La non violenza e il pacifismo - Lev Tolstoj

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  1. L'Eremita
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    LA NON VIOLENZA E IL PACIFISMO

    Lev Tolstoj



    NB. E' uno dei miei pensatori preferiti, e questo suo pensiero lo trovo intimamente fantastico. Tolstoj è uno dei maggiori teorizzatori della non violenza e del pacifismo, maestro ispiratore dello stesso Gandhi, e fu indiscutibilmente un pensatore cristiano (anche se sui generis e tollerante); questo a dimostrazione che - seppur con la dovuta accortezza - non bisogna mai generalizzare e fare di tutta l'erba un fascio.

    Personalmente credo che il pensiero di Tolstoj, che oggigiorno ha poca diffusione sotto i riflettori, vada fatto conoscere e tutte le persone sensibili non potranno che, indubbiamente, riconoscersi in esso. E' l'amore a muovere l'uomo, è la tolleranza che deve usare per rapportarsi con gli altri; ed sono il pacifismo e la non violenza il fine a cui l'uomo, con l'idea stessa della vita buona, deve tendere.

    1) Lev Tolstoj (biografia) - Wikipedia
    2) Pensiero pacifista e non violento di Lev Tolstoj - Wikipedia
    3) Pedagogia di Lev Tolstoj - Wikipedia

    Lev Nikolàevič Tolstòj, in russo: Лев Николаевич Толстой (1828 – 1910) è stato uno scrittore, filosofo, educatore e attivista sociale russo. Il nome di Tolstoj acquisì presto risonanza mondiale per il successo dei romanzi Guerra e pace e Anna Karenina, a cui seguirono altre sue opere narrative sempre più rivolte all'introspezione dei personaggi ed alla riflessione morale. La fama di Tolstoj è legata anche al suo pensiero pedagogico, filosofico e religioso, da lui espresso in numerosi saggi e lettere che ispirarono, in particolare, la condotta non-violenta del Mahatma Gandhi.

    «Quarant'anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il regno di Dio è dentro di noi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dallo scetticismo e fece di me un fermo credente nell'ahimsā. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstoj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità. Fu l'uomo più veritiero della sua epoca. La sua vita fu una lotta costante, una serie ininterrotta di sforzi per cercare la verità e metterla in pratica quando l'aveva trovata. [...] Fu il più grande apostolo della non-violenza che l'epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non-violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito. [...] La vera ahimsa dovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall'ira, dall'odio, e un sovrabbondante amore per tutto. La vita di Tolstoj, con il suo amore grande come l'oceano, dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa.»

    -Tratto da Mahatma Gandhi, Antiche come le montagne, ed. di Comunità, Milano 1963, pp. 234-235

    4) Lettera di Gandhi a Tolstoj del 1909 - Huffington post
    5) Corrispondenza tra Tolstoj e Gandhi 1909-1910 (Eng) -Wikiquote
    6) L' influenza di Tolstoj su Gandhi - Peace Link.net

    Il saggio filosofico in cui Lev Tolstoj esprime la sua filosofia non-violenta e pacifista è il testo Il Regno di Dio è in voi, pubblicato per la prima volta in russo nel 1893, in cui esprime la sua visione sulla morale, nettamente di derivazione evangelica, e quindi cristiana, ma permeata dai modelli illuministici della tolleranza, rinunciando ad una metafisica fideistica, ma accettando i precetti evangelici come un' etica pacifistica, e non violenta, indirizzata all'amore verso il prossimo.

    7) Il Regno di Dio è in Voi - Wikipedia
    8) Il Regno di Dio è in Voi - Wikiquote
    9) Il Regno di Dio è in Voi - Testo integrale

    Alcuni estratti di tale opera di Tolstoj:

    « La chiesa è una società di uomini che pretendono di possedere la verità assoluta; l'eresia è l'opinione di coloro che non riconoscono l'indiscutibilità di questa verità.L'eresia è [...] una rivolta contro l'inerzia dei principî della chiesa, un tentativo di concezione vivente della dottrina. Ogni passo avanti verso l'intelligenza e l'effettuazione della dottrina è stato fatto da eretici [...].» - Cap. III, pp. 73-74.

    « La storia dell'umanità è piena di prove che la violenza fisica non contribuisce al rialzamento morale e che le cattive inclinazioni dell'uomo non possono essere corrette che dall'amore; che il male non può sparire che per mezzo del bene; che non si deve fare assegnamento sulla forza del proprio braccio per difendersi dal male; che la vera forza dell'uomo è nella bontà, la pazienza e la carità; che solo i pacifici erediteranno la terra e che coloro i quali di spada avran ferito di spada periranno. Perciò, tanto per garantire più sicuramente la vita, la proprietà, la libertà e la felicità degli uomini, quanto per eseguire la volontà di Colui che è il Re dei re ed il Signore dei signori, noi accettiamo di tutto cuore il principio fondamentale della non-resistenza al male per mezzo del male, perché crediamo fermamente che questo principio, il quale risponde a tutte le circostanze possibili della nostra esistenza e nello stesso tempo esprime la volontà di Dio, deve finalmente trionfare.» - Cap. I, pp. 7-8.

    « Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
    La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.»
    - Cap. IV, p. 118.

    « [...] oggidì la dottrina del Cristo apparisce sotto l'aspetto di una religione soprannaturale, mentre in realtà essa non ha niente di misterioso, di mistico, di soprannaturale. Essa è semplicemente una dottrina della vita, corrispondente al grado di sviluppo dell'età in cui si trova l'umanità, e che, per conseguenza, deve necessariamente essere accettata da lei. Il tempo verrà — e già viene — in cui i principî cristiani della vita — fratellanza, eguaglianza, comunità di beni, non-resistenza al male colla violenza — parranno così semplici e così naturali, come sembrano oggidì i principî della vita domestica e sociale.» - Cap. V, p. 123.

    « Un medico alienista raccontava che un giorno, d'estate, uscendo dall'ospizio, i pazzi l'accompagnarono fino alla porta di strada.
    ― Venite in città con me! Egli disse loro.
    I malati acconsentirono, ed una piccola brigata lo seguì. Ma più essi andavano innanzi nella strada in mezzo al libero movimento degli uomini sani, maggiormente s'intimidivano e si stringevano intorno al medico. Finalmente, essi domandarono tutti di tornare all'ospizio, al loro modo di vivere insensato, ma abituale, al loro custode, alle battiture, alla camicia di forza, alle celle.Allo stesso modo si stringono e vogliono tornare al loro antico modo di vivere [...] gli uomini che il cristianesimo chiama alla libertà, alla vita dell'avvenire, libera e razionale. »
    - Cap. X, p. 279.

    Concetti essenziali della filosofia non violenta e pacifista di Tolstoj:

    1) La razionalità, il pensiero storico-critico, e la tolleranza verso il diverso, devono guidare la ragione umana; in linea con il lascito dell'Illuminismo.
    2) L'amore per il prossimo, verso se stessi, e l'empatia, sono i massimi valori a cui un uomo deve puntare come fine della propria vita.
    3) I precetti evangelici, legati alla figura di Gesù, non devono essere creduti come una metafisica - come la chiesa, intollerante, spesso violenta fa -, ma devono essere compresi ed utilizzati come un etica di vita terrena, per amare il prossimo attraverso la rinuncia e la tolleranza.

    Punto massimo della filosofia non violenta e pacifista di Tolstoj:
    NB. E' ciò su cui baserà Gandhi il proprio pensiero

    La non resistenza al danno e la non risposta all'offesa. Ogniqualvolta si subisce un ingiuria, fisica, materiale, o nello spirito, non bisogna mai rispondervi; altrimenti si passerebbe nel torto. Bisogna però comprenderla, mediante il pensiero storico-critico, e accettarla, mediante la tolleranza continuare a comprendere il diverso, quindi bisogna continuare ad utilizzare l'amore, verso se stesso ed il prossimo, come massima idea e fine raggiungibile da un uomo in questa sua vita terrena: il voler bene e l'empatia (dato che, con sicurezza, di vita vi è solo questa, dispensare l'amore, a cui tutti anelano, è il massimo, che si può fare, ed a cui si può giungere).
     
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