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Buonasera,
Buongiorno,
Buontempo.
Quale sia l'orario nel quale lo leggerete ho deciso di riportare un estratto dal libro:
Nicolas Flamel - il libro delle figure geroglifiche (pg 117. Il Sommario Filosofico) per chi giá lo conosce, per chi ne ha sentito parlare, per chi ne sentirá in futuro.- - -
..Segue il grande Chiarimento
e una migliore spiegazione
di quello che, nel mio Sommario,
non spiegai troppo per essere breve.
Il sommario dovrebbe essere, se sará completo,
i'insieme di ció che chiamo scienza e arte:
Perchè vi dipingo senza veli ne coperture
tutta la scienza e tutta l'arte
che trattano di trasmutazioni,
di cui la gente parla
senza ben sapere di cosa si tratti.
Ora lo saprá invece subito e bene
colui che capirá le mie parole,
senza omettere alcune parabole
che io non fornisco, in verità, che in qualitá di prove filosofiche.
Cominciamo, con l'aiuto del buon Dio, perche il mio lavoro arrivi all'amante della verità
per il quale ho lavorato,
con i princìpi e le cause,
con i sommari e le forti critiche,
aggiungendovi una saggia teoria
ben esposta e molto folta.
Chi vuole conoscere i metalli e sapere come si possono cambiare,
e mutarsi dall'uno all'altro,
prima di tutto deve sapere il cammino e l'intera maniera
con cui sogliono formarsi nelle viscere terrestri,
e in piú deve per forza sapere, e molto spesso ricordare,
secondo la loro fonte originale e la loro stirpe prima,
come una volta formati si scompongono,
per poterli rifare di nuovo completamente:
perchè se da una parte è teoria,
puesto punto é jah pratica,
il modo in cui possono essere cambiati,
al di fuori delle viscere, da come vengono trovati, come lo sanno i loro spiriti, e cioé (per non ripetere)
nel loro zolfo e il loro argento vivo.
La natura trasforma con arte nobile
tutti i metalli, dunque dallo zolfo sono
mutati in argento vivo che non possiedono.
Sono gli sperma dei metalli:
siano essi freddi, umidi o caldi,
uno di loro è maschio, l'altro é femmina,
questa è la loro complessione.
Ma i due sperma soprammenzionati
sono composti, non cè dubbio,
solamente da quattro elementi:
e questo lo affermo veramente.
Bisogna sapere che il primo sperma è maschile;
per conoscerne il termine con cui viene chiamato in filosofia,
si tratta dello zolfo, per questo
altro non é che elemento
soltanto di terra e di fuoco.
Questo zolfo fisso è simile
al fuoco, ma invariabile,
e di natura metallica:
ma non parlo dello zolfo volgare,
dato che lo zolfo volgare non ha alcuna
sostanza ( se ci si pensa bene )
metallica, a dire il vero,
come ho provato io stesso,
e non serve che alle donnette
che affastellano fiammiferi.
L'altro sperma, che è femminile,
è quello che, per ben riconoscerlo con un'allegoria,
nella filosofia segreta,
viene chiamato generalmente argento vivo;
e non é che acqua e aria.
L'uno appare come acqua, l'altro come terra;
lo zolfo é la terra che racchiude il fuoco,
perché in lui il fuoco serve come agente,
l'aria è come acqua per l'argento vivo.
Cosí insegna il magistero
colui che ricerca piú a fondo.
Questi non é in errore;
colui che dice il contrario, sbaglia.
Dunque i numerosi uomini di scienza hanno,
con licenza, raffigurato questi due spermi
con sembianze di dragoni, o serpenti peggiori dei grifoni:
l'uno con ali terribili,
l'altro senza ali, ambedue orribili.
il dragone raffigurato senza ali
è lo zolfo ( le cose stanno così ),
e non vola mai via dal fuoco:
ecco il primo cibo, ma disgustoso, che causa sofferenze
a chi non conosce la materia.
l'altro serpente, quello con le ali,
è l'argento vivo, di cui mi interesso,
e che è sperma femminile,
formato d'aria e d 'acqua nella miniera.
Se non rimane vicino al fuoco
è perchè prende il volo quando arriva la sua ora.
Ma quando questi due semi distinti
sono uniti e ben congiunti,
fin nelle loro parti più piccole
convenientemente scelte dalla natura favorevole,
nel ventre del mercurio,
che é il primo metallo ad essere formato,
ecco che questo é colui che viene chiamato
Madre di tutti gli altri metalli.
I filosofi dei monti e delle valli,
considerano la sua unitá,
che proveniva da una dualità,
restringendo il doppio tipo,
e non conoscendo che un principio,
quello del metallo androgino,
primo tra i metalli,
l'hanno chiamato dragone volante,
perchè un dragone ad esso somigliante,
fiammeggiante del suo fuoco,
va per l'aria, scagliando via via
fuoco e fumo velenoso,
ed è veramente cosa orrida
il guardar un tale orrore.
Cosí fa anche il mercurio
se viene messo sul fuoco:
ma questo esempio spiega ancora poco.
Ma fate come fanno i saggi
per vedere altri connubi,
alle spese dei dragoni e dei serpenti,
raggruppanti altri orridi amori:
parlo di quelli della Mitologia,
che era l'antica dottrina,
come possiamo vedere con Giasone, Cadmo, Ercole,
Isacco, Achelao, con i due mostri di Perseo,
o meglio con quelli del caduceo
che tanto più si sono assaliti,
tanto più si sono riempiti d'ira,
per fare imputridire la loro ferita.
Pensate ora a questo mercurio
quando è sul fuoco comune,
cioé in determinati luoghi,
messo e poggiato in un vaso,
e il fuoco comune viene preparato,
per accenderlo prontamente,
questo fuoco dall'aspra natura,
tanto che è celato nel profondo mercurio:
allora, se sarete nascosti,
vedrete quale cosa spaventosa
puó fare il fuoco comune, detto vegetale;
questo brucerà duramente
al mercurio il fuoco della Natura,
rendendo fortemente nemico
ció che dolcemente unito da amicizia;
giá ammalata si trova la concordia,
su arriva prontamente la discordia.
Gli elementi si trovano in subbuglio:
in questo strano scompiglio
la Natura, impotente,
lascia che assestino da soli la faccenda.
l'acqua combatte col fuoco; contro l'acqua
il fuoco brandisce fulmini e lampi
un fuoco piú forte dall'altra parte
li trapassa, li disperde, li irrita e li agita:
ed allora se sarete attenti,
vedreste proiettarsi in aria correndo,
un'esalazione velenosa,
male odorante e maligna,
peggiore, infiammata com'è di veleno,
di quello che puó essere la testa diun dragone
che esce di colpo da Babilonia
per fidanzarsi con Tisifone.
Altri saggi filosofi
hanno voluto prima cercare
una rappresentazione per il mercurio doppio.
Per non creare troppa difficoltà nell'immaginazione
l'hanno rappresentato con le sembianze
di un leone volante, senza altre distinzioni;
e l'hanno anche chiamato leone
poichè nelle fauci ingorde
il leone divora le bestie,
tanto piú sono giovani e tenere,
mangiandole a piacere
ogni volta che riesce a catturarle;
alcune peró hanno il potere
difendersi da lui
e resistere con forza
al suo furore quando le attacca.
Cosí infatti fa il mercurio;
per meglio capirne l'effetto,
mettetegli vicino un qualunque metallo
(notate questa lotta)
e subito lo deformerá,
lo divorerá e lo mangerá;
il leone fa cosí:
e devo ancora dirvi che,
qualunque sia la sua voracità
la suabgrande fame,
esistono due metalli preziosi
che vincono
la sua perfezione:
l'oro, in primo luogo, senza dubbio,
e l'argento non lo si puó negare;
è noto infatti a tutti
che se il mercurio si infuria
il suo fuoco è acceso con forza,
esso divorerá come cibo
quei due metalli nobili e perfetti
e li porterà nel proprio ventre;
nonostante ció, quello che vi entra
non verrá mai consumato;
e per capire bene questo punto
bisogna capire che sono duri piú di lui,
ristretti dalla digestione,
sono cresciuti fino a maturità totale o quasi,
tanto che mancano di seme;
sono l'immagine della vera beltà,
ed anche perfetti di natura;
cosa che non si puó dire del mercurio,
ove la natura ha omesso qualche cura:
il mercurio é un metallo imperfetto;
non che in esso non ci sia
sostanza di perfezione;
ma durante il cammino verso la perfezione
a sua virtú è stata ammassata
e la sua punta smussata, per mancanza di respiro.
Lo dichiaro in verità:
l'oro comune proviene dal mercurio,
l'oro metallo perfetto certamente.
E affermo la stessa cos per l'argento
senza aggiungere altro.
ugualmente gli altri metalli,
siano essi imperfetti, medi, bassi o alti,
tutti provengono da lui:
infatti, non cé
un solo filosofo che dica
che il mercurio è senza dubbio
certamente la madre di tutti i metalli.
Da qui si capisce dunque sicuramente
che non appena il mercurio è stato formato,
Cè stata in lui
una doppia sostanza metallica;
e questo lo spiego chiaramente:
in primo luogo per una di esse
si tratta della sostanza bianca della Luna,
e per l'altra la sostanza dell'alto Sole,
superbo metallo vermiglio;
al saggio non sfugge poi
che certamente a questi due bei corpi
del Sole e della Luna
fu per caso ingenuamente
assegnato un vestito
al mercurio da cui provengono:
poiché è il mercurio, senza dubbio.
È formato da due sostanze:
si tratta proprio delle due
che ho appena descritte.
Ma subito dopo che la Natura
ebbe creato il mercurio
da questi due germi maschio e femmina,
eccolo chiedere, con giusto intento,
di formarli
perfettamente, senza cambiar nulla,
e dargli forma corporea,
senza poi volersene disfare.
Ora, quando questi due germi si svegliano
e i due sperma si uniscono
per prendere ognuno le propfie sembianze,
bisogna allora ricordare
che la madre deve morire, (sto parlando del mercurio),
cosí come ci hanno insegnato i Maestri Alessandrini:
poi, quando tutto sarà ben unificato,
e il mercurio fatto sparire dalla Natura,
ecco che non potrà assolutamente
tornare in vita ( lo dichiaro )
come era prima:
questo affermano concordi alcuni oratori alchimisti,
dicendolo con parole varie:
bisogna mettere i corpi imperfetti,
ed anche quelli perfetti,
a contatto dell'argento vivo.
Non dico che uno di loro menta,
né che ci sia nulla che li spinga a imbrogliare,
non voglio giudicare nessuno;
né voglio dire che le loro affermazioni
sono confuse,
ma soltanto, e sia detto senza ingiuria,
che alcuni di loro sono veri truffatori;
perchè di fronte all'esperienza
essi sono e saranno in attesa di prove:
il mercurio volgare è troppo povero
per diventare filosofale,
e passeranno la vita
a ricercare le basi di questa strana idea;
e sará soltanto tempo perso,
lavoro vano e spesa inutile.
È ben vero che il mercurio
mangerá accuratamente
il metallo imperfetto, come il piombo
o il peltro (lo si sa bene);
e che verranno concentrati
entrambi nel suo stomaco,
tanto che potrá facilmente
moltiplicarsi in quantitá;
ma la sua perfezione
diminuirà senz'altro,
e il mercurio non sarà piú perfetto:
notatelo bene,
ma se, per avere la parte interna,
si separa quella esterna,
una volta divisa
con altre, essa sará un'altra cosa,
come succede col cinabro o il sublimato.
Pertanto non si voglia rianimato
ciò che comunque non può vivere. ( riga nº300 )
Questa veritá non sfugge.
infatti, congelando ad arte
i due sperma, ne prima ne poi
torneranno al mercurio
fissamente, né lo riterranno
come invece fanno le vene della terra;
dunque, per evitare errori,
bisogna ricordare
come la Natura
arriva al vero mercurio
dato che lei sola sa crearlo;
non quello volatile e volgare,
bensí quello che essa muta in metallo:
poiché ne lavora uno solo
dal metallo: unico che valga.
Cosí poco congelato non puó esistere
in natura, dunque, a destra o a sinistra,
o in qualche vena terrestre,
ecco che il granello fisso esiste,
prodotto dai due semi
del mercurio, e vedrete i veri germi,
(come potrete vedere anche nelle miniere di piombo)
se sarete presenti.
Perchè non esistono miniere di piombo,
nei paesi in cui viene raffinato,
dove non si trovi il granello fisso
tanto che tutti possono vederlo,
parlo del granello dell'oro
e dell'argento, gran ricchezza
di sostanze e nutrimento;
di questo bisogna essere certi;
come gli anziani l'hanno provata,
cosí io l'ho trovata:
e potrá ugualmente trovarla
chi si darà la pena di cercarla per provarla.
La prima congelazione
del mercurio è dunque quella della fonte del piombo;
ed è anche quella ad esso più congeniale,
ed anche inevitabile,
per essere perfezionato,
(questo punto non deve essere trascurato),
per diventare velocemente
granello fisso, e tenerlo sempre
fermo alla prova del fuoco
perchè faccia in un sol gioco del suo furore.
Infatti, come ho detto prima,
non esiste, certamente, una miniera di piombo
che non abbia un granello fisso
d'oro e d'argento; questo lo so
per esperienza certa,
e non ho avuto gran difficoltà,
seguendo le indicazioni dei minatori
e l'arte dei raffinatori
e vedere di persona
ciò che mi incuriosiva.
Tale maniera, anche se è negativa
per la Natura, mi ha reso soddisfatto
dischiudendo alla prima maturità
I granelli di metallo:
I quali sono stati mossi dalla Natura
cosí come Dio l'ha voluto;
fruttificazione insigne,
che ne introduce altre più importanti
poiché è certamente questo grano
che puó essere moltiplicato,
come un germoglio
per divenire poi perfetto
e arrivare a tutta la sua imponenza,
come sappiamo per esperienza;
impegnandomi a coltivarlo
sono riuscito a farlo crescere
verificando senz'altro
ciò che avevano detto i sapienti:
e affermo qui che è vero.
Ma il granello resta nel suo mercurio,
dunque non separato
dalla fonte, seppure molto raffinato;
poiché ogni metallo che resta nella propria fonte
è mercurio, come dicono gli scienziati,
e potrà moltiplicarsi poco,
avendo sempre certamente
la sostanza del mercurio.
Ma se il granello è tolto,
e separato dal mercurio,
che dunque è la sua fonte,
sarà come una mela
colta acerba, ed ecco come
si tralasciano gli insegnamenti della Natura
per ricoprirsi di cose estranee e improprie.
La Natura insegna al dito e all'occhio,
a non scontrarsi con questa difficoltà:
vuole che si dia ai germi
il tempo necessario per il loro ciclo;
il grano d'oro, nè più nè meno
delle ciliegie o delle cotogne,
delle mele o delle pere,
ha la propria ora,
o un determinato momento,
in cui termina il ciclo:
infatti chi strapperà la mela
dall'albero rovinerà tutto
nella sua prima formazione
che nessuno ha mai conosciuto,
nè conoscerà mai,
per quanto ci si possa intestardire;
infatti nè con l'arte nè con la scienza
potrà mai averne nozione,
nè potrà mai finire
di farla maturare come avrebbe fatto
la Bella Natura con semplicità
quando il frutto fosse rimasto
sull'albero, ove aveva di diritto
nutrimento e sostanza.
Bisogna dunque aspettare
la stagione della mela, lasciandola
sull'albero, ove cresce,
si nutre, diventa grande e bella,
si insaporisce gradevolmente,
succhiando la linfa
fino a diventare
da acerba a matura e perfetta.
Similmente il metallo perfetto,
l'oro, perviene ad ua stessa fine
ma solo se rimane nella propria fonte
e matura il proprio colore giallo:
poichè quando la Natura ha procreato
questo bel grano perfetto e l'ha creato
nel mercurio, siate pur certi
che seguirà in ogni momento il suo cammino;
senza possibilità di sbagliare esso si ciberà,
crescerà e maturerà
fino al punto di accrescimento
e di puntuale maturazione
possibile nella miniera,
e fin quando la Natura lo consente
resterà nel mercurio;
ma bisogna avere pazienza
fin tanto che troverà qualche sostanza da prendere
nel suo mercurio, senza dubbio,
come si deve fare per la mela quando è ancora sull'albero;
rendo infatti noto
che il mercurio rimasto
è l'albero (notate bene questo)
di ogni metallo: siano essi perfetti,
od anche imperfetti,
non possono avere altro nutrimento
se non quello del loro mercurio.
Come ben giustamente si dice, nell'oro
si trova il grano d'oro, ed aggiungo
che tutto l'oro forma lo sperma;
ma l'oro che resta in più
è subito de fructu dotato
della sua primordiale virtù.
Pausa: Siamo al versetto numero 453
Edited by abubu - 29/6/2016, 15:38. -
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Niente può vivere, neanche una pulce,
nè crescere o spuntare,
migliorando in qualità,
perfezionando il gusto,
se la Natura non fa il suo dovere,
con il suo aiuto e i suoi servigi,
compiendo un'opera perfetta
sconosciuta dall'uomo.
Se la forza manca alla Natura
mentre adempie il suo dovere,
lavorando di nascosto
perchè vorreste aiutarla?
La si può aiutare quando essa stessa si sforza:
allora gradisce l'aiuto;
ma quando non lo fa, si sbaglia
e non si ottiene che vergogna.
Non vedete anche ciò che è nella scrittura?
<< La Natura gode nella Natura,
la Natura ama se stessa >>, dunque
trova in se stessa ciò che non può essere altrove.
Creando la forza generatrice,
la si ritrova nella materia viva;
e tanto più appare viva
quanto più si dimostra efficace.
Ed è per questo che parlo, per ritornar
su questo punto, e avvertirvi
che se volete cogliere il frutto
del mercurio, che è poi il Sole lucente,
e insieme Luna,
quando questi sono divisi
in ogni miniera,
vicini però l'uno all'altro,
non pensate di poter ricongiungerli
nè di riunirli,
così come prima aveva fatto
la Natura (questo posso assicurarvelo),
per poterli moltiplicare poi bene,
farli crescere e fruttificare;
perchè quando i metalli sono separati
dalla miniera, saranno
come le piccole mele,
colte troppo presto e ancora acerbe
dall'albero, che non diventeranno
mai grandi, ve l'assicuro;
Il mondo è a conoscenza,
per scienza ed esperienza,
di un tale fatto per quanto riguarda i frutti e i vegetali;
e non è una novità
che quando la mela, o la pera,
è strappata (questo è noto)
dall'albero, sarebbe
una follia rimetterla
sul ramo perchè s'ingrossi
e migliori, solo i folli potrebbero farlo
e la gente cieca, senza ragione,
come se ne vede parecchia in giro;
infatti si sa bene,
è detto comunemente,
che tanto più è manipolata,
tanto prima la mela viene consumata.
Ed è lo stesso anche per i metalli;
infatti, chi volesse prendere l'argento
e l'oro, e poi rimetterli
nel mercurio, farebbe una sciocchezza;
per quanta sottigliezza infatti
si possa avere, o abilità
o idea,
si sarebbe solo delusi;
e questo vale per l'acqua, la malta
od altra cosa indefinita,
sarebbe solo continuare a sbagliare
più di quanto si possa pensare,
e bisognerebbe sempre ricominciare,
come alcuni ignoranti in questa materia
che vorrebbero rimettere sul ramo
la mela colta perchè finisca il suo ciclo
e diventi perfetta:
ma naturalmente sbagliano;
infatti, nonostante le parole dei saggi,
filosofi certo molto quotati, che affermano che il Sole e la Luna,
col mercurio, matrice comune,
riuniti, possono rendere perfetti
i metalli imperfetti,
ed è qui che la maggior parte delle persone sbaglia
dato che non cè altra cosa sulla Terra,
nè tra i vegetali, nè tra gli animali,
nè tra i minerali,
cioè nell'insieme del mondo,
qualunque sia la sua estensione,
altra cosa, dicevo, utile all'arte,
opportuna, idonea e appropriata
se non tre elementi riuniti in un sol corpo;
ma i lettori non ricordano
che questi filosofi accorti
non hanno parlato, nè diffuso le loro idee,
perchè ognuno pensi
che sia l'oro, l'argento comune,
il volgare mercurio:
infatti essi non credono che sia così;
e sarà profeta in errore
che interpreta così le cose
e capisce le parole in modo sbagliato
senza cercare il significato in profondità,
fermandosi come le sente:
e se le sbaglia non ci si può stupire.
I filosofi nascondono significati
che non sono diretti ai bambini;
quando citano i metalli volgari
lo fanno con allegorie dottrinali:
infatti sanno che tali metalli volgari
sono morti (qui non cè possibilità di dubbio),
e che mai più riacquisteranno
sostanza e vita, anzi si debiliteranno
e l'uno non aiuterà l'altro
a migliorarsi; come sono, saranno;
poichè è certamente vero
che essi sono i frutti
colti anzitempo dell'albero;
vengono lasciati lì per questo,
e ci si raccomanda di fare altrettanto
senza chiedersi il perchè e il percome.
Infatti, chi fa ricerche su questi
non può trovare ciò che cerca;
essi sanno infatti che questi
non valgono se non per loro stessi
e sono talmente diversi dai nostri
che non danno nulla agli altri.
Però come appare chiaro a ciascuno
è molto opportuno
che le mele delle Esperidi
non siano così povere di poteri
e possano profumare l'aria intorno a sè...
Per cui vanno cercando il frutto
sull'albero che a loro conviene,
frutto che giorno dopo giorno
s'ingrossa e si moltiplica fino a piegare l'albero;
e dà gioia vedere un tale lavoro.
Per questo si prende l'albero,
senza coglierne i frutti,
per ripiantarlo con ogni onore
in altra terra più fertile,
più ricca in succhi e più molle,
che nutrirà così il frutto
in un giorno, con lo stesso nutrimento
che non avrebbe avuto in cento anni
se fosse rimasto nella prima Terra.
Con questo esempio si può capire
quale mercurio bisogna prendere,
mercurio che è poi l'albero tanto stimato,
venerato, acclamato e amato,
che ha in sè il Sole
e la Luna uniti,
non separati
l'uno dall'altra, ma in
concordanza spirituale
e contatto corporeo:
umidità, freddezza,
siccità e calore
si contemperano insieme
tanto che l'argento vivo somiglia allo zolfo,
e nasce e rimane nei loro principi
e nei loro elementi partecipi
in intimo legame.
Dopo, senza perdere tempo,
bisognerà piantarlo in altra Terra,
più vicina al Sole, perchè ne prenda
grande giovamento e profitto
là dove cè abbastanza rugiada;
infatti lì dov'era piantato prima
batteva per forza il vento
e faceva freddo, per cui
non poteva avere che poco nutrimento;
ed è lì che è rimasto a lungo
con piccoli frutti soltanto.
I filosofi hanno un giardino
dove il Sole, mattino e sera,
giorno e notte, batte sempre
e dove cè sempre
una dolce rugiada che inumidisce
la terra con alberi e frutti
piantati e coltivati,
e si nutrono così a dovere
in una terra piacevole.
Così giorno dopo giorno crescono
con un dolce nutrimento;
e li crescono più potenti
e forti, senza mai languire,
in circa un anno,
e non in diecimila (lo si può dire)
come avrebbero fatto dov'erano
piantati, prima, quando il vento li percuoteva
e talvolta non avevano
quasi neanche ciò di cui hanno gran bisogno.
Ora, per capire meglio la pratica,
cè da aggiungere che bisogna prenderli
e metterli in un forno
sul fuoco, e lasciarceli notte e giorno.
Ma questo fuoco non deve essere di legna
nè di carbone; per sapere
di quale fuoco hai bisogno,
devi sapere che si tratta di fuoco chiaro e luminoso,
di temperatura costante
e in rapporto naturale
scelto geometricamente
e graduato con cura,
perchè porti a conoscenza gli elementi
attraverso tutti i gradi della sua potenza
esattamente come fa il Sole.
Preparerai un tale fuoco
se vorrai essere saggio,
come il solo proprio all'uso,
e non deve essere nè più caldo,
nè più ardente del dovuto, stai attento;
deve avere sempre un calore costante,
nota bene questo:
è qui che i più saggi hanno sbagliato
e sono rimasti delusi,
poichè il vapore è la rugiada
che manterrà umido
il seme di tutti i metalli.
Vedi infatti che se i vegetali
hanno una temperatura troppo forte
e non hanno la rugiada, lentamente
la siccità li raggiungerà,
e il frutto morirà sul ramo,
oppure non raggiungerà
alcuna perfezione. Per concludere,
se il frutto è nutrito alla temperatura dovuta
con la giusta umidità,
sarà bello e trionfante
sull'albero dove si nutre;
infatti il calore e l'umidità
sono nutrimento in verità,
di ogni cosa vivente al mondo,
questo è provato,
dunque degli animali e dei vegetali
ed è vero anche per i minerali.
Il calore della legna e del carbone
non gli è certo molto favorevole:
sono temperature violente,
e non altrettanto nutrienti
di quella del Sole,
il cui calore è trattenuto
da ogni cosa tangibile
solo in quanto naturale;
ecco perchè i saggi filosofi,
profondi conoscitori della Natura,
non hanno voluto scegliere altro fuoco
per la loro opera, in verità,
se non quello della Natura
di cui seguono le regole;
non che il filosofo possa fare
tutto ciò che la Natura ha fatto e tracciato,
poichè la Natura ha pur sempre creato
le cose, come qui lo spiego,
siano esse vegetali o minerali,
ed anche animali,
tutte secondo il suo potere,
generandole dove voleva
nell'estensione del suo dominio:
non dico dunque
che gli uomini facciano, grazie ai loro poteri,
le cose naturali fino in fondo;
ma è ben vero che quando la Natura
ha formato, con il suo processo,
e seguendo il suo cammino,
e ha dato potere
alle cose visibili, l'uomo
può aiutarla, e riuscire
a portarle a compimento, attraverso l'Arte
più di quanto la Natura stessa avrebbe potuto fare.
In questo modo il filosofo
molto savio e di buon talento
(per informarvi di tutto in gran verità)
si propone di agire
solo per mezzo Natura, con Sole e la Luna,
nel mercurio, loro madre opportuna,
in potenza costituiti
ma non ancora utilizzati.
Il Sole e la Luna, in tale chiusura,
non sono diversi dal loro mercurio
da cui, secondo il saggio Ytal,
proviene il mercurio filosofale;
questo è più potente e più forte,
nel momento dello sforzo,
di quello naturale.
Questo può la creatura;
ed è certamente molto;
al mondo non cè più bella cosa,
nè capolavoro tanto ammirevole,
di questo, possibile grazie all'arte,
poichè il mercurio naturale
di cui parlo, è troppo limitato
nella sua essenza, come se fosse avviluppato
nelle due componenti della sua forza;
e non serve che ai metalli semplici
perfetti, imperfetti, freddi o caldi che siano,
e per quanto faccia la Natura,
la sua opera non andrà più lontano:
non che le manchi la forza,
ma le miniere in cui lavora
non le permettono uso delle sue facoltà
come l'opera vorrebbe,
e non lasciano utilizzare
neanche ciò di cui cè bisogno.
La sua opera non è dunque ciò che di meglio possa fare
ma solo ciò che le è permesso fare.
Mentre il mercurio del saggio
diventa, grazie all'arte, così trionfante,
così riccamente efficente,
che ha trenta gradi
più dell'altro, che poi diventano anche cento
o mille e aumentano sempre più,
tanto che va bene ai metalli più che perfetti,
e quelli imperfetti,
li porta a perfezione,
li rifà immantinente,
senza diminuirli in niente,
aggiustare, mettere nè cambiare,
e l lascia senza aver omesso nulla;
non dico comunque
che i filosofi riuniscono
i tre metalli per fare
il loro mercurio, o per estrarlo dai tre
come fanno molti alchimisti
che certo non hanno molta scienza
e che prendono l'oro comune, l'argento,
l'uno magari al posto dell'altro,
e li mettono con il mercurio volgare:
e poi magari li usano e operano a tal punto
tormentandoli in tal modo,
da farli sembrare preda dei lampi;
e con la loro folle fantasia,
i loro errori e sogni,
credono poter così estrarre e perfezionare
il mercurio dei filosofi;
ma non ci arriveranno mai;
così non potreanno conoscere
la materia prima della pietra
nè la sua vera miniera.
Ma non ci arriveranno mai
e non raggiungeranno questo bene
se non andranno su quella montagna
dei sette, dove nulla è estraneo,
e se dalla cima non guarderanno
i sei visibili in lontananza.
Sulla cima di questa alta
montana, conosceranno senz'altro la trionfante erba regale
chiamata Erbale, Minerale
e da alcuni filosofi,
detta Saturnale.
Ma conviene non curarsi del nome
e prenderne il succo
puro e netto; avverto questo,
per meglio capire come bisogna fare:
si lascia la paglia e si trattiene il granello:
con questo si va sicuri
anche nell'aratura
e nella scelta del grano.
Farai così e a maggior ragione
per la pianta dal succo d'oro;
prenderai il suo succo in cui sono Sole e Luna
senza creare danno,
separazione
o nefasta distruzione
degli sperma congrui per natura
a quei mestrui.
Questi stessi non arriverebbero a nulla
e cadrebbero nel nulla
se si sbagliasse il modo
in cui nella miniera
sono mantenuti da diversi pesi,
per questo bisogna notare due cose:
non bisogna maneggiare le sementi,
l'uomo non ne conosce le leggi;
il loro governo appartiene
alla Natura, che trae il suo potere
di regolarne i connubi, direttamente da Dio.
Ma talvolta noi rinnoviamo ciò che è estraneo
e altre cose superflue
rompendo così l'omogeneità
della sostanza seminale,
soprattutto quella minerale
dove l'impuro cuoce col puro,
ma non il crudo col maturo;
si sa infatti che il residuo
non può fare la bassa natura;
bisogna allora aiutare la Natura al lavoro
così che tu possa
destinare questo liquore con abilità,
dolcezza e gentilezza.
Quando avrai sciolto questo nodo
e non avrai più impedimenti
potrai fare con quella
la maggior parte della tua opera.
E' infatti il mercurio nobile
e proprio dei filosofi
che possederai;
prima di tutto sarà l'opera bianca,
in secondo luogo quella rossa.
Se capirai le mie parole in modo giusto,
saranno tue; è facilitato
chi entra direttamente dalla porta
che gli mostro; se rimani fuori,
abbi paura ad andare oltre;
il pericolo è molto chiaro
e l'avventura troppo funesta.
Sarai come su quel ponte
da cui, chi sbaglia la risposta,
viene gettato di sotto, testa in giù,
nel punto più profondo del fiume.
Ma una volta entrato
ti sarà permesso,
sia che tu voglia girare a destra,
sia che tu desideri andare a sinistra,
di prendere delle decisioni con slancio.
Per l'impresa, beato artista, osa tutto;
a te allora tutto diventa permesso
poichè non hai trascurato nulla in ciò che affronti,
e spesso hai avuto difficoltà
nel preparare i due cammini
che ti è possibile percorrere.
Vedi quale preferisci,
vedi l'albero il cui frutto vermiglio
risplende come il Sole;
vedi quest'albero dal pomo argenteo
più profumato del biancospino: (versetto n° 883)
scegli quello che vuoi,
e stai sicuro che lo otterrai:
infatti questi due formano una sola pratica
sovrana e autentica:
entrambi diventano un solo cammino,
cioè il Sole e la Luna
uniti nel ventre materno,
che altro non è che il mercurio
che li nutre del suo latte
e li porta a compimento
per gradi, senza violenza,
assecondando sempre il loro appetito.
Così la loro forza interiore
si sviluppa
di giorno in giorno, e di ora in ora...
Così la loro pratica partecipa
del bianco e del rosso,
pratica tanto semplice
che una donna intenta a filare
non sarà disturbata di più
in tale faccenda
che dal mettere
alcune uova alla cova sotto la chioccia
quando fa freddo senza lavarle,
cosa mai immaginata;
infatti non si lavano le uova
per metterle alla cova, fresche o no che siano,
ma così come sono state fatte
si mettono sotto la gallina,
e bisogna solo girarle e rigirarle
tutti i giorni
sotto la madre, e niente altro,
per avere al più presto il pulcino.
Ho dichiarato tutto ampiamente
perchè l'esempio possa servire.
Prima di tutto non laverai
il tuo mercurio, ma lo prenderai
e lo metterai con suo padre,
il fuoco, stai attento a questo,
sulle ceneri, che sono paglia.
Ti do questo insegnamento:
in un vetro solo, il nido,
senza contorni nè avvisi,
in un solo vassoio, come viene chiamato
l'abitacolo, capisci così che si tratta
di un fornello costruito con ragione
e poi chiamato sua casa;
e dall'uovo comparirà il pulcino
che innanzitutto ti guarirà col suo sangue
da ogni malattia;
e, qualunque cosa si possa dire,
ti nutrirà poi con la sua carne;
certamente con le sue piume
ti vestirà poi nobilmente
proteggendoti dal freddo:
perciò pregherò il Creatore
affinchè con cuore dia la grazia
in terra agli alchimisti
perchè ottengano in breve tempo il pulcino,
se ne nutrano
e ne traggano gran sostanza.
Questo poco che io dichiaro
mi viene dall'alto, dal Dio Padre,
che per sua bontà benigna
me l'ha donato, per grazia,
e io ve lo regalo ((ed io abubu ve lo trascrivo rischiando di perdere le impronte digitali))
affinchè abbiate un migliore appetito
nel cercare e seguire il cammino
che egli vi mostra mattina e sera;
e l'ho raccolto in un Sommario
per farvi capire meglio le cose,
e intendere i detti
dei savi filosofi.
Parlo in modo un pò grossolano
e vi prego umilmente
di scusarmi, di accettare le mie parole,
e di tendere sempre con tenacia alla ricerca. 960
Fine del sommario
Edited by abubu - 29/6/2016, 10:27. -
karashov87.
User deleted
interessante Brava abubu .