Il dio delle tempeste e dell'albero cosmico e gli dèi uranici guerrieri: *Perkwunos - *Maworts

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  1. Lucumone Lars Porsenna
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    Il dio delle tempeste e dell'albero cosmico e gli dèi uranici guerrieri: *Perkwunos - *Maworts


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    Accanto a *Dyeus, dio celeste che assomma in sé funzioni di garante sacerdotale, ed è associato al cielo chiaro, è presente, fra gli Indoeuropei, un'altra divinità, associata invece al cielo tempestoso, un dio celeste più in basso di *Dyeus stesso, e perciò più di lui attivo e presente nell'esistenza umana. Questa divinità è più complessa da ricostruire, quanto ad appellativi e ruoli. Si tratta di un dio celeste della guerra, associato al fulmine e alle tempeste. In molte culture (ad esempio in quella greco-romana) il suo ruolo è in gran parte assorbito dall'antico *Dyeus, il cui nome subisce uno slittamento semantico, mentre la semplice funzione guerresca è associata ad altre divinità (Ares, Marte). Nel mondo indo-ario l'opposizione fra Dyauh pitā e Indra si risolve tutta a favore di quest'ultimo. Qualcosa di non dissimile accade nel mondo germanico, dove il dio del furor guerriero e sciamanico, Uotan, si accompagna a un Tiwaz-Tiw-Zius, accanto a cui si pone la figura del violento Thorr. Il problema del dio della guerra indoeuropeo è estremamente complesso, poiché è fra l'altro legato a uno dei miti che si possono attribuire all'immaginario comune degli indoeuropei, la lotta del dio padre celeste contro il serpente (o drago), un archetipo che rimanda a uno sfondo di leggende remotissimo, che gli indoeuropei ereditano da un più antico bagaglio spirituale e mitologico. La complessità di questa figura divina fa comprendere come essa, rispetto a *Dyeus, assuma sin da epoche remote un ruolo più forte nel culto.

    Un appellativo molto diffuso del dio delle tempeste e della guerra è *Perkwunos. Fra gli Albanesi è attestato come Perendi, fra i Traci come Perkos, in India è chiamato Parjanya, una delle personificazioni di Indra, fra i Celti è noto come Perkun, presso i popoli nordici è Fyörgynn, presso gli slavi Perun, presso i popoli baltici Perkunas. Grammaticalmente, il nome *Perkwunos non è un sostantivo: è un aggettivo di provenienza e pertinenza, con il caratteristico suffisso (in origine genitivale) *-no-. Tale aggettivo è collegato alla parola *perkwus, "quercia", dunque, egli è il signore della quercia. La parola *perkwus è poi connessa alla radice perk, colpire. Ora, è noto che a tutti gli dèi del tuono indoeuropei è associata la quercia; un esempio per tutti: lo Zeus greco aveva a Dodona in Epiro un santuario dove le querce erano i suoi alberi totem, le cui foglie erano dotate di virtù profetica. Dunque, un elemento caratteristico del dio delle tempeste e della guerra era il fatto di essere associato alla quercia, albero che poi era considerato fonte di presagio, poiché colpito (*perk-) dal fulmine. Ad esempio, presso i latini la quercia toccata dal cielo era considerata presagio, spesso di sventura:

    (LA)
    « Saepe malum hoc nobis, si mens non laeva fuisset
    de caelo tactas memini praedicere quercus. »


    (IT)
    « Ricordo che spesso le querce colpite dal cielo mi avevano predetta questa sventura... ah, se solo la mia mente non fosse stata cieca! »
    (Virgilio, Bucoliche I 16-17)


    La quercia, associata al dio celeste che scaglia il fulmine, è dunque, presso gli indoeuropei dotata di valore profetico. Essa, inoltre, simboleggia l'asse del mondo, l'albero mitico che regge il cielo sui suoi rami e affonda le sue radici nella terra. Il suo signore è il dio celeste del fulmine. Una situazione simile è tipica ad esempio del mondo nordico. Presso i Vichinghi è diffuso il mito che tutto si regga sull'albero del mondo, Yggdrasil, parola che significa "albero di Ygg", ed Ygg, in norreno, è l'altro nome di Odino.

    Un altro nome del dio guerriero celeste, ed altra sua personificazione, associata al tuono, è Thorr, dal proto-germanico *Tunraz, che presso i celti è Taranis, e presso gli ittiti è Tahrunt-. La parola indoeuropea alla base di questo appellativo è *T(e) nhr-os. Anche *Tnhros, *Tenhros, *Tnhront- non è un sostantivo, ma un aggettivo: il suo significato è "armato di tuono", "tonante".

    Anche il nome germanico Wodan, da *Wodanaz, è un aggettivo: esso deriva dall'indoeuropeo *Wotenos, il furioso. Si tratta della personificazione del dio guerriero del tuono e del fulmine, in quanto è portatore di furia distruttrice.

    Lo stesso vale per il greco Ares, sempre collegato alle divinità celesti della guerra. La parola Ares è verosimilmente venuta dalla radice *ar, da cui si formano *artus, connessione, reciprocità, ma anche *aryos, adatto, valoroso (l'aggettivo da cui si pensava un tempo si potesse dedurre il nome degli indoeuropei: *Aryōs -tale ipotesi oggi è stata smentita dai fatti, poiché le presunte corrispondenze fra il vedico Arya e il mondo celtico, su cui si fondava, si sono rivelate linguisticamente inesistenti e prive di fondamento). Dunque *Ares- è il dio guerriero del fulmine in quanto valoroso.

    In India, il nome di questo dio è Indra. Il nome Indra sembra tuttavia frutto di antonomasia: esso è collegato all'indoeuropeo *(h) nēr (vedico nar, greco anēr andròs), che significa "uomo", ma anche "guerriero", "eroe". Tuttavia è proprio il contesto iconografico della figura di Indra a fornire indizi sul nome indoeuropeo del dio celeste della guerra. Indra è infatti accompagnato da alcuni demoni dell'ira, che si chiamano Marut. Il nome Marut è collegato con il latino Mauors, Mamers, Mars, "Marte". Probabilmente è il vero e proprio nome del dio indoeuropeo della guerra, che va ricostruito come *Maworts, genitivo (con tema debole) *Mawrtòs. Questo appellativo non è un aggettivo, ha piuttosto l'aspetto di un nome non derivato. Inoltre, i nomi Mavors (mondo latino arcaico) e Marut (mitologia indù) sono attestati in aree estreme dell'Indoeuropa, in contesti affini ma in parte di secondo piano. Ciò vuol dire che sono estremamente arcaici.

    Il quadro complessivo che ne risulta è il seguente. Accanto al dio sacerdotale del cielo chiaro, *Dyeus, gli indoeuropei conoscevano un dio guerriero celeste del tuono e del fulmine, *Maworts. Questi, come tutte le tradizioni mitologiche dei popoli indoeuropei sembrano indicare, era figlio di *Dyeus. Mentre *Dyeus sembra collegato a una visione più trascendente, e a una dimensione uranica superiore, *Maworts invece è collegato al cielo basso e alle sue manifestazioni violente. Il suo totem è la quercia, che, colpita dal fulmine, si fa portatrice di presagi; sempre la quercia è il simbolo dell'asse del mondo, di cui *Maworts è il signore. Perciò questo dio è detto *Perkwunos, il signore delle querce. Il fulmine e il tuono sono le sue armi. Perciò è detto *Tenhros, " Tonante". Inoltre, in contesti mitologici ricorrenti, l'eroe (*hner-) doveva essere considerato l'incarnazione stessa di *Maworts, detto perciò *Aryos, il valoroso (greco Ares) e l'eroe (Indra).
     
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  2. Lady Lu
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    Lars, l'hai scritto tu l'articolo? Se non l'hai scritto tu devi citarne la fonte.
    Vorrei ricordare che gli articoli presi da libri, siti, forum, blog, giornali o altro, quindi i cui autori non siete voi e gli articoli che non sono da voi modificati e rielaborati per la maggior parte del testo, possono essere riportati qui nel forum però è necessario indicarne la fonte per cortesia.
     
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  3. Lucumone Lars Porsenna
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    E' un lavoro tratto dalle opere del docente (e massimo esperto) di Indoeuropeistica e mitologia comparativa G.Dumezil.

    Bibliografia:

    La tripartizione funzionale indoeuropea - G. Dumezil.
    Gli déi dei Germani - G. Dumezil.
    La religione romana Arcaica - G. Dumezil.
    Indo-European Language and Culture. An Introduction - Benjamin W. Fortson IV


    In rete si può trovare di più alla voce di wikipedia sulla religione proto-indoeuropea.
     
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  4. Lucumone Lars Porsenna
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    Mantra di Indra, quindi sempre una manifestazione del *Perkwunos originario proto indo-europeo, uno dei metodi ancora sopravissuti riguardo alla sua venerazione:

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  5. Driade Druido Derwydd
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    Questa immagine mi pare indicativa e descrittiva del parallelo comparativo esposto ed argomentato in questo topic.

    Indoeuropean%2Bthunder%2Bgods
     
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  6. Driade Druido Derwydd
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    Aggiungerei anche il San Giorgio, figura venerata dai Normanni (cioè Scandinavi/Norreni) appena cristianizzati, il quale continua a presentare le stesse caratteristiche. Thor/Il Dio delle tempeste è diventato San Giorgio ed il serpente Jormungandr è diventato il "Drago". In questo modo le aristocrazie nordiche sono passate da un culto all'altro in modo soft senza profondi cambiamenti mitologico-simbolici e psicologico-sociali.

    Saint_George_and_the_Dragon_by_Paolo_Uccello_%28London%29_01
    saint-george-and-the-dragon-1505
    Saint_George_and_the_Dragon_by_Paolo_Uccello_Paris_01
    Saint-George
    CxxzFQpXgAEMyD9


    Il mito però, come è presentato sopra, pare essere ben più antico ed avere origini preistoriche. Un mito talmente tanto radicato che non è stato sradicato dalla cristianizzazione ma invece assorbito dall'avanzare di questa. Giacché è evidente che vi sia un processo filogenetico tanto nei miti che nell'iconografia.
     
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5 replies since 23/5/2014, 14:45   743 views
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