Anubis

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  1. Akasha Willburn
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    Anubis

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    Anubi, veniva definito quarto figlio di Ra generato con la dea Hesat, dalla testa di vacca.
    Indicato negli antichi geroglifici, come "Giovane cane", viene chiamato anche Imy-ut: l'Imbalsamatore.
    Per la civiltà egiziana è stata la prima divinità dell'Oltretomba, alla quale si aggiunse Osiri.

    Protettore delle necropoli,aveva il compito di accompagnare il Ba (anima del morto) oltre le porte della Duat, nel mondo dell'aldilà. Illuminando il cammino con la Luna che teneva nel suo palmo, conduceva l'anima del defunto nella Sala delle due Verità, davanti al tribunale degli dei. Qui, insieme allo scriba Thot ne pesava il cuore.

    La più frequente rappresentazione di Anubi è nella forma di un cane o uno sciacallo nero con una lunga coda e grandi orecchie ritte, in segno di attenta vigilanza, accovacciato su una tomba che ricorda una mastaba, o su un naos. Porta una fascia rossa al collo e un flagello nekhakha tra una delle zampe posteriori.
    A volte sostiene lo scettro-sekhem tra le zampe anteriori, oppure può trovarsi insieme a un leone.
    Un'altra delle più frequenti rappresentazioni di Anubi è in forma umana, con la testa di cane, mentre sostiene la croce-ankh, simbolo di immortalità, in una mano e lo scettro-uas, per far rinascere la vita, nell'altra.

    La più antica rappresentazione di Anubi è in una tavola risalente al sovrano Aha della I dinastia nella quale veniva anche citata la festività collegata al dio che veniva inizialmente rappresentato solo come canide dalla lunga coda e con uno scettro-sekhem accovacciato sopra una mastaba.
    Successivamente era spesso raffigurato nelle pitture parietali degli ipogei unitamente al sovrano defunto e sovente con un'altra divinità dal corpo di uomo e testa di falco con doppia corona: il dio protettore dei defunti Harsiesis.
    Nella Tomba di Nakhtamon a Deir el-Medina ed in altre tombe è raffigurato con testa d'ariete ed un serpente sulle corna con il significato di personificazione, o sincretismo, in Ra come sole della notte e signore dell'Oltretomba.
    Durante il Nuovo Regno veniva rappresentato anche nei sarcofagi. Resta notevole testimonianza il reperto del Tesoro di Tutankhamon ove il dio doveva assolvere il compito di protettore degli arredi funerari e sempre con scopi apotropaici la sua effige compariva nei sigilli delle tombe reali e nobiliari.
    In alcune tombe viene rappresentato nel suo ruolo di Imbalsamatore, chinato sul defunto con in mano lo scettro, nell'azione di far rinascere l'anima del defunto.
    Nell'Antico Egitto i sacerdoti erano anche imbalsamatori, ed il gran sacerdote presiedeva l'operazione indossando la maschera del dio.

    Il mito di Anubi

    Anubi veniva definito nei "Testi delle piramidi" come quarto figlio di Ra generato con la dea Hesat, dalla testa di vacca.
    Le varie teologie, in realtà molto confuse, lo indicavano anche come figlio, frutto di un rapporto tra Osiride e Nefti oppure della coppia Nefti-Seth ed era anche indicato come fratello di Osiride mentre, inizialmente, negli antichi testi non venivano citati né genitori né coniuge.
    La dea Qeb-hwt, anche conosciuta come Kebechet ossia "Colei che versa l'acqua fresca" che ristorava i defunti era considerata la figlia di Anubi e qualche volta la sorella.
    La sua paredra era la dea Inpwt avente anche lei per simbolo il canide ed un centro di culto sempre nel XVII distretto dell'Alto Egitto.

    Protettore della sacra terra della necropoli, aveva il compito di accompagnare il Ba del defunto davanti al tribunale supremo degli dei, così come narrato nel "Libro dei morti", illuminando il cammino con la Luna tenuta nel palmo della mano. In questo caso diveniva la forma sincretica del dio Upuat che significa "Colui che apre la strada" ed era anche assimilato all'altra divinità canide Khentamentyu ossia "Colui che è a capo della necropoli".
    Come rappresentato il alcune tombe del Medio Regno della necropoli tebana , Anubi appare chinato sul defunto con lo scettro rituale wr-hk3w detto "Grande di magia" il cui scopo era quello di ridonare la vita.

    In basso a sinistra dell'immagine si nota il feticcio rituale collegato al culto di Anubi
    Ebbe anche un ruolo importante nel mito di Osiride del quale imbalsamò le spoglie, su ordine di Ra, facendone così la prima mummia e divenendo quindi il dio protettore dell'imbalsamazione.
    Gli stessi imbalsamatori erano suoi sacerdoti e quello che presiedeva ai riti funebri indossava la maschera nera con le sembianze del dio, divenendo egli stesso la personificazione della divinità.
    Partecipava inoltre alla psicostasia ove conduceva il defunto nella "Sala delle due verità" e ne pesava il cuore assieme al dio Thot che come scriba ne registrava la pesatura. Tale rito secondo la religione egiziana aveva la funzione di decidere se il defunto avesse diritto alla vita nell'Oltretomba, in base alla purezza della sua anima.
    Successivamente fu associato, dai Greci, a Hermes Psychopompos ossia "Hermes che accompagna le anime" con il nome di Ermanubi che poche caratteristiche aveva del dio dinastico Anubi.
    Nel Libro XI de Le metamorfosi di Apuleio si trova la testimonianza che il culto di Anubi durò, a Roma, almeno fino al II secolo d.C.

    Fonte: N. Brasini, A. Turci

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