I SETTE VELI DI ISIDE LA NERA

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Η Μεγάλη Μητέρα

    Group
    Antriani Fidelis
    Posts
    429
    Punti Antro
    +102
    Location
    Roma

    Status
    Offline

    Io la madre della natura,
    la signora di tutti gli elementi,
    l’origine e il principio di tutte le età,
    la più grande di tutte le divinità,
    la regina dei morti,
    la prima dei celesti....




    iside_1




    Le valenze occulte della Dea-Madre dell'antico Egitto

    Punteremo la nostra attenzione nel tentativo di togliere i 7 successivi veli - un numero simbolico - che hanno ricoperto con il tempo l’identità originaria di Iside e carpirne così l’essenza più intima e radicale.

    È ormai ipotesi accreditata che nel 2.450 a.C., quando cioè la Grande Piramide sarebbe stata costruita (anche se a parere di molti esisteva già), i due condotti sud dell’edificio - quelli che partono dalla Camera del Re e dalla Camera della Regina - puntassero rispettivamente verso la costellazione di Orione e la stella Sirio, che erano identificate nell’antico Egitto con Osiride e Iside.
    Se così fosse, la colossale costruzione veniva forse percepita dallo spirito egizio come un luogo di unione e fecondità, dove la vita del Nilo - le cui acque, s’ipotizza, furon fatte confluire proprio lì - si rinnovava tramite un processo di rigenerazione simbolica di Osiride (nel suo aspetto di Dio morente e risorto) a contatto con la Dea. E proprio su uno dei poli di questo scenario mitico, Iside, punteremo qui la nostra attenzione, nel tentativo di togliere i 7 successivi veli (un numero simbolico, ovviamente) che ne hanno ricoperto con il tempo l’identità originaria - facendone una Dea stratificata e multiforme - e carpirne, così, l’essenza più intima e radicale.


    Il primo velo che toglieremo a Iside è appunto quello della sua versatile adattabilità, che l’ha resa plasmabile in differenti contesti religiosi, misterici e sapienziali. E per farlo partiremo dalla celeberrima descrizione che nell’XI Libro dell’"Asino d’oro" ne ha data Lucio Apuleio.


    PRIMO VELO: LA DEA UNIVERSALE

    I9



    "Avevo appena chiuso gli occhi, quand’ecco che sulla superficie del mare apparve una divina immagine, un volto degno d’essere venerato dagli stessi dei. Poi la luminosa parvenza sorse a poco a poco con tutto il corpo fuori dalle acque e a me parve di vederla, ferma, dinanzi a me.
    Mi proverò a descrivervi il suo aspetto mirabile [...] Anzitutto i capelli, folti e lunghi, appena ondulati, che mollemente le cascavano sul collo divino. Una corona di fiori variopinti le cingeva in alto la testa e proprio in mezzo alla fronte un disco piatto, a guisa di specchio ma che rappresentava la luna, mandava candidi barbagli di luce. Ai lati, a destra e a sinistra, lo stringevano le spire irte e guizzanti di serpenti e, in alto, era sormontato da spighe di grano. Indossava una tunica di bisso leggero dal color cangiante [...] ma [...] soprattutto confondeva il mio sguardo [...] la sopravveste nerissima, dai cupi riflessi, che - girandole intorno alla vita - le risaliva su per il fianco destro fino alla spalla sinistra e di qui stretta da

    un nodo le ricadeva sul davanti in un ampio drappeggio ondeggiante [...] Quei lembi e tutto il tessuto erano disseminati di stelle scintillanti e in mezzo a esse una luna piena diffondeva la sua vivida luce: lungo tutta la balza di questo magnifico manto, per quanto esso era ampio, correva un’ininterrotta ghirlanda di fiori e di frutti d’ogni specie.
    Gli attributi della dea erano poi i più diversi. Nella destra recava, infatti, un sistro di bronzo [...] Dalla mano sinistra, invece, pendeva un vasello d’oro a forma di barca dal manico ornato da un’aspide con la testa ritta e il collo rigonfio. Ai suoi piedi divini calzava sandali intessuti con foglie di palma, il simbolo della vittoria.
    Tale e così maestosa [...] si degnò di parlarmi la dea.
    Eccomi o Lucio, [...] io la madre della natura, la signora di tutti gli elementi, l’origine e il principio di tutte le età, la più grande di tutte le divinità, la regina dei morti, la prima dei celesti, colei che in sé riassume l’immagine di tutti gli dei e di tutte le dee, che con il suo cenno governa le altezze luminose del cielo, i salubri venti del mare, i desolati silenzi dell’oltretomba e la cui potenza, unica, tutto il mondo onora sotto varie forme, con diversi riti e differenti nomi. Per questo i Frigi [...] mi chiamano Pessinunzia (1) Madre degli dei, gli autoctoni attici Minerva Cecropia (2), i Ciprioti circondati dal mare Venere Pafia (3), i Cretesi arcieri famosi Diana Dittinna (4), i Siculi trilingui Proserpina Stigia (5), gli antichi abitatori di Eleusi Cerere Attica (6), altri Giunone, altri Bellona (7), altri Ecate, altri ancora Ramnusia, ma [gli] Etiopi [...] e gli Egizi, così grandi per la loro antica sapienza [...], mi chiamano con il mio vero nome: Iside Regina (8)."

    Siamo nel II secolo d.C., in piena epoca alessandrina e la Dea egizia ha ormai acquisito quei tratti universalistici che permetteranno al suo culto di sopravvivere ancora a lungo sotto le più svariate maschere.
    Lo stesso Apuleio era iniziato ai Misteri di Iside, una forma cultuale ellenizzata che s’ispirava ai poteri rivitalizzanti della Dea. Lo scrittore propone Iside come fonte originaria e prototipo di tutte le Dee, quasi che nella "Regina" egizia si concentrasse ogni possibile aspetto della Femminilità, quello oscuro di morte e guerra al pari di quelli luminosi dell’amore, della maternità, della magia, della virtù terapeutica.

    In particolare Iside fu sovrapposta in una quasi assoluta identità di alcuni episodi mitici (non abbiamo agio di ripercorrerli ma chiunque può procedere a rapidi confronti su un qualsiasi testo divulgativo) con la greca Demetra, Dea del grano, tema su cui peraltro avremo modo di tornare e già accennato nella connotazione iconografica fornita da Apuleio, dove appunto la Iside-"Cerere Attica" è raffigurata con le spighe di grano che sormontano il disco lunare. Inoltre Iside era chiamata "la Nera" (9) proprio come Demetra (nel mondo antico era il colore della fertilità) e tale caratteristica sarà forse il principale veicolo del proliferare di Madonne Nere in Europa, tutte - non a caso - dotate di virtù curative.

    Dea-Uccello (le sono sacri l’avvoltoio, l’anatra, la rondine) e Dea-Serpente come la Grande Madre della preistoria europea, Dea-Vacca in quanto Signora della Luna e sposa di Osiride-Toro, e ancora Dea del mare e della navigazione (funzione poi ereditata in epoca cristiana da Maria), Iside è stata, e per molti versi è ancora, un personaggio di forte rilievo in ambiti magici e alchemici: basti pensare - ma è solo un esempio - ai documenti ermetici dei primi secoli d.C., come "Kore Kosmou", "Fanciulla del Cosmo", o l’alchemico "Iside la profetessa a suo figlio Horo", nei quali viene effigiata quale detentrice di Sapienza.

    Il culto di Iside ebbe straordinaria diffusione nel mondo ellenistico-romano e ancora il suo mito fu recuperato nel Rinascimento, che la sovrappose anche alla Dea Fortuna.
    Ritroviamo Iside perfino nel secolo dei lumi, quando certi studiosi francesi, e poi Napoleone con loro, dettero credito alla leggenda che voleva la Dea fondatrice di Parigi: argomento per una lettura approfondita del quale rimandiamo al celebre saggio "La ricerca di Iside" di Jurgis Baltrusaitis, dove sono appunto analizzati i molteplici modi con cui l’Egitto ha continuato ad affascinare per secoli l’Occidente, talora sotto forma di una vera egittomania.


    SECONDO VELO: LA DEA MADRE

    I2



    Un ulteriore filone di persistenza dell’immaginario religioso di Iside nella cultura europea è quello - a cui si è già fatto cenno - del sovrapporsi di elementi cultuali mariani su precedenti peculiarità isidiane.
    E non solo per quanto riguarda la tradizione delle Madonne Nere, bensì soprattutto per l’immagine egizia di Iside che seduta in trono allatta il Figlio Horus, sorta di prefigurazione iconografica della Vergine con Gesù. Inoltre le ali tese con cui Iside copre e protegge Osiride e i defunti sembrano un modello dei grandi manti con cui molte Madonne coprono e proteggono i santi e i fedeli.


    TERZO VELO: LA DEA LUNA

    I1



    Il terzo velo è costituito dall’aspetto che più di ogni altro ha permesso a Iside di coincidere con varie altre Dee e che abbiamo rilevato anche nel ritratto apuleiano: il suo legame con la Luna. Legame che tuttavia assume connotati diversi da quelli cui siamo abituati se si pensa che nelle concezioni egizie la Luna era attinente non soltanto a Iside ma anche al suo sposo e fratello Osiride (10), il cui rapporto con la nostra Dea, articolato e complesso, sarà appunto il quarto e quinto velo che adesso solleveremo.


    QUARTO VELO E QUINTO VELO: LA DEA SPOSA, CELESTE E TERRESTRE (11)

    I4I6



    Ecco, io tua sorella ti amo più di tutto quanto in terra e tu non ami un’altra come ami tua sorella, certo non ami un’altra come ami tua sorella! [...]
    Procede da te il forte Orione nel cielo vespertino, quando i giorni vanno a riposo uno dopo l’altro! Ché sono io - all’approssimarsi del periodo di Sothis - che veglio su di lui.

    Questi frammenti tratti da un antico papiro conservato a Berlino (12) in cui Iside si rivolge allo sposo, e che confermano l’identificazione di queste due Divinità con Sirio ("Sothis" in egizio) e Orione, mostrano l’intensità dell’amore che secondo il mito li legava.

    La leggenda - riportata anche da Plutarco (47-127 d.C.) - narra che Osiride fu prima ucciso e in seguito smembrato in 14 pezzi dal fratello Seth (13), che li gettò nei sette bracci del Nilo.
    Iside andò alla ricerca dei pezzi per ricomporre il corpo dell’amato, ma ne trovò solo 13, perché il fallo era stato ingoiato dai pesci (14).
    Horus, il figlio di Osiride e Iside, vendicherà la morte del padre, che dal canto suo diventerà sovrano dell’oltretomba (o Duat), acquisendo peculiarità inferiche. D’ora in poi il Faraone identificherà se stesso con Horus finché sarà in vita e con Osiride una volta che avrà varcato la soglia dell’aldilà, trasformandosi in stella di Orione (15).

    L’episodio dello smembramento collega Osiride a Dioniso, il Dio greco che secondo il mito fu appunto fatto a pezzi dai Titani, gli oscuri Figli di Madre Terra, e il cui animale sacro era parimenti il Toro, le cui corna segnalano la natura lunare di ambedue i personaggi.
    E qui occorre una digressione mitologica per comprendere l’intensa pregnanza e i significati di un topos delle religioni euroasiatiche: quello del "Dio morente", che risalirebbe addirittura alla preistoria.
    Iniziamo la nostra deviazione proprio da Dioniso, alter ego di Osiride in terra greca insieme a Ade, Dio degli Inferi.
    Firmico Materno e Clemente d’Alessandria sono i primi a riferire il mito della sua morte. Secondo il loro racconto i Titani avrebbero fatto a pezzi il Dio ancora bambino, per poi cuocerne le membra e mangiarle. Ma Minerva riuscì a sottrarre il cuore e denunciò il crimine al padre Zeus, che diede la morte ai colpevoli.
    Della sua rinascita né Firmico né Clemente parlano e non ne parlerà il cristiano Arnobio, per non accomunare un Dio pagano al Cristo nel miracolo della vittoria sulla morte. Ma quando fra IV e V secolo d.C. rifiorirono le correnti orfiche il mito di Dioniso si consolidò proprio sulla resurrezione, il fulcro più attivo nelle aspirazioni soteriologiche dei Misteri orfici.
    Evidenti le corrispondenze con gli antichi culti orientali che in periodo ellenistico affluirono nell’impero di Roma. Tali culti, le cui radici erano probabilmente mesopotamiche, avevano come tema comune proprio il rito di morte e resurrezione di un Dio, motivo sia naturistico - l’alternarsi delle stagioni - sia sviluppato successivamente in senso animistico o spirituale, come esemplificazione del percorso dell’anima immortale.

    Forse il più diffuso in tarda epoca ellenistica è il culto di Cibele e Attis, importato a Roma nel 204 a.C. Attis, Dio della vegetazione, moriva e risorgeva e all’equinozio di primavera la sua vicenda veniva commemorata da una festa scandita in vari momenti: lutto, processione funebre, sepoltura e resurrezione.

    Dalla Siria proveniva il culto di Adone, adorato, come Dioniso, soprattutto dalle donne. La sua amante era Astarte - Dea della bellezza e dell’amore - e come Attis anche Adone muore, risorge, viene pianto e infine festeggiato in riti primaverili.

    La vicenda di Cristo è analoga ai mitologemi degli Dei asiatici. Infatti Gesù, come Dioniso, nasce da una mortale e dona al la madre l’immortalità.
    Compaiono inoltre in ambedue i miti il vino, la grotta con un asino, la culla, la persecuzione. E sia Cristo sia il Dioniso misterico assumono la figura di Salvatore e soffrono una Passione in quattro momenti, pur se disposti in differente ordine cronologico): uccisione, spezzettamento delle membra, cannibalismo e resurrezione.
    Vicende, periodi dell’anno implicati e molteplici altri indizi rivelano il risvolto naturalistico racchiuso in questi miti, che fa di Osiride - come di Attis, di Adone e degli altri Dei citati - una Divinità connessa alla natura e in particolare alle fasi lunari.

    Del resto il mito egizio ce lo testimonia con palese evidenza: il corpo di Osiride viene diviso in 14 parti (numero dei giorni di un emiciclo lunare: il ciclo dura infatti 28 giorni), che sono gettati in 7 bracci del Nilo (numero ritmico delle fasi) e infine recuperati tutti fuorché uno (e il 13 è il numero di volte in cui nel corso di un anno la Luna effettua il suo giro completo).

    Osiride rappresentava dunque tutto ciò che è fasico: Luna, stagioni, vegetazione, messi... e in Egitto ovviamente il sacro Nilo (16), la più potente esemplificazione della ciclicità, dato che ogni anno per nutrire la terra con il suo prezioso limo il fiume esondava così puntualmente che l’evento fu usato come momento d’avvio per il calendario.
    Ecco perché Apis, Dio-Toro con cui il fiume era identificato, fu assimilato con il tempo a Osiride, del quale condivideva appunto l’attitudine ai corsi e ricorsi che scandiscono i ritmi dell’esistenza.
    In origine invece Osiride più che il fiume ne rappresentava l’esondazione, quindi il principio di fertilità, quasi che il limo simboleggiasse il suo sperma divino.

    Va pure detto che in siffatto scenario mitologico Iside recitava la parte della terra fecondata, quella che si adagiava intorno al fiume, mentre i suoi fratelli Seth il "Rosso" e Neftys, altra Coppia del pantheon egizio, alludevano Lui all’aridità solare del deserto - la "terra rossa" - e Lei ai terreni lontani dal Nilo e dunque quasi mai raggiunti dalle acque esondate.
    Si narra in effetti che Neftys ottenne la sua unica gravidanza dopo un amplesso con il fratello equoreo Osiride, dal momento che Seth era sterile (17).

    Ma se Osiride è l’esondazione, Iside che ne ricompone il corpo risulta essere, oltre che terra fecondata, anche la Natura che organizza e determina, nella funzione di potenza primeva, il ciclo stagionale.
    Occorre inoltre ricordare che il primo giorno dell’anno era determinato in Egitto dal coincidere della levata eliaca di Sirio (quella cioè che precede immediatamente l’alba) (18) e della piena del Nilo. E poiché il fiume/Osiride era visualizzato zoomorficamente come un toro e Sirio/Iside in forma di vacca (19) la loro contemporaneità sottintendeva anche un’unione sessuale, che in quanto tale era propiziatoria, tanto feconda quanto fecondante (20).

    Un’altra spia dell’iperfunzione di Iside quale regolatrice della Natura ce l’offre l’episodio mitico in cui la Dea invece di uccidere Seth, catturato da Horus per vendicare Osiride, libera questo suo fratello rosso, incarnazione sia del principio di secchezza e aridità sia delle acque salate, e quindi non potabili, del mare (21).
    Il magnanimo gesto è interpretato da Plutarco - nel suo "Iside e Osiride" - come una decisione saggia della nostra Dea, che in tal modo, Signora di Ordine e Misura, "non volle annullare completamente il principio opposto all’umidità, ma intese unicamente ridurlo e poi lasciarlo di nuovo libero per mantenere la composizione dell’atmosfera", poiché "il cosmo non può essere perfetto se viene a mancare in esso l’elemento igneo (22)".

    Plutarco ci segnala anche che le vesti rituali dei culti isiaci erano "di color variegato: il suo ambito, infatti, è quello della materia, la quale si evolve in tutte le forme e a tutte le forme si presta, luce e oscurità, giorno e notte, fuoco e acqua, vita e morte, principio e vita (23)".
    Iside, c’informa ancora lo studioso e sacerdote greco (che scriveva tra il I e il II secolo d.C., quindi in epoca tarda), personifica l’essenza della materia che porta in sé i semi di vita (24), la "casa cosmica" delle concezioni (25), il principio generativo che dissemina elementi germinali in ogni parte del mondo (26).

    E questo c’introduce al sesto, decisivo velo che dobbiamo alzare e che imprevedibilmente ci riporterà a Sirio...


    SESTO VELO: LA DEA FERMENTO

    I5



    Continuando a dissertare con Plutarco merita rilevare come a suo parere gli egizi ritenessero la natura di Iside un "movimento animato e intelligente" (27), concetto a cui alluderebbe anche il suo strumento musicale: il sistro (28).
    Il termine "seistron" - spiega infatti l’erudito - deriva da "seiesthai", "scuotere", e significa che gli esseri viventi devono essere scossi e non possono mai smettere di muoversi, e se si trovano a essere [...] addormentati e intorpiditi bisogna svegliarli e incitarli (29). Un’espressione dove par risuonare quel frammento in cui il filosofo Eraclito parlando della bevanda sacra alla Dea Demetra (che abbiamo visto fu identificata con Iside) scrisse: "kai o kiukeòv diìstatai mè kinoùmenos", ossia: "anche il ciceone si disfa se non viene agitato" (30).
    i

    Il riferimento a Demetra è particolarmente significativo perché anche Iside fra le sue tante forme assunse quella di "campo di grano", quella cioè della matrice in cui il grano nasce e si sviluppa. E il grano, come tutti i vegetali, specie da coltura, altro non è che la trasposizione naturistica del mitologema del Dio morente, che appunto si sprofonda nelle regioni ctonie durante ogni inverno per poi rinascere a ogni primavera.

    Sul tema, e proprio in base ai motivi che c’interessano, la mitoarcheologa Marija Gimbutas offre uno spunto illuminante nel suo pregevole saggio "Il linguaggio della Dea", dove scrive: "Il dio morente ha discendenti, nell’antica Grecia e nelle credenze popolari europee, nel dio del lino, o del grano, nato dalla terra sotto forma di lino, o grano, e che troviamo torturato, morente e risorto fuori dalla terra". E fa l’esempio di un vaso di steatite nera del XIV secolo a.C. in cui è ritratta "una danza di mietitori che "portano spighe di grano agitando i sistri" (31).
    Legame forte e antico, dunque, quello fra campo di grano fecondato e sistro, un oggetto la cui precipua funzione sarebbe perciò di risvegliare, incitare, stanare le energie vitali assopite nel ventre di Madre Terra e condurle a resurrezione.

    E giunge allora a proposito un’altra interessante citazione, tratta stavolta dalla monumentale indagine antropologica di Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend "Il mulino di Amleto", laddove i due storici della scienza ricordano che Istar - corrispondente assiro-babilonese di Iside - era la Dea che "sommuoveva" l’Apsu (le "acque dolci" primeve) davanti a Ea, il Dio dell’acqua.
    Nell’"Avesta" (32) - continuano i due ricercatori - si dice che Sirio "fa sì che il lago ribolla [...] che fermenti [...] che rifluisca", mentre il romano Plinio assicura che "il mare intero è consapevole del sorgere di questa stella, come si vede nei Dardanelli, ove appunto le alghe e i pesci vengono a galla e ogni cosa vien portata su dal fondo".
    E Plinio aggiunge che quando Sirio sorge "il vino nelle cantine si agita e le acque stagnanti si muovono" (33), tutti fenomeni che peraltro il mondo antico associava alla sfera femminile, con forte riferimento alla Luna, alle sue fasi e all’energia perturbante del sangue mestruale.

    In breve tutte queste considerazioni inquadrano Iside secondo la radicale prospettiva di una Forza dinamica e scardinante che non soltanto genera l’universo ma lo fa anche fermentare, in un processo ininterrotto di nascita-morte-rinascita affinché non degeneri mai nel ristagno.


    SETTIMO VELO: LA DEA TRONO

    I7



    Se queste successive testimonianze mitiche - la cui valenza antropologica nell’immaginario sacrale è incontestabile - ci mostrano Iside come Signora dell’"Ank", Chiave della Vita, e dei meccanismi rigenerativi che sottendono alla sua perpetuazione, non dovrebbe far meraviglia che i sapienti egizi la indicassero con il geroglifico che effigia il simbolo del potere sacro: il "Trono", posto anche sulla sfera tra le corna della Dea e con il quale Iside s’identificava tout court.

    Un’immagine che nasconderebbe, quindi, un grande segreto: il Faraone, quale sintesi microcosmica del macrocosmo Egitto, acquisirebbe la sua Energia, la sua Saggezza, la sua Salute fisica e interiore ma soprattutto il suo misterioso Potere fecondante dal Trono su cui siede e al quale aderisce come fosse sia la propria matrice occulta, sia il ventre della Madre Celeste da cui è sorto e da cui continua a suggere nutrimento.

    Un’interpretazione plausibile se si pensa che il Faraone personificava in vita Horus, figlio appunto di Iside, e dopo la morte Osiride, cui la Dea aveva ridonato esistenza in un contesto mitico di resurrezione.
    Il Trono manifesterebbe così il fermento vitale che proviene da Iside e che come una corrente elettrica investe e fa rinascere il Faraone ogniqualvolta vi si siede nella solenne pienezza della sua regalità.

    E ora che anche quest’ultimo velo - il settimo - è stato tolto, ecco la complessità della nostra Dea, straordinaria quanto ancora imperscrutabile, abbagliarci, nuda eppure ancora colma di maschere da scoprire, da indagare e sulle quali riflettere, nella certezza che Iside dai Nomi infiniti e dagli innumerevoli Anni abbia ancora molti, moltissimi veli da svelare.



    Note
    1. Cibele, qui chiamata così per un suo tempio nella città di Pessinunte.
    2. Da Cecrope, il mitico fondatore di Atena, metà uomo metà serpente.
    3. Afrodite sarebbe nata nelle acque di Pafo.
    4. "L’irretita", epiteto della dea cretese Britomarti, identificata dai Greci con Artemide.
    5. Dal fiume Stige, che gira nove volte intorno all’Ade, regno infero di Proserpina.
    6. Cioè Demetra.
    7. Dea romana della guerra.
    8. Lucio Apuleio - "L’asino d’oro", Milano, Garzanti, 2. ed., 1977, p. 59. La descrizione apuleiana fu iconografata nel 1652 da Athanasius Kircher.
    9. Anche Osiride aveva la pelle nera.
    10. Scrive Plutarco nel suo "Iside e Osiride": "La morte di Osiride corrisponde, secondo il mito egiziano, al 17 del mese, quando cioè il plenilunio si compie e risulta perfettamente visibile. [...] Gli anni della vita di Osiride, o [...] quelli del suo regno, furono 28: tale infatti è il numero delle lunazioni e anche quello delle giornate necessarie perché il ciclo lunare si compia. Il tronco che viene tagliato nel rito detto ‘Sepoltura di Osiride’ serve a costruire un’urna funeraria a forma di falce di luna: questo perché la luna, quando si avvicina al sole, prende l’aspetto di una falce fino a diventare invisibile" (cap. 42). Questa e le prossime citazioni sono tratte dall’edizione: Milano, Adelphi, 1990 (3. ed.).
    11. Del resto Iside (il cui nome egizio era Aset) è proprio figlia del Dio-Terra (Geb) e della Dea-Cielo (Nut).
    12. Papiro di Berlino 1425, intitolato "I lamenti di Iside e di Nefti". Versi tratti da: "La leggenda di Iside e Osiride nei testi originali", Roma, Tilopa, 1993, p. 63 e 65.
    13. Nella protostoria egizia, invece, il mito narrava che Osiride era morto per annegamento e Seth non vi era implicato.
    14. Nella primitiva versione dei "Testi delle Piramidi" (VI Dinastia, 2420-2270 a.C.) è la madre Nut a rimettere insieme il corpo di Osiride, che poi Iside e Neftys ritrovano nel fiume.
    15. In quanto Divinità connessa alla morte Osiride è costantemente raffigurato sotto forma di mummia. Nella prospettiva naturistica del mito la morte di Osiride corrisponderebbe alla secca del Nilo.
    16. "Anche la crescita del livello del Nilo, secondo gli Egiziani, è in rapporto con le lunazioni". Apis è l’"immagine vivente di Osiride e la sua nascita avviene quando dalla luna cade un raggio di luce fecondante e va a colpire una mucca in calore. È per questo che Apis col suo mantello misto di chiaro, grigio e nero somi glia molto ai vari aspetti della luna" (Plutarco, "Iside e Osiride", cap. 42).
    17. Dall’unione di Neftys con Osiride nacque Anubis, ma Iside portò via il figlio a Neftys "e lo fece suo. Neftys è ciò che sta sotto la terra ed è invisibile, Iside invece è ciò che sta sopra la terra ed è visibile. Il circolo che tocca questi due estremi, chiamato orizzonte, essendo comune a entrambi prende il nome di Anubis" (Plutarco, "Iside e Osiride", cap. 42).
    18. Invece con Anno Sothiaco s’intendeva un ciclo celeste di 1461 anni che iniziava quando il levarsi eliaco della stella avveniva all’Orizzonte Orientale. Sirio, detta "la Nutrice", è la stella più luminosa della costellazione del Cane Maior e il suo nome rivela appunto questa peculiarità: deriva infatti dal greco "seirios", "sfavillante, ardente".
    19. Viene rappresentata così anche nello Zodiaco di Dendera.
    20. La testa di vacca con cui è rappresentata talvolta Iside viene spiegata nel mito originario con un episodio piuttosto crudo: Horus cerca di violentare la madre, lei allora per punizione gli amputa le mani e le dà in pasto ai coccodrilli, poi il figlio la decapita e la testa di Iside verrà appunto sostituita con quella di una vacca.
    21. Vedi a questo proposito Plutarco. "Iside e Osiride", cap. 40: "Anche se non è espressamente ammesso dalla religione egiziana, non si può tuttavia respingere la validità del racconto secondo cui Tifone [Seth] all’inizio aveva il predominio sul regno di Osiride. L’Egitto, infatti, era un mare: per questo nelle miniere e sulle montagne si trovano ancora delle conchiglie. Tutte le sorgenti poi e tutti i pozzi, che sono tanti, hanno ancora acqua amara e salata, come se lì si fosse raccolto un vecchio residuo del mare che c’era prima. Col tempo Horos ebbe la meglio su Tifone, vale a dire che il Nilo, grazie al benefico avvento delle piogge, riuscì a respingere il mare, a mettere allo scoperto la pianura e a riempirla di depositi alluvionali".
    22. Ivi.
    23. Plutarco. "Iside e Osiride", cap. 77.
    24. Ivi, cap. 53.
    25. Ivi, cap. 56.
    26. Ivi, cap. 42.
    27. Ivi, cap. 60.
    28. Il sistro era formato da un telaio, in genere rettangolare, al quale erano appese sbarrette - spesso munite di dischetti tintinnanti - e sormontato da un manico. Il suono si otteneva facendo sbattere le sbarrette, e quindi i dischi, sui bordi del telaio.
    29. Plutarco, "Iside e Osiride", cap. 63.
    30. Frammento 125. Il "ciceone" era una miscela di farina, cacio e vino o miele.
    31. Marija Gimbutas, "Il linguaggio della Dea. Mito e culto della Dea Madre nell’Europa neolitica", Milano, Longanesi, 1989, p. 182-183.
    32. L’"Avesta" è il testo sacro del Mazdeismo, di cui conserviamo una redazione frammentaria che risale ai secoli II-VII.
    33. Giorgio de Santillana e Hertha von Dechend. "Il mulino di Amleto. Saggio sul mito e sulla struttura del tempo", Milano, Adelphi, 1998, 6. ed., p. 260-261. L’opera di Plinio citata è la "Naturalis historia".



    ilcalderonemagico
     
    Top
    .
  2. ares
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Molto molto bello astarte😊 grazie


    Una cosa che mi é venuta in mente"oltre a altre", quando ho letto il post..é che molte volte Iside é associata alla madonna..(nera)cristiana..come passaggio dicono alcuni..alla religione cristiana...ma non mi sembra il post per parlarne..percui scusate..😊🙏
     
    Top
    .
  3.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Η Μεγάλη Μητέρα

    Group
    Antriani Fidelis
    Posts
    429
    Punti Antro
    +102
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    ma certo! i Cristiani hanno copiato in tutto le religioni antiche, specialmente quella degli Egizi, come anche gli Ebrei del resto!

    Iside è proprio il prototipo della vergine Maria, sia essa bianca. nera o anche gialla (Cina e Giappone)

     
    Top
    .
  4. ares
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Pienamente d'accordo..😊😊
     
    Top
    .
  5. Driade Druido Derwydd
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Articolo d'egregio contenuto.
     
    Top
    .
  6. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    20201112_162414

    Proseguo questo articolo con il significato di Sirio che è associata ad Iside.

    Sirios, nome proprio, stella identificata con il Sole.

    sirios, nome comune significa ardente, avvampante, bruciante ma anche stelle e devastatore, distruttore di navi.

    In relazione all'Apocalisse di Giovanni i simboli ci sono tutti.
    La DONNA è vestita di SOLE ed ha STELLE sul capo.
    Combatte contro il Dragone/serpente antico, SAMAEL, la Morte.

    Apocalisse_2017_donna_con_serpente_drago_450_R_rid_col_liv_ok__73a4d6045d18df5ee02814a69ed65799--the-devils-jpg

    Ma anche il suo aspetto distruttore può essere intravisto nello scatenarsi degli elementi naturali a cui tale DONNA non soccombe e nella genialità di Leonardo da Vinci che la dipinge con una piccola barchetta di carta in grembo, a rappresentare un nuovo inizio.

    20190209_214617

    Personalmente ho trovato interessanti anche le corrispondenze grafiche tra il Iside, Osiride, Horus e IHS inscritto nel SOLE.

    ihs

    Aggiungo alcune suggestioni attraverso gif animate da me create.

    Iside distruttrice della barca di Pietro e nuova b-Arca solare verso il nuovo Eden.

    videotogif-2019-02-09-21-48-01
    TSL2

    BET-EL Casa Solare, MA DOMUS AUREA.

    videotogif-2019-04-29-08-48-55

    Un po' di GEMATRIA.

    20190228-200430

    20190228-210330

    20190228-220206

    Ed infine la suggestione più interessante in assoluto.
    Per chi può intendere, naturalmente.

    videotogif-2019-04-27-19-50-19

    mPNGm21

    Edited by ragazzaconorecchinodiperla - 12/11/2020, 17:38
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    210
    Punti Antro
    0

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (ragazzaconorecchinodiperla @ 12/11/2020, 16:49) 
    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/...1112_162414.jpg)

    Proseguo questo articolo con il significato di Sirio che è associata ad Iside.

    Sirios, nome proprio, stella identificata con il Sole.

    sirios, nome comune significa ardente, avvampante, bruciante ma anche stelle e devastatore, distruttore di navi.

    In relazione all'Apocalisse di Giovanni i simboli ci sono tutti.
    La DONNA è vestita di SOLE ed ha STELLE sul capo.
    Combatte contro il Dragone/serpente antico, SAMAEL, la Morte.

    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/...s-jpg.jpg")

    Ma anche il suo aspetto distruttore può essere intravisto nello scatenarsi degli elementi naturali a cui tale DONNA non soccombe e nella genialità di Leonardo da Vinci che la dipinge con una piccola barchetta di carta in grembo, a rappresentare un nuovo inizio.

    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/...0209_214617.jpg)

    Personalmente ho trovato interessanti anche le corrispondenze grafiche tra il Iside, Osiride, Horus e IHS inscritto nel SOLE.

    ihs

    Aggiungo alcune suggestioni attraverso gif animate da me create.

    Iside distruttrice della barca di Pietro e nuova b-Arca solare verso il nuovo Eden.

    videotogif-2019-02-09-21-48-01
    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/TSL2.jpg)

    BET-EL Casa Solare, MA DOMUS AUREA.

    videotogif-2019-04-29-08-48-55

    Un po' di GEMATRIA.

    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/...0228-200430.jpg)

    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/...0228-210330.jpg)

    (IMG:https://upload.forumfree.net/i/ff13471944/...0228-220206.jpg)

    Ed infine la suggestione più interessante in assoluto.
    Per chi può intendere, naturalmente.

    videotogif-2019-04-27-19-50-19

    mPNGm21

    ragazzaconorecchinodiperla

    ragazzaconorecchinodiperla
    Grazie del post ragazzaconorecchinodiperla

    Per precisare, Sirio non é identificata con il nostro Sole. Sirio è il Sole spirituale del nostro Sole, astrologicamente parlando. La coscienza cristica di Sirio che viene regolata dalla stella Regolo del Leone, da qui Regulus(regolo-regolare).
    Tanto meno è associata a Iside. Grazie del tuo post, ma precisiamo ;)
     
    Top
    .
  8. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Fai bene a precisare, Finni però la dimostrazione diretta ORA la preferisco.
    sirio-dipinto4


    videotogif-2019-05-01-10-24-52

    La Croce di Hendaye e l'avvento della Mater Rosa

    videotogif-2019-04-29-12-32-03

    Edited by ragazzaconorecchinodiperla - 12/11/2020, 21:00
     
    Top
    .
  9. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ISIDE E IL NOME SEGRETO DI RA

    11873538_740873769392754_8484022432474100592_n

    Il mito del nome segreto di Ra è sovrapposto a quello di Lilith.

    Nel libro pseudo Ben-Sira viene raccontato che Lilith, mentre in un primo momento provocò Adamo, poi fu spiritualmente vinta da quest'ultimo ed abbandonò il Giardino dell'Eden. Come prova della superiorità morale ed etica, spirituale e sapienziale del genere umano sui demoni, che stanno sul mondo dell'impurità conosciuto come l'altro lato, è scritto:

    «Ella disse 'Non starò sotto di te,' ed egli disse 'E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra.»

    Lilith pronunciò infuriata il nome di Dio, prese il volo e abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilith abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell'uomo e non avendo toccato l'Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità.

    Lilith dunque, secondo questo testo, non possiede il peccato originale nato dalla seduzione del serpente.
    È una Nigra Virgo, vergine nera.

    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Lilith

    Il testo che segue invece è tratto dal Papiro 1993 di Torino (XIX Dinastia), conservato nell'ononimo Museo.

    Ra, il potente dio che venne all'esistenza per sé stesso, colui che fece i cieli, la terra, le acque, che creò la vita, il fuoco, gli uomini e gli dei, il bestiame ed i rettili, gli uccelli e i pesci, il re degli uomini e degli dei per il quale gli eoni sono come anni, aveva molti nomi che neanche gli dei conoscevano.
    Iside, la Grande Maga, era una donna dalla voce abile, più abile dei cuori di un milione di uomini. Emergeva su milioni di dei, ed era più astuta ed intelligente di milioni di Akh 1. Conosceva, come Ra, il demiurgo, tutto quello che si può sapere sul Cielo e la Terra. La dea tramò nel suo cuore per scoprire il nome segreto del dio, quello che gli dava il potere sul resto degli uomini e degli dei.

    Ogni giorno Ra sorgeva, sulla sua barca, dal lato orientale dell'orizzonte per compiere il suo viaggio attraverso i cieli ed immergersi nel lato occidentale, all'imbrunire, realizzando la sua traversata notturna nelle regioni del Duat 2, che illuminava con la sua luce. Ma erano già molti i viaggi che il dio aveva compiuto e giorno dopo giorno invecchiava un po' di più. Quando attraversava le terre d'Egitto la sua testa dondolava da un lato all'altro, la sua mandibola tremava e dalla sua bocca cadeva la saliva che irrigava la terra.

    Un giorno Iside raccolse la saliva con la sua mano, mescolandola poi con la terra e modellando così un serpente che diede origine al primo cobra. Non dovette usare la sua magia per portare a termine questa creazione, perché nella creatura si trovava la sostanza divina di Ra. Iside prese il serpente inerte e lo posizionò sul tragitto che suo padre percorreva andando da Oriente verso Occidente attraverso le Due Terre, in accordo con il desiderio del suo cuore.

    Dopo che Ra salì per l'orizzonte Orientale, mentre avanzava nel suo viaggio assieme alla sua comitiva di dei passò, come d'abitudine, sul posto nel quale Iside aveva lasciato il serpente e questo si erse, rapidamente, in un movimento giusto ed abile, per mordere la carne del dio, trasmettendogli così tutto il fuoco del suo potente veleno. Ra aprì la bocca e la voce della sua Maestà raggiunse i cieli. L'Enneade degli dei allora gridò: "Cosa vi succede signore?", e tutti gli dei domandarono: "Cosa vi è successo?". Ma Ra, il creatore, il potente dio che aveva dato origine a tutte le cose e agli esseri del mondo, non poté rispondere loro, perché non trovò forze sufficienti per fare ciò. Le sue mandibole tremavano e tutte le sue membra tremavano man mano che il veleno avanzava nel suo corpo, come il Nilo si impadronisce di tutte le terre durante il suo corso.

    Dopo che il grande dio ebbe fermato il suo cuore, disse a quelli che lo seguivano: "Venite a me. Oh, voi, che veniste all'esistenza dal mio corpo! Voi, dei che siete sorti da me! Che vi sia fatto sapere cosa mi è successo. Una creatura mortale mi ha ferito. Il mio cuore l'ha presente, ma non so di cosa si tratta, perché i miei occhi non hanno potuto vederla, né le mie mani l'hanno modellata. È sconosciuta tra tutto quello che io ho creato. Non ho sentito mai un dolore tale, non conosco niente di tanto mortale. Sono il Governatore ed il figlio di un Governante, il fluido prodotto da un dio. Sono un Grande, il figlio di un Grande. Fu mio padre che pensò il mio nome. Ho multipli nomi e una moltitudine di manifestazioni, ed il mio Essere sta in ognuno degli dei che esistono. Sono conosciuto come Atum e come Horus della Lode. Mio padre e mia madre pronunciarono il mio nome che stava nascosto nel mio corpo incluso prima di nascere, in modo che nessuno può avere potere su me mediante le sue parole. Quando uscii per vedere la mia opera ed avanzavo per le Due Terre, qualcosa mi morse, ma non so che cosa sia. Non è fuoco, neanche acqua, ma sento il fuoco nel mio cuore, le mie membra tremano e tremano. Venite, figli miei, dei, venite a me, quelli che conoscono la gloria delle parole e chi conosce la loro magica pronuncia, coloro dalla potente influenza che sale fino ai cieli."

    Tutti gli dei accorsero alla chiamata di Ra, e lo fece anche Iside, la Grande Maga, con il suo glorioso potere e l'efficace parola. Iside disse: "Cos'è questo? Cosa ti è successo? Padre Divino, è stato, forse, un serpente che ti ha trasmesso questo dolore? Una delle tue creature ha levato il suo cuore contro il tuo? Se è così io espellerò il dolore che ti affligge e lo distruggerò coi miei incantesimi."

    Ra aprì la bocca per rispondere: "Quando viaggiavo per la mia strada, quando attraverso Le Due Terre, ed i paesi stranieri, desideroso affinché il mio cuore percepisse la mia opera, un serpente che non potei vedere mi morse. Non è fuoco, non è acqua. Sento il freddo nel mio corpo come l'acqua, sento il caldo del fuoco, tutte le mie membra tremano ed il sudore corre attraverso il mio corpo. Tremo, il mio occhio è insicuro e non posso distinguere i cieli. L'umidità mi raggiunge il viso come nei caldi giorni d'estate."

    Nuovamente Iside parlò ed ora la sua voce era calda e confortante: "Venite, ditemi, oh Signore, il vostro nome, oh divino padre, il vostro vero nome, il nome segreto che voi solo conoscete, perché vivrà solamente colui che è chiamato con il suo vero nome."

    E Ra rispose con tutti i nomi che possedeva: "Sono il creatore del Cielo e della Terra, chi mise le montagne e creò tutto quello che esiste. Sono quello che diede origine alle Acque, fece sì che la Grande Inondazione venisse all'esistenza. Sono chi modellò il 'Toro di sua Madre, affinché il diletto sessuale venisse all'esistenza. Sono chi coltivò il cielo ed i vuoti nascosti dei Due Orizzonti, dentro i quali situai le anime dei dei. Sono colui che quando apre gli occhi origina la luce e quando li chiude provoca l'oscurità, ai cui ordini le acque del Nilo salgono ed il cui nome gli dei non conoscono. Sono chi creò le ore e così i giorni vennero all'esistenza. Sono colui che apre i festival dell'anno, il creatore del flusso di corrente delle acque. Sono chi diede origine al fuoco, affinché i lavori degli uomini potessero essere portare a termine. Sono Kephri di mattina, Ra a mezzogiorno, ed Atum di pomeriggio."

    Ma Iside conosceva già tutti quei nomi, come il resto dell'Umanità, mentre Ra continuava a conservare dentro sé il suo nome segreto. Intanto, il dolore cresceva ed il veleno correva attraverso le sue vene come il fuoco. Iside allora si diresse nuovamente verso Ra dicendogli: "Non sono quelli i nomi di cui ho bisogno per curarvi, è necessario che mi diciate il vostro nome segreto, quello che solo voi conoscete, ed il veleno sarà espulso. Vivrà solo colui che rende manifesto il suo vero nome."

    Ra scosso per il dolore che lo bruciava con ferocia, più potente di fiamme di fuoco disse: "Avvicinati Iside, guarda qui e lascia che il mio nome, passi dal mio corpo al tuo. Io, il più divino tra gli dei, l'ho tenuto nascosto, affinché il mio trono nella Barca Divina, da milioni di anni, potesse essere esteso. Quando uscirà dal mio cuore, dillo a tuo figlio Horus, dopo che egli abbia giurato per la vita del dio, ed abbia messo il dio nei suoi occhi." Dopo queste parole il grande dio rivelò il suo nome alla dea.

    Allora Iside, Grande negli incantesimi, disse: "Esci fuori, veleno! Esci da Ra! Oh Occhio di Horus, esci dal dio che ha dato origine alla vita per mezzo delle sue parole! Io sono colei che realizza questo incantesimo, io sono colei che manda fuori il potente veleno, affinché cada sulla terra. Il grande dio mi ha consegnato il suo nome. Ra vivrà ed il veleno morrà! Il veleno muore e Ra vivrà!" Così Iside la Grande, Signora degli Dei che conosce Ra nel suo vero nome.

    Fonti: Isis - Storia e Culto di una Dea

    902d5e63745dbeed2af10b9bf7d8c32a
    Tutta la simbologia ebraica ha origine dalla cultura egizia e babilonese.
    Il nome di Dio/Ra perciò è lo stesso.
    Gli ebrei non lo pronunciano ma usano la locuzione HaShem השם che significa IL NOME appunto.

    In realtà si conosce il nome segreto ma ne è sconosciuta la pronuncia in quanto l'ebraico è una lingua morta che è stata ripristinata solo in tempi moderni

    Tale nome è il Tetragramma Sacro יהוה che il mondo profano scrive YAHWEH.

    La sua pronuncia è riservata al momento in cui Iside e Ra si riuniranno nella Camera Sacra per risvegliare il Fuoco degli Dei.
    Essa deriva da un movimento del respiro che gli umani non conoscono più ma che ha profondo potere energetico rigenerativo.
    Tale pronuncia è la coniugazione dei movimenti contrattivo, espansivo e statico che si realizza durante l'orgasmo.

    Ra pronuncia solo a Iside il suo Nome Segreto perché solo lei è degna del suo Amore.

    Infine tutto il Mito esoterico/magico ci narra di AMORE equilibrato sebbene anime spurie non vedano oltre il potere.

    Aggiungo che יהוה può essere reinterpretato così: Yah e Lei.

    Yah (יה) è un modo di chiamare Dio.
    La VAV (ו) si usa come congiunzione.
    La lettera HE (ה) terminale di parola indica il genere femminile.

    <3
    Rose2

    Edited by ragazzaconorecchinodiperla - 13/11/2020, 11:26
     
    Top
    .
  10.     +1   +1   -1
     
    .

    Love=Hate

    Group
    Esiliati
    Posts
    60
    Punti Antro
    0
    Location
    CMS (Central Mediterranean Sea)

    Status
    Anonymous
    ragazzaconorecchinodiperla

    Bel Post , ma non avrei mai osato imbrattare il lavoro dell’immenso visionario Rosacrociano Johfra : Libra ( La Bilancia )
    fra l’altro il nome dello stato Ebraico non ha nulla a che vedere con l’esempio fatto , così come la Piuma di Maat e l’Urna a forma di Cuore,
    capisco che il fine del post è un’altro , però...
     
    Top
    .
  11. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Sono solo punti di vista.
    La verità se dogma non è libera e se non è libera non è verità.

    Però siccome sono 'studiata' 😂 e pignoletta, preciso che ISRAELE è il nome che Dio (o chi per esso) diede a Giacobbe, il patriarca che lottò con il suo messaggero e lo vinse.
    Il significato di tale NOME è incerto ma, dato il retroterra culturale egizio e babilonese, e la lungimiranza divina 😉 io preferisco quella ipotesi.

    Comunque, se tu volessi illuminare gli astanti, con ipotesi differenti, saremmo tutti orecchi!

    Tra l'altro volevo aggiungere similitudini interessanti tra il NOME di Ra e quello del Vivente dell'Apocalisse.
    Magari lo farò quando ne avrò voglia.

    Edited by ragazzaconorecchinodiperla - 14/11/2020, 08:15
     
    Top
    .
  12. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ISIDE E IL NOME SEGRETO DEL VIVENTE

    unnamed__4_

    Proseguo questo exursus simbolico sul nome segreto di Ra, analizzando la figura del VIVENTE dell'Apocalisse che possiede, a sua volta un nome occulto.


    APOCALISSE 19
    11 Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. 12 I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. 13 Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. 14 Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. 15 Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell'ira ardente del Dio onnipotente. 16 E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI.

    Innanzitutto bisogna considerare il fatto che questa misteriosa figura pare coincidere con KALKI, l'ultimo AVATAR della tradizione induista, che sarebbe apparso durante il KALI YUGA, attuale periodo di caos e oscurità spirituale.



    Anche KALKI cavalca un cavallo bianco e possiede una spada con cui giustizia il mondo.

    Ma il VIVENTE dell'Apocalisse ha altre caratteristiche interessanti.
    La spada gli esce dalla bocca, a simboleggiare la potenza della SUA parola ed ha molti nomi di cui uno OCCULTO.

    Vediamoli tutti.

    - FEDELE e VERITIERO associato al cavallo bianco

    - PAROLA DI DIO associato alla veste tinta di Sangue

    - RE DEI RE E SIGNORE DEI SIGNORI associato alla spada affilata

    ed infine (od in principio) il nome occulto

    - CHE NESSUNO CONOSCE TRANNE LUI associato ai diademi/corone sul capo

    Tutta la criptica simbologia giovannea nasce nell'apocalittica ebraica che era davvero sterminata visto il senso di fragilità e di insicurezza dato dal dominio romano e dalla distruzione del secondo Tempio.

    Questo testo in particolare risente di maggiori influenze gnostiche e di conseguenza è più ermetico, maggiormente 'sigillato' rispetto ad altri testi.
    Era rivolto, cioè, ad iniziati.

    Questo il senso del nome SCRITTO SULLA COSCIA.

    Il nervo sciatico simboleggia l'iniziazione simile alla circoncisione che permette ai figli evoluti della Stella di Davide e della Sophia gnostica di non distinguere più gli opposti ma di riunirli sotto una sola Unità.

    Genesi 48,10
    Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più distinguere.

    Giacobbe/Israele infatti, dopo aver lottato con l'Angelo ebbe il nervo sciatico (tradotto anche con femore) leso. Perciò a tutt'oggi gli ebrei non mangiano questa parte di animale.

    Genesi 32,26
    Vedendo (l'Angelo) che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.


    https://it.chabad.org/library/article_cdo/...vo-sciatico.htm

    Ma torniamo ai simboli associati ai nomi di questo Re ILLUMINATO dal Sole.

    Il cavallo con cui percorre la terra è la FEDE e la VERITA che probabilmente incarna.

    La veste tinta di Sangue è proprio quella del RE ALCHEMICO SOLARE che lava se stesso nella tinozza del Sangue degli Innocenti e che rinasce/risorge a nuova vita nella Torah.
    b26

    La spada a doppio taglio (alcune volte tradotta con affilata) è ciò che lo incorona RE perché colpisce e risana, perché domina sia LUCE sia TENEBRE con Unica Saggezza.

    Infine i diademi, CORONE, KETHER, l'ultimo stato della LUCE manifesta che torna occulta perché abbagliante, scintillante, bruciante.

    Essa uccide.

    Perciò è riservata SOLO ai regnanti solari.
    DTCLX0QWAAANmt1

    King-Arthur-1

    Il loro nome è conosciuto solo a loro stessi ciò significa che lo INCARNANO.
    Non è un aggettivo, non è una stratificazione dell'IO ma è ESSENZA.

    Tale nome è il segreto degli DEI, di Giacobbe/Efesto/Vulcano che zoppi, claudicanti come il Grande Monarca, sono giunti alla sommità dell'Olimpo ed hanno avuto accesso al Fuoco Solare.

    20200823_220557

    Questo è il Fuoco di MA KUNDALINI, di Iside la Nera, della Sposa di Cristo/YAHWEH, di Astarte/Astaroth!

    Solo RE e REGINA possiedono in eterno tale segreto.
    A pochi altri regnanti ne verrà concesso una parte.
    Al popolo solo un accenno.
    Gli altri alimenteranno la fornace dell'Athanor materno.

    Aggiungo: il segreto di MA KUNDALINI risiede nella sessualità e nel respiro, nel diaframma. È un movimento a 3 tempi.
    Ne parla proprio Apocalisse.
    Forse un giorno ne scriverò.
     
    Top
    .
  13. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    stemma

    LO ZOLFO E L'EROTISMO MISTICO

    via Erotica Occidentale verso il Graal

    musica:sin(mg)up.sys - Omega

    di Alessandra Nassuato
    R.R.
    D.V.S.
    999

    e76c69d36742663a3f11a3c99283c987_0

    Illuminata dal grande Schwaller de Lubics, scrivo questo testo per dirigere le anime cristiche, desiderose di Verità, verso il raggiungimento della Pietra filosofale, dell’agognato Graal che per secoli abbiamo bramato, per cui abbiamo combattuto e donato la vita.
    Questo è il tempo migliore per raggiungerlo, sia perché il cammino non ha ostacoli di tipo morale, sia perché solo oggi dai tempi del Nazareno, incarnate sulla Terra sono presenti TUTTE le forze necessarie alla realizzazione dell’Opera Personale ed Universale. Piccola e Grande. Nera e Rossa.

    Lo Zolfo, materia volgare destinata ad essere testata d’angolo per qualunque procedimento di trasmutazione alchemica è stato per me il motivo di maggior cruccio intellettuale, spirituale e sessuale.

    Lo Zolfo, il fuoco vivo incarnato, male si accostava alla concezione dogmatica Cattolica che lo associa negativamente al Diavolo; faticavo a riunire in un’unica rappresentazione Satana e l’ammasso informe di materia che dopo svariati procedimenti si trasforma in pregiatissimo Oro. In breve Satana e l’Oro dovevano evolversi in un solo principio nel mio cuore ma in realtà la mente non voleva sapere di asservirsi a tanta innovazione che aveva il sapore dell’eresia più temeraria.

    E come far capire anche al prossimo che tra il principe del mondo e il Re dell’Universo non c’è quasi distanza alcuna ma solo una serie di raffinazioni che partendo dall’intelletto raggiungono, come per magia, tutti gli angoli più remoti, non solo dello Spirito ma anche della Materia?

    Non lo credevo possibile ma ho sperimentato su di me che il simbolismo è l’unico mezzo che permette di ampliare gli orizzonti di una mente imprigionata in un vizio di forma.
    Solo lo sforzo continuato verso la decrittazione multipla di un simbolo può far volare l’intelligenza umana verso una dimensione che trascende le tre dimensioni; solo rendendo elastico un pensiero che per secoli è stato diretto verso l’immobilità e l’apatia da una Chiesa cieca, è possibile penetrare come una lama il Vaso di Pandora.

    Avevo chiarito, negli anni, ogni singolo elemento della trasmutazione alchemica; riuscivo a destreggiarmi pienamente nel marasma di significati, immagini, sentimenti che ogni simbolo evocava, ma sentivo che non mi era ancora permesso il pieno accesso alla corte dello Zolfo!
    Satana si faceva beffe di me!

    Poi un giorno lo conobbi, conobbi la Pietra incarnata su cui si fonda la Chiesa, che è davvero di Satana e nello stesso tempo di Cristo, conobbi Petrus Romanus.
    Racconto questa storia come fosse accaduta davvero e, pur essendo forse accaduta, in realtà essa simboleggia, in un più ampio respiro, la Genesi Cosmica, non solo delle razze, ma anche del singolo individuo.

    Conobbi Petrus Romanus in un suo momento di accesso d’ira. Egli non è solo iracondo, bestemmiatore dello Spirito Santo, lussurioso e volgare, violento e assassino, Petrus Romanus è anche un essere che soffre terribilmente la sua condizione di umano. Egli non è solo l’ultimo di una lunga serie di Pietre, ma incarna totalmente, pienamente ed in modo irreversibile anche la volontà del Padre.

    Possibile, mi dicevo che il Padre voglia sulla Terra, a guida della sua ultima Chiesa, un essere tanto rozzo, ostinato, rabbioso e sofferente? Possibile che questo Petrus rassomigli più a Satana che a Cristo?

    In ogni modo il mio primo impulso verso Petrus Romanus fu di simpatia e di tenerezza. Quell’uomo che versava sangue copioso dal Cuore mosse a pietà il mio sentimento e non me la sentii di condannarlo nemmeno dopo offese continue alla mia persona, volli comprenderlo, volli tentare di capire perché colui che da Dio viene continuamente diretto, serba nell’animo l’odio assieme all’amore, la furia con la dolcezza, la virilità con l’impotenza.

    Per penetrare simbolicamente lo Zolfo ho dovuto conoscere ed amare personalmente la sua incarnazione terrestre.

    Ma nonostante questa mia pubblica confessione avverto che non si arriva allo Zolfo se non per mezzo del Sale, non si giunge al Padre se non attraverso il Figlio.

    Chi difetta di Sale, difetta di tutto.
    Chi non è in Cristo non giungerà mai a nulla ed è per questo che resto diffidente nei confronti di qualunque altra Rivelazione che non sia di stampo cristiano.

    Ma è anche per questo che sarò tacciata, un giorno, non solo di essere una seguace del demonio, ma anche di essere fondamentalista e intollerante. Conosco il mio Destino e nonostante ciò parlo e scrivo per quelle poche anime che possono comprendere grazie al sale che è già in loro ma che ha bisogno di essere vivificato.

    Petrus Romanus, insomma, incarna il Padre in Terra, la Sua Volontà e la Sua Sapienza che egli stesso, l’uomo in lui, non riesce a comprendere, pur pronunciandola. Petrus Romanus è Verbo del Padre ma non ha accesso a quel Verbo, perché egli è materia volgare, non raffinata dal processo alchemico. Petrus Romanus è il più grande profeta di tutti i tempi ma non riesce a tradurre completamente ciò che svela data la distanza infinita tra Dio e le sue creature, che può essere colmata solo dal Figlio.

    Tra Zolfo e Mercurio, il Sale.
    Tra l’Ignoranza e la Sapienza, l’Erotismo Mistico.

    Solo ultimamente mi sono spiegata il motivo per cui Petrus Romanus, pur riuscendo a congiungersi sessualmente con qualunque donna, non riuscisse a farlo con me, preso da una esclusiva impotenza fisica che riusciva però a dribblare in una dimensione mistica superiore, mantenendo, comunque, una frustrazione di fondo, insanabile.
    Petrus Romanus vive una dimensione mistica molto feconda, in cui dialoga con esseri di ogni natura e osserva i misteri più profondi dell’Universo, in cui naviga sconfinando in tempi e spazi remoti, dando vita anche ai suoi desideri più intimi. Ed è quasi solamente attraverso questo mezzo che io e lo Zolfo ci siamo amati carnalmente.
    Ma questo amore mistico non ha lasciato nulla in me, né sensazioni indelebili, né una rinnovata elevazione spirituale, né una qualche illuminazione trascendente. Sulla Terra ho amato Petrus Romanus e mi sono sentita rifiutata dal suo membro, sterile solo nei miei confronti. Punto.

    Nonostante la buona volontà, la pietas, il desiderio ascetico di Verità e la mia irrefrenabile Passione per Cristo, non avevo ancora accesso completo allo Zolfo e la mia trasmutazione, quindi, non era nemmeno cominciata.
    Non mi accomunavo ai profani e degli Iniziati non possedevo l’osservazione di una regola o la devozione verso una gerarchia; navigavo a vista in un mare minaccioso e pieno di insidie, con un fioco lumino acceso, rappresentato dall’infinito amore per la Verità e per Cristo.

    In questo percorso a ritroso, dal Mercurio al Sale, giunsi ad entrare nel Regno dello Zolfo nel momento in cui lessi le seguenti parole in Adamo l’Uomo Rosso o gli elementi di una gnosi per il matrimonio perfetto, di de Lubicz:

    “Occorre aggiungere ancora la rappresentazione materiale dei tre principi della trinità, in cui il padre diviene la pietra fondamentale, il punto di partenza, che nella materia è il perno, la resistenza assoluta; è chiamato anche il fuoco incarnato ed è raffigurato dallo zolfo”.

    La Pietra è Pietro. La Pietra è Nera. La Pietra è Satana. La Pietra è Dio Padre!

    La Pietra è Dio Padre incarnato!

    Sulla Terra sono incarnati il Padre, il Figlio e la Sophia (la Madre)!

    Ma il Mercurio non giunge allo Zolfo che tramite il Sale incarnato!

    Lo Zolfo non giunge alla Sophia che tramite il Sale incarnato!

    Chi è il Sale incarnato?

    Egli è l’Uomo Cosmico il Kadamon cristico che, nato androgino ed in seguito caduto, cerca il ricongiungimento alla sua Sposa Eterna che gli è, nel contempo, Madre.

    La Sophia mercuriale è la Madre di ogni cosa che percorre, invece, un calvario in discesa. Anche costei è nata androgina, tutt’uno con il Padre, per entrare nella materia, ha dovuto sdoppiare il suo volto.

    Se non conoscessi a fondo le profezie dei mistici cattolici, in questo guazzabuglio di pensieri antitetici, non mi ci sarei mai raccapezzata, ma grazie a Dio mi appassiono di Apocalisse e visioni mistiche da troppo tempo per non avere notato che i Santi del passato descrivono il Cristo parusiaco e l’Anticristo con dettagli troppo simili per essere mere coincidenze.

    A suo tempo mi nacque il sospetto che i Santi non riuscissero a comprendere che stavano osservando la stessa persona, la stessa Natura, la stessa entità, e per nulla abituati ad interpretare le visioni anche per via simbolica, videro il Male e il Bene nettamente separati in due incarnazioni distinte.

    MAI, da che mondo è mondo, il Bene è solo Bene e il Male è solo Male, eppure la nostra tradizione religiosa si ostina a separare ciò che in realtà, è eternamente unito.

    La Madre di Sapienza è quindi anche Babilonia, la madre di tutte le abominazioni della Terra.
    Cristo è anche Anticristo.
    Petrus Romanus è Satana e l’Antiprofeta.

    Questa Dualità nell’Unità e Unità nella Dualità, è Trinitaria e permette a chiunque, in forme diverse, di percorrere la via della mistica che non è riservata unicamente a spiriti nobili o di Luce ma anche al corruttibile Buio. E’ Trinitaria come sono Tre i figli di Adamo: Caino, Abele e Seth.
    Ho fatto esperienza personale anche di questo fatto, ma preferisco non divagare oltre e continuare il mio racconto.

    Dicevo che per penetrare simbolicamente lo Zolfo ho dovuto conoscere ed amare direttamente la sua incarnazione terrestre ma che non si arriva allo Zolfo se non per mezzo del Sale, non si giunge al Padre se non attraverso il Figlio.
    Dicevo che tra Zolfo e Mercurio c’è il Sale. Tra l’Ignoranza e la Sapienza c’è l’Erotismo Mistico.

    Ecco dove si nasconde il Figlio che in realtà è anche Figlia, in una mistica che coniuga e riunisce sotto lo stesso tetto, l’intelletto, allo spirito, alla carne.
    Anche il Sale possiede, oggi, una incarnazione terrestre, identificata nel tronco di Jesse o nella stirpe di Davide, in una discendenza non solo di sangue, ma anche di tradizione e di mistica.
    Giunsi allo Zolfo per mezzo del Sale e io, Donna, conobbi un Uomo e attraverso costui entrai nel regno dello Zolfo e lo Zolfo entrò nel mio. Alfa e Omega si congiunsero in un amplesso totale che abbraccia tutti sensi possibili, passando per l’incarnazione cristica,

    Non dicono forse le profezie cattoliche che l’Anticristo viene concepito per possessione diabolica del padre e che la madre è una prostituta che si finge una donna santa e pia?
    Mai fu coniata una descrizione più esatta del matrimonio alchemico che porta alla nascita dell’Uomo Cosmico!
    Mai venne pronunciata una profezia meno compresa di questa!

    Il Sale viene posseduto dallo Zolfo ed entrambi penetrano il Mercurio!
    Lo Zolfo entra nel Sale, il Padre occupa il Figlio, Dio entra nell’Uomo, il Creatore nella Creatura.
    E la Madre inganna il mondo profano, si vende a tutti volendo continuare ad apparire pura, Prostituta e Santa!
    Perché?
    L’inganno c’è solo nella mente di chi divide invece di unire, ed è un inganno davvero mefistofelico, per riconoscerlo occorre Sapienza, ma chi non ce l’ha non può utilizzarla e chi ce l’ha non vede l’inganno.
    Per questo nacquero le parole: a colui che ha verrà dato, a colui che non ha verrà tolto anche quel poco che ha.

    Insomma, esiste una discriminazione di fondo, cosmica, che ha origine in Dio, il quale non ha dato a tutti, non ha elargito a piene mani i suoi doni. E tale discriminazione è incolmabile, almeno in questo tempo.

    Ma torniamo alla funzione dell’Erotismo Mistico che è anche origine e causa, che è la meta di ogni essere umano che cerca la pace del cuore, della mente e della carne, la soddisfazione eterna dei bisogni, l’Unione con Dio.
    Tutti coloro che sono nati per questo, possono fare l’esperienza di Erotismo Mistico in cui la creatura, attraverso il ricongiungimento al suo opposto e complementare, giunge alla contemplazione Trinitaria di Dio Padre/Madre, del Dio Androgino.

    Perché contemplazione Trinitaria?

    Perché contemplando il Dio Androgino si perviene alla perfetta conoscenza dello Zolfo, del Sale e del Mercurio mistico, delle stesse rappresentazioni simboliche incarnate e dei Sé superiori ed Inferiori, come in una piramide figurata che da una parte sale verso l’Alto e i Regni di Luce, dall’Altra scende in Basso verso i Regni di Buio. Il Sigillo di Salomone.

    Nell’Erotismo Mistico il massimo piacere della carne si unisce al massimo piacere intellettuale e spirituale in un unico e pieno orgasmo che si espande sia verso la Luce che verso il Buio.
    Nell’Erotismo Mistico l’Amore verso il proprio partner, che è l’esatta metà integrativa, si dilatata in un crescendo sensoriale fino ad esplodere e a portare il seme in ogni regione del Tempo e dello Spazio. La Coppia perfetta diviene come Dio, creatrice a sua volta, di nuovi mondi vivibili, di nuove realtà esplorabili.
    Ed è questo l’unico motivo per cui la sessualità è stata tanto brutalizzata nei secoli; chi ama completamente può divenire come il Creatore ma la gerarchia cattolica desiderava essere l’unica detentrice delle chiavi d’accesso a Dio e le ha tenute nascoste nelle tasche di lunghi pastrani color del Sangue.

    Purtroppo per la gerarchia cattolica, anche la Sophia è Chiesa, così come ogni elemento della Trinità, per questo motivo sostengo da tempo che ogni elemento della Trinità è Triplice. E la rappresentazione numerica della Triplice Trinità è 999.

    Lo Zolfo è anche Sale e Mercurio.
    Il Sale è anche Zolfo e Mercurio.
    Il Mercurio è anche Sale e Zolfo.

    Dio è anche Zolfo, Sale e Mercurio.

    Il Kadamon cristico è Caino, Abele e Seth, al contempo, pur vivendo anche identità distinte.

    Se un solo elemento rompe l’Equilibrio, perseguendo scopi diversi dall’Amore Universale, tutti gli altri si affretteranno a riparare l’Errore, colpendo la Bilancia della Giustizia con un colpo di reni.

    Lo Zolfo è a servizio del Padre.

    La Madre inganna solo chi deve essere ingannato.

    Il Figlio impugna la Sacra Lancia di Longino.

    E’ possibile oggi fare esperienza di Erotismo Mistico incarnando l’ideale del Padre, della Madre e del Figlio ma Uno solo è il Padre Incarnato, Uno solo il Figlio Incarnato, Una sola è la schiava del Padre, Idea Incarnata, Sposa del Monarca, negazione della forma e di sé.

    Il Tutto si identifica nell’Uno ma l’Uno, pur riuscendo a discendere verso il Tutto, resta immutabilmente Uno.
    L’Apice pur facendo parte e costruendo il Triangolo, resta Apice.

    La vera e grande rivelazione di questo testo sta nel fatto che l’Erotismo Mistico può portare alla contemplazione di Dio ma, per quei pochissimi temerari che si spingono oltre il limite dell’eccesso, si apre la porta dell’Immortalità Spirituale, Mentale e Fisica! Che è il Vero e Unico Graal.

    De Lubicz ha tratteggiato perfettamente il senso dell’eccesso con esempi pertinenti e profondamente erotici ma io vorrei aggiungere ancora qualcosa, andando oltre il sottile tabù che ancora pervadeva i suoi tempi.

    Nell’accettazione completa, consapevole e non forzata di un Erotismo Mistico di coppia, il versamento fisico, spirituale e intellettuale del Sangue è ASSOLUTAMENTE necessario.
    L’Adamo Rosso sanguina, Babilonia è vestita di porpora perché sanguina e beve da una coppa anche il Sangue altrui. Insieme giungono sulla soglia della Vita per trovarsi faccia a faccia con l’Arcangelo della Morte e definirne i tratti. Insieme varcano l’ingresso per poi tornare indietro, rivestiti della sua stessa Luce Rubina.
    Lucifero creerà, con la coppia androgina trasmutata ed integrata allo stesso, una nuova Terra, un nuovo popolo, una nuova Realtà grazie al sangue precedentemente versato che verrà trasfuso, al momento del passaggio, in un nuovo Sangue fatto di Luce.

    Per questi pochi temerari dalle facoltà mentali, spirituali e fisiche perfettamente integre e lucide, sadismo e masochismo rappresentano l’unica via Occidentale dell’Erotismo Mistico, una via in salita che necessita di cura, pazienza ed Amore.
    Essa integra alcuni tratti della via Orientale, fatta di respirazione e concentrazione ma possiede, inoltre, una connotazione molto più naturale, innata, congenita che procede dall’istinto animale, bestiale.

    Babilonia non cavalca, forse, la Bestia?

    Nessuno l’ha mai scritto in precedenza, ma anche la Bestia cavalca Babilonia, la Decadenza Assoluta che si esprime nell’annullamento totale dell’Io mentale e fisico e del libero arbitrio per il ricongiungimento agognato alla Volontà Universale.

    In questo cammino non c’è spazio per l’occultamento perbenista e pudico di nessuna manifestazione di Sé, la Verità, infatti, è nuda (!) ed è talmente cruda che la massa la rifugge inorridita come fosse opera del demonio; non c’è spazio per nessuna ipocrisia intellettuale, per nessun camuffamento fisico e per nessun tipo di nascondimento.
    La Verità non ha paura.
    L’iniziato che si manifesta moderatamente alla sua mistica metà, è destinato a fallire. Nel bene e nel male, l’Immortalità la si conquista solo a prezzo dell’esperienza totale e totalizzante dell’eccesso. Scrive infatti Giovanni nell’Apocalisse: “poiché non siete né freddi né ferventi, io vi vomiterò dalla mia bocca”!

    Fino a ieri ero nettamente ostile ad ogni forma di ritualità, memore del biascicamento cattolico insulso e sterile, che spera di guadagnarsi il paradiso snocciolando Rosari, mantenendo una ipocrisia di fondo orripilante. Poi, dopo il fidanzamento alchemico con la mia Unica Metà, ho compreso che l’Erotismo Mistico ritrae in forma simbolica, e quindi ritualizza, l’espansione e la contrazione cosmica, fonte di Vita e di Morte, di Amore e Odio, di Piacere e Dolore. L’Orgasmo Mistico è la massima espressione simbolica di questo atto Duale che pur contenendo al contempo positivo e negativo, non si annulla ma resta Vitale e Fecondo, quindi Trinitario.

    Questo rituale Erotico si manifesta in sette sacramenti che sono i 7 pioli della scala di Giacobbe alla cui cima c’è la Beth-El, la porta del Cielo che cela i misteri e i ricordi cosmici.
    L’estrema sollecitazione materiale dei 5 sensi fisici va aumentando, di sacramento in sacramento in tal modo essi maturano e con loro anche i centri energetici eterici, sedi della coscienza.
    La Coppia Mistica si abbandona ad un rituale che non è intenzionalmente prestabilito e ad una Volontà superiore che verrà percepita da entrambi durante tutto l’insolito cammino; desiderio e volontà personali si fonderanno al Desiderio e alla Volontà Cosmica e tutto sarà perfettamente naturale pur nella sua crudezza, tutto sarà estremamente mistico, pur nella sua animalità.

    L’alternativa alla Resurrezione attraverso l’Erotismo Mistico è l’imminente Grande Tribolazione che attende tutta la Terra e i suoi abitanti, ma anche questa strada non è fatta per i codardi e gli ipocriti, perché mantiene la stessa simbologia di base contenuta qui e nell’Apocalisse di Giovanni. Per pusillanimi ed impostori c’è solo la Morte Eterna.
    A ciascuno la propria scelta.

    SARA1

    Edited by ragazzaconorecchinodiperla - 14/11/2020, 12:55
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .

    Love=Hate

    Group
    Esiliati
    Posts
    60
    Punti Antro
    0
    Location
    CMS (Central Mediterranean Sea)

    Status
    Anonymous
    ragazzaconorecchinodiperla

    Hey ! Nice Avatar 😉
     
    Top
    .
  15. ragazzaconorecchinodiperla
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Spiritoso...
     
    Top
    .
15 replies since 6/3/2016, 10:59   2044 views
  Share  
.