I Celti - Organizzazione Sociale

E Letteratura Celtica

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    I Celti - Organizzazione Sociale e Letteratura Celtica
    Questo post fa parte del Seminario sui Celti




    Questo secondo articolo del Seminario sui celti è dedicato alla loro organizzazione sociale, alla Letteratura e alle loro arti...
    Per leggere gli altri articoli del seminario basta cliccare sul link sotto al titolo di questo post e vi riporterà alla pagina principale del Seminario sui Celti.

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    L'organizzazione sociale.




    Introduzione

    La famiglia della società celtica poteva essere matriarcale e questa era anzi la forma di famiglia più diffusa, dato che la donna poteva avere anche più mariti, ma uno solo riconosciuto legittimamente. Politicamente, i Celti avevano un re, naturalmente consigliato dal Druido che, in qualità di consigliere, veniva ampiamente e prontamente ascoltato. Se il re era inadatto, accadevano disgrazie quali, ad esempio, la carestia e le conseguenze erano terribili. L’uccisione del re poteva avvenire in battaglia da parte del nemico, ma anche da parte della propria gente per annegamento nella birra o nell'idromele, oppure il re veniva bruciato vivo in casa sua, naturalmente dopo la sconfessione da parte del druido.

    Le classi sociali erano divise in nobili, cavalieri che proteggevano le loro tribù e uomini d'arte; al di sotto, gli uomini liberi – per intendersi, contadini e allevatori – e infine gli schiavi, che erano soprattutto prigionieri di guerra. Il territorio della famiglia o della tribù era separato da confini naturali (ad esempio un fiume).

    Uomo e donna.

    Il riconoscimento alla donna di un ruolo significativo nell'ambito della società celtica è davvero assai rimarchevole. La ricchezza di
    una donna era patrimonio personale di lei, il matrimonio era un contratto che veniva accettato da entrambe le parti e soprattutto, laddove il marito avesse commesso atti illegali, la donna non rispondeva delle azioni di lui, né sul piano morale né su quello economico.

    Per la parte dei beni comuni acquisiti durante il matrimonio, una certa disponibilità spettava alla vedova ed il resto alla famiglia del defunto. Il matrimonio non aveva carattere religioso, ma solo sociale. Erano contemplati concubinaggio e divorzio, ma anche l'omosessualità maschile, che non era per niente inconsueta tra i guerrieri celti.

    I figli venivano affidati a genitori adottivi fino alla maggiore età – diciassette anni per i maschi e quattordici per le femmine – per un rapporto più stretto tra i giovani di famiglie diverse.

    Vita materiale.

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    Lo sviluppo economico dei celti era basato soprattutto sull'agricoltura e sull'allevamento del bestiame. Il loro cibo proveniva soprattutto dai maiali e dai cinghiali, ma anche dalla pesca. Coltivavano l'orto per la birra, ma anche altri cereali e anche leguminose, nonché lino e canapa per i vestiti e per le tinture (Guado e Robbia). Sfruttavano anche le aree boschive per il legname e per la caccia ed avevano vasti pascoli. Avevano scambi commerciali con Greci, Romani ed Etruschi ed i loro prodotti erano soprattutto oggetti in ferro battuto, sale e vino, trasportati su strade con carri trainati da buoi e per vie fluviali.

    Abbigliamento e ornamenti.

    I Celti tenevano molto all'aspetto e anche il più povero era sempre pulito e vestito impeccabilmente. I colori delle vesti indicavano la posizione sociale. Bianco (il colore che li riassume tutti) per i druidi; rosso (il colore del sangue) per i guerrieri; verde, giallo, blu e grigio (i colori più diffusi nella vegetazione) per le altre classi sociali. Il re poteva utilizzare tessuti per i quali fossero stati impiegati fino a sette colori; non così i subalterni, sempre meno variopinti a mano a mano che si scendeva nella piramide sociale, per arrivare agli schiavi che vestivano di nero.


    Virtù e vizi dei guerrieri.

    I Celti non erano crudeli, nel senso che non torturavano i loro nemici ed il loro modo di comportarsi in quanto ai sacrifici umani officiati dai druidi era parte della loro concezione religiosa. Lo stato adulto per il giovane celta era fissato all'età di diciassette anni, allorquando assumeva la condizione di guerriero e con essa acquistava poteri non comuni. Con l'ingresso nell'età adulta, il giovane entrava in un mondo in cui possedeva, da quel momento, la responsabilità morale e religiosa in cambio della protezione divina. Il guerriero era costretto ad obbedire nella sua vita a particolari tabù (Geasa) che non poteva infrangere, pena la sconfitta.

    Abiti e fortificazioni

    I Celti non erano una popolazione che coabitasse in un solo territorio, perciò il concetto di abitazione è diverso per ogni regione abitata. Vi erano però importanti tratti comuni: la base poteva essere in muratura, mentre il resto della struttura era in legno e la forma poteva essere rotonda o rettangolare. Conoscevano anche bene gli apparati idrici che servivano soprattutto per i villaggi. Le fortificazioni, invece, che servivano soprattutto per la difesa del loro territorio, si trovavano su delle alture. Nelle Gallie, nel III secolo, venne in uso la costruzione di una fortificazione con intorno delle castella detta Oppidum. Anche Vercingetorige ad Alesia se ne avvalse.


    Scienza, tecnologia e arti.

    I druidi avevano conoscenze astronomiche elevate e usavano i cerchi di pietre come osservatori astronomici, misurando il tempo per capire quando si

    verificavano le eclissi di sole e di luna, scoprendo dove erano situati i pianeti e infine conoscendo lo spostamento delle
    stelle. Erano esperti nella lavorazione dei metalli: sapevano utilizzare ogni
    tipo di conoscenza e ne cercavano altre per migliorare i loro lavori. Avevano capacità elevate anche nella lavorazione del vetro, dello smalto, della tessitura e della tintura. A livello urbanistico, i Celti non erano molto attivi. A livello scultoreo, invece, si sbizzarrivano molto di più e infatti le forme erano varie (animali, piante, ecc). Anche nella geometria, trovavano una certa simbologia da poter prendere in considerazione. Nella pittura, invece, non ci sono testimonianze specifiche, anche se non è detto che non si siano espressi in tale arte.

    La musica per i Celti era usata sia nei banchetti che nei riti funebri. Gli strumenti usati erano soprattutto la lira a quattro corde, una specie di siringa (flauto a più canne), il corno ricurvo e la tromba, che probabilmente era usata nelle occasioni belliche. Uno strumento dal suono dolcissimo era l'arpa druidica, che veniva
    utilizzata dai druidi anche a scopo curativo. Gli inglesi, quando sconfissero gli irlandesi nel 1601, fecero tabula rasa, proibendone l'uso e causando in tal modo la perdita di tutte le composizioni create. L'arte del canto era affine a quella dell'India.

    La scrittura.

    Le Rune non sono di origine celtica, ma germanica; infatti la scrittura
    celtica, caratterizzata dai simboli usati dalla casta sacerdotale, è detta
    oghamica. La scrittura del dio Ogham serviva soprattutto per scopi magici e divinatori ed era destinata ai druidi che erano i depositari della
    conoscenza. Si trattava di un sistema di linee verticali su cui erano incisi tratti
    orizzontali ed obliqui e siccome il tutto veniva inciso su legno, a causa del veloce degrado di quest’ultimo sono stati ritrovati solo pochi reperti.

    La letteratura celtica.



    Il ciclo mitologico irlandese.

    Personaggi importanti del ciclo mitologico irlandese sono i Tuatha de Danann e i Fomori: i primi rappresentavano gli dèi e i secondi i demoni.
    I Tuatha de Danann erano esseri potenti. Creavano nebbie magiche e possedevano il Calderone dell'abbondanza, che soddisfaceva ogni ospite e il cui proprietario si chiamava Dagda ed era uno dei re dei Tuatha de Danann.
    Pur avendo ormai perso il titolo di dèi, i Tuatha de Danann hanno tuttavia un loro posto nella mitologia celtica e sono conosciuti dal mondo esterno semplicemente come il popolo fatato.

    Il ciclo arturiano.

    Il ciclo arturiano è uno dei più famosi e conosciuti del mondo intero, poiché se n’é abusato fin troppo sia nel cinema che nella letteratura. Si dice che un Artù storico sia effettivamente esistito e i poemi mitologici citano alcuni episodi somiglianti a quelli del ciclo di re Artù, però in quegli episodi Artù ha un altro nome ed è un dio. Questa sorta di “declassamento” dal piano divino a quello terreno si è verificata perché il Cristianesimo non poteva permettere simili credenze di stampo pagano e quindi trasformò gli dei in uomini.

    Il ciclo di Cuchulainn.

    Cuchulainn è detto il Cane di Culann e prese questo nome per non
    attirarsi le ire di Culann, a cui uccise il cane divenendone poi a sua volta il cane da guardia. Cuchulainn era bello e i Celti lo consideravano un eroe e – nemmeno a dirlo – anche un dio; inoltre le donne, appena lo vedevano, se ne innamoravano e poi diventavano cieche.
    Anche costui, vedendo i suoi racconti, assomiglia ad uno degli eroi classici e, nella fattispecie, a Eracle (Ercole). Come quest'ultimo, per esempio, era figlio di una mortale e di un dio.




    La saga di Fionn

    Fionn sembrerebbe una figura storica, ma come tutti i sembrerebbe delle epoche andate, sconfina nella mitologia e così arriva a compiere gesti fuori dal comune.
    Fionn si incrocia spesso con i Tuatha de Danann: è un eroe quindi aiutato da questi dèi e lui stesso, a sua volta, li aiuta. Fionn era anche consciuto per la sua sapienza. Ci sono, al riguardo, diversi tipi di leggende e ve ne cito una in particolare dove si introduce un animale speciale, ossia il Salmone della Conoscenza.

    Il bardo Finnéces, avendo catturato uno dei salmoni
    agognati, mise il suo discepolo Fionn a cuocerlo,
    proibendogli di assaggiarlo. Ma, mentre girava il pesce,
    Fionn si bruciò il pollice e se lo mise in bocca, ricevendo
    così il dono dell'ispirazione. In seguito gli era sufficiente
    succhiarsi il pollice per conoscere i segreti.



    Nella saga di Fionn esiste la vendetta, ma questo atto di vendetta è poi considerato un'onta e quindi da scontare con la morte. Nei poemi successivi, il paganesimo si mescola chiaramente alle leggende dei santi e così San Patrizio incontra Fionn che, esiliata dalla sua terra e impossibilitato a rimettervi piede, è divenuto un vecchio decrepito non appena vi è ritornato e racconta al santo la propria storia.

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    Eccoci arrivati alla fine di questo corposo articolo del seminario dei celti, spero vi sia piaciuto. Nel prossimo articolo parleremo invece La Religione dei Celti e la consacrazione della Morte.
    A presto ^^

    Fonte:
    Wikipedia - i Celti

    Fonti Bibliografiche:
    J.A. McCullogh, La Religione degli antichi Celti, Cap. VIII, p. 157.
    Cfr I Celti, a cura di Angela Cerinotti, Demetra, Verona, 1998, pp 72–73

    Edited by Black&White - 27/4/2012, 23:24
     
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