Universo e origine della coscienza individuale

Considerazioni sull'articolo di Scientific american su coscienza e disturbo delle identita' dissociate

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  1. Elendil
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    Discussione un pò tecnica ma a mio parere utilissima.
    Il 18 giugno scorso è apparso sulle pagine di Scientific American un interessante articolo firmato, fra gli altri, da Bernardo Kastrup (che forse alcuni di voi già conoscono per le sue interessanti teorie sulla coscienza).
    L'articolo prende le mosse da uno studio tedesco del 2015 sul caso clinico di una paziente affetta da DID (disturbo delle identità dissociate, o più volgarmente di personalità multiple). Il soggetto presentava distinte personalità affette da cecità. Con la psicoterapia alcune di queste identità hanno riguadagnato la vista, mentre altre sono rimaste non vedenti. L'interessante situazione ha permesso di studiare il cambio di personalità (da quella vedente a quella non vedente che poteva avvenire nell'arco di pochi secondi) ed ha evidenziato che i percorsi neurali della vista si attivavano e disattivavano a seconda della personalità presente in quel momento (rilevamento fatto attraverso l'analisi dei VEP, visual evoked potentials).
    Kastrup e colleghi hanno utilizzato i dati dell'esperimento per supportare un approccio alla coscienza che loro chiamano "cosmopsichismo". In poche parole si parte dall'evidenza scientifica della capacità di una coscienza individuale non solo di creare sotto-nuclei di coscienza distinti (che si percepiscono con forza e inequivocabilmente come differenti), ma persino di agire modificando i circuiti neurali in base alle caratteristiche di queste identità coscienti. In seguito a questo dato si può strutturare uno scenario ipotetico: la coscienza nasce come fenomeno unico. Un'originaria coscienza "universale" che ha (come abbiamo osservato in quella individuale della paziente) la capacità di generare nuclei di coscienza multipli. Ciascuno di essi è in grado di configurare il sostrato organico neurale in base alle proprie caratteristiche e, isolandosi in un "locus" spazio-temporale definito, determina così la sensazione distinta di essere completamente separato dalle altre coscienze.

    La cosa più interessante è che questa teoria presenta un problema chiave che potremmo definire di tipo "magico". Se lo scenario di Kastrup e colleghi fosse corretto allora ci dovrebbe essere evidenza della possibilità di accedere a livelli di coscienza in cui la distinzione fra individui risulti assente o quantomeno attenuata.
    Ma non è forse quello che empiricamente sperimentiamo noi? La medianità, la divinazione, la comunicazione fra una coscienza e un'altra (di pensieri, energie, addirittura stati fisici), l'accesso a conoscenze apparentemente non alla portata della nostra coscienza individuale lo stesso contatto mistico con quello che chiamiamo Dio. Io amo il termine "superconscio" per definire questo stato di "semi-riunificazione".
    La teoria offre uno scenario all'interno del quale collocare gli eventi che noi chiamiamo "magici". Il "mago" sarebbe, in questo caso, un individuo cosciente che, per predisposizione o addestramento, riesce ad accedere "a ritroso" al suo stato di coscienza più estesa e ad operare da quel livello. Come nella paziente tedesca, l'esistenza di individualità non vedenti, non impediva alle altre di avere un circuito della vista perfettamente funzionante. A parte il problema temporale di non poter essere presenti simultaneamente (per via della limitazione di usare un unico sostrato organico) le identità non si contaminavano. Quindi il "mago" potrebbe essere in grado di sperimentare sia la propria identità individuale che quella collettiva senza perdersi come "singolo".

    Trovo questa teoria non solo affascinante ed elgante (a suo modo), ma anche una delle uniche capaci di spiegare le esperienze che molti di noi vivono. Diciamo che la coscienza individuale potrebbe essere il risultato di una dissociazione dell'identità universale, le singole identità non hanno un problema di simultaneità perché ciascuna trova un suo sostrato che la colloca in uno "spazio-tempo" definito (c'è da dire che il cervello così com'è è frutto di milioni di anni di evoluzione e quindi la coscienza universale ha lavorato non poco per arrivare a questo punto). Il problema invece è quello del "limite" imposto da questo sostrato (il corpo fisico) che rappresenta in qualche modo l'insorgere di un disagio o disturbo (quello che potremmo definire "il male" cioè la tendenza ad escludere o a considerare irrilevante il legame con le altre identità, sfociando quindi nelle conseguenze dell'egocentrismo, del narcisismo, della violenza, dell'abuso e chi più ne ha più ne metta). La cultura, la mistica, la magia, l'arte in tutte le sue forme e persino l'economia a suo modo sono la manifestazione concreta del tentativo di ovviare a questi limiti facendo un passo indietro verso l'unità della coscienza universale senza però dissolversi e quindi senza rinunciare alla propria individualità. Una "autoterapia" che la coscienza universale mette in atto per bilanciare i lati negativi dell'essersi dissociata senza perdere i vantaggi creativi di non essere più sola.
    Io credo da sempre in questa visione della coscienza (in particolare a partire dalle mie esperienze medianiche e dagli studi e pratica su quello che potremmo definire archivio akashico) e questo studio non solo mi convince, ma rafforza in me l'idea che operare a livello spirituale con la giusta consapevolezza dei questi meccanismi potenzi e faciliti di molto il lavoro.

    Volevo condividere questi dati con voi e mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate.

    Di seguito i link alle fonti online (per alcune su wikipedia cito quella in inglese perchè purtroppo la versione italiana è poco attendibile e mal documentata)

    Articolo di kastrup
    https://blogs.scientificamerican.com/obser...and-everything/

    Studio tedesco (abstract)
    https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1002/pchj.109

    Versione italiana dell'articolo di kastrup su "Le Scienze"
    http://www.lescienze.it/news/2018/06/26/ne..._tutto-4025094/

    Materiale divulgativo sul Disturbo dell'Identità Dissociata
    https://en.wikipedia.org/wiki/Dissociative_identity_disorder

    Definizione di potenziale evocato (per chi volesse approfondire i VEP)
    https://en.wikipedia.org/wiki/Evoked_potential
     
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    Davvero molto interessante grazie per aver condiviso queste informazioni.
     
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