IL DIALOGO tra l'Oro, il Mercurio e la Pietra

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    Trascrivo poche pagine dal libro di Limojon de Sainct Disdier - il trionfo ermetico

    Il tema di questo dialogo va ben oltre l'apparenza superficiale delle singole parole più che per il significato ad esso attribuito, genera soggettivamente riflessioni e sentimenti che ..ok sono già troppe parole.

    L'ORO ed il Mercurio andarono un giorno armati per (combattere) e per soggiogare la Pietra. L'Oro, infuriato, cominciò a parlare in questa maniera.:

    L'Oro

    Come fai ad avere la temerarietá di elevarti al di sopra di me e di mio fratello Mercurio e di pretendere di essere preferita a noi: tu, che non sei che un (*) verme (pieno) di veleno? Ignori forse che io sono il più prezioso, il più duraturo ed il primo di tutti i metalli? (Non sai) che i Monarchi, i Principi ed i popoli fanno consistere egualmente la loro ricchezza in me ed in mio fratello Mercurio, e che tu sei al contrario il (dannoso) nemico degli uomini e dei metalli, mentre i (più abili) medici non cessano di rendere pubbliche e di vantare le virtù (singolari) che io possiedo (*) per dare (e per conservare) la salute ad ognuno?

    La Pietra

    A queste parole (piene di collera) la Pietra rispose (senza smuoversi): Mio caro Oro, perché non ti adiri piuttosto con Dio e non gli domandi per quale ragione non ha creato in te quanto si trova in me?

    L'Oro

    È Dio stesso che mi ha dato l'onore, la reputazione ed il brillante splendore che mi rendono così stimabile:
    È per questa ragione che sono così ricercato da tutti. Una delle mie più grandi perfezioni è di essere un metallo inalterabile nel fuoco e al di fuori del Fuoco; il mondo intiero inoltre mi ama e mi ricerca, ma tu non sei che una (*) fuggitiva ed una ingannatrice che abusa di tutti gli uomini:
    questo si deduce dal fatto che ti involi e sfuggi dalle mani di coloro che lavorano con te.

    La Pietra

    È vero, mio caro Oro, è Dio che ti ho dato l'onore, la costanza e la bellezza che ti rendono prezioso, ed è per questo che tu sei obbligato a rendere grazie (eternamente la sua divina bontà) e non a disprezzare gli altri, come fai:
    Perché io ti posso dire che tu non sei quell'Oro di cui gli scritti dei filosofi fanno menzione (*), quell'Oro, viceversa, è nascosto nel mio seno.
    È vero, lo riconosco, io mi sciolgo nel fuoco (e non vi abito), tuttavia tu sai molto bene che Dio e la natura mi hanno dato questa qualità e che così deve essere, tanto più che la mia fluidità torna a favore dell'artista che conosce (*) il modo di estrarla. Sappi, tuttavia, che la mia anima dimora costantemente in me e che essa è più stabile è più fissa di quanto tu non lo sia, benché Oro, e che non tutti sono tuoi fratelli e tuoi buoni amici.
    Nell'acqua, nel fuoco, qualsiasi cosa accada, potranno distruggerla (l'anima N.d.T.), ne consumarla, se potessero agire su di lei per (tutta la durata) del mondo. Non è dunque colpa mia se vengo ricercata dagli artisti che non sanno come bisogna lavorare con me né in quale maniera io debba essere preparata. Essi mi mescolano sovente con delle materie estranee che mi sono (totalmente) contrarie. Mi aggiungono dell'acqua, delle polveri ed altre cose simili che distruggono la mia natura e le proprietà che mi sono essenziali, e se ne trova, di più, appena uno fra cento (*) che lavora con me.
    Tutti loro si applicano a cercare la verità (dell'arte) in te e in tuo fratello Mercurio, è per questo motivo che sbagliano ed è in questo che i loro lavori sono errati. Essi stessi ne sono un (bell') esempio. Inutilmente impiegano il loro Oro tentando di distruggerlo: Non resterà infatti loro, di tutto questo, che l'estrema povertà nella quale si troveranno infine ridotti. Sei tu, Oro, ad essere la prima causa di questa sfortuna:
    Tu non sai molto bene che senza di me è impossibile fare alcun Oro, né alcun Argento che siano perfetti, sai che non vi sono che io ad avere questo meraviglioso vantaggio. Perché, dunque, soffri, dato che quasi tutti fondano le loro operazioni su di te e sul Mercurio? Se tu avessi ancora qualche rimasuglio di onestá certamente impediresti che gli uomini si abbandonassero ad una sicura perdita ma, siccome al posto di questo tu fai tutto il contrario, posso sostenere con verità che sei tu solo ad essere ingannatore.

    L'Oro

    Io voglio convincerti per mezzo dell'autorità dei Filosofi che la verità dell'Arte può essere raggiunta con me. Leggi Ermente. Egli parla così:
    << il Sole è suo padre (*) e la Luna sua madre >>, ora sono solo io ad essere paragonato al sole. Aristotele, Avicenna, Plinio, Serapione, Ippocrate, Dioscoride, Mosè, Razi, Averroè, Geber, Raimondo Lullo, Alberto il Grande, Arnaldo da Villanova, Tommaso d'Aquino ed un gran numero di altri Filosofi, che non nomino per non dilungarmi, scrivono tutti chiaramente e distintamente che metalli la Tintura (Fisica) non sono composti che di Solfo e di Mercurio (*), che questo Solfo deve essere rosso, incombustibile, costantemente resistente al fuoco, è che il Mercurio deve essere chiaro e ben purificato. Senza alcuna riserva, mi chiamano apertamente con il mio proprio nome e dicono che nell l'Oro, vale a dire in me, si trova il Solfo rosso, digesto, fisso ed incombustibile:
    Fatto che è vero ed evidente, poiché non c'è nessuno che non sappia bene che io sono un metallo molto costante (ed inalterabile), che sono dotato d'un Solfo perfetto ed assolutamente fisso sul quale il fuoco non ha alcun potere.
    Il Mercurio fu dello stesso avviso dell'Oro, approvò il suo discorso, sostenne che tutto quanto suo fratello aveva detto era vero e che l'opera poteva perfezionarsi nella maniera in cui avevano descritto i sunnominati Filosofi.
    Egli aggiunse anche che ognuno sapeva (abbastanza) quanto fosse grande (*) l'amicizia reciproca che vi era fra lui e l'Oro, piuttosto che con gli altri metalli. Non c'era nessuno che non potesse facilmente comprenderlo con i suoi propri occhi. I fabbri e gli altri artigiani similari sapevano molto bene che quando avessero voluto dorare qualche opera non avrebbero potuto usare che (la mescolanza) dell'oro e del mercurio e che ne avrebbero fatto l'amalgama in poco tempo, senza difficoltà, e con pochissimo lavoro.
    Che cosa, dunque, si potrebbe sperare di fare con più tempo, più lavoro è più applicazione?

    Edited by abubu - 15/10/2016, 22:56
     
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    La Pietra

    A questo dire la pietra prese a ridere e disse:
    << In verità ben meritereste, l'uno e l'altro, che ci si beffasse di voi e della vostra dimostrazione: Ma se tu, Oro, che io ammiro ancor più vedendo che ti fai grande vanto della preminenza che hai nell'essere valido in certe cose. Sei forse convinto che gli antichi Filosofi abbiano scritto in un senso che deve intendersi nel modo ordinario? E credi che le loro parole si debbano prendere semplicemente alla lettera? >>.

    L'Oro

    Io sono certo che i Filosofi e gli Artisti che ho appena citato non hanno assolutamente scritto delle menzogne. Essì sono tutti dello stesso avviso a riguardo della virtù che io possiedo;
    è peraltro vero che ne è esistito qualcuno che ha voluto cercare in cose totalmente estranee la potenza e le proprietà che sono in me.
    Essi hanno lavorato su certe erbe, sugli animali, sul sangue, sulle urine, sui capelli, sullo sperma e sulle cose di questa natura.
    Costoro si sono indubbiamente allontanati dalla vera via ed hanno talvolta scritto delle falsità:
    Ma non è lo stesso per i maestri che ho appena nominato. Noi abbiamo delle prove certe che essi hanno posseduto in effetti questa (grande) Arte ed è perciò che dobbiamo prestare fede ai loro scritti.

    La Pietra

    Io non metto in dubbio che (questi Filosofi) non abbiano avuto una totale conoscenza dell'Arte, eccettuati, tuttavia, alcuni che hai allegati:
    Perché ce ne sono tra loro, ma molti pochi, che l'hanno ignorata e che non ne hanno scritto che per quanto ne hanno sentito dire.
    Comunque, quando (i veri Filosofi) nominano semplicemente l'Oro ed il Mercurio come principî dell'Arte, essì non si servono di questi termini che per nascondere nella conoscenza agli ignoranti da coloro che sono indegni (di questa Scienza) perché saranno molto bene che questi Spiriti (volgari) non si rifanno che al nome delle cose, alle ricette e procedimenti che trovano scritti, senza esaminare se vi alcun (solido) fondamento in ciò che mettono in pratica. Ma gli uomini sapienti e che leggono (i buoni libri) con applicazione precisione, considerando tutte le cose con prudenza, esaminando il rapporto e la convenienza che vi e tra una cosa e l'altra e con questo mezzo penetrano nel fondamento (dell'Arte).
    Così, con il ragionamento e con la meditazione, scoprono (infine) qualè la materia dei Filosofi, tra i quali non se ne trova nessuno che l'abbia voluta indicare o l'abbia data a conoscere apertamente con il suo proprio nome. Essi spiegano chiaramente là sopra, quando dicono che non rivelano mai tanto poco (il segreto) della loro Arte che quando si esprimono chiaramente che secondo la maniera usuale (di parlare), ma (essi sostengono) il contrario (*), quando si fermano di similitudini, di figure di parabole:
    È in verità in questi luoghi reconditi (dei loro scritti) che manifestano la propria Arte perché (i Filosofi), dopo aver discusso sull'Oro e sul Mercurio, non mancano in seguito di dichiarare e di assicurare che il loro Oro non è il sole (o l'oro) volgare e che il Mercurio non è il mercurio comune. Ecco nella ragione: l'Oro è un metallo perfetto che a causa della sua perfezione (che la natura gli ha donata), non potrebbe essere spinto (con l'Arte) ad un grado più perfetto. Così, in qualsiasi maniera si possa lavorare con l'Oro qualsiasi artificio si mette in opera, quando si sarà estratto cento volte il suo colore (e la sua tintura), l'Artista non potrà più fare dell'oro e tingere una più grande quantità di metallo di quanto colore e tintura ci siano nell'oro (da cui essa avrà dovuto essere estratta).
    È per questa ragione che i Filosofi dicono che si deve cercare la per la perfezione (*) nelle cose imperfette e che ve la si troverà. Puoi leggere nel Rosario ciò che ti dice Raimondo Lullo, che tu mi hai citato. Egli è dello stesso avviso:
    Ciò che deve essere reso migliore non deve essere perfetto, poiché in ciò che è perfetto non vi è nulla da cambiare e si distruggerebbe piuttosto la sua natura (invece di aggiungere qualcosa alla sua perfezione).

    L'Oro

    Io non ignoro che i Filosofi parlano in questa maniera, tuttavia quanto sopra si può applicare a mio fratello Mercurio, che ancora in perfetto ma, se ci si congiunge, egli riceve allora da me la perfezione (che gli manca), poiché è di sesso femminile ed io sono di sesso maschile: cosa che ha fatto dire i Filosofi che l'Arte è un tutto omogeneo. Vedrai un esempio di tutto questo nella (procreazione) degli uomini: non può nascere alcun figlio senza (l'accoppiamento) del maschio e della femmina, vale a dire senza la congiunzione del l'uno con l'altra. Ne abbiamo un esempio simile negli animali e in tutti gli esseri viventi.

    La Pietra

    È vero: tuo fratello Mercurio è imperfetto (*) e, di conseguenza, non è il Mercurio de Siaggi. Così se vuoi fosse congiunti e mantenuti nel fuoco per la durata di molti anni, al fine di unirvi perfettamente l'uno all'altro, pure accadrebbe sempre (la stessa cosa) che non appena il Mercurio avvertirá l'azione del fuoco si separerà da te, sì sublimerá, si involerá, e ti lascerà da solo in basso.
    Se vi si dissolve nell'acqua forte, se vi si riduce in una sola (massa), se vi si risolve, se vi si distilla e se vi si coagula, pure voi non produrrete altro che una polvere e un precipitato rosso, e se si fa la proiezione di questa polvere su di un metallo imperfetto esso non lo tinge assolutamente, ma vi si troverà tanto oro quanto ne sarà stato messo al principio tuo fratello Mercurio ti lascerà e se ne andrà.
    Ecco quali sono le esperienze che coloro che si applicano alla ricerca della Chimica hanno fatto con loro grande danno per molti anni;
    Ecco anche (dove va a sortire) tutta la conoscenza che essi hanno acquisito con i loro lavori. Ma, per quanto riguarda il dire degli antichi con cui vuoi avallare le tue affermazioni, quando essi sostengono che l'arte è un tutto (interamente) omogeneo che nessun figlio puø nascere senza il maschio e la femmina, se credi che con quello i Filosofi intendano parlare di te di tuo fratello Mercurio, ti devo dire (recisamente) che questo è falso e che tu lo intendi a sproposito, benché in questo stesso passo i Filosofi parlino giustamente e dicano la verità.
    Io ti assicuro che è qui (*) la Pietra angolare che essi hanno posto e contro la quale molte migliaia di uomini hanno inciampato. Tu puoi ben immaginare che, per i metalli, deve accadere lo stesso (*) di quanto accade per le cose che hanno vita. Ti accade in questo quanto capita tutti falsi Artisti poiché, quando leggete (dei passaggi simili) nei Filosofi, non vi applicate ad esaminarli ulteriormente per cercare di scoprire se in tali espressioni quadrino e si accordino o no con quanto è stato detto prima o che viene detto in seguito. Tu devi sapere, tuttavia, che tutto ciò che i Filosofi hanno scritto intorno all'opera con termini figurati si deve intendere in me sola e non di qualche altra cosa, qualunque sia, poiché non ci sono che io sola a poter fare ciò che essi dicono i (*) senza di me è impossibile fare alcun Oro, né alcun Argento, che siano conformi al vero.

    Edited by abubu - 15/10/2016, 23:43
     
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    L'Oro

    Buon Dio! Non ti vergogni di proferire una così grande menzogna? E non temi di commettere un peccato glorificandoti al punto dosare di attribuire a te sola ciò che tanti Saggi e Sapienti personaggi hanno scritto di quest'arte da tanti secoli a questa parte?
    Tu, che non sai che una materia grassa, impur e velenosa, non ti vergogni di sostenere che quest'Arte è un tutto (perfettamente) omogeneo? Aggiungi che senza di te non si può fare alcun Oro né alcun Argento che siano veri, come se fosse una cosa (*) universale (non è questa una contraddizione manifesta?), tanto più che molti sapienti personaggi si sono applicati con tanta cura e precisione alle (curiose) ricerche che hanno fatto da trovare altre vie (si tratta di procedimenti )che si dicono particolari, dalle quali tuttavia si può trarre una grande utilità.

    La Pietra

    Mio caro Oro, non essere sorpreso di quanto ti ho appena detto e non essere così imprudente da imputare una menzogna a me (*), che sono più vecchia di te.
    Se mi fosse accaduto di ingannarmi in quanto sopra, pure tu avresti dovuto ha ragione scusare la mia (notevole) età; tu non ignori che bisogna portare rispetto alla vecchiaia. Per farti vedere che io ho detto la verità, al fine di difendere il mio onore, io non voglio appoggiarmi che (sull'autorità) degli stessi Maestri che tu mi hai citato e che di conseguenza, non sei in diritto di riposare: (vediamo) particolarmente Ermete. Egli così parla:
    << È vero, senza menzogna, certo e veritiero, che ciò che in basso è simile a quanto si trova in alto e ciò che è in alto è simile a quanto si trova in basso (*); è per mezzo di questo che si possono fare i miracoli di una sola cosa >>.
    Ecco come parla Aristòtele:
    << Quanto è ammirevole questa cosa che contiene in se stessa ciò di cui noi abbiamo bisogno! Essa si uccide da sé stessa e dopo riprende vita da sé (*); essa si sposa e si feconda da sé, nasce da se stessa si risolve da sé nel suo proprio sangue, si coagula di nuovo con lui e prende una consistenza dura. Essa si fa bianca e si fa rossa da sé stessa e non vi aggiungiamo nulla e non vi cambiamo nulla, oltre a separne la grossolanità e la terrestritá >>.
    Il Filosofo Platone parla di me in questi termini:
    << È una sola unica cosa, da una sola e stessa specie in se stessa (*); essa ha un corpo, un'anima ed uno spirito ed i quattro elementi sui quali domina. Non le manca nulla, non ha bisogno degli altri corpi, poiché si genera da se, ogni cosa è di lei, per lei ed in lei>>.
    Io potrei quindi produrti molte altre testimonianze ma, siccome questo non è necessario, le ometto per non essere noiosa. Dato che tu hai appena finito di parlarmi di procedimenti particolari, io ti spiegherò in cosa essi differiscano all'Arte(*).
    Qualche Artista che ha lavorato con me, ha spinto tanto lontano i suoi lavori da farli giungere a termine: tanto da separare da me il mio spirito che contiene la mia tintura. Mescolando con degli altri metalli e minerali, è giunto a comunicare una parte delle mie virtù e delle mie forze ai metalli che hanno qualche amicizia con me; purtuttavia gli Artisti che sono riusciti in questa via e che hanno scoperto sicuramente una parte (dell'Arte) sono in verità in piccolo numero ma, siccome non hanno conosciuto (*) l'origine da cui provengono le tinture, è stato loro impossibile portare oltre i lavori e non hanno trovato, tirando le somme, che vi fosse una grande utilità nei loro procedimenti.
    Se questi Artisti avessero portato oltre le loro ricerche ed avessero bene esaminato quale (*) la femmina che mi è propria, se l'avessero cercata mi avessero unito a lei è allora che avrei potuto tingere mille volte (di più), ma (in luogo di questo) essi hanno totalmente distrutto la mia propria natura mescolandomi con delle cose estranee. È per questo che, benché facendo i loro calcoli essi avessero trovato qualche vantaggio ---purtuttavia assai mediocre in confronto alla grande potenza che si trova in me--- e non di meno scontato che (questa utilità) non ha proceduto e non ho avuto origine che da me, e non da qualsivoglia altro (con il quale io abbia potuto essere mescolata).

    Edited by abubu - 16/10/2016, 00:28
     
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    L'Oro

    Non sei stata convincente a sufficienza con quanto hai appena detto, poiché ancorché i Filosofi parlino di una sola cosa che racchiude in sé i quattro elementi, che ha un corpo, un'anima ed uno spirito, e con questa cosa essi vogliono fare intendere la tintura (Fisica) quand'essa è stata spinta fino alla sua ultima (perfezione) che il termine al quale loro tendono, nondimeno questa cosa deve, dal suo principio, essere composta da me, che sono l'Oro, è da mio fratello, che è il Mercurio, come essendo (tutti e due) la semenza maschile la semenza femminile.
    Questo è stato detto sopra, perché, dopo che siamo stati sufficientemente cotti e trasformati in tintura, siamo allora l'uno e l'altro (assieme) quella sola cosa di cui parlano i Filosofi.

    La Pietra

    Questo non si verifica come credi. Io ti ho già detto prima che non si può fare una vera unione di voi due perché non siete un solo corpo (*), ma due corpi insieme e, di conseguenza, siete contrari --- considerando i fondamenti di natura --- ma io ho un corpo (*) imperfetto, un'anima costante, una tintura penetrante:
    Ho inoltre un Mercurio chiaro, trasparente, volatile e mobile, e posso operare tutte le (grandi) cose di cui voi vi glorificate senza tuttavia poterle fare, poiché sono io che porto nel mio seno l'Oro filosofico del Mercurio dei Saggi.
    Per questo i Filosofi (parlando di me) dicono:
    << La nostra pietra (*) è invisibile e non è possibile acquisire il possesso del nostro Mercurio diversamente che per mezzo di lei (*) due corpi, di cui l'uno non può ricevere senza l'altro la perfezione che gli è richiesta >>.
    È per questa ragione che non esiste nessuna cosa oltre a me sola a possedere una semenza mascolina e feminima e che sia (contemporaneamente) un tutto totalmente omogeneo; per questo ancora mi si chiama Ermafrodita.
    Riccardo Anglico rende testimonianza di me dicendo:
    << La prima materia della nostra pietra si chiama Rebis (due volte cosa) vale a dire una sola cosa che ha ricevuto dalla natura una doppia proprietà occulta che le ha fatto dare il nome di Ermafrodita, come si chiamerebbe una materia di cui è difficile poter distinguere il sesso e (scoprire) se essa è maschio o femmina tanto più che lei ha una doppia inclinazione. Per questo la medicina (universale) si fa con una cosa che è (*) l'acqua è lo spirito del corpo.
    << E ciò che ha fatto dire che questa medicina ha causato un grande numero di errori per la moltitudine di enigmi (nei quali e avviluppata): tuttavia quest'Arte non richiede che una sola cosa che è conosciuta da ciascuno e che molti desiderano, ed il tutto è una cosa che non ha un simile al mondo (*). Ĕssa è, tuttavia, vile, e la si può avere a poco prezzo: ma non per questo bisogna disprezzare la, eh sì infatti fa e perfeziona delle cose ammirevoli>>.
    Il Filosofo Alano dice: << Voi che lavorate a questa Arte dovete avere una ferma è costante applicazione di spirito al vostro lavoro e non cominciare a provare ora una cosa ora un'altra. L'Arte non consiste nella pluralità della specie ma nel corpo e nello spirito. Oh, quanto è vero che la medicina della nostra pietra è una cosa, un vaso, una congiunzione! Tutto l'artificio comincia con una sola cosa e finisce con una cosa benché i Filosofi, con il disegno di nascondere questa (grande Arte), descrivano molte vie, cioè una continua congiunzione, una commistione, una sublimazione, un'essiccazione e tante altre (vie ed operazioni) che si possono chiamare con differenti nomi, ma (*) la soluzione del corpo non si fa che nel suo proprio sangue >>.
    Ecco come parla Geber:
    << vi è un Solfo nel profondo nel Mercurio che lo cuoce e che lo digerisce nelle vene delle miniere per un lunghissimo periodo >>.
    Tu vedi dunque bene, mio caro Oro, che ti ho ampiamente dimostrato che questo Solfo non è che in me sola, senza il tuo soccorso e senza quello di tutti i tuoi fratelli e di tutti i tuoi amiconi. Io non ho bisogno di voi in questo ma voi tutti avete bisogno di me, tanto più che io posso dare a tutti voi la perfezione e sollevarvi al di sopra dello stato in cui vi ha posti la natura.

    *

    A queste ultime parole l'Oro andò furiosamente in collera, non sapendo più cosa rispondere;
    tenne consiglio (tuttavia) con suo fratello Mercurio ed insieme convennero che si sarebbero difesi null'altro (sperando) che, essendo in due contro la nostra Pietra, che non è che una sola, l'avrebbero sopraffatta facilmente; così, dato che non l'avevano potuta vincere con la disputa, essi presero la decisione di metterla morte con la spada. In questo progetto congiunsero le loro forze al fine di aumentarle con l'unione della loro doppia potenza. Il combattimento ebbe luogo. La nostra pietra dispiegó le sue forze del suo valore, combatte tutti e due (*), li sopraffece, li distrusse e li ingotti, l'uno e l'altro, tanto da non farne restare alcun resto che potesse far capire ciò che essi erano diventati.

    Cosí cari amici che avete il timor di Dio davanti agli occhi, ciò che ho appena detto deve farvi conoscere la verità e di illuminarvi lo spirito per quanto è necessario comprendere il fondamento del più grande e del più prezioso di tutti i tesori che nessun Filosofo ha mai così chiaramente esposto, scoperto, né hai messo la luce.
    Voi non avete dunque più bisogno di altra cosa.
    Non vi resta che pregare Dio di volervi far giungere al possesso di un gioiello che è di un valore inestimabile. Acuite dopo questa la punta dei vostri spiriti, leggete gli scritti dei Saggi con prudenza, lavorate con diligenza (e precisione), non agite con precipitazione in un'opera così preziosa (*).
    Esiste il tempo adatto, ordinato dalla natura allo stesso modo che per i frutti che si trovano sugli alberi di grappoli d'uva che portano la vigna.
    Abbiate dirittura di cuore proponetevi nel vostro lavoro un fine onesto, altrimenti Dio non vo accorderà nulla (*) poiché egli non comunica un così grande dono che a coloro che vogliono farne un uso buono e ne priva quelli che hanno in progetto di servirsene per commettere il male. Io prego Dio che mi dia la sua (santa) benedizione. Così sia.

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