La ricerca del proprio angelo guida

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  1. ares
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    "L'anima dell'uomo è il santuario del genio- insegna il Kremmerz- . Sii uomo , sii ragionevole e domina con la perpetua padronanza dei giudizi tutte le illusioni dei tuoi sensi materiali e grossolani; formati la coscienza dell'essere e, se lo meriti o forzi la natura di fuori alla tua coscienza spunterà Raphael o Astaroth , l'angelo o il demone".....

    Secondo la dottrina di Agrippa, scrive Lenain, a ciascun uomo sono affidati tre angeli custodi, o geni, di cui il primo è sacro e non emana dal potere degli astri, ma proviene da Dio non appena l'anima è creata. Questo spirito è universale al di sopra della natura; esso comunica la luce divina, vale a dire luce del Verbo che illumina ogni uomo che viene al mondo, ed esalta l'anima verso il Creatore. Si può conoscere consultando la tavola delle ore:

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    (le immagini ai mè non sono perfette scusate..)

    Il secondo angelo emana dal mondo astrologico, vale a dire dalla potenza degli astri. Conduca l'uomo alla virtù e influisce sul morale e sulla parola. Si può conoscere attraverso la tavola dei giorni (foto sopra).
    Il terzo genio emana dal mondo elementare, domina sul fisico dell'uomo e sulla salute, sui movimenti e sulle azioni.
    Si può conoscere utilizzando la tavola dei quinari.

    Esempio:

    Supponiamo che una persona nata il 17 novembre alle ore 10.15 desideri conoscere il nome e le virtù dei propri angeli.
    Dalla tavola A apprendiamo che il 49° genio, Vehuel , domina dal 15 al 19 novembre incluso, influenzando le qualità fisiche dell'interessato.
    Nella tavola B troviamo la corrispondenza tra il giorno di nascita, 17 novembre, e il 27° genio, Ierathel,il cui influsso intaressa l'aspetto morale. In fine, dalla tavola C ricaviamo l'indicazione che l'ora di nascita (10,15) è compresa nei venti minuti influenzati dal 31° genio, Lecabel, il quale presiede la sfera dell'anima e dello spirito della persona.
    Risuta pertanto dalla nostra ricerca che il soggetto in esame è influenzato dall'angelo Vehuel ,per il lato fisico, (relativo agli aspetti materiali, le necessità o i problemi della vita) ; dall'angelo Ierathel per il lato morale (e quanto riguarda la dimensione interiore, la psiche , l'intelligenza, la sensibilità) e in fine dall'angelo Lecabel, in rapporto diretto con i valori più nobili e profondi dell'essere, la sua parte spirituale.
    Esiste tuttavia una differente interpretazione relativa al metodo di ricerca del proprio angelo, che semplifica notevolmente i calcoli e le relative corrispondenze, attribuendo ad un' unica entità i tre diversi valori stabiliti con il sistema precedentemente esposto.
    In questo caso l'angelo guida si identifica soltanto con l'entità compresa nei cinque giorni di influenza della tavola A.
    Riprendendo l'esempio precedente, otterremmo dunque , quale unico punto di riferimento, l'angelo Vehuel , il cui influsso si estenderebbe intregralmente al soggetto in questione.
    Avremmo quindi la possibilità di invocare l'angelo Vehuel nel periodo di maggiore influenza, dal 15 al 19 novembre , dalle ore 16 alle ore 16,20 e nei giorni più propizi, corrispondenti al 7 maggio , 18 luglio, 28 settembre, 9 dicembre e 19 febbraio (come indicato nelle tavole CeB) , alla stessa ora.
    Occorre notare che nei periodi e nei giorni prestabiliti, l'angelo risulta più attivo e al massimo delle proprie potenialità, ma questo non impedisce di continuare le invocazioni oltre e al di fuori le date prescritte, osservando tuttavia l'orario richiesto. E' altresì consentita la pratica invocatoria rivolta ad altre entità differenti dalla propria, calcolata secondo i dati di nascita , orientando le proprie richieste o le necessità in relazione alle specifiche virtù e competenze di ogni singolo angelo. In merito all'orario, riteniamo utile un'ulteriore chiarificazione, a nostro avviso di fondamentale importanza e mai prima evidenziata. La maggior parte degli autori ignora addirittura il particolare; nei rari casi in cui il punto viene affrontato, si ritiene indispensabile re il tempo dell'invocazione entro i venti minuti indicati, evitando accuratamente e assolutamente di superarli; noi crediamo in vece, confortati in questo dalla nostra personale esperienza, che i venti minuti rituali siano da considerare realmente indispensabili unicamente quale tempo di inizio dell'operazione invocatoria,
    il cui procedimento completo può molte volte protrarsi ben oltre l'orario stabilito.
    Per concludere, intendiamo sottolineare ulteriormente la possibilità di utilizzare ritualmente l'intero calendario angelico, compiendo un'invocazione al giorno rivolta ad ognuna delle 72 entità celesti, osservando ovviamente le istruzioni e gli orari riguardanti ogni singolo angelo.

    Precisazioni.
    Uno dei primi punti da risolvere riguarda l'orientamento da seguire durante le operazioni. Anche in questo caso disponiamo di numerose versioni ed altrettanti varianti interpretative, ma la regola tradizionale è la seguente:

    quando non specificato, conviene sempre rivolgersi verso EST, l'oriente simbolico che corrisponde alla nascita del sole e della Luce iniziatica.
    Altrimenti, si osservano le seguenti disposizioni:

    dal 20 marzo al 21 giugno : EST
    dal 22 giugno al 21 settembre : SUD
    dal 22 settembre al 20 dicembre : OVEST
    dal 21 dicembre al 19 marzo : NORD

    Dall' analisi dell'elenco dei 72 angeli, appare inoltre evidente che tra il primo che governa il periodo compreso tra il 20 e il 24 marzo, e l'ultimo che governa dal 10 al 14 dello stesso mese, esiste un vuoto apparentemente inspiegabile. Si tratta di cinque giorni anticamente consacrati a cinque divinità dette "epagomeni", che costituivano la pentade sacra." I cabalisti moderni- scrive Lenain - attribuiscono questi ultimi cinque giorni alle intelligenze che presiedono ai quattro elementi, ai quattro punti cardinali, agli equinozi e ai solstizi e alle quattro stagioni.
    Resta un altro giorno, consacrato a Dio e quando l'anno è bisestile ne restano due, numero attribuito al genio dell'uomo.
    Questa spiegazione non risolve tuttavia il problema posto e lascia dentro di se alcuni interrogativi ai quali tenteremmo di fornire una risposta.
    A questo proposito abbiamo selezionato alcun soluzioni prospettate dai maggiori autori interessati alla questione.
    La più semplice e diffusa, consiste nell'attribuire ai nati dal 15 al 19 marzo non uno, ma addirittura due angeli e più precisamente il n 72 e il n 1 ;
    in questo caaso l'interessato può eleggere a propria guida sia l'una che l'altra entità, oppure entrambe. Per quanto riguarda invece i nati il 29 febbraio, è possibile ricorrere al medesimo angelo che domina il giorno precedente, o il sucessivo (ma non entrambi), cioè a dire il 28 febbraio o il 1 marzo.
    Una alternativa più complessa, suggerita da alcuni studiosi contemporanei, consiste invece nella disposizione dei 72 angeli sul cerchio zodiacale di 360 gradi, seguendo un ordine di cinque gradi in cinque gradi, utilizzando le effemeridi per stabilire la posizione del sole. In questo modo, il primo giorno posto sotto al dominio del primo angelo viene a coincidere con la posizione del sole a 0° dell'Ariete e così di seguito per l'intero elenco dei 72.
    Ovviamente sguendo questo sistema, occorre tenere presente ogni anno la variazione delle date, ma si evitano le difficoltà relative ai giorni "orfani".

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    Le cifre o caratteri angelici nel contesto rituario

    Osservando le figure che illustrano le pagine dedicate alla descrizione analitica degli angeli (foto), è possibile notare la presenza di tre tipi diversi di "cifre" attribuite a ogni sigola entità. Per rendere l'opera più completa in particolare sotto il profilo documentario, abbiamo ritenuto utile riportare i caratteri dei 72 angeli così come si presentano in tre manoscritti magici originali, due dei quali inediti, conservati nei nostri archivi. La prima serie di cifre, contrassegnate con il numero 1 , è tratta dall'opera "Table des 72 Anges (XVIIIsec.). La seconda, corrisponde al numero 2, è stata rirodotta fedelmente dal manoscritto "Les Vrais Talismans, Pentacles et Cercles , avec la Clèf de la Divine Magie des Anges" , variante del testo precedente, trascritta verosimilmente in epoca sucessiva (metà XIX sec.) , che pur mantenendo sostanzialmente inalterato lo "stile" grafico delle cifre, presenta differenze strutturali di tale riglievo da consentirne e giustficarne la pubblicazione. La terza e ultima, contrassegnata dal numero 3, proviene dal manoscritto del Lenain "La Cable Divine" (prima metà XIX sec.) e cstituisce a nostro parere l'esempio più interessante e maggiormente degno di attenzione.
    La selezione tra i vari testi originali a nostra disposizione, di queste tre versioni giudicate tra le più rappresentative e attendibili, crediamo possa consentire, oltre il confronto altrimenti non facile di tre fonti diverse, uno studio più approfondito e maggiori opportunità di ricerca in un settore esoterico di primaria importanza, nel quale risultano pressochètotalmente assenti - e non solo in italia - pubblicazioni specifiche di sufficiente rilievo. Questa
    prolungata lacuna appare oltremodo dannosa, oltrechè incomprensibile, poichè impedisce in effettii lo sviluppo di una serie di applicazioni di indubbia importanza sul piano rituario e rende inevitabilmente mutilo ogni tentivo di interpretazione in "chiave operativa" dei testi di "cabala divina e angelica".
    Comprendiamo a questo punto la necessità di un'esauriente risposta a un quesito consequenziale : "Quale può essere, fra le tre cifre proposte, la più idonea ai fini di un' eventualesperimentzione?" Non è obiettivamente possibile fornire indicazioni precise in proposito, soprattutto perchè una risposta di valore assoluto in un campo che sfugge sistematicamente a qualsiasi forma di classificazione, nel quale interaggiscono oltretutto tanti e tali elementi inevitabilmente imperniati sulla determinante componente soggettiva, si dimostrerebbe palesemente vaga se non infondata.In linea teorica è consentito considerare la possibilità di utilizzare contemporaneamente le tre cifre (o due di esse ), tuttavia, se vogliamo attenerci ai classici in materia, è preferibile adottare una serie di cifre alla volta. I criteri di scelta possono anche basarsi su riflessioni di carattere esclusivamente personale, determinati dalla propria sensibilità o ispirazione, da una meditazione mirata, o da quel certo "sesto senso" cche in queste circostanze non dovrebbero mancare. Ovviamente soltanto la sperimentazione diretta e lesperienza costante saranno in grado di sciogliere i dubbi maggiori e di verificare costruttivamente l'efficacia e il valore dell'una o dll'altra serie di "caratteri angelici" . Per coloro interssati prevalentemente all'aspetto operativo, crediamo utile ricordare che secondo i canoni della tradizione cerimoniale " cio che conta in Magia è l'azione". Evitare dunque di perdersi nei labirinti diinconcludenti elucubrazioni e passare decisamente all'Opera , e quanto consigliano i maestri.

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    Utilizzazione delle cifre nel rito

    La pratica relativa all'uso delle cifre in magia si fonda su regole tradizionali che consentono ben poco spazio a varianti arbitrarie o interpretazioni soggettive. Per quanto concerne la tecnica invocatoria stabilita specificatamente in rapporto ai 72 angeli della Cabala Divina, occorre seguire le seguenti istruzioni: procurarsi buona cart nuova, o cartoncino, di colore bianco; una o più penne nuove di colore rosso o blu, forbici nuove ( acuni dicono possibilmente in argento). Si ritaglieranno tanti biglietti della grandezza di 5x10 centimetri ( o 6x12), in numero sufficiente, secondo quantoo
    stabilito necessario in base alle operazioni da compiere.

    (Chi desiderasse applicare integralmente le regole canoniche, può compiere questa operazione nell'ora compresa trra il mezzogiorno e l'una della domenica o all'alba del lunedì, bruciando incenso reale, foglie di lauro, mirto e mirra. )

    Una volta tagliati, i biglietti devono essere riposti in un luogo riservato al riparo da estranei e utilizzati durante il rituale invocatorio, attenendosi a quanto riportato nel rituale.

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    istruzini rituali

    Le tecniche rituarie connesse alla magia degli angeli possono variare secondo la tradizione alla quale si attinge, anche in misura considerovole. Negli antichi rituali di ispirazione salomonica ad esempio, la dinamica invocatoria risulta imperniata su una serie pressochè interminabile di formule e orazioni sostenute da complessi apparati cerimoniali in grado di scoraggiare chiunque intendesse accostarsi alla pratica privo di una collaudata preparazione. Il rituale invocatorio relativo ai 72 angeli della Cabala Divina, riproposto integralmente per la prima volta , apparve invece relativamente semplice e accessibile anche a coloro che non disponendo di particolari attitudini o precedenti esperienze , volessero sperimentare la parte operativa.
    Le possibilità di sviluppo rituario basate sull'invocazione dell'angelo si articolano sostanzialmente su livelli operativi, i cui punti essenziali sono esposti negli schemi che seguono.

    Invocazione di primo livello

    Dopo aver scelto l'angelo al quale rivolgersi e individuato esattamente nome, tempi di chiamata e attributi specifici utilizzando le tavole A,BeC, è sufficiente attendere l'orario ottimale suggerito nell'aposita casella e procedere all'invocazione.

    1- Appartarsi in una stanza della propria abitazione o altro luogo possibilmente riservato, che consenta uno svolgimento corretto e tranquillo del rito.
    L'ambiente può essere utilmente purificato, lavando i pavimenti con acqua di mare o acqua corrente mista a sale marino e successive fumigazioni di incenso reale, mastice, foglie di timo, lavanda e corteccia di pino marittimo (in mancanza , è sufficiente il solo incenso). Si lascino in fine le finestre aperte almeno un' ora.

    2- Procedere ad una preliminare forma simbolica di purificazione personale, lavndo le mani e i polsi con acqua corrente, pronunciando la formula:
    "Come il fiume monda la pietra, quest'acqua purifichi il mio corpo fsico da ogni squilibrio e da ogni impurità, e il mio corpo astrale da tutte le impressioni negative assorbite". Coloro che lo desiderano possono integrare il rito con una candela bianca, o altra adeguata all'operazione, da collocare sul tavolo davanti a se, o alla propria destra, fino alla conclusione del rito. Un particolare non indispensabile, ma da non trascurare, riguarda l'uso di incenso, misto preferibilmente a mirto e benzonio, da ardere prima di accendere la caandela e dopo averla spenta, al termine delle operazioni.

    3- Orientarsi verso il punto cardinale corrispondente al periodo in cui si opera ( in primavera EST - in estate SUD - in autunno OVEST - in inverno NORD)

    4- Dopo qualche istante di concentraazione, recitare (a voce) il versetto del salmo in latino relativo all'angelo.(mettero in un altro post)

    5- Invocare a voce alta il nome dell'angelo ed esporre chiaramente la propria richiesta (si consiglia di scriverla precedentemente a parte , per evitare errori o incertezze).

    6- Dopo alcuni attimi di meditazione concludere il rito con eventuali fumigazioni, spegnendo la candela (v. punto 2)

    (le foto non sono in ordine perdono ma sono tutte)

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    Invocazione di secondo livello ( tipologia)

    Fino al punto 3 attenersi alle precedenti istruzioni.

    4-Dopo alcuni istanti di concentrazione, recitare l'invocazione all'Angelo (mettero in altro post) corrispondente all'entità prescelta.

    5-Recitare il versetto in latino.

    6- Continuare con la formula preliminare di richiesta:

    "O grande, sacro e glorioso angelo celeste che rispondi al nome di.....(nome dell'angelo)e Voi tuttiangeli sublimi, servitori dell'Altissimo, immenso, Eterno Dio dell'universo, creatore del Cielo e della Terra di tutte le cose visibilii e invisibili, io.....(nome e cognome)
    Vi prego di ascoltare la mia preghiera e di intervenire in mio aiuto, per i santi e potentissii nomi di Adonay , Agla , El, Eheieh, Elohim, Helion, Iah, Shaday , On , Tetragrammaton, affinchè possa ottenere nel rispetto dell'Unica legge della Giustizia Assooluta di cio che io credo":....

    7-Esporre la propria richiesta.

    8-Dopo qualche istante di meditazione, terminare con la preghiera di ringrazziamento:
    "Angeli di Luce e ddi Pace! Messaggeri della Gloria Divina, Potenze illuminatrici e gloriose! Che il fumo di questo incenso salga a Voi come la mia devota parola, quale pegno della mia riconoscenza e della mia gratitudine. Degnatevi,o Spiriti di Luce e di Conoscenza, di continuare ad accordarmi i meravigliosi tesori della Vostra Ispirazione, della Vostra Assistenza , del Vostro Sostegno. E che tra Voi e me regni sempre la Pace Divina. Amen."

    Si conclude come al punto sei del primo livello.

    Esistono altri modi per l'invocazione,ho messo questi perchè , "io ritengo" questi ,più semplici ...spero sia stato interessante :-)

    consigli

    Predisporsi al rito (ad ogni rito) con serietà, fiducia e serenità.
    Per quanto riguarda la richiesta o il desiderio da esprimere, ricordare sempre costntemente che ci si rivolge a un angelo; appare ovvio pertanto mantenersi entro ai limiti dettati da un netto senso di responsabilità e della giustizia e da sani principi morali.

    Una domanda assurda, illecita o irrgionevole potrebbe risultare controproducente oltre che inutile.
    Durante il periodo rituale cercare di evitare gli eccessi di qualsiasi genere.
    Dedicare una parte del proprio tempo alla meditazione, alla preghiera, alla ricerca dell'armonia dentro di sè.....

    Ultima cosa consigliano ,tradizionlmente il digiuno tre ore prima del rito e quattro ore dopo il rito...

    Edited by ares - 10/3/2016, 18:23
     
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    Che bello.
    Grazie e complimenti
     
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  3. ares
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    di nulla:-) grazie a te, lo finirò appena posso...
     
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  4. ares
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    ahhhhh....non finisco più...hahahahahaha.....:-)
     
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  5. Lady Lu
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    Ehm......mi son permessa di modificare il titolo da "la ricerca del proprio angelo giuda" in.................. "la ricerca del proprio angelo guida".............

    Edited by Lady Lu - 7/3/2016, 22:37
     
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  6. ares
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    Grazie...nessun problema anzi grazie mille😊
    Che figura...🙍....😅😅😅
     
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  7. ares
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    :-)
     
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  8. Iaryas
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    Ma i giorni di reggenza ho notato che variano su altri siti. Ce n'è uno attendibile o va in base a quello in cui ci rispecchiamo di più?
     
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  9. archangel02
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    E si riparte con gli angeli.

    Allora:


    Gli "angeli custodi" non sono angeli. Sono spiriti guida, genii appunto. I greci li chiamavano daemoni (esseri che si pongono tra l'uomo e il divino).


    Non sono angeli. Gli angeli sono i messaggeri di quello che è conosciuto come il dio cristiano. Sono messaggeri, non guide o altro.
     
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  10. ares
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    CITAZIONE (archangel02 @ 28/8/2016, 20:57) 
    E si riparte con gli angeli.

    Allora:


    Gli "angeli custodi" non sono angeli. Sono spiriti guida, genii appunto. I greci li chiamavano daemoni (esseri che si pongono tra l'uomo e il divino).


    Non sono angeli. Gli angeli sono i messaggeri di quello che è conosciuto come il dio cristiano. Sono messaggeri, non guide o altro.

    L'Angelo custode

    Altro che devozione infantile. Gli angeli custodi hanno un ruolo fondamentale per la nostra santificazione. Ma spesso è sottovalutato o censurato anche dai cattolici

    «Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18,10). Non vi è attestazione più certa di questa: Gesù stesso afferma l’esistenza degli angeli custodi e ne spiega la natura di esseri spirituali, eternamente al cospetto di Dio ma anche deputati alla guida degli uomini.

    Nella tradizione ecclesiale
    La devozione all’angelo custode è sempre stata presente nella tradizione della Chiesa. Per me ha un’importanza particolare, giacché vivo nella parrocchia torinese dedicata agli angeli custodi. La breve preghiera all’angelo custode è una delle prime che mi ha insegnato mia madre e che a mia volta ho insegnato ai miei figli: una preghiera semplice, breve, che i bambini imparano a balbettare facilmente anche quando non sanno ancora parlare per davvero. È una preghiera importante, perché insegna ai piccoli una verità profonda, che per la loro giovane età non sono ancora capaci di comprendere razionalmente: Dio si occupa di ognuno di noi in modo individuale e ci dona una compagnia protettrice.
    Per Dio non esiste l’umanità in astratto ma solo il singolo uomo concreto, che è straordinariamente importante ai suoi occhi: per questo lo affida alla cura e alla guida attenta di un angelo. L’uomo quindi non è mai solo, perché l’azione degli angeli lo accompagna durante l’intera vita. L’angelo custode è una difesa costante dalle insidie del demonio, ma anche un istruttore, un ispiratore di buone intenzioni e idee.

    Suggeritore e protettore
    Il fine dell’uomo è amare, lodare e servire Dio. Ma nella vita terrena sono tante le tentazioni che ci allontanano da questo scopo fondamentale, tanti i rischi di deviare verso fini solo umani. L’angelo svolge il compito di risvegliare in noi il desiderio dell’unione con l’amore infinito del Padre e ci accompagna durante l’ascesa spirituale. L’angelo custode protegge l’anima da pericoli interni ed esterni, la riprende e la richiama quando si allontana dalla giusta via, ci assiste nella preghiera, ispira buone idee alla nostra mente e ci sprona a compiere buone azioni.
    Quando l’uomo pecca, l’angelo induce l’anima al pentimento per i propri errori e le proprie colpe, insinua in noi il senso di tristezza e di inquietudine per la perdita della grazia divina e favorisce il ravvedimento per permetterci di ottenere il perdono di Dio attraverso il sacramento della penitenza. Ma il ruolo dell’angelo non si ferma qui. La penitenza, l’offerta personale di qualche sacrificio, fortifica l’uomo di fronte alle tentazioni e lo rende più attento alle vere priorità della sua esistenza. Lo stesso Gesù ricorda che certe tentazioni si vincono solo con la preghiera e il digiuno (cfr. Mt 17,21). È quindi compito dell’angelo custode suggerirci il desiderio di compiere qualche “fioretto”, come si diceva un tempo, per renderci più attenti di fronte alle tentazioni quotidiane. Contro le manovre del demonio l’angelo custode intraprende continuamente un’azione di sorveglianza e difesa. Infatti, a causa della nostra debolezza, spesso non potremmo resistere da soli alle tentazioni e alle avversità che il demonio ci prepara per impedirci di raggiungere la salvezza eterna.
    Già nella Lettera agli Ebrei gli angeli vengono indicati come coloro che sono «inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza» (Eb 1,14).

    L’angelo e la preghiera
    Ma l’uomo ha bisogno anche di vivere una profonda dimensione di unione al suo Creatore, e questo stato si può vivere prima di tutto con la preghiera.
    Il nostro angelo custode ci aiuta nella preghiera, stimola in noi il desiderio di silenzio interiore, il bisogno di trovare qualche minuto nella frenetica vita quotidiana per rivolgere mente e cuore al Padre. L’angelo custode è vicino nel momento in cui ci poniamo alla presenza di Dio, quando lodiamo, ringraziamo e chiediamo l’aiuto di cui sentiamo un disperato bisogno. È vicino a noi, prega con noi e offre la nostra preghiera a Dio. L’angelo procura la pace interiore, la serenità, la vera gioia che nasce dalla grazia di Dio. Anche sant’Ignazio di Loyola nelle Regole per il discernimento degli spiriti afferma: «È proprio di Dio e di qualunque angelo buono infondere nell’anima una vera letizia spirituale mediante delle mozioni, togliendo ogni tristezza e turbamento introdotte dal demonio».

    Nella Bibbia e nell’arte
    L’insegnamento della Chiesa sull’esistenza degli angeli è costante nel tempo perché affonda le sue radici in tantissimi brani del Vecchio e del Nuovo Testamento. E di questa certezza sono espressione anche tante opere artistiche, da dipinti a poesie, da sculture a mosaici per duemila anni di storia cristiana. Solo in tempi molto recenti, un erroneo razionalismo e un esasperato scientismo hanno messo in discussione l’esistenza degli angeli e la loro natura di creature di Dio. Se una cosa non si vede non esiste, si dice: ciò di cui non posso dimostrare la natura è solo frutto della mia fantasia. È la logica perversa che riduce la ragione umana a puro strumento di conferma di realtà empiriche, che limita la potenzialità dell’intelletto a mezzo per ratificare quanto i sensi già provano. Allo stesso tempo si esaltano le passioni, le emozioni forti, e si procede secondo la logica del “secondo me”. E in base ai propri sentimenti si decide quel che è giusto e quel che è sbagliato.

    Proprio in un’epoca di grande confusione sulla dignità dell’uomo, di grande incertezza sul ruolo della fede e sul suo rapporto con la ragione, c’è bisogno dell’aiuto forte dell’angelo custode, soprattutto nella sua funzione di consigliere attento. Tutti abbiamo bisogno di discernimento per cercare e conoscere la Verità. A questo proposito mi pare molto bella la preghiera prevista dalla Novena per la Festa degli Angeli Custodi (che cade il 2 ottobre) per il sesto giorno. Si recita infatti: «Angelo, mio custode, consigliere ineffabile che nei modi più vivi mi fai sempre conoscere la volontà di Dio e i mezzi più opportuni per realizzarla, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro delle Dominazioni elette da Dio a comunicare i suoi decreti e a darci la forza di dominare le nostre passioni. Ti prego di liberare la mia mente da tutti i dubbi importuni e da tutte le pericolose perplessità, affinché, libero da ogni timore, assecondi sempre i tuoi consigli, che sono consigli di pace, di giustizia e di santità».

    L’angelo custode e i bambini
    Nella tradizione della Chiesa l’angelo custode è sempre stato presente, raffigurato spesso accanto ai bambini. Questa iconografia non deve far pensare che sia una devozione solo infantile. Tanti santi hanno vissuto una profonda devozione verso il proprio angelo custode e l’hanno diffusa come instancabili apostoli presso i fedeli. L’uomo per raffigurare quel che non è umano deve pur sempre usare forme umane, e l’immagine dei piccoli serve ad evocare la purezza, la semplicità, la dolcezza, tutti elementi che costituiscono forme essenziali degli angeli. Gli artisti hanno dato loro forme umane perché gli angeli sono sempre vicini agli uomini: ma non sono umani, e quindi pittori e scultori hanno spesso aggiunto le ali per indicare la loro natura di esseri spirituali. Altre volte l’arte ha conferito loro l’aspetto di guerrieri forti e coraggiosi per indicarne la natura di combattenti contro il demonio e di difensori dell’uomo nel suo cammino terreno verso la vita eterna. O ancora vengono poste nelle loro mani palme, ramoscelli di ulivo, lampade accese, simboli che indicano il ruolo di pace e di illuminazione che ogni angelo custode svolge.

    Uno splendido riassunto di tutta la riflessione teologica sugli angeli è contenuto nella preghiera conclusiva della Novena agli Angeli Custodi, che ognuno dovrebbe imparare e recitare ogni giorno: «Angelo benigno, mio custode e maestro, guida e difesa, sapiente consigliere ed amico fedele, a te sono stato raccomandato, per la bontà del Signore, dal giorno in cui nacqui all’ultima ora della mia vita. Ti ringrazio per l’amore che nutri per me, per l’essermi sempre e dovunque vicino come assistente e difensore. Angelo santo, insegnami, correggimi, proteggimi, custodiscimi e guidami per il diritto e sicuro cammino verso il Paradiso. Non permettere che faccia cose che offendano la tua santità e la tua purezza. Presenta i miei desideri al Signore, offrigli le mie preghiere, mostragli le mie miserie ottienimi la purificazione della mia anima per la sua infinita bontà e per la materna intercessione di Maria Santissima, tua Regina. Vigila quando dormo, sostienimi quando sono stanco, sorreggimi quando sto per cadere, alzami quando sono caduto, indicami la via quando sono smarrito, rincuorami quando mi perdo d’animo, illuminami quando non vedo, difendimi quando sono combattuto, sii mio scudo contro il demonio, specialmente nell’ultimo giorno della mia vita. Con la tua difesa e la tua guida, ottienimi di entrare nella tua radiosa dimora, dove per tutta l’eternità io possa esprimerti la mia gratitudine e glorificare insieme a Te il Signore e la Vergine Maria, tua e mia Regina. Amen».....

    Fonte, link:
    http://www.cristianicattolici.net/angelo-c...esa-bibbia.html

    angelo_custode

    Gli Angeli, aiutano a realizzare i beni particolari, per esempio come angeli custodi di singole persone.

    www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=904

    LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA . CAPITOLO ... 411 In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio.

    Nella liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; 437 invoca la loro assistenza (così nell'In paradisum deducant te angeli... – In paradiso ti accompagnino gli angeli – nella liturgia dei defunti, 438 o ancora nell'« Inno dei cherubini » della liturgia bizantina 439), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi).

    336 Dal suo inizio 440 fino all'ora della morte 441 la vita umana è circondata dalla loro protezione 442 e dalla loro intercessione. 443 « Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita ». 444 Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.
    www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s2c1p5_it.htm
     
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  11. archangel02
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    CITAZIONE
    L'Angelo custode

    Altro che devozione infantile. Gli angeli custodi hanno un ruolo fondamentale per la nostra santificazione. Ma spesso è sottovalutato o censurato anche dai cattolici

    «Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18,10). Non vi è attestazione più certa di questa: Gesù stesso afferma l’esistenza degli angeli custodi e ne spiega la natura di esseri spirituali, eternamente al cospetto di Dio ma anche deputati alla guida degli uomini.

    Nella tradizione ecclesiale
    La devozione all’angelo custode è sempre stata presente nella tradizione della Chiesa. Per me ha un’importanza particolare, giacché vivo nella parrocchia torinese dedicata agli angeli custodi. La breve preghiera all’angelo custode è una delle prime che mi ha insegnato mia madre e che a mia volta ho insegnato ai miei figli: una preghiera semplice, breve, che i bambini imparano a balbettare facilmente anche quando non sanno ancora parlare per davvero. È una preghiera importante, perché insegna ai piccoli una verità profonda, che per la loro giovane età non sono ancora capaci di comprendere razionalmente: Dio si occupa di ognuno di noi in modo individuale e ci dona una compagnia protettrice.
    Per Dio non esiste l’umanità in astratto ma solo il singolo uomo concreto, che è straordinariamente importante ai suoi occhi: per questo lo affida alla cura e alla guida attenta di un angelo. L’uomo quindi non è mai solo, perché l’azione degli angeli lo accompagna durante l’intera vita. L’angelo custode è una difesa costante dalle insidie del demonio, ma anche un istruttore, un ispiratore di buone intenzioni e idee.

    Suggeritore e protettore
    Il fine dell’uomo è amare, lodare e servire Dio. Ma nella vita terrena sono tante le tentazioni che ci allontanano da questo scopo fondamentale, tanti i rischi di deviare verso fini solo umani. L’angelo svolge il compito di risvegliare in noi il desiderio dell’unione con l’amore infinito del Padre e ci accompagna durante l’ascesa spirituale. L’angelo custode protegge l’anima da pericoli interni ed esterni, la riprende e la richiama quando si allontana dalla giusta via, ci assiste nella preghiera, ispira buone idee alla nostra mente e ci sprona a compiere buone azioni.
    Quando l’uomo pecca, l’angelo induce l’anima al pentimento per i propri errori e le proprie colpe, insinua in noi il senso di tristezza e di inquietudine per la perdita della grazia divina e favorisce il ravvedimento per permetterci di ottenere il perdono di Dio attraverso il sacramento della penitenza. Ma il ruolo dell’angelo non si ferma qui. La penitenza, l’offerta personale di qualche sacrificio, fortifica l’uomo di fronte alle tentazioni e lo rende più attento alle vere priorità della sua esistenza. Lo stesso Gesù ricorda che certe tentazioni si vincono solo con la preghiera e il digiuno (cfr. Mt 17,21). È quindi compito dell’angelo custode suggerirci il desiderio di compiere qualche “fioretto”, come si diceva un tempo, per renderci più attenti di fronte alle tentazioni quotidiane. Contro le manovre del demonio l’angelo custode intraprende continuamente un’azione di sorveglianza e difesa. Infatti, a causa della nostra debolezza, spesso non potremmo resistere da soli alle tentazioni e alle avversità che il demonio ci prepara per impedirci di raggiungere la salvezza eterna.
    Già nella Lettera agli Ebrei gli angeli vengono indicati come coloro che sono «inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza» (Eb 1,14).

    L’angelo e la preghiera
    Ma l’uomo ha bisogno anche di vivere una profonda dimensione di unione al suo Creatore, e questo stato si può vivere prima di tutto con la preghiera.
    Il nostro angelo custode ci aiuta nella preghiera, stimola in noi il desiderio di silenzio interiore, il bisogno di trovare qualche minuto nella frenetica vita quotidiana per rivolgere mente e cuore al Padre. L’angelo custode è vicino nel momento in cui ci poniamo alla presenza di Dio, quando lodiamo, ringraziamo e chiediamo l’aiuto di cui sentiamo un disperato bisogno. È vicino a noi, prega con noi e offre la nostra preghiera a Dio. L’angelo procura la pace interiore, la serenità, la vera gioia che nasce dalla grazia di Dio. Anche sant’Ignazio di Loyola nelle Regole per il discernimento degli spiriti afferma: «È proprio di Dio e di qualunque angelo buono infondere nell’anima una vera letizia spirituale mediante delle mozioni, togliendo ogni tristezza e turbamento introdotte dal demonio».

    Nella Bibbia e nell’arte
    L’insegnamento della Chiesa sull’esistenza degli angeli è costante nel tempo perché affonda le sue radici in tantissimi brani del Vecchio e del Nuovo Testamento. E di questa certezza sono espressione anche tante opere artistiche, da dipinti a poesie, da sculture a mosaici per duemila anni di storia cristiana. Solo in tempi molto recenti, un erroneo razionalismo e un esasperato scientismo hanno messo in discussione l’esistenza degli angeli e la loro natura di creature di Dio. Se una cosa non si vede non esiste, si dice: ciò di cui non posso dimostrare la natura è solo frutto della mia fantasia. È la logica perversa che riduce la ragione umana a puro strumento di conferma di realtà empiriche, che limita la potenzialità dell’intelletto a mezzo per ratificare quanto i sensi già provano. Allo stesso tempo si esaltano le passioni, le emozioni forti, e si procede secondo la logica del “secondo me”. E in base ai propri sentimenti si decide quel che è giusto e quel che è sbagliato.

    Proprio in un’epoca di grande confusione sulla dignità dell’uomo, di grande incertezza sul ruolo della fede e sul suo rapporto con la ragione, c’è bisogno dell’aiuto forte dell’angelo custode, soprattutto nella sua funzione di consigliere attento. Tutti abbiamo bisogno di discernimento per cercare e conoscere la Verità. A questo proposito mi pare molto bella la preghiera prevista dalla Novena per la Festa degli Angeli Custodi (che cade il 2 ottobre) per il sesto giorno. Si recita infatti: «Angelo, mio custode, consigliere ineffabile che nei modi più vivi mi fai sempre conoscere la volontà di Dio e i mezzi più opportuni per realizzarla, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro delle Dominazioni elette da Dio a comunicare i suoi decreti e a darci la forza di dominare le nostre passioni. Ti prego di liberare la mia mente da tutti i dubbi importuni e da tutte le pericolose perplessità, affinché, libero da ogni timore, assecondi sempre i tuoi consigli, che sono consigli di pace, di giustizia e di santità».

    L’angelo custode e i bambini
    Nella tradizione della Chiesa l’angelo custode è sempre stato presente, raffigurato spesso accanto ai bambini. Questa iconografia non deve far pensare che sia una devozione solo infantile. Tanti santi hanno vissuto una profonda devozione verso il proprio angelo custode e l’hanno diffusa come instancabili apostoli presso i fedeli. L’uomo per raffigurare quel che non è umano deve pur sempre usare forme umane, e l’immagine dei piccoli serve ad evocare la purezza, la semplicità, la dolcezza, tutti elementi che costituiscono forme essenziali degli angeli. Gli artisti hanno dato loro forme umane perché gli angeli sono sempre vicini agli uomini: ma non sono umani, e quindi pittori e scultori hanno spesso aggiunto le ali per indicare la loro natura di esseri spirituali. Altre volte l’arte ha conferito loro l’aspetto di guerrieri forti e coraggiosi per indicarne la natura di combattenti contro il demonio e di difensori dell’uomo nel suo cammino terreno verso la vita eterna. O ancora vengono poste nelle loro mani palme, ramoscelli di ulivo, lampade accese, simboli che indicano il ruolo di pace e di illuminazione che ogni angelo custode svolge.

    Uno splendido riassunto di tutta la riflessione teologica sugli angeli è contenuto nella preghiera conclusiva della Novena agli Angeli Custodi, che ognuno dovrebbe imparare e recitare ogni giorno: «Angelo benigno, mio custode e maestro, guida e difesa, sapiente consigliere ed amico fedele, a te sono stato raccomandato, per la bontà del Signore, dal giorno in cui nacqui all’ultima ora della mia vita. Ti ringrazio per l’amore che nutri per me, per l’essermi sempre e dovunque vicino come assistente e difensore. Angelo santo, insegnami, correggimi, proteggimi, custodiscimi e guidami per il diritto e sicuro cammino verso il Paradiso. Non permettere che faccia cose che offendano la tua santità e la tua purezza. Presenta i miei desideri al Signore, offrigli le mie preghiere, mostragli le mie miserie ottienimi la purificazione della mia anima per la sua infinita bontà e per la materna intercessione di Maria Santissima, tua Regina. Vigila quando dormo, sostienimi quando sono stanco, sorreggimi quando sto per cadere, alzami quando sono caduto, indicami la via quando sono smarrito, rincuorami quando mi perdo d’animo, illuminami quando non vedo, difendimi quando sono combattuto, sii mio scudo contro il demonio, specialmente nell’ultimo giorno della mia vita. Con la tua difesa e la tua guida, ottienimi di entrare nella tua radiosa dimora, dove per tutta l’eternità io possa esprimerti la mia gratitudine e glorificare insieme a Te il Signore e la Vergine Maria, tua e mia Regina. Amen».....

    Fonte, link:
    www.cristianicattolici.net/angelo-c...esa-bibbia.html

    cristianicattolici.net ? Sul serio XD
     
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  12. ares
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    Ok e degli altri?....ognuno è libero di credere..ma vietare a priori....Non mi esprimo io ho riportato le informazioni...poi fate voi...

    www.angelologia.it/teologia2.htm


    1. Sintesi dal Catechismo della Chiesa Cattolica

    Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma l’esistenza degli Angeli, come "verità di fede", testimoniata dalla Scrittura e dalla Tradizione (CCC n.328). La loro creazione avvenne dal nulla, secondo il pronunciamento del Concilio Lateranense IV del 1215 (CCC n.327; cf. anche Paolo VI: "Credo del popolo di Dio", 8).
    Sempre il CCC specifica inoltre l’identità degli Angeli: sono creature spirituali, dotate di intelligenza e volontà e sono superiori alle creature visibili (CCC n.330). La missione degli Angeli consiste nell’essere servitori e messaggeri di Dio e potenti esecutori dei suoi comandi (CCC n.329).
    Particolarmente accentuata è la relazione degli Angeli con il mistero di Cristo: "Cristo è il centro del mondo angelico" (CCC n.331). Questa centralità ha due motivazioni: gli Angeli, insieme all’intera creazione, sono stati creati per mezzo di Lui e in vista di Lui, e inoltre, essi sono messaggeri del suo disegno di salvezza (CCC n.331).
    Il CCC delinea una catechesi biblica sugli angeli e sulla loro missione nell’AT e nel NT. I pochi episodi scelti dall’AT (CCC n.332) menzionano i cherubini che, dopo la cacciata dell’uomo, custodiscono il giardino dell’Eden e l’albero della vita (Gn 3,24); gli Angeli che proteggono Lot (Gn 19); l’Angelo che salva Agar e il suo bambino assetati e smarriti nel deserto (Gn 21,17); quello che ferma la mano di Abramo in procinto di immolare Isacco (Gn 22,11-12); l’Angelo che guida il popolo nel deserto (Es 23,20-23); quello che annuncia la nascita di Sansone (Gdc 13); l’Angelo che annunzia la vocazione di Gedeone (Gdc 6,11-24); l’Angelo che assiste Elia in fuga e impaurito, con una focaccia e un orcio d’acqua (1Re 19,5-7).
    Gli episodi scelti dal NT menzionano, anzitutto, Gabriele che annuncia la nascita del Battista e di Gesù (CCC n332). Si ricordano poi gli interventi degli Angeli che cantano l’inno di lode per la nascita del Salvatore, ne proteggono l’infanzia, lo servono nel deserto, lo confortano nell’agonia, annunciano la buona novella della resurrezione, lo serviranno nell’ultimo giudizio (CCC n.333).
    Si deve dire, contrariamente a una certa cultura moderna, che l’esistenza degli Angeli, sia nel mondo biblico, sia nella cultura pagana e cristiana dei primi secoli della Chiesa, era una verità creduta e posseduta pacificamente da tutti. Il pericolo, talvolta, proveniva dall’esagerazione e dall’esasperazione del mondo angelico, come succedeva, ad esempio, con l’eresia catara.
    Nel 1215 il Concilio Lateranense IV si pronunciò contro l’eresia catara. I catari ritenevano Satana essere il Dio dell’AT e creatore del mondo e grande avversario del Dio buono manifestatosi nel NT.
    Consideravano Gesù un Angelo inviato dal Dio buono per istruire gli uomini sulla loro patria perduta. Per i catari il mondo materiale era intrinsecamente cattivo, per cui veniva proibito, ad esempio, il matrimonio, l’esercizio della sessualità, il lavoro. I catari contrapponevano al monoteismo cristiano un dualismo di tipo manicheo. Contro l’eresia catara, il Lateranense IV riassume la coscienza di fede biblica ed ecclesiale sull’esistenza e sulla natura degli Angeli.
    Oggi è in atto una specie di estraniazione mentale nei confronti degli Angeli: la secolarizzazione convinta ha immesso uno sguardo fortemente scettico su presenze spirituali, che sembrano superflue e appartenenti ad altri mondi culturali ritenuti superati.
    Bisogna tener conto di due motivazioni teologiche per una certa marginalizzazione degli Angeli:

    1) la gerarchia delle verità di fede pone il mondo angelico non al centro, bensì alla periferia della fede cristiana;
    2) la rivalutazione teologica della funzione mediatrice di Maria sembra aver sostituito del tutto la presenza altrettanto protettrice e benefica degli Angeli.

    2. Sintesi dalla Teologia Cattolica

    SAN TOMMASO

    Angelo è un termine di origine greca (ànghelos), che vuol dire messaggero. La prima sistemazione organica della dottrina sugli Angeli fu operata dallo Pseudo-Dionigi in un breve scritto intitolato: "La celeste gerarchia". Quest’opera , anche grazie all’autorevole pseudonimo Dionigi l’Areopagita (V secolo) esercitò un influsso costante e decisivo su tutti i pensatori che vennero dopo di lui. In quest’opera viene fissata la loro distribuzione in nove cori, raggruppati in tre triadi: la prima comprende i Serafini, i Cherubini, i Troni; la seconda le Dominazioni, le Virtù, le Potestà; la terza i Principati, gli Arcangeli e gli Angeli.
    Sant'Agostino dice a riguardo degli Angeli: Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est = la parola angelo designa l’ufficio, non la natura ; se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito, se si chiede l’ufficio, si risponde che è angelo (sant'Agostino, "Commento sui Salmi": 103,1-15).
    San Tommaso d’Aquino riprende su larga scala l’insegnamento dello Pseudo-Dionigi, ma lo perfeziona su alcuni punti di capitale importanza, avvalendosi della metafisica aristotelica e della filosofia dell’essere. L’angelologia di san Tommaso è stata il fondamento della teologia angelica per tutti i secoli futuri e su questa impostazione teologica si sono basati tutti gli studiosi, i filosofi e teologi venuti dopo di lui.
    Di angelologia l’Aquinate si occupa in molte opere (35 circa), alcune delle quali devono essere considerate vere e proprie monografie sugli esseri spirituali: tali sono in particolare: "Le Creature Spirituali", le questioni 50-64, 106-114 della "Prima Parte della Somma Teologia", i capitoli 73-78 del "Compendio di Teologia". Il trattato degli Angeli che troviamo nella "Somma Teologia" è da considerarsi un vero capolavoro: "per la profondità dei principi…, per la generalità delle intuizioni e per l’armonia e la coerenza di tutte le sue parti" (T. Centi).
    Vediamo in breve il pensiero filosofico e teologico di san Tommaso d’Aquino. Due sono le tesi originali dell’angelologia tomista: la "spiritualità" degli Angeli; la "composizione ontologica" degli Angeli.

    ANGELOLOGIA TOMISTA: la "spiritualità" degli Angeli

    Ai tempi di san Tommaso la maggior parte dei teologi (richiamandosi a sant'Agostino) affermavano che gli Angeli non sono puri spiriti, ma sono anch’essi composti di materia e forma, come tutte le creature. San Tommaso considera invece assolutamente irrinunciabile la tesi della spiritualità degli Angeli, dalla quale ne derivano tutte le logiche conseguenze, di cui le principali sono:

    a) Esistenza: volendo Dio creare un cosmo che fosse lo specchio della sua infinita perfezione, era conveniente che producesse, tra le varie creature, anzi tutto quelle che maggiormente gli assomigliavano: tali sono le creature angeliche che sono come Dio, puri spiriti, intelligenti e liberi.
    "Pertanto quelli che si trovano al massimo grado tra gli enti creati, sono quelli che maggiormente assomigliano a Dio, e non c’è in essi potenza a essere o a non essere, ma hanno ricevuto da Dio un essere sempiterno…Questi enti in cui non c’è potenza a essere o a non essere, non sono composti di materia e forma, ma sono pure forme sussistenti nel proprio essere, che hanno ricevuto da Dio" ("Compendio di Teologia", c.74, n.128).

    b) Finitudine: questa è dovuta non alla materia, che non c’è, ma all’essenza degli Angeli. E’ l’essenza stessa che pone dei confini all’atto dell’essere, che in se stesso è infinito.
    Pertanto "anche nelle sostanze spirituali (cioè gli angeli) vi è composizione di atto e potenza (solo Dio è atto puro)….Ora nella sostanza intellettuale creata, si trovano due elementi, cioè, l’essenza (substantia) e l’essere, il quale non è l’essenza stessa: l’essere è il complemento dell’essenza esistente, poiché ogni cosa è in atto quando ha l’essere. Rimane, dunque, che in ognuna delle suddette sostanze si ha composizione di atto e potenza" ("Contra Gentiles", c.53, nn-1282-1283).

    c) Personificazione: gli Angeli sono di diritto persone: "infatti tutto ciò che sussiste nella natura intellettuale o razionale ha ragione di chiamarsi persona" ("Contra Gentiles", IV, 35, n.3725).
    Quindi gli Angeli godono della perfezione della personalità, che è sussistente nell’ordine dello spirito.

    d) Specificità dell’agire: la modalità dell’agire degli Angeli, sia nell’ordine conoscitivo come in quello volitivo, si distingue nettamente da quello che caratterizza l’agire umano. "La conoscenza intellettuale dell’uomo si realizza mediante l’astrazione; la libera scelta mediante la deliberazione. Per quanto riguarda l’ordine conoscitivo, gli Angeli sono dotati di intuizione intellettuale, grazie alla quale, vedono immediatamente (senza astrazione) gli oggetti conosciuti. Mentre per quanto riguarda l’ordine volitivo, le loro scelte sono rapidissime, pressoché immediate (senza formazione di giudizio). E’ dunque evidente che negli Angeli vi è libero arbitrio perfetto" ("Contra Gentiles", q.59,a.1)

    ANGELOLOGIA TOMISTA: la "composizione ontologica" degli Angeli

    San Tommaso era certamente d’accordo con la scuola francescana nel ritenere che gli Angeli essere finiti; ma, come si è visto, non era disposto a spiegare questa condizione ontologica ripiegando sulla composizione ilemorfica (materia e forma). Certo, se sono finiti deve esserci una ragione intrinseca.
    Questa ragione consiste, secondo l’Aquinate, nella differenza e nella composizione che si incontrano nelle creature tra essenza e atto d’essere (actus essendi). Gli Angeli sono finiti perché il loro essere è ricevuto e limitato dell’essenza.
    "In tal modo l’essenza della sostanza spirituale, la quale non è composta di materia e forma, rispetto all’essere è come la potenza rispetto al suo atto" ("Le Creature Spirituali", a.1).

    ANGELOLOGIA TOMISTA: "l'agire" degli Angeli

    Si è già detto dell’agire degli Angeli in generale, sia per quanto concerne l’ordine conoscitivo sia per quanto riguarda l’ordine volitivo. Per entrambi gli ordini l’oggetto primario e principale è Dio (cfr. "Summa Theologiae", Parte Prima, questione 60, articolo 5).
    Ma agli Angeli viene riservato un ambito operativo speciale, che riguarda l’uomo. Il loro ufficio principale è essere custodi dell’uomo, difenderlo dalle aggressioni del demonio e di aiutarlo a conseguire la salvezza eterna. Però gli Angeli non possono piegare la volontà umana, perché ciò è esclusivo di Dio. Gli Angeli possono indurre gli uomini con la persuasione e, come possono fare gli stessi uomini, possono muovere la volontà eccitando le passioni (cfr. "Summa Th. q.111,aa.1-4).
    Infatti la volontà è soggetta soltanto a Dio, e Dio solo può operare in essa, perché ne è l’oggetto principale quale ultimo fine" ("Somma Teologia, q.57, a.4).

    ANGELO CUSTODE

    Una breve parola bisogna dire sull’Angelo Custode nella Teologia Cattolica, poiché l’argomento ci tocca da vicino.
    Secondo la Tradizione ecclesiale, gli Angeli hanno come ufficio proprio quello di assistere, proteggere , guidare l’umanità perché possa conseguire la salvezza eterna. Alcuni sono preposti a custodire la famiglie, altri le città, altri le nazioni, altri tutte le nature corporee; altri sono preposti alla custodia delle singole persone: a questi si riserva il titolo di "Angeli Custodi".
    A questa realtà allude Gesù quando, parlando dei fanciulli, accenna ai loro Angeli (cfr. Mt 18,10).
    Già ai primi albori del cristianesimo tale evidenza era accettata e ferma, tanto da indurre i fedeli nel cenacolo a ritenere naturale che l’Angelo Custode di san Pietro l’avesse liberato dalla prigionia (cfr. At 12, 45).
    San Tommaso raccogliendo la Tradizione della Chiesa orientale e occidentale, ha dedicato una lunga questione della "Somma Teologia" (q.113 della Prima Parte) al chiarimento di quali siano gli uffici dell’Angelo Custode.
    L’Aquinate risolve positivamente la questione dibattuta, già dai tempo di Origene, se l’Angelo Custode sia concesso a tutti o soltanto ai battezzati. Per i non battezzati la presenza angelica è per lo più inefficace a causa della cultura irreligiosa o areligiosa. L’Angelo Custode a questi in modo discreto dona sempre lumi e spinte verso la salvezza, sebbene trovi ripulse e ostacoli dallo spirito del male, che lo avversa.
    Dopo la morte "l’uomo non avrà più un Angelo Custode, ma avrà in cielo un Angelo "conregnante", o all’inferno un demonio tormentatore" ("Somma Teologia" q.113, a.4).

    Non penso poi che:

    "Secondo la dottrina di Agrippa, scrive Lenain, a ciascun uomo sono affidati tre angeli custodi"..

    E che fossero degli sciocchi..
     
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  13. Iaryas
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    La mia domanda era diversa però sono sempre benvenuti scambi di idee :). Ma dalla mia esperienza che ho avuto lavorandoci non credo siano solo messaggeri. Poi ognuno ha la propria esperienza, quella maturata sulla sua pelle immagino.
    Buona sera a tutti ^^
     
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  14. ares
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    Questi giorni derivano da altri testi...
     
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  15. Iaryas
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    Grazie per la delucidazione Ares! :D sarebbe possibile sapere il titolo del testo?
     
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33 replies since 3/3/2016, 20:13   4347 views
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