Le Masche e il Mascoùn: predestinato

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  1. yamato san
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    Esiste una figura che mette in difficoltà coloro che sono scettici sulle conoscenze magico popolari delle così dette streghe Italiane, ed è quella delle Masche Piemontesi.
    Il loro spessore nella vita sociale ed il loro profilo è testimoniato da importanti studiosi di ogni epoca.
    Una cultura abilmente manomessa vuole e descrive le Streghe come individui socialmente messi ai margini della società, fatto, questo, non condiviso dagli esperti di storia ed antropologia, considerato che nello specifico delle Masche si trattava di donne colte e ben inserite nella società e per nulla brutte come le ha invece dipinte il pugno duro della Chiesa ( l’inquisizione ).

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    Quando si pensa alle Masche l’immaginazione corre a donne che avevano un bagaglio di conoscenze che passavano seguendo un ordine Matriarcale, una donna che passava le sue conoscenze ad un’altra sua consanguinea della generazione successiva. Anche questo non è esatto, infatti già agli inizi del 500 d.C. il monaco Paolo diacono nel suo “Histori gentis Longobardorum” oltre a citare esattamente il termine Masca, ne descrive le cerimonie di successione che prevedevano il passaggio anche a donne o uomini non consanguinei.
    Ancora precedenti sono i riferimenti descritti in un capitolo all’interno dell’”Editto di Rotari” 470 d.C., nel quale tra le altre importanti rivelazioni si legge: “Si qui cam strigam, quod est Masca clamaverit”.

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    Per risalire o meglio calarsi nel profondo delle loro origini bisogna, così come è condiviso storicamente, fare un salto indietro nel tempo fino ad arrivare alla cultura e conoscenza dei Celti e di conseguenza ai Druidi.
    In dialetto Piemontese Masca sta ad indicare strega, tuttavia il termine è riscontrabile in antico Franco/Provenzale “ Mascar” che stava ad indicare il borbottio che esse facevano bisbigliando sommessamente mentre recitavano le loro formule di potere. Mentre nelle tracce storiche Longobarde troviamo il termine “Maskar” che racchiude due significati: da un lato con questo nome si indicavano genericamente elementi ed entità terribili dall’altro coloro che avevano conoscenza e potere di servirsene.
    Nel 1474 a Levone ( Piemonte ) vi fu un processo in cui vennero imputate quattro donne che furono condannate al rogo, una di esse riuscì a fuggire senza mai essere più catturata: Margarota Braia che, stando alle dicerie del popolo, fu salvata da un potente “Mascoùn”. Questo fatto storicamente descritto mette in luce che le Masche non erano solo donne.

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    Il Mascoùn



    Il Mascoùn è un uomo, quasi mai un consanguineo, ma la sua importanza era tale che entrava a fare parte della famiglia a pieno titolo. Veniva infatti “adottato” da più Masche ad un’età completamente differente da quella delle iniziate donne. Si trattava spesso di un giovane adulto che veniva riconosciuto mediante sogni, premonizioni collettive e conseguenti cerimoniali magici. Una caratteristica era quella si essere nato settimino o in un anno bisestile e comunque sempre in una determinata decade di Febbraio.
    Il Mascoùn aveva sempre una cultura superiore alla media, gli venivano insegnate arti come la medicina, infatti erano conosciuti anche come guaritori, le proprietà magiche delle erbe e le parole di comando per servirsi di spiriti, elementi ed entità che con il Cristianesimo vennero tacciate come malefiche.

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    Le tracce di alcuni Mascoùn più famosi si perdono tra le spoglie di Maestri, scrittori ma paradossalmente anche Frati, alti rappresentanti della Chiesa, e potenti personaggi ben insediati nella società. Essi, come le Masche, operavano maggiormente nelle ore notturne ed è descritto che potevano, a differenza delle donne, separare il proprio spirito dal corpo per poter raggiungere qualunque luogo o persona, per poter “ammascare” lasciando, però, pericolosamente indifeso il corpo che veniva per questo fatto “custodire” da un’entità amica.
    Come nella tradizione Celtica non vi era una gerarchia di superiorità tra le Masche ed il Mascoùn il cui legame con le Masche, che lo avevano adottato come “Zie”, era indissolubile come viene descritto da Jacob Sprenger , e Ainrich nel “Malleus malefica rum” (1487).

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    Gli attrezzi più utilizzati erano gli stessi delle Masche: il gomitolo di lana , il bastone, il mestolo, le forbici, diversi coltelli usati per la raccolta delle erbe ed il più importante di tutti era il Libèr dèl Cumànd (il libro del comando).

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    Non meno importante era l’iniziazione all’interrogazione delle rune che dovevano essere realizzate esclusivamente in Frassino o Nocciolo ed incise a fuoco in periodi dell’anno ben precisi.Le rune venivano utilizzate insieme ad alcuni Totem elementari e candele accese ad essi dedicate.

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    Il Mascoùn aveva uno strumento che raramente veniva utilizzato dalle Masche, la spada, che preferibilmente doveva forgiare egli stesso.
    Le leggende sul loro operato sono innumerevoli, alcune più colorite che si possono ascoltare ancora oggi nel Vercellese, Novarese, Valli di Lanzo e in moltissimi altri paesi Piemontesi,alcune antiche, altre assolutamente più dei giorni nostri.
    L’inquisizione ha in un certo senso “imbastardito” il termine di Masca unificando sotto lo stesso nome diverse tipologie, tra tutte una si differenziava dalle altre per aver mantenuto pura nei secoli la matrice Celtico Pagana: le Masche di l’Ans (le Masche delle valli e dei monti di Lanzo ) chiamate le Sèrca Luna, donne e uomini che mantenevano invariate le più antiche e potenti conoscenze sulle fasi lunari ed astrologiche, è ad esse che il popolo e non solo si rivolgeva per chiedere consiglio per meglio agire in previsione di importanti avvenimenti, dato raccolto anche dalla Professoressa e scrittrice Donatella Taverna di Torino archeologa, antropologa ed esperta conoscitrice della storia popolare Piemontese che, addirittura, non le cataloga come Masche. Una differenza sostanziale si trova nei loro libri del comando. A differenza delle altre Masche in quello delle Sèrca Luna il libro del comando non aveva riferimenti al Dio dei Cristiani, preghiere, segni della croce o invocazione a santi.

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    Ad onor di cronaca si fa diverse volte anche accenno all’esistenza di un’altra potente tipologia di Masca, la “Tempestara”. Questa è, secondo le descrizioni popolari, capace di utilizzare le forze elementali scatenando potenti eventi atmosferici utilizzando parole di comando . Le Tempestare erano considerate particolari dalle Masche stesse, in quanto si dice che ne nascesse una ogni tre generazioni e che riuscissero a comandare gli Spiriti degli elementi solo verso un’età più adulta. Questa capacità veniva fatta risalire alle sacerdotesse Druide , si racconta che i legionari di Cesare in Gallia incolpassero i Druidi degli improvvisi e devastanti temporali che gli impedivano di seguire le tracce di importanti personaggi e che gli rallentavano la marcia aumentando notevolmente la fatica ed il pericolo di imboscate.

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    Nei libri del comando infatti si trovano quelle parole ma solo chi nasceva “Tempestara” era in grado di servirsene.
    Anche sui libri del comando vi sono decine di storie ma, per l’appunto, questa è un’altra storia.

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    A presto ^^
     
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    Veramente molto interessante, ti ringrazio per la condivisione!

    Da me a proposito delle Masche si dice che per poter morire in pace devono trasmettere i propri poteri a qualcuno, solitamente ad una giovane della famiglia di appartenenza. Mentre per il Mascoùn conosco la versione secondo la quale il soggetto si differenzia dalle Masche per il fatto che acquisisce i poteri per caso da una Masca in fin di vita e per non essere in grado di trasmetterli ad altri.

    Mi ripeto, veramente molto interessante.

    Gentile Yamato, quando parli del riferimento alle Masche di Paolo Diacono nell’Historia Langobardorum, ti riferisci per caso a Gambara? Per favore potresti darmi una delucidazione al riguardo?
     
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  3. yamato san
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    Le mie esperienze dirette sono quelle che riguardano i monti sulle valli di Lanzo ( pian degli asciutti , Tornetti, Lanzo...
    Paolo diacono in realtà fa riferimento a tracce storiche Longobarda, ed alcuni storici ipotizzano che lui stesso fosse una masca ( mascou'n ) di questi ultimi si cambia versione a seconda della zona, nel Novarese ( Galliate ) il mascou'n riceve gli insegnamenti, o passaggio come le iniziate donna, cosa che invece e smentita quando si sale di altitudine.
    Più a valle a causa dell'inquisizione e relativa giustificata paura, la cultura ha aggiunto , per poter occultare la parte pagana, simboli cristiani. Il mascou'n tradizionalmente veniva adottato,il più delle volte al di fuori della linea di sangue famigliare. Il passaggio dei" poteri " la sua procedura è stata stregonizata negativamente dalla Chiesa, in realtà vi e sempre stata una iniziazione, e successivamente l'istruzione ai segreti mistici. Ci sono molte anche troppe sciocchezze riguardo al libro del comando, in realtà un quaderno.. in provincia di Cuneo, si dice che venga dato dal diavolo in persona, evocandolo in un modo particolare, la realtà è però differente.
     
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    Ti ringrazio tanto per l'ulteriore approfondimento. Gentilissimo!
     
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  5. yamato san
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    Se desideri leggere qualcosa di diretto cerca " un the con le streghe " e una mia vecchia discussione..
     
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    Letto, letto! e lo avevo trovato anche alquanto interessante!
     
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  7. CampoH
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    Davvero interessante, dei grimori si sa qualcosa o sono andati distrutti?
     
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  8. yamato san
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    CITAZIONE (CampoH @ 6/5/2018, 21:40) 
    Davvero interessante, dei grimori si sa qualcosa o sono andati distrutti?

    I liber del Cumand , sono dei quaderni , ogni Masca ha il suo, senza non potrebbe praticare. i Liber del cumand di alcune Masche famose , si dice che siano stati nascosti perchè non hanno fatto in tempo a passarlo.
    in uno dei suoi seminari sulle tradizioni esoterico Piemontesi la Proff. Donatella Taverna mostra un libro di una casa editrice che ha trascritto uno di questi quaderni.
     
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    Nobile nomade

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    Non conoscevo le masche e i mascòun.
     
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8 replies since 3/5/2018, 17:07   1299 views
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