Ebó

Offerte agli orixas in Candomblè

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    Antriani
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    Cosa significa ebó ?
    Nello studio che ho fatto all'interno del culto del Candomblé, provo a spiegare il significato di un Ebó.
    Il termine ebó ha almeno 2 significati pratici.
    Il primo è quello di un processo di purificazione.
    Il secondo quando è usato genericamente per l'atto di fare un'offerta e talvolta per definire l'offerta stessa, indipendentemente dal fatto che questa offerta sia cibo o sangue (sacrifici animali) o altro gradito all'entità.

    La parola Ebó significa "sacrificio", ma questo significato va inteso in senso lato, e quindi non bisogna intendere solo il sacrificare animali (ormai anche le culture sincretiche, che sono in continua evoluzione, come lo è l'evolversi dell'umanità, non prevedono più l'uccisione di animali a scopo di offerta, come avveniva in passato, un passato nel quale il sentire stesso dell'uomo nei confronti della natura era diverso, ora si utilizzano carni di animali macellati per il consumo alimentare delle persone), l'ebó è un offerta agli orixas o agli antenati fatta in segno di gratitudine per grazie ricevute o come "pagamento" per una richiesta che si andrà a fare direttamente (rimozione di ostacoli, richiesta di buona fortuna...).
    Sono generalmente costituiti da elementi commestibili come frutta fresca, acqua, liquori, miele e olio. Inoltre, l'ebó può contenere altri oggetti come denaro, vestiti, conchiglie ed erbe. Alcuni tipi di ebo sono collocati al chiuso e altri devono essere collocati in natura.
    Il rituale di offerta consiste in un'elaborata liturgia con lo scopo di presentare cibi e bevande che l'uomo manipolerà e utilizzerà per mediare con le divinità a proprio vantaggio.

    Il rapporto tra esseri umani e divinità si esprime e si ottiene attraverso l'esecuzione di riti e liturgie, e ciò avviene in ogni religione, essendo quella, la ritualizzazione, il fondamento dell'esistenza delle religioni in quanto connessione tra l'uomo e il divino.
    Nel Candomblé è necessario avere l'intercessione di un oracolo, Ifà, che faccia da intermediario tra la divinità e la persona che chiede la grazia. Si tratta di un processo di trasmissione, equilibrio e sostituzione di axé (energia) con gli orixá e con l'aiuto di un “operatore” qualificato, il sacerdote. Quindi questa figura stabilirà la composizione, il luogo, ecc dell' ebó. Tutto deve essere stato definito attraverso l'oracolo. I rituali e le liturgie collegano il mondo fisico al mondo spirituale per portare armonia ed equilibrio nella vita quotidiana.
    Potrebbe succedere che la richiesta del tipo di ebó non sia sottoforma di un'offerta fisica, ma magari saranno regole di comportamento o divieti. Ad esempio, non andare in certi posti, non consumare un certo tipo di cibo, non svolgere un certo tipo di azione, adottare una routine di preghiera, ecc. Ma questo dovrà stabilirlo l'ifà.
    Per quanto riguarda lo smaltimento dei resti dell'ebó, vale la stessa regola, dovrà essere l'oracolo a dire come smaltire il tutto. Potrebbero dover essere smaltiti in natura come nella spazzatura, dipende cosa viene stabilito dall'oracolo che intercede per l'orixa in quel momento.

    La cosa più importante, però, è capire che un ebó è più di un insieme di elementi fisici. Fa parte di un sistema di forze ed energie che si muove che coinvolge diverse figure e che non può (o in rari casi) può essere fatto senza l'intervento di una persona, battezzata e qualificata, che faccia da intermediario tra le divinità e il richiedente.
     
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