Borvo

Borvo, un Dio gallico della guarigione

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    Borvo, un Dio gallico della guarigione



    Borvoun-Diogallicodellaguarigione-PRIN



    Tracce di un culto quasi dimenticato



    Durante il mio percorso sono stato spesso invitato a ricercare nei miti, nelle leggende o comunque nei documenti storici, tracce della presenza di elementi legati alle popolazioni galliche che un tempo vivevano o hanno attraversato il luogo dove attualmente vivo io.
    Giusto per capire più o meno la zona, vivo in Emilia Romagna, nella zona al confine tra il territorio modenese e quello reggiano.
    Ho passato un sacco di tempo a cercare senza frutto informazioni, spesso guardavo nel posto sbagliato, ma poi un giorno sono arrivato ad una leggenda, o meglio una ninna nanna, che in qualche modo ha attirato la mia attenzione, la ninna nanna della Borda.
    Prima di raccontarvela, entriamo un po’ nell’atmosfera, immaginate di vivere nella zona Padana prima che venisse bonificata, immaginate un fiume vasto che l’attraversa, il Po, paludi ovunque, e una nebbia fittissima.

    « Ninàn, ninàn, la Borda
    la liga i bei babèn cun una côrda.
    Cun una côrda e cun una curdella,
    la liga i bei babèn pu la i asserra,
    cun una côrda e cun una ligazza,
    la liga i bei babèn pu la i amazza »


    « Ninna nanna, la Borda
    lega i bei bambini con una corda.
    Con una corda e con una cordicella,
    lega i bei bambini e poi li stringe,
    con una corda e con un legaccio,
    lega i bei bambini e poi li ammazza. »



    Si tratta di una ninna nanna nata probabilmente con l’intento di spaventare i bambini per evitare si avvicinassero troppo al fiume nelle giornate di nebbia.
    Cercando altre informazioni su questa fantomatica strega, chiamata Borda, ho notato che man mano che mi spostavo verso la zona di Milano, questo nome si trasformava.

    Modenese -> Borda
    Bolognese -> Bourda
    Ferrarese -> Bu’rda
    Reggiano -> Burda o Burdana
    Parma -> Bordon’n
    Milano -> Bordo o Bordoeu
    Bormiese -> Bordo



    Qui inizia il mio viaggio alla riscoperta di Borvo, chiamato anche Bormo o ancora, Bormanicus o Borus.
    Infatti alcuni studiosi del folklore locale riconducono l’etimologia del termine Borda alla radice bor- che andrebbe ricondotta a Borvo, divinità celtica che presiedeva alle acque termali e sorgive, frase questa che in più forme ho ritrovato ovunque.
    Cercando informazioni su Borvo spesso infatti mi è capitato di trovare questa frase: Borvo, divinità gallica legata alla guarigione e all'acqua sorgiva gorgogliante.


    Etimologia



    Le varianti Borus ~ Borvo ~ Bormo ~ Bormanus sembrano derivare dalla radice *boru-. Questa radice a sua volta sarebbe una variante del protoceltico beru - bollire e potrebbe aver significato gorgogliare.
    La base di questi nomi è anche la fonte del nome del fiume Barrow. In irlandese il fiume si chiama fiume Bearú, il bollitore e nella mitologia irlandese fu Dian Cecht, un grande guaritore di Túatha Dé Danann, che per primo fece bollire il fiume.
    Borvo è la base da cui Macbain ricostruisce il termine irlandese borbhan e che associa in seguito anche al gallese berw, bollire, al francese Bourbon ed al latino fervo, bollire.


    Dove veniva venerato?



    Principalmente le offerte votive a lui dedicate sono state ritrovate nell'area francese, ma il suo culto non è stato limitato solamente a quel luogo e molti ritrovamenti sono stati scovati anche in Italia e persino in Portogallo, nei luoghi appunto dove varie popolazioni galliche migrarono.
    Alcuni dei luoghi che lo ricordano sono il fiume Bormida, località termali come Bormio, Bourbon-Lancy, Bourbon-l'Archambault e molte altre località francesi che nel nome contengono parole il cui significato è riconducibile alle parole nebbia o melma.
    Altri luoghi particolari nelle quali sono state ritrovate offerte votive sono: Utrecht nei Paesi Bassi, dove veniva denominato Boruobouenda, Caldas de Vizella in Portogallo, nel quale l'epiteto era Borus o Bormanicus, Burtscheidd e Worms in Germania dove veniva venerato come Borbetomagus.
    Uno dei centri di culto più importanti si trova però in Francia ed è Bourbonne-Les-Bans, luogo nel quale è stato ritrovato il numero più elevato di offerte votive in suo onore.


    Reperti ed offerte votive



    Riguardo le tavole votive in suo onore, non sono state al momento trovate statue o raffigurazioni certe che lo ritraggono, ma sono però state trovate moltissime lastre nelle quali veniva richiesta la guarigione di altri o se stessi a questo dio e/o alla sua consorte.
    Un esempio di iscrizione più tarda, dove venne assorbito nell'Apollo-Borvo romano è la seguente:
    «Deo Apol/lini Borvoni / et Damonae / C(aius) Daminius / Ferox civis / Lingonus ex / voto»
    (CIL, 13: Tres Galliae et Germanae)


    Quali popolazioni galliche lo veneravano?



    Attraverso questi ritrovamenti è stato possibile scoprire che il suo culto era diffuso principalmente nel territorio dei Lingoni e fu proprio questa tribù gallica, attraverso le sue migrazioni verso il Po, a diffondere questa divinità e il relativo culto.
    Attraversando l'Emilia Romagna interagirono con i galli Boi che si stanziarono nel centro di questa regione e arrivarono anche fino ai confini dell'attuale zona modenese.


    Cosa hanno in comune questi luoghi?



    Tutti questi luoghi hanno in comune la presenza di sorgenti termali o fiumi imponenti che richiamano il tipico suono gorgogliante.
    Nel caso della zona in cui vivo io, nella quale però non sono state trovate al momento offerte votive in suo onore ma dove la ninna nanna di cui ho parlato all'inizio è attualmente molto sentita, oltre alle terme vi è la presenza delle Salse, vulcanetti che espellono una sostanza composta da acqua e fango, chiamata appunto Salsa dai locali, e che producono un suono gorgogliante man mano che questa fuoriesce dalla cima e discende verso il basso.
    La conformità del terreno di questi luoghi, che è un terreno argilloso, e l'esplosione violenta di alcuni di questi vulcanetti avvenuta durante i secoli, attestate anche da studiosi antichi ed importanti come Plinio il Vecchio, rende arduo mantenere in uno stato conservativo ottimale strutture o reperti di questo tipo.
    Questo è dimostrato dalla presenza dei resti di un tempio dedicato a Minerva Medica, posto vicino ad uno di questi vulcanetti, denominato appunto Salsa di Minerva, e che prima di essere dedicato a questa divinità era un luogo legato al culto di una divinità gallica legata alla guarigione, non ancora definita, ma attestata da molti reperti ritrovati negli scavi effettuati.
    Questo luogo, per l'esplosione di questa Salsa, è stato ricostruito almeno 3 volte nei secoli, e nella sua ultima ricostruzione divenne una villa romana.


    La consorte di Borvo



    Come già anticipato, spesso Borvo è accompagnato da una consorte che viene rappresentata, in base alle località, a volte da Damona, altre volte da Bormana.
    In entrambi i casi, non si tratta di divinità femminili che vengono sempre accostate ad una divinità maschile, il culto di entrambe queste dee è stato svolto anche in modo indipendente.
    Infatti, anche nel caso di Bormana sono stati ritrovati vari reperti, o meglio tavole votive, nei quali viene chiesto il suo aiuto per la guarigione.


    Borvo femminile



    Per questo motivo, alcuni studiosi considerano Bormana come una sorta di versione femminile di Borvo, la quale effettivamente ha le stesse ed identiche qualità che vengono associate a questo dio, sia a partire dai significati del nome, che dalle richieste che effettivamente venivano svolte dai fedeli ed al relativo simbolismo.


    Falso storico



    Tornando un attimo indietro, ho accennato al fatto che non vi sono raffigurazioni umanoidi certe legate a questa divinità.
    Io non sono stato in grado di trovare alcun testo importante che approfondisse la figura di Borvo nel dettaglio, ovunque ho sempre letto che veniva associato alla guarigione e alle acque sorgive ma niente di più oltre a questo.
    Solamente un libro (Tracce celtiche, Marco Fulvio Barozzi, Edizioni della Terra di Mezzo), che ho trovato casualmente in una piccola libreria, discute in modo abbastanza approfondito di questa divinità, il cui culto è andato praticamente perduto.
    In questo testo vi è una raffigurazione di un guerriero che veniva identificato con Borvo e per almeno 40 pagine, viene analizzata questa raffigurazione spiegando le motivazioni per identificare l'Uomo raffigurato come questa divinità.
    Dopo alcuni mesi in cui questo per me è stato una sorta di capo saldo nella mia ricerca, ho trovato un documento scritto da un'Archeologa italiana, il cui cognome è Roncoroni, nel quale tutto questo veniva smentito, quindi l'unica raffigurazione che per ora è stata anche se per poco attribuitagli, non è legata a lui.
    Per molto tempo c'è stato un dibattito nel quale Archeologi famosi legati al fenomeno del Celtismo si sono scontrati tra loro per definire l'identità rappresentata in questa raffigurazione, ma alla fine è stata smentita l'associazione di questa con Borvo.


    Bibliografia



    Tracce celtiche, Marco Fulvio Barozzi, Edizioni della Terra di Mezzo
    Miti dei Celti, Aa Vv, Editore Demetra
    Il vischio e la quercia, Riccardo Taraglio, Edizioni L'Età dell'Acquario
    I Celti: Alle origini della civiltà d'Europa, Atlanti del sapere, Giunti
    I Celti: una antica tradizione Europea, Caitlin Matthews, Editore Xenia
    Il termalismo nelle provincie romane occidentali: Gallia Narborense, Gallia Lugdunense, Aquitania, Alpi Marittime, Cozie, Graie e Pennine, Matteo Marcato, Università degli studi di Padova
    Il culto delle acque salutari in territorio lombardo in età romana e pre-romana, Alfredo Valvo
    Giornate Bormiesi di Cardiologia: Le acque dell'alta valtellina, Livio dei Cas e Leo Schena
    Il rilievo di Bormio: scoperta di nuovi elementi figurativi, Francesca Roncoroni, Revista Santuàrios
    Il culto di Minerva a Montegibbio (Sassuolo, Modena) e i materiali con presenza di graffiti dal Santuario di Montegibbio, Francesca Guandalini e Daniela Rigato, Deputazione di Storia Patria per le antiche provincie modenesi
     
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