Orco

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    11
    Punti Antro
    0
    Location
    Milano

    Status
    Offline
    L'orco di Perrault
    Probabilmente traendo spunto dalla tradizione italiana (per esempio dall'uerco de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, 1634), Charles Perrault introdusse alla fine del XVII secolo il prototipo di quello che sarebbe poi diventato l'orco tradizionale delle fiabe. Si tratta di un uomo gigantesco, dall'aspetto di un bruto (spesso rappresentato come peloso, muscoloso, barbuto e con il ventre prominente), non raramente armato di un pesante bastone. Caratteristica correlata è la stupidità, che spesso è ciò di cui l'eroe della storia si avvantaggia per sconfiggere l'orco. In alcune varianti, gli orchi sono in grado di mutare forma. Vivono spesso in palazzi o castelli sperduti, ma anche in grotte e paludi. Nelle fiabe, l'orco è spesso il guardiano di una principessa prigioniera, oppure tiene in schiavitù o divora bambini.

    Nella letteratura fantastica gli orchi sono creature malvagie, simile a uomini, ma con connotazioni bestiali e non raramente demoniache. L'esempio più celebre di orco della narrativa fantasy (e l'ispirazione di molte altre varianti) sono quelli che compaiono nelle opere di J. R. R. Tolkien, ispirati agli orchi della mitologia germanica e in particolare a quelli del Beowulf. Molte opere fantasy riprendono sostanzialmente il modello di Tolkien; altre si rifanno anche, in qualche misura, alla tradizione folcloristica degli orchi delle fiabe, ben diversi da quelli di Tolkien (in inglese si usano infatti due parole diverse per l'orco di Tolkien e del Beowulf, orc, e per l'orco delle fiabe, ogre; per riprodurre questa distinzione alcune traduzioni de Il Signore degli Anelli riportano come "orchetto" il termine usato da Tolkien).

    Orco Demone
    L'origine di tale divinità è probabilmente etrusca: Orco è ritratto in alcuni affreschi nelle tombe etrusche come un gigante peloso e barbuto. Presso gli etruschi il destino di ogni defunto era di essere condotto in un mondo di patimenti, senza luce e speranza[4], popolato da creature demoniache, come Tuchulcha (Tuχul-χa, il demone) dal volto di avvoltoio e armato di serpenti, o Charun (Caronte), dal volto deforme che regge un pesante martello, i quali occupavano un ruolo di primo piano come rapitori e carnefici delle anime[5]. In questo quadro, probabilmente trae la sua origine la tetra figura di Orco.

    La cosiddetta Tomba dell'Orco, un sito etrusco a Tarquinia, deve il suo nome ad un'ardita attribuzione dei suoi primi scopritori, riconoscendo come tale la figura di un peloso e barbuto gigante, il quale potrebbe essere anche un Ciclope.

    Causa il lento disuso di tale divinità, presso la mitologia romana la figura di Orco è spesso identificata, confusa o associata con quella di altre divinità, principalmente Dite e Plutone.

    In epoca tardo imperiale viene citato solitamente come sinonimo di Inferi[6][2].


    La discesa di Enea negli Inferi dove l'ingresso è rappresentato come un enorme mostro a fauci spalancate.
    Pittura su pannello in rame, 1530-1540 circa, Walters Art Museum
    Occasionalmente, la sua invocazione distingueva chiaramente le funzioni del dio Plutone-Ade: come dio del sottosuolo, delle ricchezze celate in esso e dei morti, poteva essere visto come generoso padre dispensatore di ricchezze, dunque identificato con Dis Pater (o Pluto), oppure come oscuro e brutale Signore degli Inferi, dunque identificato con Orco (o Ade).
     
    Top
    .
0 replies since 3/10/2016, 15:00   163 views
  Share  
.