Il Giardino dei Tarocchi

Niki de Saint Phalle

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  1. EllyEB
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    Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, frazione comunale di Capalbio (GR) in Toscana, Italia, ideato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi.

    Il Giardino sorge sul versante meridionale della collina di Garavicchio, nella Maremma toscana. L'opera, dilatata su circa 2 ettari di terreno, costituisce una vera e propria "città" in cui le sculture-case segnano le tappe del percorso spiccando coloratissime già dalla strada nel selvaggio paesaggio naturale. Ai piedi della collina di Garavicchio, l'accesso al Giardino è letteralmente sbarrato dalla lunga muraglia del padiglione d'ingresso creato da Mario Botta, costituito da un doppio muro di recinzione in tufo con una sola grande apertura circolare al centro, chiusa da una cancellata. Lo stesso Botta ha dichiarato che nel disegno dell'ingresso ha cercato di interpretare il sentimento di "separazione" tra il Giardino ed il mondo esterno che Niki de Saint Phalle chiedeva: il muro è inteso quindi come una "soglia", da varcare per entrare in una "pausa magica" nettamente divisa dalla realtà di tutti i giorni.
    Seguendo l'ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudàa Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo, Niki de Saint Phalle inizia la costruzione del Giardino dei Tarocchi nel 1979.

    Identificando nel Giardino il sogno magico e spirituale della sua vita, Niki de Saint Phalle si è dedicata alla costruzione delle ventidue imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate, per più di diciassette anni, affiancata, oltre che da diversi operai specializzati, da un'équipe di nomi famosi dell'arte contemporanea come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marina Karella e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991, che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro.

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Niki_...vialetto_02.JPG


    l'Albero della Vita reca la figura dell'Impiccato, che dal suo punto di vista rovesciato suggerisce un altro modo di guardare la realtà delle cose. E mentre di fronte sale fino alla testa del Mago la serpeggiante scalinata blu intenso sotto la quale è nascosto l'accesso all'interno della testa-fontana della Papessa, dipinto di azzurro con stelle argentee, sulla destra si staglia, inquietante nel suo netto contrasto di bianco e nero, la figura della Giustizia, con la bilancia poggiata sui grandi seni e lo spazio interno, sbarrato da un cancello chiuso da un enorme lucchetto, occupato da un'altra delle sinistre mecaniqués di Jean Tinguely raffigurante L'Ingiustizia.

    Procedendo lungo la stradina di cemento - mentre un cartello segnala una possibile deviazione in mezzo al boschetto, dove sono collocate le sculture degli Innamorati, coloratissime e gioiose figure in poliestere che sedute sul muretto consumano il loro pic-nic e, più indietro, solitaria in mezzo ad una piccola radura, il Profeta, grande fantasma cavo interamente ricoperto di specchi - ci si imbatte nel castello dell'Imperatore, concepito "come una cittadella imperiale munita di torri, di un camminamento di ronda, di un cortile adornato da una fontana e da 22 colonne (il numero degli Arcani Maggiori) che sostengono un loggiato".

    L'Imperatore

    L'Imperatore "è la figura con maggiore completezza architettonica, che Niki de Saint Phalle ha studiato a lungo e modificato dove pare raccolta l'eredità di Gaudí". Rappresenta la carta del Maschile, fisico e psichico (simboleggiato dalle strutture verticali e dal razzo rosso rivolto verso il cielo poste in fregio al camminamento superiore), dell'ambizione, del potere consolidato simboleggiato anche dal ricco repertorio materico - "una onirica rievocazione del ready-made degli anni Sessanta"- che comprende "vetri di Murano e murrine, specchi di Francia, cecoslovacchi e di Boemia, rilievi decorativi (...) e tasselli di un puzzle senza eguali", richiamando "oggetti ed elementi dei più vari o ne sono dei calchi fino ai volti di tutti coloro che hanno collaborato alla creazione del Giardino dei Tarocchi, i cui nomi sono anche riprodotti in murrine tutto attorno ad una delle colone del loggiato". Al centro del cortile racchiuso da questo ondeggiante, polimaterico loggiato, è ritagliata una vasca circolare nella quale quattro felici, coloratissime nanas fanno il bagno, schizzando dai seni getti d'acqua. Sul retro del Castello, staccata ma incombente, si eleva la Torre, simbolo delle costruzioni mentali non fondate su basi solide, interamente rivestita di specchi e decapitata dalla violenza del fulmine-macchina-ferraglia concepita da Jean Tinguely. Dalle finestre rettangolari ritagliate lungo le pareti della Torre si può avere una visione dell'interno dell'edificio, le cui strette stanze erano state adibite ad ufficio, oggi non accessibile.

    L'Imperatrice-Sfinge

    Interno dell'Imperatrice, la cucina

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Niki_...rno,_cucina.JPG
    Precedentemente chiusa al pubblico è anche la scultura più rappresentativa ed importante del complesso, la Imperatrice-Sfinge nella quale Niki de Saint Phalle ha abitato per lunghi periodi durante i lavori. Posta a lato del Castello, l'Imperatrice si affaccia sulla piazza sottostante ed è posta in posizione dominante sull'intero Giardino. Enorme ed opulenta, il corpo esageratamente formoso rivestito di una fantasmagoria di ceramiche molate, l'Imperatrice incarna forse meglio di qualsiasi altra scultura la cifra stilistica della "curva" adottata da Niki de Saint-Phalle fin dagli anni Sessanta nelle sue "Nanas". All'interno della "grande madre" - "spazio tutto a rotondità ondulate senza alcun angolo" secondo le parole dell'autrice, adibito ad abitazione con la stanza da letto in un seno, la cucina nell'altro e lo spazio centrale arredato come soggiorno studio - sono state collocate il 17 agosto 1996 - attualmente visibili - la figure del Giudizio, delle Stelle e del Carro, riflesse dalle migliaia di frammenti di specchi veneziani che rivestono le pareti. Sul dorso dell'Imperatrice, i filamenti della chioma rivestita di specchi blu elettrico che incornicia il volto nero della figura, delimitano una terrazza-belvedere tutta anfratti e concavità, accessibile da una scalinata modellata sul lato esterno, dai cui si gode l'ampio panorama della campagna circostante e la visione argentea della Luna, scultura "skinny" sostenuta dal granchio rosso posta al centro di una radura più in basso.

    La Temperanza

    Ancora proseguendo il cammino, sul limitare del pendio di sinistra sorge la cupoletta-cappella di specchi e cemento sovrastata dalla figura della Temperanza, dedicata alla memoria di Jean Tinguely e di Ricardo Menon; l'igloo è rivestito all'interno di specchi e formelle ceramiche in forma di fiori, ed è incentrato attorno ad un piccolo altare con il bassorilievo coloratissimo di una Madonna nera, che veglia sulle fotografie degli amici scomparsi. Entrare nella cappella significa penetrare in una dimensione in cui si perdono i parametri spaziali conosciuti: più che in altri luoghi del Giardino (e ancora più forte deve essere la sensazione all'interno dell'Imperatrice), l'effetto è di un avvolgente, spaesante caleidoscopio di colori e di forme curve continuamente riflesse e frantumate, uno spazio magico e sfuggente nel quale sembra tradursi il concetto stesso di infinito. Nei pressi della cappella, nelle piazzole in mezzo al verde, sono sistemate sculture-sedili a forma di animali, utilizzabili come momenti di sosta, di contemplazione e di meditazione, mentre altre sculture, di soggetto mitico (la Dea dei serpenti o l'Oracolo) o animale (il gatto Ricardo) sono sparse nel boschetto.

    La Morte-Il Diavolo-Il Matto-Il Mondo

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Niki_...hiavistello.JPG

    Il chiavistello della Giustizia
    Ritornando indietro fino alla scultura del Sole, un altro piccolo sentiero sterrato conduce scendendo all'ultimo, selvaggio settore del Giardino, un solitario itinerario composto di tre piccole radure vicine in cui si ergono, isolate, le sculture della Morte, posta su un basamento di specchi e simboleggiata da una ghignante figura dorata in sella ad un cavallo blu che falcia uomini e animali ai suoi piedi; del Diavolo, in agguato sul fondo di una nicchia vegetale, con le ali di pipistrello spiegate, il corpo coloratissimo, il sesso incerto, le due figure umane - femminile e maschile - ai lati; del Matto, filiforme scultura "skinny" in cui il giovane vagabondo, nel quale l'artista si identifica, è il simbolo del caos, dello spirito e dell'entusiasmo ed infine del Mondo, eseguita insieme a Tinguely che ha creato la macchina ferrosa alla base che fa ruotare ad intervalli regolari, illuminando magicamente con minuscole particelle di luce il verde circostante, la sfera di specchi stretta tra le spire di un serpente e sovrastata da una figura di donna a braccia aperte.

    La Forza


    La scultura della Forza rappresenta l'undicesimo Arcano dei Tarocchi e mostra una donna che tiene sotto controllo un drago, legato a lei da un filo invisibile. Si tratta di una originale interpretazione di questo Arcano, che, dal mazzo dei Visconti del 1450, raffigura una donna che apre le fauci ad un leone. L'introduzione della figura del drago mostra anche i debiti iconografici che l'artista ha verso le sculture del Bosco Sacro di Bomanzo, dove è presente un drago che ricorda molto quello di Niki de Saint Phalle
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  2. EllyEB
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    Anche per me....mi ha incuriosito....da visitare :)
     
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    L'Eremita

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    Io l’ho visitato diversi anni fa, è fantastico! Consiglio a tutti di immergersi lì dentro
     
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    Bellissimo!
     
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