Capodanno Romano

I parte: origine storica

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    Capodanno romano
    I parte, origine storica


    a-tavola-con-i-romani-3-2

    CITAZIONE
    Rivolgete preghiere a Consivio. Spalanca tutte le porte, ormai egli ci ascolta benevolo.. tu sei il buon creatore, di gran lunga migliore degli altri re divini... cantate in onore di lui, del padre degli dei, supplicate il dio degli dei.

    (M. Tenerenzio Varrone)

    Capodanno a Marzo


    saturnalia


    Il capodano attuale risale alla festa del Dio romano Giano, dio del transito dal passato al futuro (per l'appunto bifronte), da cui viene l'iconografia di san Pietro, che detiene le chiavi. Per quanto la festa fosse in onore di Giano, per ovvi motivi, all'inizio la religione romana patriarcale qual'era, come tutte quelle indoeuropee, aveva come Dio più importante Marte, padre dei romani, motivo per cui l'anno nuovo iniziava a Marzo. Questa è la motivazione più politico-genealogica, che serviva ad onorare il Dio padre dei romani, quali abili guerrieri. Però aver dato proprio il mese che contiene l'equinozio di primavera in onore a Marte così da contenere il capodanno non è una data casuale: Romolo scelse questa datazione perché c'era il risveglio della natura a Marzo, e dunque la rinascita, una possibile contaminazione delle popolazioni italiche matriarcali-agricole, visto che le religioni patriarcali non prestavano grandissima attenzione alla natura se non per motivi economici. Romolo, nei fasti di Ovidio, invoca Marte dedicandogli il primo mese dell'anno con queste parole:

    CITAZIONE
    Signore delle armi, dal cui sangue mi ritengo nato e, affinché sia creduto, darò molte prove, da te proclamiamo l'inizio per l'anno romano: il primo mese sarà dal nome del padre

    Qui è molto evidente la motivazione politica che c'è dietro la data, in quanto Romolo stesso dice che darà molte prove della sua discendenza divina, e quella di istituire l'inizio dell'anno romano sotto quello che è il mese di suo padre ne è una. Tornando invece dal punto di vista strettamente religioso, vediamo come viene festeggiato l'equinozio di primavera anche per l'origine del dio Marte: anticamente chiamato Mavor, dio dei giardini e della vegetazione che nulla aveva a che fare con la guerra. Era figlio della grande madre, Jauna, da cui Juno, Giunone, che lo ebbe, secondo la tradizione più tarda, toccando un narciso o un fiore dell'Etolia, anche se prima si ritiene che lo partorì da vergine. Vi ricorda qualcuno? Vi dò un indizio: La Vergine Maria viene chiamata Janua coeli, porta del cielo; la parola porta è Janua, derivato di Jauna.

    Per i Romani, Marzo rappresentava religiosamente l'inizio dell'anno sacro: Si spengeva il fuoco sacro di Vesta con l'acqua della fonte sacra di Giuturna, moglie di Giano, per poi ri essere acceso con legni sacri e le fronde d'alloro venivano sostituite nella reggia; tutto ciò a simboleggiare il nuovo inizio.

    Oltre al Capodanno, a fine Febbraio, dal 27, ha inizio la festa di Marte Equirria che finisce il 14 Marzo. Questa festa, anticamente, accompagnava quella del capodanno quando era ancora nella data di Marzo.

    Inizio anno a Gennaio


    capodanno11



    alcuni lo fanno risalire al 191 a.e.v. con la "Lex Acilia de intercalando", data poi revelatasi errata, Varrone al V secolo a.e.v. e altri al 46 a.e.v. con la riforma giuliana. Alla fine si è capito che fu il console Quinto Fulvio Nobiliore, nel 153 a.e.v. ad effettuare il cambiamento da Marzo a Gennaio. Infatti fu proprio eletto console nel 153, e a quel tempo i consoli venivano eletti a Dicembre, con qualche mese di anticipo rispetto alla data in cui sarebbero entrati ufficialmente in carica, cioè alle idi di Marzo, data dell'inizio dell'anno nel vecchio calendario Lunare. Ma dato che doveva, Quinto Fulvio, domare la rivolta dei celtiberi in Iberia, chiese e ottenne dal senato il permesso di entrare in carica immediatamente per difendere gli interessi di Roma, e da quel momento l'eccezzione divenne regola.

    La festa

    Erano i consoli a dare il via alle feste del capodanno. Infatti, consultati i sacerdoti e ricevuti gli auspici favorevoli potevano indossare la toga praetexta e ricevere la salutatio di amici e clienti. Iniziava quindi a Roma la processione aperta dai littori e affollata dai sostenitori, diretta al Campidoglio, dove i consoli ricevevano l'acclamazione pubblica, sacrificavano un toro bianco ed esprimevano i vota publica, cioè i voti per il benessere dello stato durante il loro anno di magistratura.Una tradizione più recente risale al 31 a.e.v con Ottaviano Augusto: In occasione del capodanno si indossava un drappo rosso il quale simboleggiava il potere, la salute e la fertilità. Da qui deriva l'usanza di indossare alla fine dell'anno un qualsiasi indumento rosso per la fortuna. Il colore rosso di cui i re etruschi si dipingevano il viso nelle cerimonie, o che dipingevano sul volto delle statue di Giove, o che come velo adornava nel giorno del matrimonio le spose romane, è il colore della dea Vesta e del suo fuoco. A capodanno il Tempio di Vesta veniva adornato con serti di lauro e pino, ponendo un mantello rosso sulla statua della dea.

    Il Papa, o Sommo Pontefice, offriva a Giano farro con sale e una focaccia fatta con cacio grattugiato, farina, uova e olio per propiziare la benevolenza del Dio sui campi e i raccolti. Quel giorno non era vacanza, anzi i lavoratori avevano un lavoro rituale, secondo le prescrizioni di Giano, che dice come riporta Ovidio

    CITAZIONE
    Consacrai al lavoro l'anno che appena comincia perché non sia l'intero ciclo ozioso.

    Da cui deriva un nome che sembra una contraddizione: le ferie e i giorni feriali. Le ferie romane erano i giorni di festa e ancora oggi per noi sono i giorni in cui non si lavora, chiamiamo però "giorni feriali" i giorni in cui si lavora. Ebbene le Ferie di Giano, cioè il primo giorno dell'anno, erano lavorative, però si faceva festa. Un po' come quando il nostro compleanno, per chi è solito festeggiarlo, cade durante la settimana. Naturalmente i romani, che facevano più feste che altro, non è che lavorassero tanto il primo dell'anno, però facevano l'atto simbolico, cioè aprivano le botteghe, gli uffici e il tribunale per qualche ora poi chiudevano. Anche nei campi i contadini lavoravano per un po' e poi tornavano a casa. Stranamente, ciò sembrerebbe essere stato consentito anche agli schiavi. Gli unici a lavorare il giorno di capodanno erano i proprietari delle tabernae perché, come saprete, ogni scusa è buona per il buon vecchio romano per buttarsi giù un bel calice di vino inacquato. I romani erano soliti festeggiare, proprio per questo motivo, anche Dionisio, invocando un bambino in fasce che rappresentava la rinascita del Dio stesso come lo spirito di fertilità. Si usava declamare e onorare con molti brindisi di vino una statuetta di legno avvolta nelle fasce neonatali, poggiata su una piccola roccia. Nell'ultimo brindisi si versava del vino sulla roccia e poi si toccava la fronte del Dio bambino con le dita intinte di vino. Da qui ha origine l'usanza di intingere le dita nel vino se rovesciato per poi toccarsi la fronte.

    Edited by Lucretia Giorgi - 23/6/2020, 00:09
     
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