Manticora

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  1. Éstur S.T.
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    La manticora



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    La manticora è una creatura mitica, una sorta di chimera dotata di una testa simile a quella umana, corpo di leone e coda discorpione, in grado di scagliare spine velenose per rendere inerme la preda (confondendo così la sua immagine con lacriptozoologia di un istrice). A volte la manticora può possedere ali di qualche genere. Il nome "manticora" identifica anche un genere di insetto, Insectorum tigrides veloces a detta di Linneo, predatore, appartenente alle Cicindelinae.

    Descrizione

    Il primo a descrivere l'animale era stato Ctesia di Cnido nei suoi Indikà, di cui sopravvive un riassunto nella Biblioteca del patriarca Fozio:

    « Ctesia parla anche del manticora, una bestia che si trova presso gli Indiani e che ha il volto simile a quello degli uomini. Questa bestia è grande quanto un leone e ha il colore della pelle di un rosso simile a quello del cinabro; ha i denti disposti su tre file, le orecchie di un uomo e gli occhi glauchi simili a quelli di un uomo. La sua coda assomiglia a quella di uno scorpione di terra, misura più di un cubito ed è munita di un pungiglione. Nella coda, lateralmente, sono disposti, qua e là, altri pungiglioni, oltre a quello che, come nella coda dello scorpione, si trova sulla punta. È con questo pungiglione che il manticora colpisce chi gli si avvicina e chiunque venga da esso ferito trova una morte sicura. Se invece qualcuno lotta con il manticora a distanza, esso, sollevando la coda, si mette a saettare i suoi dardi, come da un arco, contro l'avversario che gli sta di fronte, oppure, voltandosi, cerca di colpirlo da dietro tendendo la sua coda in linea retta. Il manticora riesce a scagliare i suoi dardi fino a cento piedi di distanza e qualsiasi essere vivente venga da essi colpito (ad eccezione dell'elefante) trova una morte certa. I suoi pungiglioni misurano un piede e sono spessi quanto un giunco sottilissimo. Il termine "martichoras" significa in greco "antropofago", proprio per il fatto che questa bestia si nutre per lo più di uomini, oltre che di altri animali. Riesce a combattere anche con le unghie (oltre che con i pungiglioni). I suoi pungiglioni – così dice Ctesia - dopo che sono stati lanciati crescono di nuovo (molti infatti è possibile trovarne in India). In India ci sono molti esemplari di manticora: gli uomini li cacciano a dorso di elefante scagliando da lì le loro frecce. »(Ctesia FrGrHist 688 F. 45, 15: Phot.Bibl. 45b 31- 46 a 12 Henry)

    Jorge Luis Borges scrive citando Plinio:

    « "multaque alia monstri similia" c'è inEtiopia un animale chiamato mantichora, il quale ha tre ordini di denti connessi come quelli di un pettine, faccia e orecchie d'uomo, occhi azzurri, corpo cremisi di leone, e coda terminante in aculeo come di scorpione. Corre con una somma rapidità ed è amantissimo della carne umana; la sua voce è come un concerto di flauto e tromba. »(Jorge Luis Borges, Manuale di zoologia fantastica)

    La descrizione è ripresa con più dettagli da Claudio Eliano, che sostiene sempre di citare Ctesia ma colloca la bestia in India e aggiunge all'aculeo lungo un cubito delle spine avvelenate, scagliabili all'occorrenza. L'unico animale che può tener testa alla manticora è il leone, però gli Indiani riescono a catturarne i cuccioli ancora privi di aculei e gli mozzano la coda, per renderli inoffensivi e portarli a spasso, tanto è vero che ne hanno regalato uno al re di Persia. Il vero nome sarebbe martikhoras (dal persiano mardkhora, "mangia uomini").

    Pausania non sembra molto convinto e ipotizza che si tratti di una versione distorta della tigre indiana, malgrado tripla fila di denti e aculeo non corrispondano.

    Anche Filostrato avrebbe cercato la manticora in India, secondo quanto racconta nella biografia romanzata diApollonio di Tiana.

    Ad ogni modo, la manticora sopravvive e si moltiplica nei bestiari medioevali, spesso assunta come simbolo della tirannia e dell'invidia, o più alla grossa del demonio. Ne parla Brunetto Latino, e forse ha suggestionato anche Dante Alighieri, nei tratti di un mostro della Divina Commedia.

    Nei secoli successivi la ritroviamo in Topsell e Rabelais, e in Gustave Flaubert:

    La manticora (gigantesco leone rosso, dal volto umano, con tre filari di denti):

    « I marezzi del mio pelame scarlatto si confondono col riverbero delle grandi sabbie. Soffio dalle narici lo spavento delle solitudini. Sputo la peste. Mangio gli eserciti, quando s'avventurano nel deserto. Ho le unghie ritorte a succhiello, i denti tagliati a sega; e la mia coda roteante è irta di dardi che lancio a destra, a sinistra, in avanti, in dietro. Guarda! Guarda! (la manticora lancia le spine della coda, che si irradiano come frecce in tutte le direzioni. Gocce di sangue piovono schioccando sul fogliame.) »

    Fonti: Wikipedia
     
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    :)

    allego anche questo...

    "Manticora—A red lion-like creature of India with
    the head of a man, mane of a lion, tail of a scorpion,
    three rows of iron teeth, and a
    beautiful musical voice like a
    trumpet or flute. It is usually
    thought to be a tiger, but I
    believe it is actually the
    hamadryad baboon." di Scott Cunningham

    traduzione: "Manticora - Un leone rosso simile creatura dell'India con
    la testa di un uomo , criniera di un leone , coda di uno scorpione,
    tre file di denti di ferro , e
    bella voce musicale come una
    tromba o flauto. Di solito
    pensato per essere una tigre , ma io
    credo che in realtà è il
    babbuino amadriade."
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    da Occult  Images_ Scott Cunningham

     
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    La manticora era una creatura mitica indiana. Aveva un corpo da leone, la coda da scorpione e una testa analoga a quella umana. Dalla coa era in grado di scagliare aculei avvelenati simili a dardi. Il primo a descrivere una manticora fu lo storico greco Ctesia di Cnido, il cui testa è andato perduto, ma viene ricordato da citazioni di altri autori.

    CITAZIONE
    Ctesia parla anche del manticora, una bestia che si trova presso gli Indiani e che ha il volto simile a quello degli uomini. Questa bestia è grande quanto un leone e ha il colore della pelle di un rosso simile a quello del cinabro; ha i denti disposti su tre file, le orecchie di un uomo e gli occhi glauchi simili a quelli di un uomo. La sua coda assomiglia a quella di uno scorpione di terra, misura più di un cubito ed è munita di un pungiglione. Nella coda, lateralmente, sono disposti, qua e là, altri pungiglioni, oltre a quello che, come nella coda dello scorpione, si trova sulla punta. È con questo pungiglione che il manticora colpisce chi gli si avvicina e chiunque venga da esso ferito trova una morte sicura. Se invece qualcuno lotta con il manticora a distanza, esso, sollevando la coda, si mette a saettare i suoi dardi, come da un arco, contro l'avversario che gli sta di fronte, oppure, voltandosi, cerca di colpirlo da dietro tendendo la sua coda in linea retta. Il manticora riesce a scagliare i suoi dardi fino a cento piedi di distanza e qualsiasi essere vivente venga da essi colpito (ad eccezione dell'elefante) trova una morte certa. I suoi pungiglioni misurano un piede e sono spessi quanto un giunco sottilissimo. Il termine "martichoras" significa in greco "antropofago", proprio per il fatto che questa bestia si nutre per lo più di uomini, oltre che di altri animali. Riesce a combattere anche con le unghie (oltre che con i pungiglioni). I suoi pungiglioni – così dice Ctesia - dopo che sono stati lanciati crescono di nuovo (molti infatti è possibile trovarne in India). In India ci sono molti esemplari di manticora: gli uomini li cacciano a dorso di elefante scagliando da lì le loro frecce.

    Spesso la manticora attrae i viaggiatori emettendo un suono molto simile a quello di una trombetta. Poi era in grado facilmente di recidere di netto la testa del viaggiatore all'altezza del collo grazie alle tre file di centinaia di denti che possedeva.
    Secondo le descrizioni di alcuni bestiari medievali, essa avrebbe anche delle ali nere da pipistrello che le permetterebbero di volare.

    manticora_by_eoyaguar
     
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    Molto interessante!
    Alle volte mi domando se questi bestiari non abbiano un fondo di verità, insomma, da dove vengono veramente, possibile siano stati inventati di sana pianta?
    Alle volte penso che siano frutto di ingegneria genetica fatta da "altri" in tempi remoti e che siano giunti fino a noi i racconti di queste ricombinazioni genetiche sconsiderate.
     
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    CITAZIONE (Gaela75 @ 10/9/2016, 16:55) 
    Molto interessante!
    Alle volte mi domando se questi bestiari non abbiano un fondo di verità, insomma, da dove vengono veramente, possibile siano stati inventati di sana pianta?
    Alle volte penso che siano frutto di ingegneria genetica fatta da "altri" in tempi remoti e che siano giunti fino a noi i racconti di queste ricombinazioni genetiche sconsiderate.

    Anch'io ci penso spesso! Secondo me, visto che sono stati scritti in tempi piuttosto remoti penso che siano delle elaborazioni fantasiose su alcune specie particolari di animali che avvistavano e che ancora non conoscevano. Comunque sono d'accordo anche con la tua ipotesi.
     
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  8. archangel02
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    CITAZIONE
    Molto interessante!
    Alle volte mi domando se questi bestiari non abbiano un fondo di verità, insomma, da dove vengono veramente, possibile siano stati inventati di sana pianta?
    Alle volte penso che siano frutto di ingegneria genetica fatta da "altri" in tempi remoti e che siano giunti fino a noi i racconti di queste ricombinazioni genetiche sconsiderate.

    Spesso i miti sono semplicemente metafore alchemiche.

    Poi pensa che al tempo non esistendo collegamenti fra varie culture si andava a "fantasticare" su altri luoghi e paesi. Le balene erano considerate mostri marini, e molti pensano che la leggenda dell'unicorno possa essere originata dai rinoceronti nani di Giava...

    Il fatto è che a quel tempo un racconto realistico, attraverso il suo viaggio da un paese all'altro, si arricchiva di elementi fantastici "bocca dopo bocca" aedo dopo aedo...
     
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