Il fato romano

Fato, destino e libero arbitrsio

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    IL FATO ROMANO
    Fato, destino e libero arbitrio


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    Etimologia
    Prima di darvi una definizione storico-filosofico-religiosa, ci tengo in particolar modo a darne una etimologica sulla parola fato, che può già farci riflettere molto su ciò che esso è. Fato viene, ovviamente, dal latino, ed è il participio passato (neutro)del verbo fari, cioè “parlare, dire, raccontare” con dunque la ovvia traduzione di “Ciò che è detto”.

    Fato e destino


    Il fato è, dunque, la volontà espressa da una divinità, il loro volere, ciò che loro hanno detto. Eppure, a scuola ci hanno sempre insegnato che “Perfino le divinità devono sottostare al fato”. Cosa vera e non vera: vera perché sì, anche la vita delle divinità viene dettata da un ordine superiore, non vera perché quest’ordine non ha il nome di “fato”, bensì di destino. Una cosa che ci risulterà ancora più strana da sentire è che il fato non può essere cambiato, mentre il destino può. Questo perché secondo i romani, l’uomo “faber est suae quisque fortunae”, come recita il detto, cioè l’uomo è artefice della propria sorte. La concezione romana vuole che l’uomo è l’unico ad essere artefice del proprio destino, idea che va molto in contrasto con quella dei vicini greci, che preferivano la concezione del fato come essere supremo.

    Conclusioni


    Dunque, i romani credevano esclusivamente nel destino, che altri non era che il risultato delle nostre azioni, mentre i greci sottostavano al volere degli dèi, impotenti di ribellarsi? No. Così come i romani non si credevano abbastanza divini da poter unicamente decidere il loro destino, i greci non si facevano sottomettere completamente da ciò che i numi dettavano loro, semplicemente, i due popoli diversi davano precedenza l’uno al fato e l’altro al destino. Premesso che sia riuscita a far arrivare il concetto, rimane il dubbio del libero arbitrio, che sembrerebbe essere assente almeno per la visione del mondo greco, e abbastanza assimilabile a quello del destino romano. Il libero arbitrio però può essere più facilmente riconosciuto nella providentia, la provvidenza, cioè il pre-vedere il destino così da poterlo modificare a nostro piacimento o lasciarlo intatto. Anche nello stoicismo greco, particolar modo quello del filosofo Cleante, il fato può essere modificato dalla provvidenza, che però viene sempre posta in mano agli dèi, con il concetto della pronoia-


    Non è un argomento molto facile, almeno per me, da spiegare, ma spero che si siano capite quali sono le differenze tra Fato, destino e libero arbitrio nella visione del mondo ellenico e romano. In caso contrario, sono disponibile a rispondere a domande o contenta di poter ricevere precisazioni.
     
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0 replies since 6/6/2020, 13:59   246 views
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