Ghianda

Proprietà, usi e leggende

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  1. Ares
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    La ghianda, il frutto della quercia, un simbolo di potenza.

    Un tempo la ghianda veniva utilizzata per l’alimentazione umana ed animale. Da essa veniva ricavata una farina utile per la produzione del pane. Durante la conquista normanna risultò essere una delle poche risorse nutritive per gli inglesi, quando di solito quest’ultimi la utilizzavano solo per nutrire i maiali.


    Il simbolismo della ghianda richiama quello dell’albero su cui crescono: la quercia. Simbolo di vita, fertilità, abbondanza e immortalità, dovuto forse anche alla sua forma che richiama i testicoli di un uomo; oltre ad essere direttamente correlata alla crescita spirituale.
    La pianta, il frutto e le foglie rappresentano un magico circolo di segni che raffigurano la protezione e l’abbondanza naturale. Nelle popolazioni celtiche venivano attribuite doti profetiche ai Drudi in grado di inghiottire una ghianda; la quercia era considerata l’Albero della Vita.
    Per la tradizione ebraica era un frutto sacro e nella Torah viene narrato un racconto molto significativo; mentre per i popoli germanici era l’emblema del dio Thor.
    Gli antichi romani credevano che la ghianda avesse proprietà curative e fonte di ringiovanimento.

    Una ghianda indossata come un amuleto, ti proteggeva contro l'invecchiamento e l'alcolismo.


    Il dono di ghiande, vere o in materiale pregiato, è simbolo di buon augurio e fertilità.

    Alcuni detti iniziatici, dicono “stupisciti che da un oggetto così piccolo, anche le querce così imponenti nascono" questo per rimarcare quanta potenza in latenza vi sia dentro una ghianda.

    Fonte: giardinaggio.it\gongoff.com/simbolisignificato.it
    Rielaborato

    Edited by <3 maleficent - 9/6/2016, 01:27
     
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  2. Ares
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    Mangiare le GHIANDE.


    Le ghiande, forma fruttifera dell'albero della quercia, sono state per molto tempo una risorsa per l'alimentazione umana, soprattutto per le classi meno abbienti. Oggi tutt'al più utilizzate come mangime per i maiali, un tempo erano consumate in varie forme, come ancora attestato nel folklore culinario di Grecia, Italia, Spagna e Serbia: se ne ricavava (dopo prolungata bollitura) una farina poi utilizzata in panificazione o (dopo tostatura) una bevanda succedaneo del caffè, ma anche decotti astringenti ed antidiarroici. Gli indiani d'America ne ricavavano una vasta serie di ingredienti secondari, dalla farina (con cui preparavano una specie di porridge), all'olio, alle bevande.

    Le ghiande essiccate o la farina estratta hanno un alto valore energetico (circa 450 kcal per 100g), contengono proteine (6-8%), grassi (prevalentemente insaturi, 25-35%) e carboidrati (50-60%), sono ricche di calcio, fosforo e potassio, oltre che di di niacina (vitamina PP): quest' ultimo fatto ne nobilitava l'aggiunta alle farine di altri cereali (generalmente povere in questa vitamina).

    Le ghiande (a seconda delle specie) contengono importanti quantità di tannini, e questo componente ne è croce e delizia per l'uso culinario e per la sicurezza alimentare. Molte delle sostanze polifenoliche (tannini) contenute nelle ghiande sono infatti piuttosto amare (ecco spiegato l'uso come succedaneo del caffè), un carattere che diminuisce con una lunga decozione, passaggio fondamentale per la preparazione della farina ad uso umano, o che viene parzialmente lenito dalla arrostitura. Ma alte concentrazioni di sostanze fenoliche interferiscono con l'assorbimento e l'utilizzazione delle proteine, ed alcune (gallotannini, quercitrina, e quercitina) sono moderatamente tossiche.

    Quelle verdi sono ancora acerbe e non adatte all’alimentazione (possono però essere lasciate maturare in un luogo asciutto e pulito). Queste noci non trattate sono ricche di acido tannico, ecco perché sono amare, e possono essere tossiche per gli esseri umani se consumate in grandi quantità. Tratta con l’acqua solo le ghiande marroni/giallognole che sono mature.

    Ecco i veri tipi di ghiande naturali, non lavorate: •Le querce bianche producono delle ghiande dal sapore piuttosto neutro. Le varietà migliori da raccogliere sono la Swamp Oak, la Quercus garryana e la Quercus macrocarpa. In generale queste non devono essere risciacquate.
    •Le querce rosse hanno delle ghiande più amare.
    •Le ghiande delle Quercus emoryi sono abbastanza dolci da non richiedere un trattamento.
    •Le querce nere hanno delle ghiande molto amare che devono essere risciacquate moltissimo prima di diventare commestibili.

    Tratta le ghiande per conferire loro un sapore nocciolato e leggermente dolce. Eliminarne l’amarezza, rende questi frutti decisamente migliori, basta risciacquarle in acqua.

    Immergi le ghiande ancora con il guscio in acqua bollente. Drena l’acqua e sostituiscila più volte. Continua in questo modo finché l’acqua di scarto resta chiara e non scura. •Un’altra tecnica di risciacquo consiste nell’aggiungere un cucchiaio di bicarbonato di sodio in un litro di acqua. Lascia le ghiande in ammollo nella miscela per 12-15 ore.
    •Il metodo rustico, quello adottato dai nativi americani, consiste nel mettere le ghiande in un sacco e lasciarle immerse in un ruscello per diversi giorni, finché non rilasciano più un colore marrone.

    Una volta lavate, toglile dall’acqua e lasciale semplicemente asciugare. In alternativa, una volta asciugate, puoi tostarle. Le ghiande crude si conservano per mesi senza marcire, questo aumenta moltissimo il loro valore nutrizionale. Ricorda però che possono essere consumate solo dopo essere state risciacquate.

    Croce e delizia, si diceva: i polifenoli hanno attività antiossidante e dunque preventiva per alcune forme tumorali: ecco dunque le nostre ghiande rientrare nella dieta moderna, come ingrediente nutraceutico o preparato ad attività farmacologica!

    Il caffè a base di ghiande tostate fa la sua comparsa nel diciottesimo secolo, come eredità dei primitivi decotti, quando si diffonde il consumo del vero caffè ma questo è un genere troppo costoso per le classi meno abbienti. Succedanei come la cicoria ed altre radici vengono largamente impiegati in sostituzione del più nobile prodotto e in queste miscele è sempre presente la farina tostata di ghiande, che impartisce il gusto amaro apprezzato dal consumatore. La fortuna di questi succedanei è altalenante e dipende dalle vicende dell'importazione del caffè da Africa e Sudamerica: in Italia, i succedanei ritornano popolarissimi nel periodo fascista (dopo le sanzioni nei confronti del nostro Paese) ed ancora nel primo dopoguerra. E naturalmente in questo caffè non c'è caffeina!

    Ma veniamo alla tostatura delle ghiande: il processo di arrostitura genera le reazioni di Maillard e reazioni fra gruppi carbonilici (degli zuccheri) ed aminici (della componente proteica), oltre che frammentazione degli zuccheri e una parziale caramellizzazione. La reazione è complessa, ma del tutto simile a quella che si produce nei grani di caffè, e porta fra l'altro alla formazione di composti melanoidi, di colore scuro. La maggior parte dei composti tossici viene inattivata ed anche la componente fortemente amara ascrivibile ai tannini è parzialmente eliminata dal trattamento. Il metodo di tostatura dipende dalla varietà delle ghiande e può prevedere una temperatura da 90 a 350°C, per tempi che possono andare da 5 minuti (alla temperatura superiore) a 10 ore. La condizione ideale è l'impiego di una temperatura di 200°C per 1 ora. Un tempo, questo trattamento era effettuato con un artefatto metallico di forma cilindrica e forato, appoggiato sul camino e fatto girare a mano con una manovella. Le ghiande arrostite devono essere raffreddate e sbriciolate, prima di essere impiegate per l'estrazione e la preparazione del vero caffè...

    Per le varietà più amare, il procedimento può prevedere una tostatura iniziale delle ghiande intere, quindi lo sbriciolamento e la successiva decozione delle ghiande sbriciolate inserite in un sacchetto di stoffa (questo trattamento serve a ridurre ulteriormente il contenuto in tannini), quindi un successivo essiccamento ed una nuova tostatura della poltiglia ottenuta.

    Per la preparazione del caffè sarebbe meglio tostare a parte del grano o dell'orzo e miscelare in rapporto 1:1 ghiande sbriciolate e macinate con il cereale, quindi bollire per 2-3 minuti 1/2 tazza (circa 100 g) della miscela con due tazze (1/2 litro di acqua), filtrare e servire. In Lituania è riportata una forma di preparazione che prevede l'iniziale decozione delle ghiande per meno di 1 ora in latte, onde ammorbidirle. La successiva tostatura è effettuata in padella sul fuoco, fino a completo essiccamento e ottenimento di un colore aranciato: le ghiande sono successivamente macinate ed il composto è utilizzato per preparare una specie di caffelatte, per bollitura nelle proporzioni 3 cucchiai di ghiande sbriciolate, una tazza di acqua e 2 tazze di latte o di crema di latte dolcificata.

    Dal punto di vista nutrizionale 100g di ghiande secche hanno queste caratteristiche nutrizionali:

    Kcal 509
    Carboidrati 53,7 g
    Grassi 31g di cui 19,9 monoinsaturi, 6,1 polinsaturi, 4,1 saturi
    Proteine 8,1 g
    Tiamina 0,1 mg o Vitamina B1
    Riboflavina o Vitamina B2 0,2 mg
    Niacina o Vitamina PP o vitamina B3 2,4 mg
    Vitamina B6 0,7 mg
    Acido folico o Vitamina B9 115 mcg
    Acido pantotenico o Vitamina B5 0,9 mg
    Calcio 54 mg
    Ferro 1 mg
    Magnesio 82 mg
    Fosforo 103 mg
    Potassio 709 mg
    Zinco 0,7 mg
    Rame 0,8 mg
    Manganese 1,4 mg

    Fonte:forumdiagraria.org/wikihow.com

    Lascio anche il link per maggiori informazioni:

    http://it.m.wikihow.com/Usare-le-Ghiande-n...9;Alimentazione

    Sognare una ghianda

    Vi è mai capitato nei vostri sogni di sognare una ghianda o di vedere un albero di ghiande? Se avete avuto questo tipo di visioni ecco quali sono i possibili significati e le interpretazioni associate ad un sogno di questo tipo.

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    Sognare una ghianda può infatti:
    1. suggerire una nuova crescita personale e nuove opportunità
    2. suggerire di entrare in contatto con la natura
    3. suggerire o rappresentare il cibo per animali di piccola taglia (o nutrimento per la propria energia animale nel sogno).

    Interpretazione

    Vedere una ghianda nel vostro sogno simboleggia la forza e la resistenza. Apparentemente piccoli inizi avranno un grande potenziale di crescita. Non sottovalutare i vostri obiettivi minori. In alternativa, il sogno significa che si sta per entrare in una nuova fase della vostra vita.

    Sognare di mangiare delle ghiande o raccoglierle dal terreno suggerisce che si godono i vantaggi del vostro successo dopo un lavoro lungo e difficile.

    Sognare che si sta agitando un albero di ghiande per farle cadere a terra indica la presenza di un’influenza significativa sugli altri.

    In senso positivo, il sognare una ghianda rappresenta in generale un successo personale o un colpo di fortuna. Il fatto di godere di una inaspettato fortuna o di vantaggi che sono solo per te. Può simboleggiare il fatto di essere nel posto giusto al momento giusto.

    In senso negativo, il sognare una ghianda può riflettere scappatoie per sfruttare una situazione o una fortuna che non si merita, ad esempio l’utilizzo di una occasione fortuita di farla franca dopo aver fatto qualcosa di sbagliato. Il sogno può simboleggiare ad esempio il non dover pagare le bollette o essere obbligato ad una responsabilità perché un’occasione fortunata vi permette di sfuggire ad essa.

    Ecco infine quali sono gli eventuali giochi di parole, le metafore e gli archetipi da prendere in considerazione per interpretare in modo corretto il sogno in cui compare una ghianda:

    1. cercare le ghiande poco cresciute – avere delle pretese o delle ambizioni piuttosto elevate

    2. il maiale rifiuta la ghianda – simboleggia una situazione paradossale.

    Fonte:theblog.it
     
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  3. <3 maleficent
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    in stregoneria, un rametto di quercia con attaccata una ghianda è un talismano per proteggere la casa ed il sonno.
    Abbinata con corteccia di betulla e tenuta sul comodino, contrasta incubi ricorrenti ed insonnia.
     
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  4. Ares
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    Grazie mal:-) gentilissima...
     
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  5. Ares
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    Un altro buon approfondimento riguardo all'uso delle ghiande si può trovare qui:

    http://agricolalemacchie.weebly.com/blog/a...rto-fatticcioni

    Paolo Mantegazza scrisse: “Il pane di ghiande deve rimandarsi ad usi e popoli antichissimi, forse ai primi abitatori della Sardegna“.
    Vittorio Angius affermò che “Le donne di Baunei ne portano in altri paesi e lo vendono più caro che se fosse di farina scelta. Se ne manda in dono e si pregia come una cosa singolare…”.
    Osvaldo Baldacci scrisse: “Fin dal 1938, durante i miei viaggi nell’Ogliastra potei constatare che il pane di ghiande non rientra più nel regime alimentare quotidiano, ma che persiste tuttora come singolarità tradizionale nella mensa di persone povere e facoltose durante le festività paesane“.

    Pane di ghiande - Pan'ispeli

    Testo di Giovanni Fancello. Esperto e docente di storia della gastronomia sarda. Autore di numerosissime pubblicazioni.Collabora alle pagine gastronomiche delle più importanti testate giornalistiche sarde.

    Un proverbio sardo dice: “ a su famene, finza sa lande paret castanza” – quando si ha fame anche la ghianda può sembrare una castagna. Il proverbio sintetizza concetti carichi di verità e di tempi in cui la fame era sinonimo di paura e di morte. In buona parte del Medioevo, per le classi povere di tutta Europa, la fame era stata lo stimolo per ricercare alimenti per appagarla.
    E’ risaputo che in Sardegna la ghianda è molto diffusa (di quercia, sughera e leccio) ed è stata utilizzata fin dall’antichità nell’alimentazione umana per realizzare un pane: pane de lande o pan’Ispeli. Una tipologia di pane sicuramente conosciuto fin dal Neolitico e non solo dai sardi. Di pane di ghiande se ne parla nella Bibbia, quando Enoch insegnava ai Nabatei la preparazione del pane di ghiande. Di questo pane ne riportano notizie gli scrittori greci perché utilizzato a Sparta. La ghianda è stata trovata anche su palafitte abitate nella valle del Po e in alcune vallate svizzere, evidentemente preparate per essere consumate dagli abitatori.
    Il pane di ghiande è stato nominato da Plinio il Vecchio, nel suo Naturalis Historia, descrivendolo come un pane di ghiande impastato con l’argilla, del quale si nutrivano i Sardi.
    Il pane di ghiande era un pane azzimo utilizzato per buona parte dell'anno e veniva preparato scegliendo la quantità necessaria di ghiande ben mature, le quali venivano sbucciate e lessate. L’acqua veniva filtrata attraverso uno strato di argilla, cenere e erbe aromatiche. La cenere depurava dal tannino delle ghiande, e l'argilla trasmetteva il glutine fondamentale per legare l'impasto. Ottenuta una specie di polenta con le ghiande lessate, si poneva ad asciugare su tavole per poi essere tagliate a tavolette a seccare al sole o al forno e poi consumato a fette.
    In alcuni paesi sardi dell’Ogliastra: Baunei, Talana, Arzana, Gairo e Jerzu, la preparazione di questo pane si è conservato fino agli anni ’50 del secolo scorso.
    Lo scrittore Vittorio Angius (1797-1862) affermava che "Le donne di Baunei ne portano in altri paesi e lo vendono più caro che se fosse di farina scelta. Se ne manda in dono e si pregia come una cosa singolare...".
    Il consumare su pan’Ispeli, oltre che per la necessità di sopperire alla fame in tempi di magra, è stato messo in relazione con antiche forme di geofagia (parola proveniente dal greco gé, terra, e phageìn, "mangiare" cioè “mangiare terra”).
    Già Platone consigliava alle donne incinte di ingerire argilla come ricostituente. I romani impastavano l’argilla con sangue di capra e ne facevano dei biscotti curativi.
    L’argilla simboleggiava il sangue della Dea Madre, fondamento culturale delle prime società primitive sarde e di tutto il bacino del Mediterraneo. La terra è anche madre che accoglie e alimentarsi con quel pane significava avvicinarsi alla divinità per assicurarsi così la salvezza nell’aldilà.


    Quando le ghiande, per effetto della cottura, raggiungevano la consistenza della polenta, assumendo quasi il colore del cioccolato, si stendevano su tavole a rassodare, per poi venir tagliate a fette o a pani. Seccato al sole o al forno, il pan’ispeli veniva quindi consumato come un pane qualsiasi, col solito companatico nostrano, formaggio, lardo ecc.

    Metto link per maggiori informazioni:

    www.contusu.it/su-panispeli-lantico-pane-di-ghiande/

    Divinazione druidica con il calderone e le ghiande.

    ghiande_appena_cadute_raccolta_delle_ghiande_di_quercia

    Questa tecnica divinatoria è in uso nei paesi britannici, una delle tante eredità lasciate dalla tradizione druidica e ancora praticata dai moderni druidi e dalle streghe. Tutto quel che vi occorre sono un calderone colmo d’ acqua e una manciata di ghiande. Mettete 1 ghianda per ogni domanda nel calderone e lasciatevele per una notte. Se l’ indomani sono affondate indicano che la risposta è affermativa. Mentre se restano a galleggiare è indice di un responso negativo.

    Una leggenda narra che un tempo gli uomini si divoravano a vicenda, così Giove, per far si che questo cessasse, diede loro delle ghiande, dicendo che erano delle teste di donne con acconciature alla moda, da allora nessuno più si divorò e le ghiande divennero magiche.

    Questa credenza la si trova ancora in Toscana, dove le nonne che ancora utilizzano la stregoneria innocua, usano le ghiande per curare le tonsille o come rito porta fortuna.

    Fonte: esoterya\anticastregoneria\taccuinistorici.it

    Edited by Ares - 9/6/2016, 04:02
     
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  6. Ares
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    Scoiattolo_con_ghianda_Squirrel_with_acorn___Lo_Scoiattolo_g____

    Silvana_Di_Cristofano_Blog__Vita_da_Scoiattoli

    Edited by Ares - 9/6/2016, 04:24
     
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