Il Profiling

Definizione del profilo criminale

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    Il Profiling del Serial Killer
    Definizione del profilo criminale


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    Si è aperto per la psicologia un nuovo campo di indagine, legato all’investigazione: il criminal profiling. Lo psicologo riveste un nuovo ruolo, quello di collaboratore nelle indagini investigative, di profiler. Un ruolo che, se in alcuni paesi europei è già ben definito grazie a norme che prevedono la presenza obbligatoria dello psicologo sulla scena del crimine, in Italia sta emergendo.

    Il criminal profiling si basa su una premessa: il comportamento riflette la personalità. Diventa quindi indispensabile al fine di arrivare a stendere il profilo psicologico e comportamentale del reo l’analisi della scena del crimine. Un’analisi che si svolge attraverso il sopralluogo, l’identificazione della vittima, le cause e le modalità del decesso. È così che il profiling si potrebbe definire: l’analisi di una scena del crimine (anche nei più piccoli dettagli), basata essenzialmente su studi medici, conoscenze cliniche e metodi scientifici, al fine di riuscire a tracciare il profilo psicologico dell’autore del reato violento.

    Il criminal profiling sembra dividersi tra due mondi: quello del mito, legato alla letteratura ed al cinema, e quello della realtà. Due mondi in cui a volte il confine non sembra esser così ben definito.


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    Dall'omicidio efferato all'assassinio seriale, dallo stupro all'attentato dinamitardo, dall'incendio doloso alla cattura di ostaggi. Come è possibile comprendere le motivazioni, le caratteristiche comportamentali e personologiche dei responsabili di questi crimini?
    Possiamo penetrare la logica delle loro azioni, il motore primo della perniciosa aggressività, lo stile e i rituali dei loro misfatti, per prevenire altri delitti, per bloccare la violenza? "...il delitto, anche se non ha la lingua, può parlare". (Amleto, Atto 11, Scena 2) ...
    Proprio di questo si occupa il criminal profiling: analizzando la scena di un crimine nei suoi più piccoli dettagli, sulla scorta di studi epidemiologici e di conoscenze derivate dalla clinica, propone un identikit psicologico e comportamentale dello sconosciuto aggressore, fornendo elementi utili alla sua identificazione e alla cattura.

    Il criminal profiling nasce e si sviluppa al confine tra scienza della investigazione e discipline psicologiche, tra psicologia e psichiatria clinica e forense, tra scientificità e arte.
    Il grande fascino che la figura del profiler incarna ne spiega il successo letterario e cinematografico (come non ricordare i protagonisti de Il silenzio degli innocenti?).
    Il criminal profiler, quindi, non si isola in un laboratorio, conosce le mode, le culture e le sottoculture, i miti passati e presenti, tasta il polso della società di cui spesso vede le manifestazioni più abbiette e, qualche volta, quelle più eroiche. Il profiler si propone, pertanto, come figura professionale altamente qualificata, con competenze psicologiche e criminologiche ed enormi potenzialità di collaborazione con investigatori e magistrati.

    Uno dei primi profiler al mondo, creatore della BVU nella sezione dell'FBI di Quantico (Virginia) è stato John Douglas autore di molti libri, fra cui Mindhunter dove la caccia al killer per poco non lo condusse alla morte.
    Sei anni dopo aver cominciato a dare la caccia ai serial killer, John Douglas si ritrovò a lottare contro la morte: quarantuno di febbre, duecentoventi battiti cardiaci al minuto, il lato sinistro del corpo paralizzato, vasta emorragia nel lato destro del cervello. Restò in coma per una settimana, quando si risvegliò dovette imparare di nuovo a camminare. Ebbe problemi con la memoria. Fece degli sforzi enormi per non mollare. In cinque mesi, si rimise in pista e ritornò a lavorare per il Bureau.



    Criminal+Profiling+logo
    Quelle che seguono, sono le domande base che ogni profiler si deve sempre porre prima di qualunque supposizione:

    • Cosa è successo durante l’esecuzione del reato?

    • Che tipo di individuo potrebbe commettere un simile crimine?

    • Quali caratteristiche solitamente possono essere associate a un tale soggetto?

    Secondo una definizione generale, il profilo psicologico può essere considerato «l’analisi delle principali caratteristiche comportamentali e di personalità di un individuo, ottenibili dall’analisi dei crimini che il soggetto stesso ha commesso»; non ci si limita ad ipotizzare i tratti della personalità quindi, ma il profilo deve includere anche informazioni socio-demografiche come età, sesso, razza, occupazione, istruzione ed altre caratteristiche simili.


    L’analisi globale della scena del crimine serve per formarsi un’idea della personalità del criminale. Nel caso di crimini seriali, la rappresentazione dei bisogni compulsivi si manifesta in tutte le scene del crimine, perché diventa parte integrante della personalità del criminale.

    La modalità del delitto tende a rimanere la stessa nel tempo.
    Il criminale tende a utilizzare lo stesso modus operandi nella sua serie di crimini, dato che ciò soddisfa i suoi bisogni emotivi e le sue fantasie.

    La “firma” rimane sempre la stessa.
    La personalità dell’autore tende a rimanere sostanzialmente la stessa nel tempo.
    Il nucleo della personalità di un individuo tende a non cambiare durante il tempo e la stessa cosa avviene nel criminale.

    Criminali diversi, con personalità “simili”, compiono crimini simili.
    La costruzione del profilo psicologico è di natura intrinsecamente probabilistica e non identifica il criminale con una certezza assoluta, ma individua quelle che potrebbero essere le sue caratteristiche di personalità. In letteratura sono riconosciuti due approcci fondamentali allo studio del profilo criminale: il modello dell’FBI, di cui John Douglas è tra i maggiori esponenti e il modello inglese, sviluppato dal dipartimento di psicologia investigativa dell’Università di Liverpool.

    Il modello di Liverpool invece, è stato elaborato da Canter e Hodge nel 1997 e, a differenza del modello precedente, basa la stesura del profilo su cinque fattori fondamentali:

    CITAZIONE
    coerenza interpersonale: l’aggressore si relaziona alla vittima con modalità analoghe a quelle utilizzate con le altre persone nella sua vita quotidiana;
    ruolo del tempo e del luogo del delitto: queste due variabili sono spesso una scelta consapevole del criminale;

    caratteristiche del crimine: le modalità di esecuzione e le peculiarità della scena vengono usate per individuare a quale categoria l’aggressore appartiene: organizzato o disorganizzato;

    carriera criminale: l’esordio precoce di azioni criminali è il maggior predittore di una lunga e persistente carriera criminale;
    conoscenza sulle tecniche di investigazione: attraverso l’analisi di ogni elemento, si cerca di capire se l’aggressore abbia o meno delle conoscenze sulle tecniche investigative.

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    Il maggior punto di forza di quest’approccio consiste nell’uso di procedure statistiche e nel costante confronto empirico delle ipotesi, finalizzato allo sviluppo di un modello scientifico di profilo criminale. Inoltre, alle categorie organizzato/disorganizzato dell’approccio dell’FBI spesso tra loro sovrapponibili, Canter e collaboratori propongono la classificazione dicotomica espressivo/strumentale, sulla base delle motivazioni intrinseche che spingono il criminale a compiere l’azione delittuosa.

    Sono queste le premesse con cui va letto il suo Mindhunter, il risultato di un’esistenza fatta di abnegazione e ostinazione, la dimostrazione più autentica di quanto stress si possa accumulare per cercare di fermare i serial killer. Douglas porta al lettore la propria esperienza, non solo di profiler, ma anche e soprattutto di uomo: racconta di come volasse da uno stato all’altro della nazione per affrontare atrocità inimmaginabili, di come lavorasse su decine di casi contemporaneamente, di come andasse a letto con la speranza di sognare i delitti, per avere un’illuminazione.
    Nonostante sia stato probabilmente il più grande “cacciatore” di assassini seriali, dalle sue parole non traspare mai autocompiacimento: in esse si può invece leggere la “gioia” per avere interrotto una striscia di sangue, per aver salvato delle vite. Gioia effimera, però, perché frustrata da nuove morti che urlavano vendetta. Assolvere alla missione che si era scelto, racconta, l’ha portato a trascurare la famiglia, a non avere cura di se stesso. A mettere da parte ogni cosa, e a mettere il lavoro prima di tutto.

    È anche e soprattutto questo, ciò che Douglas vuole comunicarci: un insegnamento di vita. Perché i serial killer possono essere morbosamente affascinanti, ma non dobbiamo mai dimenticare ciò che fanno, il male che compiono. Lo sa bene chi ci ha avuto a che fare ogni giorno, per anni, chi ha dovuto far entrare dentro di sé orrori che poi gli hanno lasciato dei segni indelebili, nel fisico, e nell’anima.




    CITAZIONE
    Bibliografia
    Centini, M. (2001).I Serial killer. Milano: Xenia Edizioni.
    De Leo, G., Patrizi, P. (2002). Psicologia della devianza. Roma: Carocci editore.
    Douglas, J.E., Olshaker, M. (1995). Mindhunter. London: Arrow books.
    Gulotta, G. (2003). La investigazione e la cross-examination. Competenze e sfide per il processo penale moderno. Milano: Giuffrè.
    Lucarelli, C., Picozzi, M. (2003). Serial killer. Storie di ossessione omicida. Milano: Mondadori.
    Nucara, A. (2001). Ovunque io vada muore qualcuno. Roma: Luca Sossella editore.
    Picozzi, M., Zappalà, A. (2002). criminal profiling. Dall’analisi della scena del delitto al profilo psicologico del criminale. Milano: McGraw- Hill.
    Simon, R.I. (1996). I Buoni Lo Sognano, I Cattivi Lo Fanno. Milano: Cortina.

    Wikipedia - Profilazione Criminale
    www.onap-profiling.org/
     
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  2. ladamaoscura
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    Tempo fa c'era una serie che s'intitolava appunto "Profiler" ma non fece molto successo, forse era troppo specifica. Magari le persone si annoiavano. Per chi non ha interesse al di là del semplice omicidio forse non è un argomento interessante. A me invece piace molto questo aspetto della criminologia ed è un peccato che in italia non ci sia una specializzazione a riguardo. è pur vero che in italia non ci sono così tanti serial kller, e meno male :)
     
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    Eppure esistono dei corsi anche in italia che forniscono specializzazioni interessanti, prova a vedere corsi di criminologia, credo che includano anche il profiling come materia
     
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  4. ladamaoscura
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    I corsi di criminologia li fanno fare credo a chi ha la laurea in giurisprudenza. Tempo fa mi ero informata e mi avevano detto così. Adesso non so se ci sono novità in materia. Ma in genere occorre avere una laurea di base perchè cimonologia è una specie di specializzazione e basta.
     
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3 replies since 28/6/2016, 15:03   214 views
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