Poesia

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    Wiliam Butler Yeats - "Il vento tra le canne" 1899

    "Se avessi il drappo ricamato del cielo,
    intessuto dell'oro e dell'argento e della luce,
    i drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
    dai mezzi colori dell'alba e del tramonto,
    stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
    invece, essendo povero, ho soltanto i sogni;
    e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
    cammina leggera, perché cammini sui miei sogni."
     
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  2. RedJackson
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    Gabriele D'Annunzio - la pioggia nel pineto -

    Taci. Su le soglie
    del bosco non odo
    parole che dici
    umane; ma odo
    parole più nuove
    che parlano gocciole e foglie
    lontane.
    Ascolta. Piove
    dalle nuvole sparse.
    Piove su le tamerici
    salmastre ed arse,
    piove sui pini
    scagliosi ed irti,
    piove su i mirti
    divini,
    su le ginestre fulgenti
    di fiori accolti,
    su i ginepri folti
    di coccole aulenti,
    piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggeri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    t'illuse, che oggi m'illude,
    o Ermione.

    Odi? La pioggia cade
    su la solitaria
    verdura
    con un crepitio che dura
    e varia nell'aria secondo le fronde
    più rade, men rade.
    Ascolta. Risponde
    al pianto il canto
    delle cicale
    che il pianto australe
    non impaura,
    né il ciel cinerino.
    E il pino
    ha un suono, e il mirto
    altro suono, e il ginepro
    altro ancora, stromenti
    diversi
    sotto innumerevoli dita.
    E immensi
    noi siam nello spirito
    silvestre,
    d'arborea vita viventi;
    e il tuo volto ebro
    è molle di pioggia
    come una foglia,
    e le tue chiome
    auliscono come
    le chiare ginestre,
    o creatura terrestre
    che hai nome
    Ermione.

    Ascolta, Ascolta. L'accordo
    delle aeree cicale
    a poco a poco
    più sordo
    si fa sotto il pianto
    che cresce;
    ma un canto vi si mesce
    più roco
    che di laggiù sale,
    dall'umida ombra remota.
    Più sordo e più fioco
    s'allenta, si spegne.
    Sola una nota
    ancor trema, si spegne,
    risorge, trema, si spegne.
    Non s'ode su tutta la fronda
    crosciare
    l'argentea pioggia
    che monda,
    il croscio che varia
    secondo la fronda
    più folta, men folta.
    Ascolta.
    La figlia dell'aria
    è muta: ma la figlia
    del limo lontana,
    la rana,
    canta nell'ombra più fonda,
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su le tue ciglia,
    Ermione.

    Piove su le tue ciglia nere
    sì che par tu pianga
    ma di piacere; non bianca
    ma quasi fatta virente,
    par da scorza tu esca.
    E tutta la vita è in noi fresca
    aulente,
    il cuor nel petto è come pesca
    intatta,
    tra le palpebre gli occhi
    son come polle tra l'erbe,
    i denti negli alveoli
    son come mandorle acerbe.
    E andiam di fratta in fratta,
    or congiunti or disciolti
    ( e il verde vigor rude
    ci allaccia i melleoli
    c'intrica i ginocchi)
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani

    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggeri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    m'illuse, che oggi t'illude,
    o Ermione.
     
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    Les Métamorphoses du vampire. Charles Baudelaire

    La femme cependant, de sa bouche de fraise,
    En se tordant ainsi qu'un serpent sur la braise,
    Et pétrissant ses seins sur le fer de son busc,
    Laissait couler ces mots tout imprégnés de musc:
    — «Moi, j'ai la lèvre humide, et je sais la science
    De perdre au fond d'un lit l'antique conscience.
    Je sèche tous les pleurs sur mes seins triomphants,
    Et fais rire les vieux du rire des enfants.
    Je remplace, pour qui me voit nue et sans voiles,
    La lune, le soleil, le ciel et les étoiles!
    Je suis, mon cher savant, si docte aux voluptés,
    Lorsque j'étouffe un homme en mes bras redoutés,
    Ou lorsque j'abandonne aux morsures mon buste,
    Timide et libertine, et fragile et robuste,
    Que sur ces matelas qui se pâment d'émoi,
    Les anges impuissants se damneraient pour moi!»
    Quand elle eut de mes os sucé toute la moelle,
    Et que languissamment je me tournai vers elle
    Pour lui rendre un baiser d'amour, je ne vis plus
    Qu'une outre aux flancs gluants, toute pleine de pus!
    Je fermai les deux yeux, dans ma froide épouvante,
    Et quand je les rouvris à la clarté vivante,
    À mes côtés, au lieu du mannequin puissant
    Qui semblait avoir fait provision de sang,
    Tremblaient confusément des débris de squelette,
    Qui d'eux-mêmes rendaient le cri d'une girouette
    Ou d'une enseigne, au bout d'une tringle de fer,
    Que balance le vent pendant les nuits d'hiver.
     
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  4. Fozeya
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    Halfdark, purtroppo non posso mettere più di un like, ma la poesia che hai scelto ne meriterebbe almeno uno a parola!
     
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    Lo trasmetteremo all'autore! :D
     
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    CITAZIONE (halfdark @ 17/1/2015, 11:55) 
    Les Métamorphoses du vampire. Charles Baudelaire

    La femme cependant, de sa bouche de fraise,
    En se tordant ainsi qu'un serpent sur la braise,
    Et pétrissant ses seins sur le fer de son busc,
    Laissait couler ces mots tout imprégnés de musc:
    — «Moi, j'ai la lèvre humide, et je sais la science
    De perdre au fond d'un lit l'antique conscience.
    Je sèche tous les pleurs sur mes seins triomphants,
    Et fais rire les vieux du rire des enfants.
    Je remplace, pour qui me voit nue et sans voiles,
    La lune, le soleil, le ciel et les étoiles!
    Je suis, mon cher savant, si docte aux voluptés,
    Lorsque j'étouffe un homme en mes bras redoutés,
    Ou lorsque j'abandonne aux morsures mon buste,
    Timide et libertine, et fragile et robuste,
    Que sur ces matelas qui se pâment d'émoi,
    Les anges impuissants se damneraient pour moi!»
    Quand elle eut de mes os sucé toute la moelle,
    Et que languissamment je me tournai vers elle
    Pour lui rendre un baiser d'amour, je ne vis plus
    Qu'une outre aux flancs gluants, toute pleine de pus!
    Je fermai les deux yeux, dans ma froide épouvante,
    Et quand je les rouvris à la clarté vivante,
    À mes côtés, au lieu du mannequin puissant
    Qui semblait avoir fait provision de sang,
    Tremblaient confusément des débris de squelette,
    Qui d'eux-mêmes rendaient le cri d'une girouette
    Ou d'une enseigne, au bout d'une tringle de fer,
    Que balance le vent pendant les nuits d'hiver.

    Grande scelta!
    Io adoro la poesia oscura, specialmente quella di Baudelaire. I fiori del male è un'opera che va letta assolutamente!!
     
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  7. Dejanira
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    I GABBIANI

    Tutti i pomeriggi
    si radunano i gabbiani
    davanti alla stazione ferroviaria:
    Lì ripensano ai loro amori.

    Nel loro libro di memorie
    due fiori di sandalo:
    uno segna la pagina dei ponti,
    l’altro quella dei suicidi.

    E conservano anche una fotografia
    del mendicante che una volta trasportava
    gli scarti del mercato

    Ma il loro piccolo cuore
    lo stesso degli equilibristi –
    per nulla sospira tanto
    come per quella pioggia sciocca
    che quasi sempre porta il vento
    che quasi sempre porta il sole

    Bernardo Atxaga

     
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  8. ragazzaconorecchinodiperla
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    Numerus eius est sescenti sexaginta sex

    Sibilo infetto di malattia
    oltre le corde vocali del cielo
    ombra che disarticola le note
    pupille spezzate
    uncini piantati nell’angolo acuto
    della ragione.

    Eternità vagabonda sospesa
    come entità paradossale
    mani protese come imbuti
    sorrisi di gommapiuma
    distorti e sudati, tragici.
    Maschere di catrame
    altari e incensi e ori
    pallidi volti esangui
    e abiti viola,
    souvenir di morte.

    Habemus papam.

    Grido strozzato nella folla
    variopinta, ipnotizzata
    le colonne attorno come un abbraccio,
    garrota affilata, monatti e peste,
    bubboni affilati nella mente
    pietà e misericordia perdute
    come escrementi infetti
    l’obelisco un ago piantato
    nel cuore di dio
    ombra ossuta senza vergogna,
    sembianze umane, maschere.

    Vicarius filii dei
    pantomima del cielo.

    Assoluto dolore
    che chiude il velo al colore
    e la morte miete morte.

    Inutilmente
    falegname Joshua
    hai gridato all’infinito cielo
    nell’arsenico gelato
    della palestina
    il dolore del mondo
    che uccide
    il tuo colore.

    https://www.rossovenexiano.com/blog/numeru...sta-la-sapienza
     
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7 replies since 16/1/2015, 00:53   153 views
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