Le Bestie di Satana.

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    Nella notte fra il 23 e il 24 gennaio 2004, presso uno chalet immerso nei boschi di Golasecca (Varese) è barbaramente uccisa, all’età di 27 anni, a colpi di pistola e badile, con il tentativo di seppellirne il corpo in una vicina serra, la varesina Mariangela Pezzotta (1977-2004).



    Colti pressoché in flagrante, per l’omicidio sono subito arrestati il suo ex fidanzato, Andrea Volpe (30 anni), e l’attuale fidanzata di questi, Elisabetta Ballarin (19 anni). Il crimine conduce gli inquirenti verso la pista del disagio e della devianza giovanile, nonché dell’abbondante utilizzo di droghe e alcool, del sesso vissuto in maniera ossessiva e sfrenata da parte degli incriminati e del loro giro di amicizie, ma le cronache – alludendo alle frequentazioni e agli interessi dei personaggi coinvolti – iniziano pure ad accennare al cosiddetto “satanismo acido”.


    La magistratura, con sentenza della Corte di cassazione pronunciata nel 2007, ha ritenuto i membri della setta responsabili degli omicidi di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e del relativo occultamento di cadavere; del suicidio indotto di Andrea Bontade e di altri giovani che avevano rapporti con l'organizzazione.

    La scoperta della setta ha portato poi gli investigatori dell'Arma a fare dei collegamenti con casi irrisolti, omicidi ed assassinii misteriosi nella zona delle "bestie". C'è chi ha parlato di diciotto tra omicidi e casi di suicidio sospetti,[1] tra i quali quelli di Andrea Bontade e Christian Frigerio. Tuttavia ad oggi non è stata aperta nessuna nuova inchiesta, e gli imputati sono ritenuti responsabili dei soli crimini sopracitati.

    L'organizzazione della Setta.


    Le “bestie di Satana” si ispiravano vagamente al cosiddetto satanismo acido; in realtà la vocazione satanista era alquanto confusa, ma ciò non impediva lo sfoggio di simboli esoterici quali pentacoli, croci rovesciate e rappresentazioni del numero della bestia nell'Apocalisse di Giovanni, il 666.

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    Nata nella seconda metà degli anni novanta la setta era più che altro dedita all'uso e all'abuso di sostanze stupefacenti, come ammesso anche dagli stessi membri nel corso dei processi. Alcuni membri della setta erano noti nel circondario come spacciatori di droghe[8]. I luoghi abituali di ritrovo della setta erano il parco Sempione e la fiera di Sinigallia a Milano.

    Il clima di esaltazione dovuto alle droghe e la connotazione simil-satanica del luogo facevano sì che le pratiche degli aderenti alla setta fossero delle “prove di coraggio” che venivano eseguite a cuor leggero a causa dello stordimento (come durante i riti d'affiliazione) oppure, in un ambito che era più o meno consapevolmente nichilista, le sedute consistevano nell'infliggere dolore fisico. Dalla testimonianza di Andrea Volpe emerge ad esempio che una volta al giovane Fabio Tollis vennero spenti mozziconi di sigaretta sul corpo, mentre un altro membro, Eros Monterosso, lo mordeva sul collo. In un'altra occasione, Paolo Leoni detto "Ozzy" (appellativo ispirato al cantante Ozzy Osbourne), capo carismatico della setta, venne fermato dalla polizia ed accompagnato a casa dopo essere stato sorpreso a camminare sui binari della metropolitana, completamente ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti mentre gridava frasi sconnesse. Nel corso di un'intervista rilasciata in carcere, il giovane minimizzò l'episodio, asserendo che si trattasse di un tentativo di suicidio a seguito della perdita, a pochi mesi di distanza l'una dall'altro, del padre e della sorella.

    I riti di affiliazione si svolgevano appunto tramite il superamento di prove di coraggio, suggellate nel momento della riuscita da un vero e proprio patto di sangue, una volta compiuto si sarebbe potuto uscire dalla setta soltanto da morti.

    Si è molto discusso intorno al fatto se le "Bestie" avessero dei capi, e quali fossero. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, membri di più vecchia data erano Nicola Sapone e Paolo Leoni, conosciutisi casualmente durante una visita di leva. Nicola Sapone, idraulico e incensurato, di origine calabrese ma da anni residente a Dairago aveva condotto fino ad allora una vita normale, mentre Leoni, commesso in un ipermercato di Corsico, era figlio di un ex detenuto per omicidio noto nella zona come satanista. Gli altri membri del gruppo si unirono in un secondo tempo.

    L'enigmatica figura di Andrea Volpe di Busto Arsizio, disoccupato e tossicodipendente, descritto come un giovane squilibrato ma con un forte carisma personale, fu introdotta nel gruppo da Sapone. Nonostante Volpe fosse tra gli esecutori materiali in tutti e tre i delitti accertati, non fu mai considerabile come capo probabilmente a causa del suo stato di tossicodipendenza - che lo costrinse a diversi ricoveri in ospedale ed in alcune comunità per disintossicarsi - anche se non si deve sottovalutare la sua influenza nel prendere le decisioni. Tutti i rei confessi sono concordi sul fatto che proprio dopo l'entrata di Volpe si cominciò a progettare gli omicidi rituali.


    foto-e-b




    CITAZIONE
    Le indagini

    Inizialmente Volpe sostenne davanti agli investigatori di aver sparato a Mariangela durante una lite accesa tra ex fidanzati e la pista satanica non venne inizialmente presa in considerazione, anche se cominciavano a nutrirsi dei sospetti. Con l'entrata in campo di Michele Tollis, padre del defunto Fabio (vecchia conoscenza di Volpe), le indagini prendono una svolta. Da anni Michele cercava di capire dove fosse finito suo figlio, e cominciò a frequentare il suo ambiente per farsi un'idea. Portò il caso alla trasmissione di Rai 3 Chi l'ha visto? ed intervenne in numerose puntate nel corso degli anni. Sin dal principio, non si fidò degli affiliati alle “bestie di Satana”, i quali sostenevano che Fabio fosse scappato con Chiara per ragioni sentimentali.

    Quando Michele Tollis seppe dell'arresto di Volpe, ai suoi occhi risultò immediato il collegamento con la scomparsa del figlio. Le sue indicazioni saranno preziose nel corso delle indagini. Sottoposto allo stress psicologico degli interrogatori, e per mero calcolo in funzione di evitare l'ergastolo, Volpe decise di collaborare e confessò gli omicidi di:

    Mariangela Pezzotta, per il quale era già trattenuto;
    Chiara Marino, amica di Fabio Tollis;
    Fabio Tollis stesso;
    Andrea Bontade.
    Da questo momento si spalancano le porte alle indagini.

    Cosa successo nello chalet degli orrori.


    fossa
    I crimini della setta vennero improvvisamente scoperti all'inizio del 2004, quando il 24 gennaio dello stesso anno Andrea Volpe ricevette un chiaro ordine di Nicola Sapone. Quest'ultimo gli commissionò l'assassinio di Mariangela Pezzotta (ex ragazza di Volpe) in quanto conosceva troppi dettagli sulla scomparsa di Fabio Tollis e Chiara Marino, due ex membri della setta, dei quali si erano perse le tracce nel gennaio 1998. Con il pretesto di una videocassetta da farsi restituire, Volpe invitò a cena la Pezzotta nella baita di Golasecca. Mentre Elisabetta Ballarin, la sua nuova fidanzata, era in cucina a preparare due dosi di speedball (cocaina ed eroina) egli, dopo una violenta discussione con la sua ex compagna, esplose due colpi al volto con una pistola Smith&Wesson alla malcapitata, che però non morì sul colpo.

    Volpe e la Ballarin, in condizioni alterate a causa delle droghe assunte quella sera, chiamarono in aiuto Sapone, il quale accorse prontamente e, a detta di Volpe, gli rinfacciò di non saper nemmeno uccidere una persona. Egli stesso finì l’agonizzante ex ragazza di Volpe a colpi di badile nella serra antistante lo chalet, subito dopo tornò a casa propria a Dairago presso Legnano comportandosi come niente fosse ed ostentando stupore alla notizia degli avvenimenti successivi. Prima di andarsene, ordinò di lavare via ogni traccia di sangue, di seppellire la Pezzotta nel giardino e di gettare nel fiume la sua automobile.

    Sapone dirà poi di non essere stato lui ad aver commesso quel delitto, ma di essere stato chiamato da Volpe a omicidio già commesso. Diventa fatto di contorno, a questo punto la deposizione dell'astronomo Salvatore Furia. Secondo il pentito la data in cui uccidere la Pezzotta venne scelta in base alle fasi lunari: perché tutto andasse per il verso giusto occorreva che fossero giorni di luna nuova. Furia ha confermato che effettivamente in quei giorni la luna in cielo era una falce quasi invisibile. Alle posizioni degli astri i satanisti sembravano dare molto credito come ha confermato un testimone, il maresciallo Quaranta: «Consideravano maggio un mese non adatto a riti satanici poiché la tradizione cristiana fa risalire a quel periodo la nascita della Madonna».

    Una volta seppellita la Pezzotta , la Ballarin salì sull'auto della defunta, decisa a sbarazzarsi del mezzo facendolo scivolare nel Ticino che scorre a poca distanza, e Volpe la seguì sulla sua auto. La ragazza, però, a causa delle condizioni psicofisiche alterate per l'assunzione di cocaina ed eroina, non riuscì a condurre nel fiume la macchina e andò ad incastrarsi su un muretto. Volpe scese dalla sua auto, si accorse delle condizioni della Ballarin ormai prossima al collasso, e si recò verso un parcheggio poco distante invocando soccorso e dando in escandescenze[6].

    Ad una pattuglia dei carabinieri accorsa sul posto inizialmente dichiarò che lui e la fidanzata erano stati aggrediti da alcuni balordi mentre si trovavano appartati in auto, ma i carabinieri realizzarono velocemente che in realtà la coppia aveva avuto un incidente d'auto causato dall'assunzione di stupefacenti ed alcol e fece trasportare entrambi i giovani in ospedale. Qui Elisabetta, ancora sotto l’effetto della droga, cominciò a mugugnare e ripetere frasi, apparentemente sconnesse, riguardanti la morte di una certa "Mariangela".

    A questo punto i carabinieri, assieme alla procura, fanno partire le indagini, affidate al nucleo investigativo del Comando provinciale di Varese. Il giorno successivo segue il ritrovamento del corpo di Mariangela (sfigurato e ancora caldo), rinvenuto dagli investigatori in quella serra dello chalet di Volpe, dove era stata sepolta che ancora respirava (se pur flebilmente), come ha dichiarato Volpe durante gli interrogatori. Dopo il ritrovamento della Pezzotta ed una estesa attività informativa, i carabinieri iniziano una ricostruzione a ritroso dei crimini dei quali comincia ad essere sospettato Volpe e il suo gruppo, del quale al tempo non si conosceva ancora nulla.

    Dalla confessione di Volpe emerge che egli fu costretto ad agire sotto ricatto da Sapone, che lo aveva minacciato «se non lo fai tu lo facciamo noi», lasciandogli capire che anche lui e la Ballarin sarebbero stati uccisi qualora non si fossero liberati della vittima.


    Dichiarazioni dei Carabinieri

    Mariangela è stata tramortita con una fucilata che, come dirà in seguito uno degli investigatori, “le ha cancellato il volto” ed è stata poi selvaggiamente uccisa a badilate e a bastonate in testa, che le hanno fracassato il cranio.




    I Carabinieri, nella camera da letto dello chalet antistante la serra del ritrovamento, trovano anche un enorme cero che brucia ancora dopo più di dodici ore e, vicino al letto disfatto, una strana statuetta evocante strani culti esoterici che i ragazzi chiamano “il militante”.

    Tutto comincia, quando il custode della stamperia STS chiama il 112 perché in strada c’è un giovane con i jeans sporchi di terra e fango, chiamato Andrea Volpe, che urla come in preda al delirio e si dimena prendendo a calci le autovetture parcheggiate.

    I Carabinieri lo fermano e gli chiedono spiegazioni.

    Il ragazzo comincia a farfugliare di essere stato aggredito, insieme alla sua ragazza, da un branco di malviventi.

    Nel frattempo arrivano sul posto anche i genitori del ragazzo che, preoccupati, chiedono al figlio cosa sia successo.

    Andrea ricomincia a raccontare. Stavolta, però, fornisce una versione dei fatti un po’ diversa dalla precedente: parla di una ragazza in pericolo che è rimasta sola sul luogo dell’aggressione.

    I Carabinieri, arrivati sul posto indicato loro dal Volpe, trovano una Fiat Uno color argento incastrata in un muretto circostante, senza nessuno al posto di guida e, poco più avanti, una Honda Accord con al posto di guida, china sul volante, Elisabetta Ballarin viva ma sotto l’effetto evidente di droga e psicofarmaci.

    I Carabinieri scoprono che la Fiat Uno appartiene ad Annamaria Pe, moglie di un noto esponente di Forza Italia e madre di Mariangela Pezzotta.

    Dopo le prime cure prestate ad Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin presso il vicino ospedale di Varese, Elisabetta parla alla madre di Andrea, insieme a loro in ospedale, dell’omicidio della Pezzotta e dell’occultamento del suo cadavere che è nascosto nella serra dello chalet della sua famiglia nel bosco di Golasecca.


    Questi i fatti, secondo la ricostruzione di Volpe:

    La sera del 23 gennaio 2004, sera di luna nuova, Mariangela Pezzotta viene raggiunta al cellulare da Andrea volpe, suo ex fidanzato, che le dice di raggiungerlo subito nello chalet dei Ballarin a Golasecca per restituirgli una videocassetta.

    Raggiunto lo chalet, Mariangela nota subito, scorgendo gli sguardi di Andrea ed Elisabetta, che i due ragazzi hanno fatto uso di droga e che non l’hanno chiamata solo per la videocassetta.

    Andrea, infatti, fa un cenno con la testa ad Elisabetta che immediatamente si reca in un’altra stanza tornando con in braccio un fucile.

    Posizionandosi davanti al portoncino d’ingresso, Elisabetta sbarra l’unica via d’uscita a Mariangela, tenendola sotto tiro.

    Andrea, invece, tira fuori dalla tasca dei suoi jeans una Smith & Wesson calibro 38 e la punta al viso di Mariangela.

    I due cominciano a litigare e Andrea spara un colpo diritto in faccia alla ragazza.

    Mariangela cade con la testa sul tavolo.

    Il sangue le esce dalla bocca.

    “Senza pietà continua l'eliminazione per la pulizia totale, donando la cenere del nemico a colui che siede al trono”, recita Volpe mentre Mariangela è agonizzante.

    Ma c'è di più.

    C’è molto di più... QUI trovate l'articolo dettagliato della vicenda.



    Risonanza mediatica.

    La vicenda ha suscitato enorme scalpore in tutta Italia e ha dato inizio a una lunga serie di dibattiti sulla devianza giovanile e sul legame tra heavy metal (di cui le Bestie di Satana erano grandi appassionati), satanismo e violenza. Nel febbraio 2005, un'università cattolica romana collegata al Vaticano programmò un corso di due mesi sulla possessione diabolica e l'esorcismo per sacerdoti e seminaristi. Don Aldo Buonaiuto, sacerdote responsabile del "Numero Verde Antisette" dell'Associazione Giovanni XXIII, manifestò forti allarmismi riguardo alla musica metal dicendo: «Se la musica diventa uno strumento di atti nefandi e morte deve essere fermata». Anche l'esorcista Gabriele Amorth espresse la sua opinione: «Sicuramente c'è Satana che agisce in queste occasioni. Prima le tre ragazze di Chiavenna, poi Erica e Omar, e adesso la banda giovanile di Somma Lombardo. Tutti casi che ho studiato bene. Quei ragazzi erano dediti al Demonio, leggevano libri satanici. E che ferocia inaudita nei loro atti!».

    Secondo alcuni media italiani gli Slayer, famoso gruppo metal statunitense, avrebbero pilotato i membri della setta a compiere tali azioni (la band subì accuse simili anche nella propria nazione, per quanto riguarda il caso analogo di Elyse Marie Pahler). I giovani passavano nottate intere ad ascoltare la loro musica al massimo del volume, sia mentre celebravano i rituali, sia vagando in auto nei pressi di Cardano al Campo (ove frequentavano spesso un locale di musica rock) e nei boschi della Malpensa.

    Si dice che gli omicidi furono influenzati principalmente dal brano Kill Again, tratto dall'album Hell Awaits.[17] Un'altra canzone, Richard Hung Himself (da Undisputed Attitude), avrebbe istigato un ragazzo affiliato alla setta, un tale Davide R., ad impiccarsi con il filo da bucato nel bosco dietro casa sua[17] (tuttavia altre ipotesi ritengono che il suicidio sia stato dovuto alle continue minacce di morte ricevute da Volpe).[17] Venuto a conoscenza dell'accaduto, Jeff Hanneman, chitarrista degli Slayer, rigettò le accuse: «Chi ha cercato nella musica le ragioni di un delitto non ha capito nulla ed ha dimostrato una volta per tutte la propria ignoranza. Tutto ciò è tremendamente stupido, perché se qualcuno arriva a compiere un gesto così estremo è mosso da ragioni che vanno ben oltre l'ascolto degli Slayer. Se una persona non ci sta con la testa può essere spinta ad uccidere da un disco ascoltato, ma anche da un film visto in televisione, dalla rottura con la fidanzata... da tutto!».

    Marco Dimitri, leader dell'associazione "Bambini di Satana", disse: «Penso sia un fenomeno più legato ai drammi personali che al satanismo. Le indagini hanno fatto emergere realtà più drammatiche come, ad esempio, la droga. Alcuni erano da tempo in cura psichiatrica. Non vi è nulla di culturale, solo un dramma nel dramma.»[16] Secondo Maria Greca Zoncu, GUP di Busto Arsizio, le Bestie di Satana «non erano un’associazione per delinquere ispirata al satanismo, ma solo un’aggregazione di personalità deboli, immature, ineducate, sostanzialmente svantaggiate, che hanno costruito un maldestro edificio nel quale albergare la loro assoluta povertà morale».[19] Lo stesso Mario Maccione, che iniziò a suonare la chitarra a 15 anni, dichiarò: «Se avessi pensato solo a suonare non sarei finito in questa storia. La musica non c'entra niente».


    Collegamento con l'occulto


    Le cronache mettono in luce l’appartenenza degli arrestati, e anche di Tollis e della Marino, a un contesto tipico del satanismo giovanile, ovvero a un gruppo costituitosi informalmente intorno al 1995 e autodenominatosi Bestie di Satana, che raccoglieva i giovani di cui ora parlano le cronache giudiziarie residenti fra il basso varesotto e l’alto milanese, coinvolti soprattutto in questioni di droga nonché appassionati e interpreti di una frangia estrema del filone hard, black o death rock. In particolare, dai diari di alcuni dei coinvolti emerge l’interesse per tematiche e ritualità di genere vagamente occultistico e satanico. I familiari raccontano che la stessa Chiara Marino aveva allestito nella sua stanza un altarino, con candele nere, un telo con una stella a cinque punte e la riproduzione di un grosso piede di caprone e un teschio. Inoltre, uno degli accusati, Mario Maccione, era ritenuto essere un medium, in quanto gli altri membri lo credevano essere “posseduto” dai demoni durante la celebrazione dei riti caserecci messi in atto dal gruppo. Anche l’uccisone della stessa Marino e di Tollis paiono collocarsi in un contesto rituale satanico, per quanto – anche a causa delle strategie difensive variamente adottate dagli avvocati – i racconti relativi al fatto da parte degli accusati in sede giudiziaria mostrino alcune discrepanze. In ogni caso, la sera della scomparsa, Fabio Tollis e Chiara Marino sono colpiti con armi da taglio e corpi contundenti e gettati uno sopra l’altro in una buca, scavata alcuni giorni prima da Pietro Guerrieri.





    Condanne.

    Per gli omicidi di Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta, il 31 gennaio 2006 la Corte d'assise di Busto Arsizio condannò Nicola Sapone a due ergastoli e all'isolamento diurno per tre anni; Paolo Leoni e Marco Zampollo a 26 anni, Elisabetta Ballarin (nonostante non facesse parte del gruppo, non fosse a conoscenza degli altri omicidi e fosse stata solo testimone, sotto effetto di stupefacenti, dell'omicidio di Mariangela) a 24 anni e tre mesi ed Eros Monterosso a 24 anni.

    Nel giugno 2006, la Corte d'Assise d'Appello di Milano ridusse la pena per Andrea Volpe (già condannato in primo grado a 30 anni per gli omicidi commessi alla guida della setta) a 20 anni di carcere, e a 12 anni e 8 mesi la pena di Pietro Guerrieri, in precedenza condannato a 16 anni.

    Il 15 maggio 2007 la Corte d'Assise d'Appello di Milano condannò Nicola Sapone ad un doppio ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi; Paolo Leoni all'ergastolo e isolamento diurno per 9 mesi; Elisabetta Ballarin a 23 anni di carcere; Eros Monterosso a 27 anni e 3 mesi e Marco Zampollo a 29 anni e 3 mesi. Andrea Volpe a 20 anni per aver collaborato con la giustizia alla risoluzione del caso.

    Il 25 ottobre 2007 la Corte di Cassazione confermò le condanne con sentenza definitiva. Il 9 novembre 2007 la Corte d'Assise e d'Appello di Brescia condannò a 19 anni e mezzo Mario Maccione, all'epoca dei fatti contestati minorenne, inasprendo la precedente sentenza a 16 anni di reclusione.

    Dopo sette anni dall'arresto, a Elisabetta Ballarin è stata concessa la semilibertà per motivi di studio: in pratica la ragazza può uscire dal carcere per frequentare le lezioni universitarie al di fuori del carcere di Verziano. Dopo una laurea triennale (110 e lode) in Didattica dell'arte presso l'Accademia di Santa Giulia di Brescia, ha intrapreso il biennio specialistico in grafica e comunicazione ed alla ragazza è stata consegnata una borsa di studio nel febbraio 2013. Ha chiesto successivamente la grazia al Presidente della Repubblica, sottoscritta anche dal sindaco di Brescia Adriano Paroli.


    Conclusioni.

    Alcuni ex appartenenti alle Bestie di Satana, ora in carcere, hanno intrapreso un cammino di recupero: mentre Elisabetta Ballarin può uscire quattro giorni la settimana dal carcere per frequentare l’università, Andrea Volpe si è convertito al cristianesimo nel 2008, grazie al supporto del pastore Leonardo De Chirico, della Chiesa Cristiana Evangelica di Ferrara, aderente alle Chiese Evangeliche Riformate Battiste d’Italia (C.E.R.B.I.); Nicola Sapone, iniziando il 29 luglio 2008 la collaborazione con il quotidiano online La Voce, ha scritto un articolo sulla Messa cattolica, che ormai frequenta regolarmente in carcere, raccontando di averne scoperto il valore. Mario Maccione, invece, sta completando in carcere gli studi di ragioneria e afferma di avere trovato la luce nel pensiero di Carlos Castaneda, i cui libri gli fornirebbero un’interpretazione anche a riguardo delle sue trascorse esperienze spirituali e occultistiche come medium del gruppo, peraltro agevolmente riconducibili al massiccio consumo di sostanze stupefacenti.



    Le Interviste.


    Fonti:



    www.cesnur.com
    it.wikipedia.org

    Bibliografia:

    Luigi Offeddu, Ferruccio Sansa, I ragazzi di Satana. La setta delle "bestie": alla scoperta di un'Italia sconosciuta, Biblioteca Universale Rizzoli, 2005, ISBN 978-88-17-00631-6.
    Mario Spezi, Le sette di Satana. Cronache dall'inferno, Sonzogno, 2004, ISBN 978-88-454-1203-5.
     
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    Avevo seguito questo caso in tv, anche se ero troppo piccola per comprendere realmente
    Ricordo che i miei genitori iniziarono ad aver timore anche della musica che io e mio fratello ascoltavamo(fortunatamente poi si deviò al problema spiegando che Beatles e Led Zeppelin da loro ascoltati non erano immuni da questa credenza)
    Penso che quest'atrocità sia stata la fonte primaria della discriminazione verso le scienze esoteriche e verso ciò che solo da poco ho scoperto essere una delle tante branche del satanismo
    Grazie per l'articolo, purtroppo anche questo oramai costituisce parte della triste storia della società in cui viviamo
     
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    Quando il caso è balzato alla cronaca stavo all'ultimo anno delle superiori, quindi non ero così "piccola" da non capire cos'era accaduto. Certo, ricordo che iniziai a documentarmi per saperne di più, di base sono una di quelle persone che se non sa una cosa allora si documenta. I miei genitori non hanno mai avuto preoccupazioni su quanto ascoltassi ma, ammetto, che mia madre aveva iniziato ad interessarsi un po' di più alla musica che ero solita sentire.. in particolar modo quella inglese e tedesca di cui non capiva i testi.
    Come sempre, quando si verificano fatti di questo genere, si aprono le porte alla discriminazione di correnti religiose e di pensiero esoteriche e/o spirituali, rimanendo fermi alla superficie anziché documentarsi e fare una distinzione tra le diverse branche.

    Grazie per l'articolo.
     
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  4. NyctophiliaFev
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    Capitò che mi sentii ispirata a fare un ritratto, di cui avevo già le linee precise in mente, cosa abbastanza strana da una che improvvisa come me. Dopo do tre o quattro giorni, parlammo dell'accaduto, durante religione. Stavo a girarmi i pollici, quando passò sullo schermo l'immagine di Mariangela. Ci somigliava in modo impressionante su alcune foto.
    So che è quasi certo sia una coincidenza, forse avevo visto delle sue foto da piccina quando è passato l'articolo al telegiornale, ma mi ha lasciata assai confusa.
     
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  5. tenet
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    be ci sono ancora tantissimi lati oscuri sul caso il primo e che non si e ancora capito se il Tollis fosse consapevole della sua esecuzione visto che aveva dichiarato più volte di volere essere ucciso in nome di satana , se la marino sia stata uccisa per i soldi presi dopo un incidente dall'assicurazione e soprattutto il collegamento con le 340 sette operanti nel territorio del Varesotto , altra cosa molto strana e che i procuratori che hanno portato a termine le indagini e il pubblico ministero siano stati trasferiti appena risolto il caso
     
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    Ero troppo piccola per capire fino in fondo la storia però mi ricordo perfettamente di tutte le loro facce, della vicenda anche se non potevo capire di cosa si trattasse. Mi metteva i brividi ma allo stesso tempo mi incuriosiva. Ne venni a conoscenza grazie a "chi l'ha visto?" Che mia nonna era solita guardare e aspettavo sempre quel programma per sapere gli ultimi aggiornamenti (internet a quel tempo sapevo a male pena cosa fosse)
     
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  7. darkness19
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    Io sono della zona e conosco bene la storia di queste "bestie". Ho vissuto a Somma Lombardo ( paese vicino a Mezzana dove hanno trovato un cadavere occultato da loro) per anni e di cose strane ne ho sentite...
    Mia madre sostiene che un suo caro amico, di cui non posso dire il nome, sia stato ucciso da loro o meglio, sia stato indotto al suicidio.
    Fatto sta che fanno schifo, meriterebbero di bruciare all'inferno che tanto inneggiavano. Nessuno potrà mai più ridare alle famiglie i propri figli , molti scomparsi, senza sapere che fine abbiano fatto davvero, senza una tomba su cui piangere e pregare per la loro anima.
     
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    La Nuvola Oscura

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    Io conoscevo personalmente quasi tutti. Sono stato un frequentatore del Midnight per molti anni e ho suonato con Mario e Fabio nella prima formazione dei Ferocity. Ricordo precisamente la notte in cui è scomparso Fabio, era un sabato sera, ed eravamo al Midnight, insieme a molti altri ragazzi. Andò a telefonare a suo padre alla metro di Porta Romana (all'epoca non c'erano mica i telefonini) per chiedergli di poter dormire a casa di Chiara. Io lo incontrai andando verso la metro: io non avevo ancora la patente, quindi prima di mezzanotte si prendeva la metro per tornare a casa. Poi li ho salutati quando andavano via in macchina. Non sarebbero più tornati.
    Ovviamente ho saputo della morte solo anni dopo. Per mesi il padre di Fabio è venuto al Midnight a cercarlo, a chiedere a tutti se lo avessero visto. Ricordo il sabato dopo, in fiera di Sinigallia, dove ci trovavamo, in cui sono venuto a conoscenza proprio da Mario, uno dei suoi aguzzini, che Fabio era scomparso e non si sapeva dove fosse. Mi raccontò di come erano andati al MacDonald's e poi si fossero separati. Mi sembrava strano, dato che abitavano nello stesso paese. Ipotizzammo una fuga da casa, ma dopo una settimana sarebbe già tornato. E poi i giorni sono diventati mesi e i mesi anni.
    Credo che sia una delle storie che mi ha più sconvolto nella vita, per come mi ha toccato sul vivo. Anche perché frequentavamo gli stessi locali, ci vedevamo ai concerti, abbiamo suonato assieme, abbiamo condiviso palchi.
    Ci sarebbero decine di cose che potrei dire, persone che so che sono state coinvolte ma che non sono state rese note perché sono fuggite dalla situazione prima che fosse tardi e finissero ammazzati. Quando conosci le persone, frequenti il giro, è ovvio che poi alcune cose sono come il segreto di pulcinella; anche se non volevo crederci (la voce dell'uccisione per via di una setta girava al Mid già da anni - io pensavo fossero stronzate). Una cosa ci tengo a dirla: la musica non c'entra un cazzo e non c'entra un cazzo nemmeno il satanismo o l'occultismo. Noi li chiamavamo i Satan Fashion, proprio perché il loro approccio a certe cose era da bambini dell'asilo. Quelli erano assassini e basta. E per essere assassini a volte non serve avere dei motivi esterni. Devono marcire in galera per ciò che hanno fatto. Tutti quanti.
     
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    Ammetto che mi ha messo un po i brividi il tuo intervento Vento notturno, perche li conoscevi e perche la cosa ti ha toccato da vicino...
    Mi dispiace, nessuno dovrebbe avere a che fare con situazioni del genere...
     
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    Filosofa stregonesca

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    Mi associo, che brividi Vento Notturno.... assurdo.
     
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    La Nuvola Oscura

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    Posso dire per voi che per fortuna non avete idea di quanta paura nelle persone mette un evento del genere. Ti cambia per sempre. Il Midnight era un luogo di ritrovo per i metallari milanesi, un posto aperto da anni. Dopo quell'evento, grazie anche alla stampa che ha fatto il suo bel lavoro per distruggerne la credibilità, si è svuotato totalmente. In parte era la paura di finire su qualche speciale sul satanismo in tv solo perché si beve una birra in una birreria, dall'altra era la paura delle persone. In situazioni come queste, capita di solito che il protagonismo faccia venire a galla il desiderio di poter affermare di sapere cose che altri non sanno. Quella volta, ricordo, c'era un concetto di mutismo totale. Eravamo tutti terrorizzati. E sto parlando di centinaia di persone che si conoscono di vista. Involontariamente si era creato un bisogno di non parlare di quegli eventi, di nasconderli sotto il tappeto. Anche le rispettive fidanzate dei ragazzi non sapevano nulla; immaginate la botta che è stata scoprire che stai con un assassino. E' stata una ferita che non si rimarginerà molto presto.
     
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    Apposto e la ballarin é uscita dopo 12 anni. In italia ammazzi qualcuno e per buona condotta esci a mezza condanna.......
     
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    Völva

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    Grazie dell'articolo Black. Davvero ben scritto.

    Ricordo molto bene il periodo in cui accadde tutto questo. All'epoca avevo quasi 18 anni.
    Ai tempi uscivo con una compagnia di metallari di Busto Arsizio ed uno di loro conosceva molto bene di persona Volpe.
    Ricordo bene di come i TG abbiano parlato a vanvera sugli Slayer. I giornalisti si fermano sempre sul pelo dell'acqua quando ci sono da trattare certi argomenti. Ricordo di aver visto assieme ai miei l'intervista che era stata fatta al padre di Fabio. Il padre aveva portato in TV tutti i CD della musica che ascoltava il figlio. Mia madre mi fece il terzo grado dato che alcuni di quel CD li avevo anche io in camera.
    Enthroned, Darkthrone, Marduk...... Ricordo di essere stata prontamente intelligente nel nasconderli prima che mia madre potesse farmeli sparire ingiustamente. Ripeto, ingiustamente!
    La musica non ha a che fare con questi atroci eventi. Le persone con la loro contorta natura mentale vengono spinte da sè a compiere questi gesti.
    Se qualcuno ascolta quei gruppi come me, sa bene che alcuni dei testi contengono anche inni a Satana e non lo nego. Dico semplicemente che bisogna scindere bene le due cose senza lasciarsi coinvolgere e purtroppo alcuni non ne sono capaci.
     
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12 replies since 4/7/2016, 10:48   3574 views
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