by asdhe - 15/12/2015, 19:19
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  9. Blackwolf Redeyes
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    Black&White grazie per ciò che hai scritto mi hai migliorato la giornata è stupendo e adesso ne so molto di più sugli elementi di cui sono enormemente affascinato e sensibile ad essi. Grazie per le tue fatiche
     
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    Felice che ti sia stato di aiuto ^^
     
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    Apro questa discussione per un' eventuale delucidazione sui rispettivi simboli dei 5 elementi ( acqua aria fuoco terra e spirito ).

    Premetto che non ho idea di quale categoria scegliere ma quella che mi è sembrata più appropriata è stata la categoria della magia verde ( se dovesse essere sbagliata provvederò ).

    La domanda in questione è:

    Quale simbolo appartiene allo "spirito"?

    So che agli altri elementi appartengono quei triangoli che cambiano di verso in base all'elemento in questione ma non ho ancora capito quale simbolo associare allo spirito ^^' .

    Nel caso sapeste qualcosa vi prego di rispondermi... grazie in anticipo. :admire-onion-head-emoticon:
     
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    In effetti potevi mettere la domanda in una discussione che parla degli elementi..."riesumare" discussioni vecchie può farle ripartire ed arricchire..
    Comunque ecco qui:
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  13. Sabu-Rai
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    Sezione sbagliata, e domanda da inserire in altra discussione esistente come dice giunco. Ora la sposto, per cortesia la prossima volta chiedi. Grazie
     
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    Oltre che questo, io conosco la spirale destrocentrica come simbolo dell'etere.. purtroppo non ho trovato immagini rappresentative!
     
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  15. Nileha
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    Articolo stupendo!!!
    Personalmente mi sento molto legata alla terra, non so esattamente perché.
     
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25 replies since 30/5/2011, 01:27   17906 views
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