La magia d'esecrazione egizia

La magia e gli egizi pt.2

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  1. Akame nomi
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    Come spiegato nel post precedente "La magia e gli egizi", gli egizi erano soliti utilizzare la magia per le pratiche d'esecrazione. L'esecrezione, in antichità, era l’imprecazione con cui gli antichi chiedevano alle divinità infernali di colpire i propri nemici. A seguire sono spiegate le pratiche più utilizzate:

    Vasi d'argilla egiziani



    209D


    L'egitto essendo vittima di diversi invasori oltre a potenziare gli eserciti si avvaleva anche della magia per rendere deboli i nemici in modo da vincere i conflitti.
    A livello magico per le pratiche d'esecrazione contro i nemici, gli oggetti più utilizzati erano i vasi in argilla.
    Scrivevano formule su questi vasi per poi romperli e trasformarli in rifiuti. I resti, poi, venivano sparsi o seppelliti in cimiteri abbandonati.
    Nota: Era essenziale fare i vasi in argilla.
    CITAZIONE
    L'argilla era l'elemento del Dio Khnum, il grande vasaio d'Egitto che plasmò l'umanità. Per questo, ogni vaso rappresenta una o più persone.

    khnum-potters-wheel
    Khnum


    Nel 1700 a.c a Mirgissa, in territorio nubiano, sono stati rinvenuti cocci di vasi rossi con sopra scritte maledizioni contro i nubiani. Dato che in Mirgissa non c'erano cimiteri abbandonati ne crearono uno. Sono stati ritrovati i resti di un nubiano giustiziato brutalmente e, di cui, i resti sono stati ritrovati insieme a dei cocci rossi con maledizioni e il coltello in selce con cui gli era stata tagliata la testa. Non avendo uno spirito infuriato, ne hanno creato uno.

    Scheletro





    Un'altra pratica d'esecrezione particolarmente utilizzata per rendere inoffensivi i nemici che li attaccavano era quella del:

    Prigioniero Legato



    Statu2



    Si realizzavano semplici statuine in argilla, cera, legno o in pietra che avevano le mani e piedi legate. Su queste statuine venivano scritti i nomi dei singoli nemici o degli interi popoli.

    Cattura2



    Durante i riti pubblici queste statuine venivano bruciate, calpestate, fuse e rotte a significare la distruzione del nemico. L'immagine del "prigioniero legato" veniva anche dipinta su pareti e sotto i sandali in modo che i nemici venissero schiacciati ad ogni passo.

    scarpeeraff





    In conclusione, gli stessi sacerdoti egizi prendendo spunto dal "Prigioniero Legato" diedero vita ad una nuova pratica:


    Prigioniera d'amore



    L'incantesimo veniva usato dagli egizi in modo che, la donna che bramavano, facesse sesso solamente con loro. Nella nostra epoca, definiremo questa pratica come un incantesimo "d'amore", quando, in realtà, riguarda la sfera sessuale.

    97-017318



    La statuina nell'immagine ricorda quella del prigioniero legato e, infatti, proprio da li i sacerdoti, che operavano nel tempio solo alcuni mesi l'anno, e per il resto del tempo potevano svolgere attività in privato, presero spunto per rendere adatta una pratica d'esecrazione, ad un incantesimo d'amore.

    Nella statuina della donna venivano trapiantati 13 spilloni di rame e ad ogni spillone si ripeteva sempre la stessa frase:

    "Dal momento che ti perforo in questo punto, tu non penserai altri che a me"

    Gli spilloni venivano trapiantati nelle seguenti parti del corpo

    2 Orecchie
    2 Occhi
    2 Sui piedi
    1 Bocca
    1 Petto
    1 Vagina
    1 Orifizio Anale
    1 Cima testa centralmente
    1 Bicipite sinistro
    1 Tra le mani levare




    Nell'ultima parte della magia e gli egizi, ci saranno dei collegamenti tra i monaci copti e i sacerdoti egizi con riferimento a delle pratiche ancora in uso oggi.
     
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0 replies since 6/5/2018, 18:27   381 views
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